Escursione Nuria e Nurietta dagli altipiani di Rascino

Dati

Data: 13/05/2023
Regione e provincia: Lazio, Rieti
Località di partenza: Agriturismo La Tracerna di Rascino
Località di arrivo: Agriturismo La Tracerna di Rascino
Tempo di percorrenza: 6h 20m
Chilometri: 18km
Grado di difficoltà: E
Descrizione delle difficoltà: nessuna
Periodo consigliato: tutti
Segnaletica: CAI
Dislivello in salita: 1100mt
Dislivello in discesa: 1100mt
Quota massima: 1888mt
Accesso stradale: Agriturismo La Tracerna di Rascino
Traccia GPS: https://www.avventurosamente.it/xf/pagine/mappa/?do=loadmarker&id=8665

Descrizione
Ci sono luoghi apparentemente "minori", poco noti, in cui ti imbatti per coincidenze e poi ti conquistano per la loro bellezza profonda, semplice e naturale. E' il caso dell'Altipiano di Rascino.
Questo we causa meteo sono saltate in sequenza le diverse preziose alternative che avevo immaginato. Ma a me stare a casa non va e il tempo uggioso - fatto di pioggia, vento, nebbia - a me piace molto, finchè non è troppo. E così, complice un'amica altrettanto motivata che mi chiede di seguirmi, cerco una meta.
Il caso.
Il meteo sembra migliore a nord di Roma, neve non è il caso (ammesso che ancora ce ne sia), comunque cerco km e dislivello. La scelta, quasi obbligata, cade così sul Nuria. Dove però sono già salito due volte in invernale, per cui vorrei inventarmi dell'altro. Apro le mappe, studio e trovo la quadra: Altipiani di Rascino. Luogo a me sconosciuto, laghi, castello, versante sud est non ancora provato. Ok, si va.

Come spesso accade, l'avvicinamento alla partenza è in sè un piccolo spettacolo, un viaggio nel viaggio, che ci porta al punto di partenza lungo 5 km di sterrata molto praticabile, attorno a cui si dipanano questi vasti altipiani. Verdi. Vasti. Disabitati. Da film western. Il cielo plumbeo e l'ampiezza desolata creano in me una grande suggestione.

La partenza
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Dopo un lungo tratto su strada bianca, il sentiero comincia ad inerpicarsi nel bosco, costeggiando a nord Colle Cerasa. La pioggia degli ultimi giorni ha gonfiato le chiome degli alberi, che respirano verdi e possenti verso il cielo. Un gigante buono sembra seguirci come un Gandalf attento. Al primo "balcone" che si apre sulla salita, la vista si dispiega sull'altipiano sottostante, circondato dalle cime medie circostanti, e la vista è avvolgente quanto semplice. Mi è ormai evidente come la ieratica bellezza delle vette più alte, rocciose o imbiancate, praticate negli ultimi mesi non ha sradicato dal mio cuore la passione per la vita vibrante delle vette basse, popolate di alberi, animali, prati, cespugli, colori e odori.

Il verde
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Il gigante buono
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L'altipiano
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Finita la salita, improvvisamente il sentiero ci porta in un mondo del tutto diverso, tra le cime del Nurietta e del Nuria. Uno spazio brullo, ondulato, sassoso, quasi lunare e a quel modo fascinoso. Attorno, a far corona, il vicino Terminillo, più lontano e meno visibile il GranSasso, quasi nascosto dalle nubi il Velino. Laggiù, in fondo, la tentacolare forma del Lago di Rascino.

Terminillo (lontano a sx) e Nuria (vicino e a dx)
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GranSasso
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Il lago di Rascino
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Arrivati sul Nurietta, il tempo gira, arriva la pioggia, che diventa ghiaccio e neve. Il vento è gelido. Ci copriamo come possiamo e ci avviamo verso il Nuria, attraversando una vera e propria terra di nessuno. Arrivati al Nuria, il Terminillo è ormai lì a portata di mano e le distanze verso ovest si fanno misteriose, sognanti.

Nuria e Terminillo sullo sfondo
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La distanza
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Superato il Colle della Fungara, consumiamo una piccola pausa in un angolo sottovento, sbirciando la valle da una finestra di verde. La mia compagna di cammino oggi è stanca e infreddolita, per cui decido di non procedere verso nord-ovest come da programma per Monte Torrecane, bensì di girare verso sud ovest tornando verso la via di arrivo in modo da accorciare il percorso. La scelta si rivela felice, perchè il tratto scelto si rivela particolarmente dolce e piacevole. Così, arrivati sotto Monte Trascinelli, la compagna si è rincuorata e si dice disposta ad allungare un po' il percorso al fine di raggiungere il Lago di Cornino.

La finestra del pranzo
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Una discesa dolcissima

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Arrivati nella piana di Cornino, si dispiegano sterminati prati verdi, punteggiati da alberi giganteschi e bellissimi, gli alberi dei bambini, quelli tondi. L'aria ora è fresca, profumata, sospesa in una sottile umidità. E l'apertura sul Lago di Cornino, sorvegliato da un gruppetto di aghifoglie, ha un sapore quasi alpino.

La piana di Cornino
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Il Lago di Cornino
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Resta un ultimo albero, gigantesco, grandioso, e poi si torna alla macchina. Avrei fatto una piccola deviazione per vedere i resti del Castello di Cornino...ma si sa, a volte le donne...

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Allegati

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La piana di Rascino è poco battuta nonostante la bellezza selvaggia del posto. Per chi preferisce fare un percorso meno impegnativo ma altrettanto appagante, ci si può limitare alla piana di Rascino, di Cornino ed al Monte Torrecane.
 
@carabosse : si, bravo, una grande sensazione di pace

@Montinvisibili : domenica poi ho bissato, con un bel giro sui Lucretili, da Licenza per Fonti Campitelli, M.Guardia, Capo di Porco, Forcella di Pellecchia e ritorno per un lungo fuori pista. Sembrava di stare in amazzonia, nebbia sospesa e piante spettrali. Fantastico nella sua semplicità.

@Franzwalker : si anche girare la piana nella sua vastità può dare belle soddisfazioni.
 
Il Piano di Rascino è bello ma non so perché mi pone in uno stato d'animo di mestizia.

Negli anni '70 veniva usato come campo di addestramento paramilitare da alcuni gruppi di estrema destra. Ci fu anche uno scontro a fuoco con i Carabinieri e uno dei facinorosi morì.
 
Il Piano di Rascino è bello ma non so perché mi pone in uno stato d'animo di mestizia.

Negli anni '70 veniva usato come campo di addestramento paramilitare da alcuni gruppi di estrema destra. Ci fu anche uno scontro a fuoco con i Carabinieri e uno dei facinorosi morì.
Io non posso esprimermi perché l'ho visto con cielo plumbeo e quindi era forzatamente mesto. A me ha però colpito quel senso di eternità: avrei potuto essere lì nel 1400 e sarebbe stato uguale.
 
Io non posso esprimermi perché l'ho visto con cielo plumbeo e quindi era forzatamente mesto. A me ha però colpito quel senso di eternità: avrei potuto essere lì nel 1400 e sarebbe stato uguale.
Mi ha particolarmente colpito questa frase, ho sempre pensato che in fondo amiamo la montagna per tre motivi principali: è un inconscio ritorno alla nostra essenza ancestrale, è testimonianza delle forze universali, è un modo per sconfiggere lo scorrere del tempo.
 
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