- Parchi d'Abruzzo
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- Parco Regionale Sirente-Velino
Data: Giovedì 15 novembre 2018
Grado di difficoltà : EE
Difficoltà incontrate: da prestare attenzione alla ripida discesa dalla "sella" del Puzzillo e la sua Anticima verso il Valico del Morretano. Sempre un po' di attenzione sul crestoso sentiero tra Il Cornacchia e Anticima, niente di ché ma è un tratto esposto e su massi che noi abbiamo trovato asciutti tutto sommato.
La difficoltà più grande è stata sicuramente non farsi rovinare la giornata da due cacciatori mentecatti (per usare un eufemismo) che hanno lasciato un un fuoco acceso in mezzo au un boschetto sommitale, tra foglie e radici secche, il quale con il vento, appena iniziato, pareva aspettare noi per riaccendersi. Patito sete per aver dimezzato) l'acqua per "4", su di un percorso che non prevede sorgenti o fonti fino quasi alla panda.
Arrivo e partenza dal Valico delle Chiesole.
Distanza: 13 km dal Valico delle Chiesole per Monte Fratte, Monte Cornacchia, Anticima e cima del Monte Puzzillo, Valico del Morretano, Valle del Morretano e tornare al Valico delle Chiesole.
Dislivello non calcolato e tempi ignorati.
Descrizione :
L'euforia di scoprire nuovi mondi, nuovi monti, panorami e valli ignote, non ha eguali,mi fa quasi saltellare nell'incedere e se avessi una coda scodinzolerei felice come Linda e Zoe stamattina. Una gaia incoscienza che ha tutta la forza di farci improvvisare, appena scesi dalla macchina, a rintracciare la prima cresta tagliando dritti tra boschi verticali,costellati di "obelischi" che squarciano i tappeti colorati e croccanti dell'autunno inoltrato. La lupa Linda mette il naso avanti e io seguo le sue tracce tra i massi, grosse radici e i guardiani faggi. Ciccio ha un'altra linea e un'altro naso da seguire, ma il crocchiare dei nostri passi rumoreggia sempre vicino,e i quadrupedi si tengono sempre d'occhio. Questa prima salita mi accende come un camino a gennaio, ansimo,mi dimeno tra i rami, sprofondo la scarpa bassa tra il fogliame, salto dove posso su qualche sassone e mi ritrovo sul crinale con la sola camicia sudata addosso. Ciccio se la trotta veloce avanti ma io mi asciugo e indugio ancora nel bosco che ad occhio sta per finire, come questa prima poderosa atmosfera. Sullo scoperto neanche mi rivesto sotto il vento, tanto con questo bel trotto, che abbiamo preso ultimamente, il freddo non attacca. La cresta del Monte Fratte è abbellita da miniboschetti sommitali, con rosa canina accovacciata tra alberelli torti dai venti e dal gelo, da sembrare grandi bonsai o degli strani ulivi. Ciccio sparisce lesto all'orizzonte, per riapparire lontano con altre due lugubre ombre dai lunghi fucili. Arrivo dopo un po' e attacco scherzosamente chiedendo: - a che si spara da ste parti?
-Anghe ali' crisstiani se serve! - (ma che simpatico!) - Dicevo che animali? -
Cinghiali e Lepri a quanto pare. Sbrigativi saluti e ci avviamo convinti verso un bel montagnone di fronte ed altri dietro a seguire. Inizia un po' di vento e la nuvola che si alza sulla "cresta dei bonsai" non pare fatta di acqua. Accidenti ma è fuoco! Un falò in pieno fogliame sotto un albero spezzato! Incredibile! Ma come diavolo si fa a pensare di accendere un fuoco su un tappeto di foglie secche?!? Buttiamo gli zaini e cerchiamo di scavare la terra con le mani nude attorno ai ceppi e ne buttiamo sulle braci. Ciccio fa fuori la sua scorta di acqua sui due tronchi più grandi, copriamo con pietre, urina, terra e zampate. Mezz'ora di sbattimenti e imprecazioni su gli unici "cristiani" incontrati oggi su una montagna deserta. Celebrolesi!!!
A vista manca ancora tanto e la salita è importante, scoperta ai venti, ma le scarpe basse sono più maneggevoli e leggere per stare dietro al socio che pare voglia recuperare il tempo perduto. Ogni tanto mi giro e una nebbia bianca ingloba il passato, i vecchi, sicuri e noti passi, montagne più "casa". Si va sorridenti verso l'avventura.
Avventura che ora si fa molto Scozia. Il Monte Cornacchia ci accoglie tra ventati e morbidi nembi, l'atmosfera si fa surreale tra sculture e ombre nebbiose,tra un sole imprigionato dal grigio, tra le nostre ombre che diventano spettri, anime evanescenti, passi volanti. Nel naso i sentori di bosco profumano il cuore spinti dal vento.Respiriamo nuvole.
La cresta continua a salire sempre più pietrosa e il sentiero più battuto, "più comodo",ci distrae sulla destra a mezza costa dell'anticima del Puzzillo, così che in direzione della punta più alta ingaggio uno strappo dritto per dritto fino al Dolman sommitale. Linda mi guarda male in mezzo a queste roccette, ma oggi sta in forma e si rimette avanti a suggerire appigli. Ciccio riprende la cresta più avanti e poi torna indietro per salire anche lui. Che vista ragazzi!
Mi siedo con una nuvola di fumo in bocca, ammiro tutt'attorno sotto un sole che adesso pare estivo. Come al solito siamo in un oasi di bel tempo, nel bel mezzo di nuvole pesanti e basse che ci avvolgono ed emozionano. Dalla coltre verso casa svetta il Gran Sasso e il Camicia, in direzione Laga spunta come un isola un inaspettato Pizzo di Sevo(che di rado riesco a vedere e così chiaro nelle sue linee) e il gigante Gorzano. Verso il mare è solo spuma bianca, soffice e coprente. Fantastica la vista della imponente Valle del Morretano sotto di noi e che ne cominciamo a studiare il modo per riprendere. La scura Valle, in ombra quasi tutto il giorno, è disegnata qua e là da bianchi monoliti caduti dal lunghissimo teatro roccioso che abbiamo di fronte, che poi, è quasi lo specchio, forse meno saliscendi, del palcoscenico che stiamo calcando. I cani sono felici, giochi e tenerezze ad ogni pausa, sfrecciano veloci e saltellanti fino al monte Puzzillo, noi dietro ancor più felici finalmente ci diamo alla pausa pranzo al "Ristorante Belvedere" dove è permesso levarsi le scarpe per chi ha dolori ai talloni. Ciccio e la piccola Zoe curiosano anche altre vie di discese, ma il responso sarà di provare a seguire un ometto visto, poco prima da entrambi, sulla sella che arriva dall'anticima.
Mi spoglio di nuovo sotto il bel sole dell'una e mezza e ,tra vari trafficamenti per sistemare lo zaino e passo lento da dispiacere di lasciare un bel posto, Ciccio mi aspetta al bivio che io avrei allegramente e distrattamente oltrepassato.... quando qualcuno fa da battistrada è piacevole e invitante distrarsi sui "sentieri dei cieli", panorami nuovi e senza badare ai sentieri a terra.
Guardo verso valle e il sentiero mostra sparuti omini che spariscono alla vista nel vuoto più in basso, tanto più in basso.La concentrazione si fa avanti come i cani che fiutano tracce animali. Zoe fiuta qualcosa e Linda si mette avanti con le orecchie dritte e mento alto. L'aria odora di animale selvatico, forse cinghiale, le "guide" appaiono nervose e attente a scrutare avanti. La discesa è così ripida che rotoliamo in un attimo a un fascinoso, dalle forme eleganti, Valico del Morretano. Alla destra del Valico, come un buco nero che inghiotte massa, l'ombra cristallizza i prati di ghiaccio e ci inghiotte nel freddo della discesa senza fratello Sole. La gelida vallata appiana i passi ed aumenta le emozioni con il volo possente e macabro dei grifoni. Due esemplari dall'apertura alare veramente impressionante, tanto da sembrare quattro con le ombre vicino al muraglione di pietra che abbiamo stamane percorso. A fine valle usciamo dal cono d'ombra del Morretano, un the verde fumante con lime ci scalda il cuore prima di lasciare alle spalle queste belle montagne. L'acqua è finita e la sete, il pensiero di una birra e di comode scarpe da running ci accelera il passo fino a una fonte nel bosco. Lo stazzo diventa presto affollato e condividiamo le grazie di Sora Acqua con splendide cavalle e un puledrino che gioca più che bere. Vedere grandi animali senza catene è sempre una sensazione di grande libertà, di pace e ci si sente fortunati a vivere qualche attimo insieme. La ciliegina sulla torta ai tantissimi scatti di oggi, ai tanti momenti intensi che regalano le montagne abruzzesi. Giornata fantastica che poteva solo finire, come tradizione diffusa tra cialtroni di montagna, dabanti a birra e patatine. Alla salute di queste belle montagne della cresta del Puzzillo. Buona montagna a tutti!
Grado di difficoltà : EE
Difficoltà incontrate: da prestare attenzione alla ripida discesa dalla "sella" del Puzzillo e la sua Anticima verso il Valico del Morretano. Sempre un po' di attenzione sul crestoso sentiero tra Il Cornacchia e Anticima, niente di ché ma è un tratto esposto e su massi che noi abbiamo trovato asciutti tutto sommato.
La difficoltà più grande è stata sicuramente non farsi rovinare la giornata da due cacciatori mentecatti (per usare un eufemismo) che hanno lasciato un un fuoco acceso in mezzo au un boschetto sommitale, tra foglie e radici secche, il quale con il vento, appena iniziato, pareva aspettare noi per riaccendersi. Patito sete per aver dimezzato) l'acqua per "4", su di un percorso che non prevede sorgenti o fonti fino quasi alla panda.
Arrivo e partenza dal Valico delle Chiesole.
Distanza: 13 km dal Valico delle Chiesole per Monte Fratte, Monte Cornacchia, Anticima e cima del Monte Puzzillo, Valico del Morretano, Valle del Morretano e tornare al Valico delle Chiesole.
Dislivello non calcolato e tempi ignorati.
Descrizione :
L'euforia di scoprire nuovi mondi, nuovi monti, panorami e valli ignote, non ha eguali,mi fa quasi saltellare nell'incedere e se avessi una coda scodinzolerei felice come Linda e Zoe stamattina. Una gaia incoscienza che ha tutta la forza di farci improvvisare, appena scesi dalla macchina, a rintracciare la prima cresta tagliando dritti tra boschi verticali,costellati di "obelischi" che squarciano i tappeti colorati e croccanti dell'autunno inoltrato. La lupa Linda mette il naso avanti e io seguo le sue tracce tra i massi, grosse radici e i guardiani faggi. Ciccio ha un'altra linea e un'altro naso da seguire, ma il crocchiare dei nostri passi rumoreggia sempre vicino,e i quadrupedi si tengono sempre d'occhio. Questa prima salita mi accende come un camino a gennaio, ansimo,mi dimeno tra i rami, sprofondo la scarpa bassa tra il fogliame, salto dove posso su qualche sassone e mi ritrovo sul crinale con la sola camicia sudata addosso. Ciccio se la trotta veloce avanti ma io mi asciugo e indugio ancora nel bosco che ad occhio sta per finire, come questa prima poderosa atmosfera. Sullo scoperto neanche mi rivesto sotto il vento, tanto con questo bel trotto, che abbiamo preso ultimamente, il freddo non attacca. La cresta del Monte Fratte è abbellita da miniboschetti sommitali, con rosa canina accovacciata tra alberelli torti dai venti e dal gelo, da sembrare grandi bonsai o degli strani ulivi. Ciccio sparisce lesto all'orizzonte, per riapparire lontano con altre due lugubre ombre dai lunghi fucili. Arrivo dopo un po' e attacco scherzosamente chiedendo: - a che si spara da ste parti?
-Anghe ali' crisstiani se serve! - (ma che simpatico!) - Dicevo che animali? -
Cinghiali e Lepri a quanto pare. Sbrigativi saluti e ci avviamo convinti verso un bel montagnone di fronte ed altri dietro a seguire. Inizia un po' di vento e la nuvola che si alza sulla "cresta dei bonsai" non pare fatta di acqua. Accidenti ma è fuoco! Un falò in pieno fogliame sotto un albero spezzato! Incredibile! Ma come diavolo si fa a pensare di accendere un fuoco su un tappeto di foglie secche?!? Buttiamo gli zaini e cerchiamo di scavare la terra con le mani nude attorno ai ceppi e ne buttiamo sulle braci. Ciccio fa fuori la sua scorta di acqua sui due tronchi più grandi, copriamo con pietre, urina, terra e zampate. Mezz'ora di sbattimenti e imprecazioni su gli unici "cristiani" incontrati oggi su una montagna deserta. Celebrolesi!!!
A vista manca ancora tanto e la salita è importante, scoperta ai venti, ma le scarpe basse sono più maneggevoli e leggere per stare dietro al socio che pare voglia recuperare il tempo perduto. Ogni tanto mi giro e una nebbia bianca ingloba il passato, i vecchi, sicuri e noti passi, montagne più "casa". Si va sorridenti verso l'avventura.
Avventura che ora si fa molto Scozia. Il Monte Cornacchia ci accoglie tra ventati e morbidi nembi, l'atmosfera si fa surreale tra sculture e ombre nebbiose,tra un sole imprigionato dal grigio, tra le nostre ombre che diventano spettri, anime evanescenti, passi volanti. Nel naso i sentori di bosco profumano il cuore spinti dal vento.Respiriamo nuvole.
La cresta continua a salire sempre più pietrosa e il sentiero più battuto, "più comodo",ci distrae sulla destra a mezza costa dell'anticima del Puzzillo, così che in direzione della punta più alta ingaggio uno strappo dritto per dritto fino al Dolman sommitale. Linda mi guarda male in mezzo a queste roccette, ma oggi sta in forma e si rimette avanti a suggerire appigli. Ciccio riprende la cresta più avanti e poi torna indietro per salire anche lui. Che vista ragazzi!
Mi siedo con una nuvola di fumo in bocca, ammiro tutt'attorno sotto un sole che adesso pare estivo. Come al solito siamo in un oasi di bel tempo, nel bel mezzo di nuvole pesanti e basse che ci avvolgono ed emozionano. Dalla coltre verso casa svetta il Gran Sasso e il Camicia, in direzione Laga spunta come un isola un inaspettato Pizzo di Sevo(che di rado riesco a vedere e così chiaro nelle sue linee) e il gigante Gorzano. Verso il mare è solo spuma bianca, soffice e coprente. Fantastica la vista della imponente Valle del Morretano sotto di noi e che ne cominciamo a studiare il modo per riprendere. La scura Valle, in ombra quasi tutto il giorno, è disegnata qua e là da bianchi monoliti caduti dal lunghissimo teatro roccioso che abbiamo di fronte, che poi, è quasi lo specchio, forse meno saliscendi, del palcoscenico che stiamo calcando. I cani sono felici, giochi e tenerezze ad ogni pausa, sfrecciano veloci e saltellanti fino al monte Puzzillo, noi dietro ancor più felici finalmente ci diamo alla pausa pranzo al "Ristorante Belvedere" dove è permesso levarsi le scarpe per chi ha dolori ai talloni. Ciccio e la piccola Zoe curiosano anche altre vie di discese, ma il responso sarà di provare a seguire un ometto visto, poco prima da entrambi, sulla sella che arriva dall'anticima.
Mi spoglio di nuovo sotto il bel sole dell'una e mezza e ,tra vari trafficamenti per sistemare lo zaino e passo lento da dispiacere di lasciare un bel posto, Ciccio mi aspetta al bivio che io avrei allegramente e distrattamente oltrepassato.... quando qualcuno fa da battistrada è piacevole e invitante distrarsi sui "sentieri dei cieli", panorami nuovi e senza badare ai sentieri a terra.
Guardo verso valle e il sentiero mostra sparuti omini che spariscono alla vista nel vuoto più in basso, tanto più in basso.La concentrazione si fa avanti come i cani che fiutano tracce animali. Zoe fiuta qualcosa e Linda si mette avanti con le orecchie dritte e mento alto. L'aria odora di animale selvatico, forse cinghiale, le "guide" appaiono nervose e attente a scrutare avanti. La discesa è così ripida che rotoliamo in un attimo a un fascinoso, dalle forme eleganti, Valico del Morretano. Alla destra del Valico, come un buco nero che inghiotte massa, l'ombra cristallizza i prati di ghiaccio e ci inghiotte nel freddo della discesa senza fratello Sole. La gelida vallata appiana i passi ed aumenta le emozioni con il volo possente e macabro dei grifoni. Due esemplari dall'apertura alare veramente impressionante, tanto da sembrare quattro con le ombre vicino al muraglione di pietra che abbiamo stamane percorso. A fine valle usciamo dal cono d'ombra del Morretano, un the verde fumante con lime ci scalda il cuore prima di lasciare alle spalle queste belle montagne. L'acqua è finita e la sete, il pensiero di una birra e di comode scarpe da running ci accelera il passo fino a una fonte nel bosco. Lo stazzo diventa presto affollato e condividiamo le grazie di Sora Acqua con splendide cavalle e un puledrino che gioca più che bere. Vedere grandi animali senza catene è sempre una sensazione di grande libertà, di pace e ci si sente fortunati a vivere qualche attimo insieme. La ciliegina sulla torta ai tantissimi scatti di oggi, ai tanti momenti intensi che regalano le montagne abruzzesi. Giornata fantastica che poteva solo finire, come tradizione diffusa tra cialtroni di montagna, dabanti a birra e patatine. Alla salute di queste belle montagne della cresta del Puzzillo. Buona montagna a tutti!
Allegati
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