Ciao a tutti,
il cronografo Omega Speedmaster è quello che a buon diritto si può definire un “classico”. Il suo nomignolo tra gli appassionati è “moonwatch”, vediamo perchè… Un po’ di Storia: in previsione della conquista della Luna, la NASA a partire dai primi anni ’60 fece una serie di test non ufficiali su vari orologi da assegnare agli equipaggi. Dopo alcune prove sui voli Mercury, lo Speedmaster superò (unico tra tutti i concorrenti) i severi test della NASA eseguiti in assenza di gravità e con un'esposizione ai campi magnetici, agli urti violenti, alle vibrazioni e alle temperature comprese tra -18 °C e +93 °C.
Il 1° marzo 1965 lo Speedmaster venne omologato dalla NASA per tutte le missioni spaziali con equipaggio.
Con i programmi Gemini e Apollo, gli astronauti avevano avuto bisogno infatti di strumenti di cronometraggio da polso per aiutarli con le attività di EVA (Extra veicular activity), come passeggiate spaziali, esposizioni fotografiche, sincronizzazione delle celle a combustibile. Tale strumento doveva essere in grado di operare nel vuoto dello spazio dove vi sono violente variazioni di temperatura e pressione.
Nel 1965, lo Speedmaster salì per la prima volta ufficialmente a bordo della missione Gemini 3. Fu il primo viaggio "ufficiale" di questo cronografo, che aveva però già volato due volte nello spazio nell'ambito del programma Mercury. Il momento più memorabile della storia dello Speedmaster, fu senza dubbio il 20 luglio 1969 alle 20:18 UTC quando, per la prima volta, l'uomo sbarcò sulla Luna con la missione Apollo 11. Lo Speedmaster divenne il primo orologio (e, all'epoca, l'unico) ad essere andato sulla Luna. Nell’aprile 1970, l’OMEGA Speedmaster contribuì ad evitare una catastrofe durante la missione Apollo 13 (ricordate il film con Tom Hanks?); per questo, OMEGA ricevette lo "Snoopy Award", il più alto riconoscimento accordato dagli astronauti della NASA. Altro evento significativo: lo Speedmaster è al polso dell’astronauta americano Tom Stafford e del cosmonauta russo Alexei Leonov al momento dello storico rendez-vous spaziale Apollo-Soyuz. Era la prima volta che i cosmonauti russi portavano uno Speedmaster. Da allora, è il cronografo ufficiale di tutte le missioni spaziali russe con equipaggio. Nel 1978, l’OMEGA Speedmaster è nuovamente selezionato dalla NASA come cronografo ufficiale per il nuovo programma Space Shuttle, in seguito a nuovi rigorosi test. Tra il luglio 1993 e il luglio 1994, lo Speedmaster è sottoposto a ulteriori test a bordo della stazione spaziale russa MIR. Il successo di questi eccezionali test di resistenza è attestato da un certificato rilasciato dall’equipaggio.
I test studiati dalla NASA, superati dallo Speedmaster, consistevano in una serie di prove molto dure a cui ogni orologio doveva essere sottoposto per aver il riconoscimento flight qualified by nasa for all manned space mission (ai test furono ammessi Longines, Omega e Rolex), ed erano i seguenti:
1) Alta temperatura 48 ore alla temperatura di 71 °C seguiti da 30 minuti a 93 °C. Il tutto alla pressione di 0,35 atm e ad una umidità relativa non eccedente il 15%.
2) Bassa temperatura Quattro ore a -18 °C
3) Temperatura – Pressione Pressione massima della camera di prova pari a 10-6 atm, con la temperatura fatta crescere a 71 °C. Poi la temperatura venne abbassata a -18 °C in 45 minuti e quindi alzata di nuovo a 71 °C in 45 minuti. Furono completati 15 cicli completi come questo.
4) Umidità relativa 240 ore complessive con la temperatura variabile fra 20 °C e 71 °C in un'atmosfera ad umidità relativa di almeno il 95%. Il vapore impiegato doveva avere un pH compreso fra 6,5 e 7,5.
5) Atmosfera di ossigeno L'orologio fu posto in una atmosfera al 100% di ossigeno a 0,35 atm per 48 ore. Per passare il test l'orologio doveva far rilevare prestazioni entro le tolleranze specificate e non presentare segni di bruciature, creazione di gas tossici, odori strani, deterioramento delle guarnizioni o dei lubrificanti. La temperatura ambiente fu mantenuta a 71 °C.
6) Prova d'urto Sei urti da 40 g, ciascuno della durata di 11 millisecondi, in sei differenti direzioni.
7) Accelerazione L'orologio venne accelerato linearmente da 1 g a 7,25 g in 333 secondi, lungo un asse parallelo a quello della navetta spaziale.
8) Decompressione Novanta minuti in un vuoto di 10-6 atm alla temperatura di 71 °C e poi 30 minuti a 93 °C
9) Alta pressione L'orologio venne assoggettato ad una pressione di 1,6 atm per 1 ora.
10) Vibrazioni Tre cicli di 30 minuti (laterale, orizzontale, verticale) con la frequenza variante fra 5 e 2.000 Hz e poi di nuovo a 5 Hz in 15 minuti. L'accelerazione media per impulso doveva essere non meno di 9,8 Gs.
11) Rumore 130 dB su una banda di frequenze estesa da 40 a 10.000 Hz, per la durata di 30 minuti
Insomma, sembra che il curriculum dello Speedmaster sia abbastanza convincente, che ne dite? Per quanto riguarda la resistenza a vibrazioni, colpi, variazioni termiche, radiazioni, ecc. lo Speedmaster ha le carte in regola, grazie al calibro 861 semplice e molto robusto che lo anima e alla qualità costruttiva priva di punti deboli.
Abbiamo detto che si tratta di un cronografo: vale a dire che è un cronometro il quale oltre alla misurazione di ore, minuti e secondi in continuo, è dotato di una seconda complicazione, cioè la possibilità di misurare il tempo a partire da un momento qualsiasi a scelta dell’utilizzatore. Storicamente, la necessità di misurare il tempo a partire da un esatto istante portò all'elaborazione dei primi cronografi medicali (su base 60 pulsazioni) per misurare il battito cardiaco, militari (per calcolare la distanza percorsa dai proiettili sparati dall'artiglieria sulla base della differenza tra momento dello sparo e dell'esplosione) e più in generale per misurare la produzione oraria di qualsiasi attività manifatturiera partendo dai dati unitari (tot pezzi al secondo = tot pezzi al minuto e all'ora). Nella missione Apollo 13 la funzione cronografica fu essenziale per l’equipaggio, poiché il modulo a causa di un’avaria era rimasto senza energia ed i computer di bordo non funzionavano; nello specifico, l' 11 aprile 1970 partì la missione NASA denominata Apollo 13, la quale avrebbe dovuto portare, per la terza volta nella storia, l'uomo sulla Luna. Questa missione divenne celebre a causa di un guasto tecnico che rese impossibile l'allunaggio e molto difficoltoso il rientro sulla terra dei tre membri dell'equipaggio. Si rese necessaria una correzione di traiettoria della navicella da effettuarsi mediante l'accensione del motore del modulo lunare per un determinato numero di secondi e senza l'ausilio delle attrezzature di bordo, le quali furono tenute spente a causa della penuria di energia conseguente al guasto tecnico riportato. Un errore nella misurazione del tempo di accensione del motore avrebbe provocato un'eccessiva accelerazione della navicella ed una deriva della stessa verso una rotta non corretta, ed i tre astronauti non sarebbero potuti rientrare sulla Terra. La misurazione del tempo di accensione fu eseguita, dunque, utilizzando lo Speedmaster in dotazione ad uno dei tre membri dell'equipaggio, e l'operazione riuscì perfettamente.
A me la funzione cronografica serve per operazioni molto meno rischiose: la cottura della pasta, la durata di alcuni esercizi o prove, la misurazione del tempo di bollitura dell’acqua in escursione quando penso che possa non essere potabile. Se navigassi potrebbe servire anche per fare il punto.
Qui vediamo la lancetta dei secondi cronografici in movimento (a partire dalla seconda foto), continuando si vedrà muoversi anche la lancetta dei minuti (ultima foto) ed infine delle ore (non in foto)
Che cosa possiamo dire invece sull’impermeabilità? Questo, a mio parere, è l’unico punto debole dello Speedmaster in quanto possibile orologio da utilizzare in escursione. Lo Speedmaster è un WR30, vale a dire che è testato per resistere ad una pressione di 3 atmosfere. Bene, riferendoci a questa tabella, vediamo che un orologio WR30 è impermeabile sicuramente sotto la pioggia, ma non sappiamo se resisterebbe ad una nuotata
Detto questo, devo dirvi che conosco una persona che usa lo Speedmaster da molti anni, va a caccia e anche al mare (non sott’acqua) con questo orologio, e non ha mai avuto problemi … questo giusto per riportare un’esperienza diretta, senza pretendere che faccia scuola. Diciamo semplicemente che se prendiamo una bella bagnata, un acquazzone, con lo Speedmaster non dovremmo avere problemi, anche se forse non sarebbe bene tuffarsi in acqua con questo orologio al polso.
Detto questo, ci sono delle versioni recenti dello Speedmaster, animate dal calibro 9300, che hanno un’impermeabilità WR100 quindi, anche se i puristi del Moonwatch storceranno il naso, si potrebbe eventualmente optare per questi modelli se si prevede l’utilizzo anche in acqua. Qui vedete le varie versioni disponibili attualmente Orologi OMEGA: Speedmaster
Il vetro è in hesalite, un composto plastico. La scelta fatta da Omega non è causale, perché se è vero che questo materiale si riga più facilmente del cristallo, è anche vero che è meno fragile e che, in caso di urto violento, non si spacca in minuscoli pezzettini (non si voleva che all’interno del modulo lunare potessero vagare piccoli frammenti di vetro)
Una delle particolarità della versione in mio possesso e che ho mostrato in queste foto, creata nel 2004 per il 35° dello sbarco sulla Luna in versione limitata a 3500 pezzi, è il fondello
In ceramica, riporta il logo della Missione Apollo 11, l’aquila calva americana che cala sulla Luna portando tra gli artigli una fronda di olivo. Non a caso, Il modulo lunare si chiamava “Eagle”. A mio parere, ma questo è solo un giudizio estetico, è il fondello più bello degli Speedmaster e in assoluto uno dei più belli.
Al polso, lo Speedmaster è proporzionato, non pesante, molto equilibrato, non da mai fastidio e la presenza dell’orologio non è mai ingombrante, grazie anche al bracciale in acciaio che è una piccola opera d’arte
Una peculiarità è che, nella versione approvata per le missioni spaziali, la carica è esclusivamente manuale. Il motivo è che il bilanciere, che sulla Terra servirebbe a dare la carica, in assenza di gravità non può oscillare: ecco quindi che deve essere l’utilizzatore a caricare manualmente l’orologio (la carica completa dura poco meno di 48 h).
Infine, la luminosità: niente male, pur non essendo gli indici e le sfere completamente ricoperti di lumibrite, la visibilità è eccellente in ogni condizione
Conclusioni
A mio parere l’Omega Speedmaster è un orologio che, con qualche semplice precauzione, si presta anche all’attività escursionistica. Questo cronografo ha superato infatti le severe prove NASA riguardanti la resistenza a vibrazioni, escursioni termiche notevoli, urti, radiazioni, campi magnetici ecce cc. Inoltre, è stato venduto in milioni di esemplari da oltre 50 anni, e a tutt’oggi resta uno dei top-seller di Omega, maison tra le più note al grande pubblico. Se lo useremo per l’attività escursionistica, dovremo fare attenzione a non usarlo per tuffarci in laghi, fiumi o al mare, per il resto non ci darà problemi ma solo grandi soddisfazioni.
Un saluto,
Alfredo
il cronografo Omega Speedmaster è quello che a buon diritto si può definire un “classico”. Il suo nomignolo tra gli appassionati è “moonwatch”, vediamo perchè… Un po’ di Storia: in previsione della conquista della Luna, la NASA a partire dai primi anni ’60 fece una serie di test non ufficiali su vari orologi da assegnare agli equipaggi. Dopo alcune prove sui voli Mercury, lo Speedmaster superò (unico tra tutti i concorrenti) i severi test della NASA eseguiti in assenza di gravità e con un'esposizione ai campi magnetici, agli urti violenti, alle vibrazioni e alle temperature comprese tra -18 °C e +93 °C.
Il 1° marzo 1965 lo Speedmaster venne omologato dalla NASA per tutte le missioni spaziali con equipaggio.
Con i programmi Gemini e Apollo, gli astronauti avevano avuto bisogno infatti di strumenti di cronometraggio da polso per aiutarli con le attività di EVA (Extra veicular activity), come passeggiate spaziali, esposizioni fotografiche, sincronizzazione delle celle a combustibile. Tale strumento doveva essere in grado di operare nel vuoto dello spazio dove vi sono violente variazioni di temperatura e pressione.
Nel 1965, lo Speedmaster salì per la prima volta ufficialmente a bordo della missione Gemini 3. Fu il primo viaggio "ufficiale" di questo cronografo, che aveva però già volato due volte nello spazio nell'ambito del programma Mercury. Il momento più memorabile della storia dello Speedmaster, fu senza dubbio il 20 luglio 1969 alle 20:18 UTC quando, per la prima volta, l'uomo sbarcò sulla Luna con la missione Apollo 11. Lo Speedmaster divenne il primo orologio (e, all'epoca, l'unico) ad essere andato sulla Luna. Nell’aprile 1970, l’OMEGA Speedmaster contribuì ad evitare una catastrofe durante la missione Apollo 13 (ricordate il film con Tom Hanks?); per questo, OMEGA ricevette lo "Snoopy Award", il più alto riconoscimento accordato dagli astronauti della NASA. Altro evento significativo: lo Speedmaster è al polso dell’astronauta americano Tom Stafford e del cosmonauta russo Alexei Leonov al momento dello storico rendez-vous spaziale Apollo-Soyuz. Era la prima volta che i cosmonauti russi portavano uno Speedmaster. Da allora, è il cronografo ufficiale di tutte le missioni spaziali russe con equipaggio. Nel 1978, l’OMEGA Speedmaster è nuovamente selezionato dalla NASA come cronografo ufficiale per il nuovo programma Space Shuttle, in seguito a nuovi rigorosi test. Tra il luglio 1993 e il luglio 1994, lo Speedmaster è sottoposto a ulteriori test a bordo della stazione spaziale russa MIR. Il successo di questi eccezionali test di resistenza è attestato da un certificato rilasciato dall’equipaggio.
I test studiati dalla NASA, superati dallo Speedmaster, consistevano in una serie di prove molto dure a cui ogni orologio doveva essere sottoposto per aver il riconoscimento flight qualified by nasa for all manned space mission (ai test furono ammessi Longines, Omega e Rolex), ed erano i seguenti:
1) Alta temperatura 48 ore alla temperatura di 71 °C seguiti da 30 minuti a 93 °C. Il tutto alla pressione di 0,35 atm e ad una umidità relativa non eccedente il 15%.
2) Bassa temperatura Quattro ore a -18 °C
3) Temperatura – Pressione Pressione massima della camera di prova pari a 10-6 atm, con la temperatura fatta crescere a 71 °C. Poi la temperatura venne abbassata a -18 °C in 45 minuti e quindi alzata di nuovo a 71 °C in 45 minuti. Furono completati 15 cicli completi come questo.
4) Umidità relativa 240 ore complessive con la temperatura variabile fra 20 °C e 71 °C in un'atmosfera ad umidità relativa di almeno il 95%. Il vapore impiegato doveva avere un pH compreso fra 6,5 e 7,5.
5) Atmosfera di ossigeno L'orologio fu posto in una atmosfera al 100% di ossigeno a 0,35 atm per 48 ore. Per passare il test l'orologio doveva far rilevare prestazioni entro le tolleranze specificate e non presentare segni di bruciature, creazione di gas tossici, odori strani, deterioramento delle guarnizioni o dei lubrificanti. La temperatura ambiente fu mantenuta a 71 °C.
6) Prova d'urto Sei urti da 40 g, ciascuno della durata di 11 millisecondi, in sei differenti direzioni.
7) Accelerazione L'orologio venne accelerato linearmente da 1 g a 7,25 g in 333 secondi, lungo un asse parallelo a quello della navetta spaziale.
8) Decompressione Novanta minuti in un vuoto di 10-6 atm alla temperatura di 71 °C e poi 30 minuti a 93 °C
9) Alta pressione L'orologio venne assoggettato ad una pressione di 1,6 atm per 1 ora.
10) Vibrazioni Tre cicli di 30 minuti (laterale, orizzontale, verticale) con la frequenza variante fra 5 e 2.000 Hz e poi di nuovo a 5 Hz in 15 minuti. L'accelerazione media per impulso doveva essere non meno di 9,8 Gs.
11) Rumore 130 dB su una banda di frequenze estesa da 40 a 10.000 Hz, per la durata di 30 minuti
Insomma, sembra che il curriculum dello Speedmaster sia abbastanza convincente, che ne dite? Per quanto riguarda la resistenza a vibrazioni, colpi, variazioni termiche, radiazioni, ecc. lo Speedmaster ha le carte in regola, grazie al calibro 861 semplice e molto robusto che lo anima e alla qualità costruttiva priva di punti deboli.
Abbiamo detto che si tratta di un cronografo: vale a dire che è un cronometro il quale oltre alla misurazione di ore, minuti e secondi in continuo, è dotato di una seconda complicazione, cioè la possibilità di misurare il tempo a partire da un momento qualsiasi a scelta dell’utilizzatore. Storicamente, la necessità di misurare il tempo a partire da un esatto istante portò all'elaborazione dei primi cronografi medicali (su base 60 pulsazioni) per misurare il battito cardiaco, militari (per calcolare la distanza percorsa dai proiettili sparati dall'artiglieria sulla base della differenza tra momento dello sparo e dell'esplosione) e più in generale per misurare la produzione oraria di qualsiasi attività manifatturiera partendo dai dati unitari (tot pezzi al secondo = tot pezzi al minuto e all'ora). Nella missione Apollo 13 la funzione cronografica fu essenziale per l’equipaggio, poiché il modulo a causa di un’avaria era rimasto senza energia ed i computer di bordo non funzionavano; nello specifico, l' 11 aprile 1970 partì la missione NASA denominata Apollo 13, la quale avrebbe dovuto portare, per la terza volta nella storia, l'uomo sulla Luna. Questa missione divenne celebre a causa di un guasto tecnico che rese impossibile l'allunaggio e molto difficoltoso il rientro sulla terra dei tre membri dell'equipaggio. Si rese necessaria una correzione di traiettoria della navicella da effettuarsi mediante l'accensione del motore del modulo lunare per un determinato numero di secondi e senza l'ausilio delle attrezzature di bordo, le quali furono tenute spente a causa della penuria di energia conseguente al guasto tecnico riportato. Un errore nella misurazione del tempo di accensione del motore avrebbe provocato un'eccessiva accelerazione della navicella ed una deriva della stessa verso una rotta non corretta, ed i tre astronauti non sarebbero potuti rientrare sulla Terra. La misurazione del tempo di accensione fu eseguita, dunque, utilizzando lo Speedmaster in dotazione ad uno dei tre membri dell'equipaggio, e l'operazione riuscì perfettamente.
A me la funzione cronografica serve per operazioni molto meno rischiose: la cottura della pasta, la durata di alcuni esercizi o prove, la misurazione del tempo di bollitura dell’acqua in escursione quando penso che possa non essere potabile. Se navigassi potrebbe servire anche per fare il punto.
Qui vediamo la lancetta dei secondi cronografici in movimento (a partire dalla seconda foto), continuando si vedrà muoversi anche la lancetta dei minuti (ultima foto) ed infine delle ore (non in foto)
Che cosa possiamo dire invece sull’impermeabilità? Questo, a mio parere, è l’unico punto debole dello Speedmaster in quanto possibile orologio da utilizzare in escursione. Lo Speedmaster è un WR30, vale a dire che è testato per resistere ad una pressione di 3 atmosfere. Bene, riferendoci a questa tabella, vediamo che un orologio WR30 è impermeabile sicuramente sotto la pioggia, ma non sappiamo se resisterebbe ad una nuotata
Detto questo, devo dirvi che conosco una persona che usa lo Speedmaster da molti anni, va a caccia e anche al mare (non sott’acqua) con questo orologio, e non ha mai avuto problemi … questo giusto per riportare un’esperienza diretta, senza pretendere che faccia scuola. Diciamo semplicemente che se prendiamo una bella bagnata, un acquazzone, con lo Speedmaster non dovremmo avere problemi, anche se forse non sarebbe bene tuffarsi in acqua con questo orologio al polso.
Detto questo, ci sono delle versioni recenti dello Speedmaster, animate dal calibro 9300, che hanno un’impermeabilità WR100 quindi, anche se i puristi del Moonwatch storceranno il naso, si potrebbe eventualmente optare per questi modelli se si prevede l’utilizzo anche in acqua. Qui vedete le varie versioni disponibili attualmente Orologi OMEGA: Speedmaster
Il vetro è in hesalite, un composto plastico. La scelta fatta da Omega non è causale, perché se è vero che questo materiale si riga più facilmente del cristallo, è anche vero che è meno fragile e che, in caso di urto violento, non si spacca in minuscoli pezzettini (non si voleva che all’interno del modulo lunare potessero vagare piccoli frammenti di vetro)
Una delle particolarità della versione in mio possesso e che ho mostrato in queste foto, creata nel 2004 per il 35° dello sbarco sulla Luna in versione limitata a 3500 pezzi, è il fondello
In ceramica, riporta il logo della Missione Apollo 11, l’aquila calva americana che cala sulla Luna portando tra gli artigli una fronda di olivo. Non a caso, Il modulo lunare si chiamava “Eagle”. A mio parere, ma questo è solo un giudizio estetico, è il fondello più bello degli Speedmaster e in assoluto uno dei più belli.
Al polso, lo Speedmaster è proporzionato, non pesante, molto equilibrato, non da mai fastidio e la presenza dell’orologio non è mai ingombrante, grazie anche al bracciale in acciaio che è una piccola opera d’arte
Una peculiarità è che, nella versione approvata per le missioni spaziali, la carica è esclusivamente manuale. Il motivo è che il bilanciere, che sulla Terra servirebbe a dare la carica, in assenza di gravità non può oscillare: ecco quindi che deve essere l’utilizzatore a caricare manualmente l’orologio (la carica completa dura poco meno di 48 h).
Infine, la luminosità: niente male, pur non essendo gli indici e le sfere completamente ricoperti di lumibrite, la visibilità è eccellente in ogni condizione
Conclusioni
A mio parere l’Omega Speedmaster è un orologio che, con qualche semplice precauzione, si presta anche all’attività escursionistica. Questo cronografo ha superato infatti le severe prove NASA riguardanti la resistenza a vibrazioni, escursioni termiche notevoli, urti, radiazioni, campi magnetici ecce cc. Inoltre, è stato venduto in milioni di esemplari da oltre 50 anni, e a tutt’oggi resta uno dei top-seller di Omega, maison tra le più note al grande pubblico. Se lo useremo per l’attività escursionistica, dovremo fare attenzione a non usarlo per tuffarci in laghi, fiumi o al mare, per il resto non ci darà problemi ma solo grandi soddisfazioni.
Un saluto,
Alfredo