Data: 29/11/2014
Regione e provincia: Lombardia, Lecco/Como
Località di partenza: Costa Masnaga
Località di arrivo: Merone, e ritorno
Tempo di percorrenza: 3 ore e 30 minuti
Chilometri: 12,26
Dislivello in salita: 233 mt
Descrizione
Lasciamo l'auto nel parcheggio adiacente il 'Quagliodromo di Costa Masnaga',
la zona è facilmente accessibile anche per i milanesi
basta prendere la SS36 in direzione Lecco, uscire a Costa Masnaga Nord, attraversare il sottopasso che passa sotto alla superstrada e salire al paese, si percorre l'intero paese e si seguono le indicazioni per l'Ospedale Valduce (Villa Beretta) di Costa Masnaga, si supera quest'ultimo e si discende lungo la strada che accede al parcheggio oltrepassandolo ed arrivando fino al Quagliodromo.
Lasciamo l'auto, sono le 8.27 del mattino, attivo Sports Tracker e passiamo proprio davanti alla struttura del Quagliodromo,
dove da ventenne con gli amici si veniva a tentare di rovinarsi il fegato e di broccolare con le figlie dei gestori;
io ed il mio socio di camminata compiaciuti notiamo come le previsioni avessero ragione nonostante fino a 45 minuti prima piovesse ed ora invece il cielo tende ad aprirsi.
Raggiungiamo un gruppetto di villette sulla destra, sulla sinistra c'è un muro di cinta della Villa Beretta con un'antica torretta, proseguiamo sulla destra fino ad arrivare poco dietro a dei capannoni,
l'indecisione se proseguire dritto o svoltare ancora a destra, cerco conforto su OruxMap che mi fa capire che non conosce questa zona e non ha sentieri segnalati sulla cartina.
Continuiamo sulla destra, in breve arriviamo nei pressi di una strada che costeggia un torrente, il Torrente Bevera, che fortuna nostra oggi scorre placido ed all'interno delle sue sponde
attraversiamo la strada e subito ci salutano i cartelli del Parco di Brenno,
parco appunto interamente attraversato dal Torrente Bevera.
Ad un bivio, indecisi se proseguire dritto o cosa, decidiamo di svoltare a sinistra per poter così ammirare la cava di cemento 'custodita' nel parco (non credo sia più funzionante) è un bel cratere roccioso con un leggero strato d'acqua azzurro/biancastra sul fondo;
all'ennesimo bivio imbocchiamo il sentiero di destra e proseguiamo fino ad arrivare allo Chalet del Parco di Brenno.
(http://www.tripadvisor.it/Restauran...Costa_Masnaga_Province_of_Lecco_Lombardy.html)
Poche decine di metri e si passa sotto ad una teleferica a nastri
che trasportava (o trasporta, bho) il cemento fino alla poco distante Cementeria di Merone;
abbandoniamo momentaneamente il Bevera e calpestando ormai l'asfalto arriviamo ad un incrocio a T dove giriamo a destra (a sinistra si torna verso Costa Masnaga paese) ed il fondo stradale torna di ghiaione; raggiungiamo una vecchia cascina decrepita ed apparentemente abbandonata, se non fosse che sotto le tettoie scorgiamo un signore che ci osserva di sbieco mentre cura le sue galline che ha pensato bene di mettere a dimora sotto le pericolanti travi del cascinale.
Dietro la cascina ancora una volta un bivio, la memoria di quando da ventenne passavo di qui in macchina mi dice di proseguire a destra dove in breve raggiungiamo il Bevera che passa sotto i nostri piedi per mezzo di un ponte e subito dopo si butta nel Lambro.
Costeggiamo il Lambro per un centinaio di metri, un'altro ponte ci permette di attraversare quello che dovrebbe essere uno dei fiumi più sporchi credo di tutta la Lombardia , anche se qui ha un fascino niente male, con dei gradoni che lo fanno scendere e degli ingressi particolari negli edifici adiacenti.
Ci troviamo nella piazzetta del Mulino di Baggero (dove si trova anche il Museo dei Mulini, non lo conoscevo e prima o poi una capatina con la moglie, magari....)
subito dopo la piazzetta attraversiamo un'ennesimo ponte che a quanto pare sovrasta una sorta di naviglio il quale alimenta 4 splendide ruote da mulino.
Subito dopo siamo al cospetto del Ristorante Il Corazziere (http://www.corazziere.it - nella piazzetta appena passata si trova l'Hotel Il Corazziere), ora ci troviamo su una strada un pò trafficata, continuiamo sulla nostra destra ed in poche centinaia di metri saliamo la rampa alla nostra sinistra, sovrastiamo l'edificio che pare essere della ProLoco di Merone ed in pochi passi attraversiamo il cancello che accede all'Oasi di Baggero. (http://www.altabrianza.org/reportage/laghettibaggero.html)
Esploriamo l'oasi, che già conoscevamo
ed in breve notiamo che è possibile percorrere l'alto sentiero che presumibilmente passerà anche sopra alla cascata, decidiamo così d'incamminarci verso lassù, nella speranza che sia possibile percorrere l'intero giro intorno ai laghetti senza dover ad un certo punto tornare indietro.
Conosco da anni l'Oasi di Baggero, anche se per 'noi' questi sono semplicemente 'i laghetti di Merone', erano però anni (probabilmente una decina) che non ci tornavo a fare una visita, ed erano mesi che volevo rivederli, tanto che poche settimane fà ero tentato di venirci addirittura sotto la pioggia, ma la quantità delle precipitazioni mi ha fatto desistere.
Quando ci venivo da pischelletto era tutto più curato, le sterpaglie erano più basse e da ogni punto si aveva una buona vista sui laghetti, poi invece già l'ultima volta che venimmo qui io e mia moglie notammo la differenza e fummo assaliti dalle zanzare tigre e ci toccò scappare a gambe levate.
L'Oasi di Baggero è completamente artificiale, nata dai lavori di estrazione della roccia per produrre il cemento, finiti nel '70, per un decennio si è lavorato per rendere alla natura ciò che l'uomo si era preso (in malomodo) ed è stato deviato un corso d'acqua, la Roggia Cavolto, per riempire la due vasche e renderle così dei laghetti che oggi sono amati ed apprezzati da innumerevole fauna, l'acqua dei due laghetti confluisce poi nel vicino Lambro.
Saliamo lungo l'alto sentiero,da quassù la vista sui laghi è meravigliosa, non avevo mai percorso questo sentiero e lo trovo davvero appagante.
Quello che viene indicato dai cartelli come 'Sasso Panoramico' ha una vista quasi cieca, coperta dalle sterpaglie alte quasi 2 metri, ma basta spostarsi di poco per poter ammirare i riflessi sull'acqua e strani animaletti che sbucano in superficie per poi tornare in profondità.
Per mezzo di un ponticello passiamo sopra la Roggia Cavolto ma purtroppo da qui non si può ammirare la caduta dell'acqua
proseguiamo l'alta via
fino a scendere al cospetto di un parco giochi di legno circondato da quella che si potrebbe definire una torbiera gli inizi, le continue piogge hanno intriso il terreno e appena si calpesta l'erba si sprofonda come se si camminasse su spugne che fanno 'ciff ciaff'.
A lato del parco giochi ci sono dei tavoli con panche, 10/20 anni fà questo era solo un grande prato in piano dove si poteva venire e prendere il sole, non c'erano nè i tavoli nè tantomeno il parco giochi;
sfruttiamo uno dei tavoli per fare un breve e veloce spuntino e ripartiamo dopo pochi minuti.
Ripercorriamo una parte del sentiero di prima per incamminarci lungo la lingua di terra che separa i due laghetti
scavalchiamo la staccionata per poterci avvicinare di più alla cascata
che ci rinfresca con i sui schizzi e con lo spostamento d'aria che crea, purtroppo l'odore della Roggia Cavolto quì si percepisce in pieno e pare proprio che abbia scoperchiato qualche fogna.
Torniamo indietro...
fino all'ingresso dell'oasi, raggiungiamo la piazza del Mulino di Baggero
costeggiamo nuovamente il cascinale semi abbandonato e proseguiamo fino allo Chalet del Parco di Brenno, stavolta invece di percorrere il sentiero che costeggia la cava di cemento intraprendiamo la via bassa che accompagna il lento scorrere del Bevera, attraversiamo la strada e decidiamo di non ricalcare i passi dell'andata ma di costeggiare anche quì il Bevera girando a sinistra.
Notiamo subito che nei giorni scorsi, causa copiose piogge, il Bevera è visibilmente esondato distribuendo lungo le rive del suo corso il limo sabbioso che ha ricoperto tutto;
una zona questa che non avevo mai visitato, raggiungiamo un incrocio a T su una strada asfaltata con un caseggiato, giriamo a destra lungo la salita che in poco meno di un chilometro ci riporta al parcheggio dove, alle ore 12.08, blocco Sports Tracker che mi segna 12,26 km.
Non è montagna, ma i resti di una vita umana, rurale e passata, mi affascinano sempre e non sono affatto dispiaciuto di aver trascorso così la mia mattinata.
Regione e provincia: Lombardia, Lecco/Como
Località di partenza: Costa Masnaga
Località di arrivo: Merone, e ritorno
Tempo di percorrenza: 3 ore e 30 minuti
Chilometri: 12,26
Dislivello in salita: 233 mt
Descrizione
Lasciamo l'auto nel parcheggio adiacente il 'Quagliodromo di Costa Masnaga',
la zona è facilmente accessibile anche per i milanesi
basta prendere la SS36 in direzione Lecco, uscire a Costa Masnaga Nord, attraversare il sottopasso che passa sotto alla superstrada e salire al paese, si percorre l'intero paese e si seguono le indicazioni per l'Ospedale Valduce (Villa Beretta) di Costa Masnaga, si supera quest'ultimo e si discende lungo la strada che accede al parcheggio oltrepassandolo ed arrivando fino al Quagliodromo.
Lasciamo l'auto, sono le 8.27 del mattino, attivo Sports Tracker e passiamo proprio davanti alla struttura del Quagliodromo,
dove da ventenne con gli amici si veniva a tentare di rovinarsi il fegato e di broccolare con le figlie dei gestori;
io ed il mio socio di camminata compiaciuti notiamo come le previsioni avessero ragione nonostante fino a 45 minuti prima piovesse ed ora invece il cielo tende ad aprirsi.
Raggiungiamo un gruppetto di villette sulla destra, sulla sinistra c'è un muro di cinta della Villa Beretta con un'antica torretta, proseguiamo sulla destra fino ad arrivare poco dietro a dei capannoni,
l'indecisione se proseguire dritto o svoltare ancora a destra, cerco conforto su OruxMap che mi fa capire che non conosce questa zona e non ha sentieri segnalati sulla cartina.
Continuiamo sulla destra, in breve arriviamo nei pressi di una strada che costeggia un torrente, il Torrente Bevera, che fortuna nostra oggi scorre placido ed all'interno delle sue sponde
attraversiamo la strada e subito ci salutano i cartelli del Parco di Brenno,
parco appunto interamente attraversato dal Torrente Bevera.
Ad un bivio, indecisi se proseguire dritto o cosa, decidiamo di svoltare a sinistra per poter così ammirare la cava di cemento 'custodita' nel parco (non credo sia più funzionante) è un bel cratere roccioso con un leggero strato d'acqua azzurro/biancastra sul fondo;
all'ennesimo bivio imbocchiamo il sentiero di destra e proseguiamo fino ad arrivare allo Chalet del Parco di Brenno.
(http://www.tripadvisor.it/Restauran...Costa_Masnaga_Province_of_Lecco_Lombardy.html)
Poche decine di metri e si passa sotto ad una teleferica a nastri
che trasportava (o trasporta, bho) il cemento fino alla poco distante Cementeria di Merone;
abbandoniamo momentaneamente il Bevera e calpestando ormai l'asfalto arriviamo ad un incrocio a T dove giriamo a destra (a sinistra si torna verso Costa Masnaga paese) ed il fondo stradale torna di ghiaione; raggiungiamo una vecchia cascina decrepita ed apparentemente abbandonata, se non fosse che sotto le tettoie scorgiamo un signore che ci osserva di sbieco mentre cura le sue galline che ha pensato bene di mettere a dimora sotto le pericolanti travi del cascinale.
Dietro la cascina ancora una volta un bivio, la memoria di quando da ventenne passavo di qui in macchina mi dice di proseguire a destra dove in breve raggiungiamo il Bevera che passa sotto i nostri piedi per mezzo di un ponte e subito dopo si butta nel Lambro.
Costeggiamo il Lambro per un centinaio di metri, un'altro ponte ci permette di attraversare quello che dovrebbe essere uno dei fiumi più sporchi credo di tutta la Lombardia , anche se qui ha un fascino niente male, con dei gradoni che lo fanno scendere e degli ingressi particolari negli edifici adiacenti.
Ci troviamo nella piazzetta del Mulino di Baggero (dove si trova anche il Museo dei Mulini, non lo conoscevo e prima o poi una capatina con la moglie, magari....)
subito dopo la piazzetta attraversiamo un'ennesimo ponte che a quanto pare sovrasta una sorta di naviglio il quale alimenta 4 splendide ruote da mulino.
Subito dopo siamo al cospetto del Ristorante Il Corazziere (http://www.corazziere.it - nella piazzetta appena passata si trova l'Hotel Il Corazziere), ora ci troviamo su una strada un pò trafficata, continuiamo sulla nostra destra ed in poche centinaia di metri saliamo la rampa alla nostra sinistra, sovrastiamo l'edificio che pare essere della ProLoco di Merone ed in pochi passi attraversiamo il cancello che accede all'Oasi di Baggero. (http://www.altabrianza.org/reportage/laghettibaggero.html)
Esploriamo l'oasi, che già conoscevamo
ed in breve notiamo che è possibile percorrere l'alto sentiero che presumibilmente passerà anche sopra alla cascata, decidiamo così d'incamminarci verso lassù, nella speranza che sia possibile percorrere l'intero giro intorno ai laghetti senza dover ad un certo punto tornare indietro.
Conosco da anni l'Oasi di Baggero, anche se per 'noi' questi sono semplicemente 'i laghetti di Merone', erano però anni (probabilmente una decina) che non ci tornavo a fare una visita, ed erano mesi che volevo rivederli, tanto che poche settimane fà ero tentato di venirci addirittura sotto la pioggia, ma la quantità delle precipitazioni mi ha fatto desistere.
Quando ci venivo da pischelletto era tutto più curato, le sterpaglie erano più basse e da ogni punto si aveva una buona vista sui laghetti, poi invece già l'ultima volta che venimmo qui io e mia moglie notammo la differenza e fummo assaliti dalle zanzare tigre e ci toccò scappare a gambe levate.
L'Oasi di Baggero è completamente artificiale, nata dai lavori di estrazione della roccia per produrre il cemento, finiti nel '70, per un decennio si è lavorato per rendere alla natura ciò che l'uomo si era preso (in malomodo) ed è stato deviato un corso d'acqua, la Roggia Cavolto, per riempire la due vasche e renderle così dei laghetti che oggi sono amati ed apprezzati da innumerevole fauna, l'acqua dei due laghetti confluisce poi nel vicino Lambro.
Saliamo lungo l'alto sentiero,da quassù la vista sui laghi è meravigliosa, non avevo mai percorso questo sentiero e lo trovo davvero appagante.
Quello che viene indicato dai cartelli come 'Sasso Panoramico' ha una vista quasi cieca, coperta dalle sterpaglie alte quasi 2 metri, ma basta spostarsi di poco per poter ammirare i riflessi sull'acqua e strani animaletti che sbucano in superficie per poi tornare in profondità.
Per mezzo di un ponticello passiamo sopra la Roggia Cavolto ma purtroppo da qui non si può ammirare la caduta dell'acqua
proseguiamo l'alta via
fino a scendere al cospetto di un parco giochi di legno circondato da quella che si potrebbe definire una torbiera gli inizi, le continue piogge hanno intriso il terreno e appena si calpesta l'erba si sprofonda come se si camminasse su spugne che fanno 'ciff ciaff'.
A lato del parco giochi ci sono dei tavoli con panche, 10/20 anni fà questo era solo un grande prato in piano dove si poteva venire e prendere il sole, non c'erano nè i tavoli nè tantomeno il parco giochi;
sfruttiamo uno dei tavoli per fare un breve e veloce spuntino e ripartiamo dopo pochi minuti.
Ripercorriamo una parte del sentiero di prima per incamminarci lungo la lingua di terra che separa i due laghetti
scavalchiamo la staccionata per poterci avvicinare di più alla cascata
che ci rinfresca con i sui schizzi e con lo spostamento d'aria che crea, purtroppo l'odore della Roggia Cavolto quì si percepisce in pieno e pare proprio che abbia scoperchiato qualche fogna.
Torniamo indietro...
fino all'ingresso dell'oasi, raggiungiamo la piazza del Mulino di Baggero
costeggiamo nuovamente il cascinale semi abbandonato e proseguiamo fino allo Chalet del Parco di Brenno, stavolta invece di percorrere il sentiero che costeggia la cava di cemento intraprendiamo la via bassa che accompagna il lento scorrere del Bevera, attraversiamo la strada e decidiamo di non ricalcare i passi dell'andata ma di costeggiare anche quì il Bevera girando a sinistra.
Notiamo subito che nei giorni scorsi, causa copiose piogge, il Bevera è visibilmente esondato distribuendo lungo le rive del suo corso il limo sabbioso che ha ricoperto tutto;
una zona questa che non avevo mai visitato, raggiungiamo un incrocio a T su una strada asfaltata con un caseggiato, giriamo a destra lungo la salita che in poco meno di un chilometro ci riporta al parcheggio dove, alle ore 12.08, blocco Sports Tracker che mi segna 12,26 km.
Non è montagna, ma i resti di una vita umana, rurale e passata, mi affascinano sempre e non sono affatto dispiaciuto di aver trascorso così la mia mattinata.
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