pareto e il rapporto qualità/prezzo

Il principio di PARETO recita: "la maggior parte degli effetti (80% +o-) è dovuta ad un ristretto numero di cause (20% +o-)".

È da un po' che mi chiedo se questo principio possa essere esteso al rapporto qualità/prezzo (ho cercato su internet ma non ho trovato l'argomento specifico, di sicuro qualcuno in due minuti completerà la ricerca:) ).

Intendo dire che mi pare di aver notato durante i miei acquisti e le mie "opere casalinghe" che, traducendo "prezzo" con "impegno nel produrre" (anche industrialmente) e "qualità" con "funzionalità", esista una percentuale piuttosto stabile tra impegno e riuscita.

Mi pare che' con poco impegno iniziale ( circa il 20%) si risolva praticamente tutta la funzionalità dell'opera ( circa 80%), mentre ci vuole molto impegno ( il restante 80%) per completare le finiture che fanno di un lavoro ben fatto in un lavoro a regola d'arte ( il 20% che fa la differenza tra il dozzinale e il capolavoro).

E questo influenzerebbe ( insieme a tante altre cose) il prezzo degli acquisti.

Non so se Pareto avesse considerato questo campo nel suo principio, voi che ne pensate?
 
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Derrick

Guest
I programmatori - quale io ero - sanno bene che per fare il 90% del lavoro ci vuole il 10% del tempo e per fare il 10% del lavoro ci vuole il 90% del tempo.
Quel 10% del lavoro è quello che fa la differenza tra un abbozzo dimostrativo (che fa quello che deve fare, ma non è proponibile nell'uso definitivo) e la versione "chiavi in mano".
 
Grazie per le conferme.

Quello che mi chiedo è: dovendo compiere un acquisto e volendo scegliere, tra i vari prodotti e i vari prezzi, quello con il rapporto qualità/prezzo migliore ( ovviamente parliamo di prodotti "affini", non di infradito contro scarponi), se sia possibile valutare il prodotto con la migliore relazione tra funzionalità e costo evitando di pagare magari il doppio o più, solo per le finiture che magari hanno più che altro un fattore estetico, oppure pensate che ( certo, considerando le proprie possibilità economiche) vale sempre il detto: "chi più spende meno spende??
 
IMHO: dipende.

dipende dalle necessita', dalle condizioni di uso e da altre cose.

solitamente esiste uno "sweet spot", ovvero un punto oltre cui i prezzi salgono molto rispetto all'aumento di qualita' che offrono, e appena prima di quel punto si ha il miglior rapporto qualita' prezzo.
 
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Derrick

Guest
In genere, al netto del marchio, chi più spende ottiene di più (che poi sia "meglio" è un altro discorso).

Il marchio incide talvolta in modo notevole sul rapporto qualità-prezzo, peggiorandolo.

Se non si ha la possibilità di toccare con mano la qualità e si va un po' alla cieca, per massimizzare il rapporto qualità/prezzo eliminerei i prodotti che vedo hanno spese di pubblicità consistenti, perché alla fine pago un 10% o 15% in più solo per "convincermi" ad acquistare quel prodotto anziché uno della concorrenza.

Nel caso dei prodotti da montagna non credo che ci siano grosse spese di promozione del marchio (come avviene per saponi, detersivi, profumi, carta igienica ecc. in cui la promozione pubblicitaria pesa molto sul prezzo finale, e chiaramente fa scendere il rapporto qualità/prezzo) e quindi penso che più o meno vale la legge che più o meno la qualità (o comunque le funzioni, la completezza ecc.) seguono il prezzo.
 
Quindi ( Derrick) secondo te due prodotti affini, di prezzo differente, hanno entrambi le stesse proporzioni di funzionalità e rifiniture e non che il prodotto più economico possa avere la stessa funzionalità di quello costoso ma "peccare" in finiture.

In definitiva, secondo il tuo parere, il suddetto principio di Pareto non vale per il rapporto qualità/prezzo.
 
Se è per questo, per la legge di Murphy (o meglio per l'autore della...) il 98% di tutto è merda (incluse le persone e, ovviamente, i prodotti industriali).

Scherzi a parte, il rapporto prezzo qualità è solo un tentativo di smascherare le fregature, perché:

"(1) avere un buon prodotto ad un prezzo basso è improbabile ma non impossibile; trovare un prodotto medio ad un prezzo sotto la media è altamente probabile oltre che possibile"
"(2) i prezzi di vendita non rispecchiano i costi di produzione per il principio basilare dell'economia per cui il prezzo è determinato dalla domanda"

e, soprattutto:

"(3
)
un prezzo alto è condizione necessaria ma non sufficiente per avere un prodotto eccellente"


Del resto ho sentito con le mie orecchie un giovane medico che ha raggiunto un grande successo nel campo delle medicine alternative enunciare il principio "se vuoi avere successo raddoppia i prezzi e prendi appuntamenti a 6 mesi"
 
D

Derrick

Guest
Quindi ( Derrick) secondo te due prodotti affini, di prezzo differente, hanno entrambi le stesse proporzioni di funzionalità e rifiniture e non che il prodotto più economico possa avere la stessa funzionalità di quello costoso ma "peccare" in finiture.

In definitiva, secondo il tuo parere, il suddetto principio di Pareto non vale per il rapporto qualità/prezzo.

Le finiture sono parte della qualità. Un GPS con vetro minerale non sarà mai la stessa cosa di un GPS con un vetro di "plastica dura" che si riga come lo guardi. Un GPS con vetro zaffiro sarà meglio di entrambi. La distinzione tra funzionalità e finiture è aleatoria. In uno scarpone, cos'è funzionalità o cos'è finitura? E in una tenda?

Invece il marchio soddisfa due esigenze:

a) La tranquillità di comprare qualcosa che soddisfa lo standard di qualità atteso. La tranquillità ha un valore. Il prodotto Chittamaisentito può essere ottimo ma nel comprarlo corri un rischio. Il prodotto di nota affidabile marca difficilmente è una ciofega totale. Nel commercio la fiducia è tutto. Il marchio ha un valore perché riflette la fiducia del consumatore. Il "problema" è che il consumatore tende, talvolta, a considerare un prodotto valido solo perché "noto", perché l'ha sentito in TV, perché Gigi Sabani o Raimondi Vianello gliel'hanno consigliato ("mica perché li pagano, proprio davvero") in TV ("persone serie, non mentirebbero mai"), o per altre ragioni del tutto irrazionali. E' quindi possibile creare dal nulla, solo spendendo soldi, una immagine di qualità di un prodotto anche dove la qualità non c'è (non c'è la "maggior" qualità sbandierata).

Il caso delle carte igieniche, dei saponi per piatti ecc. è eclatante: prodotti che non hanno assolutamente nulla più della concorrenza si vendono a prezzo maggiorato per il semplice fatto che la gente "si fida" della pubblicità.

b) L'aspetto più squallidamente esibisizionistico, il mostrare il marchio come simbolo di prestigio del prodotto che, si suppone, si riverberebbe sull'acquirente, se non altro qualificandolo come acquirente danaroso, o molto attento quindi "esperto" ecc. Questa cosa HA un valore economico (cioè fa parte della domanda) e quindi si riflette nel prezzo.

Ora, se a te le finiture non interessano, o non ti interessa il marchio per qualche ragione (sai già che la qualità di un certo prodotto è soddisfacente, oppure non t'importa nulla di esibire un marchio) chiaramente risparmi evitando di pagare per il marchio.

Questo non è sempre facile. La qualità genera marchio e il marchio - per ovvie ragioni - "genera" qualità (nel senso che dopo aver speso tanto per promuovere il marchio non lo puoi sputtanare) quindi i due aspetti non sono facilmente separabili. Il binocolo Zeiss (o Leica, o Swaroski) sarà pure un modo di esibire un "marchio da fighetto", ma alla fine se vuoi il meglio sulla piazza quello c'è!

Due aspirine sono in genere identiche. Quella generica che costa il 20% in meno, e quella con cui ti rompono gli zebedei in TV tutti i giorni, funzionano allo stesso modo. Comprando quella della TV "paghi per essere convinto che è meglio".

Con i beni complessi, tecnologici, non c'è mai identità, anzi direi che non ci sono due cappotti uguali, non ci sono due calzini uguali.

Se per te "finiture" equivale a "cura dell'aspetto estetico", e se per te l'aspetto estetico non conta nulla, separare il grano dal loglio è molto facile, basta comprare i prodotti brutti... ma forse non è così semplice.

Il c.d. Principio di Pareto è solo una boutade senza alcun significato scientifico. Non è più scientifica del buon motto dei padri: casta quam nemo rogavit, o di molti altri. Contiene magari una verità di fondo ;) , ma non può essere assunto a oggetto di discussione scientifica, anche perché è troppo generico.

Io penso che in generale il mercato, alla lunga, fa strage dei prodotti inferiori e premia i prodotti superiori. Ma "alla lunga". Prima che un'azienza, che ha acquistato una buona reputazione, possa sputtanarsi passano molti strafalcioni industriali, e anche dopo questi la cattiva fama segue di molto tempo le cattive azioni.

Detto in altri termini, la "cinghia di trasmissione" del mercato è molto lasca.
 
Beh!! certamente il principio che mi ha ispirato questa discussione è da prendere come "linea guida", non è certo una legge matematica e, se lo fosse, qualità e prezzo sarebbero solo due fattori di un'equazione più complessa nella quale bisognerebbe senz'altro considerare (tra le altre cose) anche le esigenze e il gusto personali.

Per "finiture" io intendo, certamente i particolari estetici, ma anche piccole comodità/accessori le/i quali sicuramente fanno comodo ma che magari, in proporzione, vengono fatte/i pagare molto di più delle basi essenziali che fanno un buon prodotto.

Voglio dire (questo è solo l'esempio che mi è venuto in mente adesso): in una giacca da montagna invernale fanno certo comodo i gancetti nei polsini per attaccare i guanti così da poterseli togliere senza trovare un modo per non farli cadere nella neve, ma non pagherei certo di più (molto di più) una giacca solo perchè ha i gancetti (per contro, per me sono molto funzionali i laccetti che permettono di chiudere i polsini).

La robustezza di un prodotto fa certo parte della funzionalità (esempio dello schermo del GPS), però deve essere "spalmata" su tutto il prodotto: se un apparecchio avesse uno schermo in grado di resistere ad un'esplosione nucleare ma i circuiti interni studiati per durare 6 mesi, mi indirizzerei comunque verso uno schermo più "umile".

Il discorso del marchio non dovrebbe fare una piega, il "feedback" è di solito l'unica garanzia a cui una persona inesperta si può affidare (l'esperto non dovrebbe averne bisogno), è però noto che la gente oramai è mooooolto "pecorona" e suggestionabile (anche io sono "gente"), se gli ripeti che una cosa è bella e ben fatta se ne convince quasi ciecamente (basti vedere come le griff attuali debbano evidenziare bene la marca perchè oramai non si riconosce immediatamente la qualità di un prodotto dalla "fattura", non quella fiscale :) ), tanto non ha tempo di accorgersi della "fregatura" perchè l'anno dopo già la moda è cambiata e il prodotto va cambiato comunque.

Io volevo più che altro sapere i vari pareri se funzionalità e finiture vadano comunque di pari passo e che quindi siano entrambe direttamente proporzionali al prezzo, oppure se sia possibile (nel range dei vari prezzi) trovare un "livello" INDICATIVO dove possa trovarsi l'acquisto migliore così da indirizzare un acquirente neofita e inesperto verso un primo acquisto ottimale senza spendere più del necessario ma senza rinuciare al necessario. Ma penso che, per iniziare, valga grosso modo sempre il detto: "la verità sta nel mezzo".
 
se funzionalità e finiture vadano comunque di pari passo e che quindi siano entrambe direttamente proporzionali al prezzo,
Io penso che sia quasi sempre, se non sempre, la finitura a gravare sul prezzo, si guardino per esempio i coltelli della serie "mora" si sa da sempre che sono i migliori come rapporto prezzo/qualità, ma osservando tutta la serie si può notare come le finiture abbiamo maggioato il prezzo, partendo dal più economico (a dimensioni e spessori uguali) in acciaio inox: questo si arriva a ques'altro che il materiale e le dimensioni della lama sono identici, allora perché costa 25€ di più? per il grip o l'impugnatura più comodi? e cosa sono? funzionalità o finiture? io credo la seconda, per non parlare del modello con acciarino incluso che costa 64€, però li comunque aumenta anche la funzionalità in quanto è presente sia acciarino che anche la pietra per affilare.

Detto questo non ho assolutamente niente in contrario con i mora, anche perché sono un orgoglioso possessore del companion con il quale mi trovo davvero benissimo.
 
Una risposta univoca non la vedo, l'affilatore spyderco per esempio costa pochi dollari, vale molto, ma molto di più. Prodotto industriale di una geniale semplicità, grandissima efficienza e facilità d'uso, rispetto ad altri tool e marche è lontano anni luce.

Binocoli e cannocchiali vado al top se posso ed il top per me, oggi come oggi, è Leica, non c'è solo la qualità visiva ma anche la salute della vista (gli occhi non si affaticano).

Ci sono vere vaccate che non valgono il materiale con cui sono prodotti, ma per una questione di Brand, o chissà cosaltro, tanti le vogliono a tutti i costi, Anche se secondo me il marchio dovrebbe proteggere, e proteggersi, dalle vaccate. Avevo un esempio speifico ma mi sfugge in questo momento.

Per il resto è difficile riuscire a districarsi, ed eventuali redazionali di recensione son talvolta così addomesticati, ma così addomesticati .....
 
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