OGM: ma sono queste le iniziative che proteggono il benessere degli italiani?

Non mi interessano gli aspetti tecnici, non mi interessa sapere cosa devi fare, non ho intenzione di comprarmi il kit del piccolo biogenetista e giocarci :), mi interessa solo sapere se è un qualcosa di fattibile, anche in forma teorica senza dover invocare la evoluzione tecnologica di star trek.

Tutto lì.

Ciao :si:, Gianluca
I fattori ambientali modificano l'espressione genica però bisogma fare molti distinguo.

Ps devi comprarti il kit dell'allegro biologo molecolare/biotecnologo verde.
 
Questa NOZIONE mi mancava, non è cosa che richieda intelligenza per capirla, ma è una nozione che non avevo.
Così poichè mi pareva di ricordare che i Maja li mangiassero ho chiesto al mio amico gogle
di delucidarmi sulla velenosità del pomodoro.

A quanto dice lui e alcuni suoi colleghi, la velenosità del pomodoro dovuta alla solanina è molto bassa.
Già ai tempi dei Maja e degli atzechi ne consumavano regolarmente senza problemi.

Quando arrivò in europa dopo Colombo, fu guardato con sospetto e ritenuto velenoso,
ad alimentare questa leggenda contribuirono due aspetti.
Il più immediato è che probabilmente la capacità di digerire anche piccole quantità di solanina
richiedeva un periodo di adattamento, l'altro il fatto che essendo i piatti dei più abbienti fatti di peltro l'acidità del pomodoro estraeva il piombo diventando molto tossico.
Dalla descrizione del MUSEO DEL POMOSORO DI PARMA:
In Europa
Il pomodoro apparve in Europa nella prima metà del’500. In Spagna non trovò subito fortuna. Si è ipotizzato che le prime varietà introdotte in Europa contenessero solanina in quantità così elevata da risultare indigeste. Per questo fu utilizzato come pianta ornamentale o medicinale e a scopo di studio negli orti botanici con una diffusione assai limitata. Solo successive selezioni varietali portarono il pomodoro alla sua completa commestibilità.
https://pomodoro.museidelcibo.it/in...Solanum,nelle regioni meridionali del Messico.
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IL tuo amico google va saputo utilizzare...
 
Il problema di avere una varietà o una decina di varietà estremamente produttive e quindi largamente usate nell'intero mondo (indipendentemente che siano siano OGM o non OGM anche se ormai questo avviene solo con le OGM) provoca la scomparsa di varietà meno produttive minacciando la diversità biologica.

Inoltre non è il caso di confondere la creazione di nuove varietà tramite gli incroci (avvenuti tramite impollinazione) fra varietà diverse della stessa specie e la conseguente selezione e l'aggiunta laboratoriale di geni presi da specie diverse. Il procedimento è ben differente.

L'Italia possiede la più grande biodiversità, anche di specie coltivate, dell'Europa e una delle più alte al mondo e siamo un paese con poca superficie coltivabile rispetto a molte altre zone geografiche. Per dire, in Italia avevamo la coltivazione e l'allevamento di varietà a dir poco regionali e talvolta ancora più frazionate. Quando avveniva una qualche calamità, malattia, problema climatico, parassiti o altro, magari una varietà ne soffriva di più e un'altra di meno, garantendo però la sopravvivenza della specie e in generale fornendo una maggiore resistenza della popolazione umana alla carestia che ne seguiva.

La limitazione a poche varietà di una specie (badate che grande varietà si intende qualche migliaio di varietà a fronte di una coltivazione odierna per alcune specie particolarmente a rischio di poche centinaia...) provoca il rischio che a fronte di un imprevisto che decimi le varietà largamente coltivate si perda quella specie e questo può diventare particolarmente pericoloso visto che le specie commestibili su cui si basa largamente l'alimentazione umana non sono moltissime.
C'è un motivo per cui sono state spinte le coltivazioni e i consumi di specie che venivano ormai poco usate e commercializzate tipo il farro che ad esempio ora viene coltivato moltissimo nella mia zona che invece era inadatta al frumento più "moderno" del resto ai tempi dell'antica Roma e nel medioevo, fino praticamente ai tempi moderni questa era già storicamente zona di coltivazione del farro.

Aprire a coltivazioni OGM che per la loro natura commerciale sono orientate alla grande quantità ottenuta da una sola varietà specifica che abbia quelle precise caratteristiche porta come conseguenza la diminuzione drastica delle varietà locali tradizionali meno produttive ma altamente diverse una dall'altra, una banca di geni da cui si può sempre sperare che ci siano quelle in grado di sopravvivere ad una qualche calamità imprevista.

Qualcuno dirà che sono state create le banche dei semi, sotto i ghiacci dei poli o in altri posti altrettanto protetti. Vero! E sono le multinazionali che li hanno creati, pagati e mantenuti e ci hanno messo una bella collezione di semi delle varietà tradizionali storiche... e secondo voi lo fanno perché non sono utili? Perché non servono?

Certo che servono e lo sanno, per cui se per qualche motivo loro resteranno gli unici ad avere quelle raccolte di diversità biologica un domani saranno solo loro a potere avere semi in grado di resistere a qualche calamità e nessuno potrà (nemmeno per il proprio orto familiare) avere semi produttivi se non comprandoli da loro al prezzo che decideranno loro.

Il problema, ripeto, è sociale, etico, ecologico. Il problema di cui parlo io non è chimico, non è biologico, non è scientifico checché strepitino alcuni per farlo passare per tale.

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articolo FAO sull'argomento da cui riporto la parte finale:
Italia, 6mila varietà di frutta scomparse in un secolo

L’allarme di Slow Food trova conforto nei dati diffusi da Coldiretti, secondo i quali «in Italia nel secolo scorso si contavano 8mila varietà di frutta, mentre oggi si arriva a poco meno di 2mila. E di queste ben 1500 sono considerate a rischio di scomparsa».


Ma la perdita di biodiversità riguarda l’intero sistema agricolo, dagli ortaggi ai cereali, dagli ulivi fino ai vigneti. Un pericolo anche per la fattoria in Italia, dove sono scomparsi 1,7 milioni tra mucche, maiali, pecore e capre negli ultimi dieci anni. «Il rischio impatta sulla straordinaria biodiversità delle stalle italiane dove sono minacciate di estinzione ben 130 razze allevate tra le quali ben 38 di pecore, 24 di bovini, 22 di capre, 19 di equini, 10 di maiali, 10 di avicoli e 7 di asini. Un pericolo per i produttori e i consumatori per la perdita di un patrimonio alimentare, culturale e ambientale del Made in Italy, ma anche un attacco alla sovranità alimentare del Paese».
 
Non capisco il nesso tra gli OGM fatti dalle multinazionali e la biodiversità-la perdita delle varietà specifiche del territorio.
Se un territorio vuole mantenere le sue varietà specifiche può provvedere a curarne tutto il processo, recuperando le sementi originarie o le varietà di animali originarie e gestendone la riproduzione nelle generazioni successive.
Cosa che peraltro in alcuni casi in Italia viene pure fatto (guardatevi qualche puntata di Melaverde o Linea verde).
Voglio dire, gli OGM e le varietà "tradizionali" possono coesistere, avranno diverse filiere produttive, non vedo perche l'una esclude l'altra.
 
Il nesso potrebbe essere nella facilità, o resa, di una coltivazione rispetto ad un altra. Caratteristica che potrebbe portare ad una scelta pseudo obbligata se l'agricoltore vuole sopravvivere visto che spesso non è lui a decidere il prezzo di vendita.

Ciao :si:, Gianluca
 
Il nesso potrebbe essere nella facilità, o resa, di una coltivazione rispetto ad un altra. Caratteristica che potrebbe portare ad una scelta pseudo obbligata se l'agricoltore vuole sopravvivere visto che spesso non è lui a decidere il prezzo di vendita.

Ciao :si:, Gianluca
Si ma questo comumque non ha senso perchè si possono manipolare anche le altre culure, non solo ma se meno persone coltivano una cultura quella aumenterà di valore.
 
continuando la risposta di @znnglc anche perché le dette multinazionali tendono a rendere illegale lo smercio/scambio di sementi non appartenenti ad un catalogo registrato. Purtroppo infatti esiste un catalogo delle cosiddette sementi ibride che appartengono a chi le ha create.

Le specie tradizionali però non possono essere registrate essendo patrimonio dell'umanità nel suo complesso e quindi nessuno può arrogarsene la proprietà.
Il fatto di non essere iscritte in registri ufficiali le renderebbe quindi di fatto illegali... questo per una perversione legale di non so bene che tipo... non sono una giurista e non ve lo so spiegare...

So però che per questo motivo ci sono state battaglie furiose nel mondo fra le associazioni dei coltivatori e quelle di difesa ambientale e biodiversità e le multinazionali... cosa di cui da noi s'è parlato pochissimo a livello nazionale

Considerate sempre che per garantire una popolazione geneticamente vitale di una specie c'è una quantità minima di esemplari che devono potersi scambiare il patrimonio genetico altrimenti scompare...
 
Si ma questo comumque non ha senso perchè si possono manipolare anche le altre culure, non solo ma se meno persone coltivano una cultura quella aumenterà di valore.
Il valore di un qualcosa, in termini monetari, è un insieme di cose in primo luogo se il mercato è disposto ad acquistare quel mio qualcosa nel momento in cui è disponibile la stessa cosa, non uguale ma analogamente funzionale ma con caratteristiche differenti, ad una frazione del mio, se non c'è quella condizione quel qualcosa non ha valore, in termini puramente monetari.

Ciao :si:, Gianluca
 
Il nesso potrebbe essere nella facilità, o resa, di una coltivazione rispetto ad un altra. Caratteristica che potrebbe portare ad una scelta pseudo obbligata se l'agricoltore vuole sopravvivere visto che spesso non è lui a decidere il prezzo di vendita.

Ciao :si:, Gianluca

Non è una scelta obbligata.
Un agricoltore può decidere di coltivare una qualità tradizionale (vegetale o animale), curandone tutto il processo, a costi superiori e a produttività inferiore, basta che trovi mercato e persone che sono disposte a pagare di più per i suoi prodotti in modo da avere la remunerazione del suo lavoro.
Oppure può usare delle sementi OGM ad alta produttività e produrre a costi inferiori con una produzione di quantità superiore (resa) e vendere sul grande mercato dei consumatori (quindi a prezzi più bassi).
Le due produzioni non si escludono l'un l'altra, perche hanno clienti e filiere differenti.
Piuttosto, come consumatori, rispondete: sareste disposti a pagare di più (e quindi a diminuire il vostro reddito disponibile) per una varietà diciamo "tradizionale"?
Il mercato è fatto sia dai produttori che dai consumatori, e anche le scelte dei consumatori hanno la loro influenza.
 
@andreal la teoria è una bella cosa, la realtà non è sempre l'espressione della teoria.

L'uso di una materia prima registrata, di qualsiasi natura, è comunque un vincolo che ha delle ripercussioni sulla tua capacità produttiva. Un agricoltore è un imprenditore ma non necessariamente un distributore, non ti "improvvisi".

Inoltre c'è anche un altro fattore da considerare, se io ho due coltivazioni, una ottenuta con sementi tradizionali ed una con sementi brevettati, l'eventuale impollinazione naturale della seconda verso la prima cosa creerà, non tanto in termini botanici, ma in termini burocratici considerando che la ditta che ha i brevetti ne detiene la proprietà ed, ovviamente, l'esclusività ?

Ciao :si:, Gianluca
 
Se un agricoltore ha due coltivazioni, una tradizionale e una OGM, e vuoi che la tradizionale "preservi la sua purezza genetica", perche deve essere un problema di chi fa le sementi OGM?
È un problema dell'agricoltore, dovrà trovare lui la soluzione al problema.
Ma lo stesso vale quando coltiva varietà diverse di una stessa specie: l'impollinazione reciproca ci può essere comunque, e non è detto che sia così negativa.
Sui brevetti-sulle questioni legali non so e non voglio entrare, ma non sono cose scritte sulla pietra: se certe condizioni sono troppo vincolanti ci si mette in associazione e con legali e si discute la questione in tribunale.
 
Piuttosto, come consumatori, rispondete: sareste disposti a pagare di più (e quindi a diminuire il vostro reddito disponibile) per una varietà diciamo "tradizionale"?
Di fatto, già oggi, esistono due linee/filosofie di produzione dei prodotti agricoli, una definita "bio" ed una no, con costi e prezzi di vendita differenziati per cui la teoria, ed anche la pratica, non lo vieta ma al supermercato vai a comprare il prodotto finito non un chilo di grano.
Sui brevetti-sulle questioni legali non so e non voglio entrare, ma non sono cose scritte sulla pietra: se certe condizioni sono troppo vincolanti ci si mette in associazione e con legali e di discute la questione in tribunale
Poche cose sono scritte sulla pietra.

Il problema legale non è un problema di poco conto poiché incide sulla proprietà e sullo sfruttamento della risorsa in sé.
Se io sfrutto, anche parzialmente un prodotto brevettato, è molto probabile (per non dire certo) che debbo riconoscere, giustamente, delle royalty a chi detiene il brevetto stesso e non è un meccanismo automatico nel senso che io posso anche non concedere lo sfruttamento ed ovviamente sono io, detentore del brevetto a definirle.

Certo i tribunali esistono anche per derimere queste valutazioni ma quante probabilità ha il coltivatore X di discutere una causa nei confronti della Monsanto ? Quante risorse economiche dovrà impegnare ? Inoltre il concetto giuridico di brevetto non implica solo l'ambito agricolo non è che puoi stravolgerlo, diversamente le implicazioni sono difficilmente gestibili.

Ciao :si:, Gianluca
 
Tutti i produttori hanno le loro associazioni di categoria, alle quali si rivolgono per tutelare i propri interessi nei confronti dei terzi.
Perche una causa abbia forza deve essere fatta dall'associazione di categoria (o da più associazioni di categoria messe assieme).
Se la multinazionale in tribunale ha come controparte questa aggregazione non dubito che possa cambiare i vincoli legali, perche l'aggregazione rappresenta l'insieme di quelli che compreranno i prodotti della multinazionale e quindi un accordo cercherà di trovarlo pur di vendere.
 
A parte il fatto che la tua è una ipotesi, non toglie il fatto che la società che detiene il brevetto ne detiene lo sfruttamento il che equivale all'esclusività, in altre parole nulla vieta di pensare che quanto derivato dalla cultura diventi invendibile il che non è di certo un buon modo per iniziare una causa, in secondo luogo la Monsanto è diventata di proprietà della Bayer, parliamo di una aziendina da una cinquantina di miliardi di euro di fatturato annuo, quanta trattativa commerciale puoi avere ?
 
Il problema di avere una varietà o una decina di varietà estremamente produttive e quindi largamente usate nell'intero mondo (indipendentemente che siano siano OGM o non OGM anche se ormai questo avviene solo con le OGM) provoca la scomparsa di varietà meno produttive minacciando la diversità biologica.

L'umanità stessa sta minacciando la diversità biologica...

Dove c'erano boschi e foreste e una varietà sterminata di piante e animali, ora ci sono gli uomini che devono/vogliono mangiare tutti i giorni.
E non solo, vogliono anche il benessere: ambienti climatizzati (= richiesta di energia), spostamenti facili e veloci, salute , beni superflui...

Questo comporta necessità di spazio, di risorse biologiche e minerarie che, per forza, deve sottrarre a qualcun altro.

E' un discorso complesso.
 
@
Inoltre c'è anche un altro fattore da considerare, se io ho due coltivazioni, una ottenuta con sementi tradizionali ed una con sementi brevettati, l'eventuale impollinazione naturale della seconda verso la prima cosa creerà, non tanto in termini botanici, ma in termini burocratici considerando che la ditta che ha i brevetti ne detiene la proprietà ed, ovviamente, l'esclusività ?

Giusto! mi hai fatto ricordare cosa era successo ad alcuni coltivatori di mais negli USA mi pare o_O... boh potrei fare confusione sulla regione geografica ma mi pare fossero proprio gli USA...
Comunque era un documentario sulla coltivazione del mais che come saprete è ormai quasi completamente effettuata con sementi brevettate Monsanto in quasi tutto il mondo. Persino le varietà storiche coltivate in sud America ormai sono diminuite di parecchie migliaia riducendosi a poca cosa, anche se quelle esistenti sono ancora moltissime per nostra fortuna e ora stanno cercando di fare avere anche all'estero varietà tradizionali.

Comunque, tornando a bomba, iu quel caso era accaduto che questi coltivatori (piccoli coltivatori) avevano continuato a coltivare le loro varietà familiari, passate da padre in figlio nel corso dei secoli, però intorno a loro c'erano proprietà più grandi che usavano le sementi Monsanto. Ad un certo punto sono stati portati in tribunale dalla suddetta società perché accusati di usare le loro sementi illegalmente senza averle acquistate da loro.
Il problema è che nel corso degli anni le varietà familiari si erano così strettamente incrociate con quelle Monsanto coltivate tutto attorno che non si distinguevano più... avevano perso le loro caratteristiche famigliari e questi poveretti avrebbero perso anche la camicia per pagare i presunti danni che gli sono stati imposti...

Dicevano che poi la questione fu appunto sposata da una grande organizzazione di difesa dell'ambiente e della biodiversità che voleva dimostrare che la cosa era avvenuta a causa dell'impollinazione tramite vento ripetuta per più anni che aveva appunto stravolto la genetica delle varietà tradizionali che costoro coltivavano. Non so come fosse finita, il documentario parlava appunto della battaglia in atto.

Questo è uno dei motivi per cui il documentario spiegava che in Italia si cerca di non fare portare queste varietà OGM. La distanza necessaria per tenere in purezza delle varietà tradizionali rispetto a quelle di proprietà delle multinazionali è troppo alta per il nostro territorio.
 
A parte il fatto che la tua è una ipotesi, non toglie il fatto che la società che detiene il brevetto ne detiene lo sfruttamento il che equivale all'esclusività, in altre parole nulla vieta di pensare che quanto derivato dalla cultura diventi invendibile il che non è di certo un buon modo per iniziare una causa, in secondo luogo la Monsanto è diventata di proprietà della Bayer, parliamo di una aziendina da una cinquantina di miliardi di euro di fatturato annuo, quanta trattativa commerciale puoi avere ?

Il brevetto ha una scadenza, non è per sempre come i diamanti.
Serve per remunerare gli investimenti fatti.
Nessuno lavora gratis, neanche tu: pensa a quelli -e sono persone come te - che hanno progettato la semente e verificato con estrema attenzione dopo numerosi ed estenuanti test che funzionasse; credi che lavorino gratis?
Ripeto, se tutti gli agricoltori, con le loro associazioni di categoria, decidono che una norma del brevetto è troppo vincolante e non compreranno più sementi con questo vincolo, anche una multinazionale come Monsanto tratterà su questa norma pur di vendere le sue sementi.
È questa la strada da percorrere.
Non corse all'indietro verso i vecchi modi di produrre: quelli potranno esistere lo stesso, in una nicchia di mercato apposita (come ci sono per tantissimi altri prodotti).
 
Quindi? OGM non significa dannoso, ma selezionato e modificato per ottenere benefici vari su punti salienti del processo produttivo (piú grossi, piú produttivi, meno inclini al deperimento veloce, piú lenti a maturare o con peculiarità come l'uva senza semi).
Di fatto non é altro che un processo atto ad introdurre modifiche che potrebbero nascere naturalmente o a velocizzare la loro formazione finale in modo che un tratto solo lievemente visibile nel prodotto spontaneo, si sviluppi nel suo pieno potenziale.
A riguardo risulta molto rilevante quanto spiegato dal Prof Bressanini, divulgatore ed esperto di chimica alimentare, in vari video... E conseguentemente negli studi menzionati.

Non serve a nulla farsi pare, anzi, ben venga che apran pe porte a queste cose, abbattendo quel muro di arcaica ignoranza spinto dal "vetusto é bello", spinto senza cognizione di causa.
 
Il brevetto ha una scadenza, non è per sempre come i diamanti.
Serve per remunerare gli investimenti fatti.
Nessuno lavora gratis, neanche tu: pensa a quelli -e sono persone come te - che hanno progettato la semente e verificato con estrema attenzione dopo numerosi ed estenuanti test che funzionasse; credi che lavorino gratis?
Ripeto, se tutti gli agricoltori, con le loro associazioni di categoria, decidono che una norma del brevetto è troppo vincolante e non compreranno più sementi con questo vincolo,
Un brevetto sulle sementi dura 20 anni e nessuno pretende che una azienda lavori gratis, sarebbe assurdo e non vedo dove tu possa averlo letto nei miei scritti. Questo vale per sementi farmaci telefonini e quant'altro. I brevetti hanno il loro perché ed è giusto che sia così.

Ma ciò non toglie che una apertura ad un prodotto "buono" non possa avere ripercussioni negative e trovo più che logico che chi ci campa su quel prodotto non veda di buon occhio un qualcosa che gli cambi la vita, e faccia di tutto per evitarlo, o che debba dover andare a discutere davanti ad un tribunale per fare il suo lavoro.
Scelte così incisive vanno fatte non con i se o i forse ma con chiarezza e linearità, se ad oggi le coltivazioni OGM (moderne) in europa non sono ancora state autorizzate, nella misura che vorrebbero chi vende sementi OGM, un motivo ci sarà.

Dopo di che prodotti OGM o derivati da sementi ibride ve ne sono una marea già oggi.

Non metto in dubbio che abbiano dei vantaggi.
 
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