Dati
Data: 22 maggio
Regione e provincia: Liguria - Imperia
Località di partenza: Psso S.Brigida
Località di arrivo: idem
Tempo di percorrenza: 3h 20'
Chilometri: 7
Grado di difficoltà: T
Descrizione delle difficoltà: Nessuna
Periodo consigliato: primavera
Segnaletica: molto buona
Dislivello in salita: 300 mt
Dislivello in discesa: 300 mt
Quota massima: 500 mt.
Accesso stradale: si
Descrizione
Facile percorso quasi interamente nel bosco, ammirando le fioriture spettacolari di questo periodo.
Spettacolare il torrente di Merea, interamente immerso nella vegetazione, con belle cascatelle e acqua limpidissima.
Alcune foto:
La cappella di S. Brigida e' stata costruita nel 1425.
La facciata è preceduta da un portico, utilizzato come rifugio per i pellegrini. L'abside è di stile romanico,
con due monofore a feritoia e una serie di archetti che si ripete sui due lati.
Bellissima la fioritura delle ginestre presenti in grande quantita'.
Peccato che non si senta il profumo!
Tipica "supenna" o casella
Caratteristica e' la falsa volta di queste ancestrali costruzioni
Una lotta continua quella dei tenaci contadini liguri per ricavare campi coltivabili spostando milioni di metri cubi
di blocchi di roccia che ha prodotto quell'affascinante paesaggio artificiale fatto di infiniti terrazzamenti.
Le fasce, alcune delle quali hanno dimensioni davvero limitate, sono sostenute da chilometri di muretti realizzati
con sola pietra e sono punteggiate di "supenne", ancestrali ricoveri, che riprendono tecniche costruttive tipicamente mediterranee.
PONTE MEREA
Il ponte Merea fu costruito intorno agli inizi del 1800. Infatti Trincheri Gio Batta di Bellissimi
tramanda che il nonno materno detto Chichin di Franci morto nel 1921 all’età di 86 anni,lavorò alla costruzione
dell’alto muro che ancor oggi sostiene la mulattiera, appena oltrepassato il ponte in direzione di Pietrabruna.
Racconta lo stesso, che preparata la base per il muro con un notevole scavo di sbancamento, i due si allontanarono
per consumare la colazione e che la parete di terra franò proprio durante tale pausa, lasciandoli quindi fortunatamente indenni.
L’EREMO DI PRE’ LUIGI
Nei pressi del Ponte Merea si trova l’eremo di Prè Luigi, dal nome di Luigi Bellissima, un eremita che aveva scelto
quel luogo per il suo ritiro spirituale. Appena oltrepassato il ponte, al di là del torrente, è ben visibile
quanto rimane del suo misero “alloggio”: sotto un naturale riparo della roccia, i resti del muro a secco, con una
piccola finestrella, che delimitava l’angusto spazio che egli aveva eletto a suo domicilio. Nelle memorie paesane
si tramanda che Orengo G.B. detto Cin classe 1874, ricordava di aver conosciuto all’età di 13 – 14 anni, Prè Luigi, il quale
era solito dire che sarebbe arrivato il tempo in cui gli uomini avrebbero volato e le carrozze sarebbero andate senza cavalli.
Una delle coltivazioni di lavanda che in passato hanno fatto ricca l’economia di quest’area. Ora una strana malattia le ha pressoche' distrutte
PONTE MARTELLI
Più antico del precedente, costruito sulla direttrice fondamentale che univa Dolcedo con Pietrabruna.
I CASÔ
Con il termine dialettale Casô si indica una costruzione in pietra a pianta rettangolare, con il tetto ad una sola
falda che era caratterizzata da tre arcate centrali sulle quali poggiavano i travetti di quercia della piccola
orditura che reggeva il tetto costituito in “ciappe” di ardesia. Questa tipologia di costruzione era dovuta al fatto
che nella zona non esistevano essenze legnose così alte da poterne ricavare un colmo centrale assai lungo, mentre
per conto esisteva una enorme quantita' di pietre. Si tratta di una costruzione non solo tipica, ma esclusiva
del Comune di Dolcedo. Serviva ad ospitare le greggi dei pastori “brigaschi” che qui venivano in transumanza durante
l’inverno. Il proprietario del casô pagava il pastore in cambio del letame prodotto dalle sue pecore.
Data: 22 maggio
Regione e provincia: Liguria - Imperia
Località di partenza: Psso S.Brigida
Località di arrivo: idem
Tempo di percorrenza: 3h 20'
Chilometri: 7
Grado di difficoltà: T
Descrizione delle difficoltà: Nessuna
Periodo consigliato: primavera
Segnaletica: molto buona
Dislivello in salita: 300 mt
Dislivello in discesa: 300 mt
Quota massima: 500 mt.
Accesso stradale: si
Descrizione
Facile percorso quasi interamente nel bosco, ammirando le fioriture spettacolari di questo periodo.
Spettacolare il torrente di Merea, interamente immerso nella vegetazione, con belle cascatelle e acqua limpidissima.
Alcune foto:
La cappella di S. Brigida e' stata costruita nel 1425.
La facciata è preceduta da un portico, utilizzato come rifugio per i pellegrini. L'abside è di stile romanico,
con due monofore a feritoia e una serie di archetti che si ripete sui due lati.
Bellissima la fioritura delle ginestre presenti in grande quantita'.
Peccato che non si senta il profumo!
Tipica "supenna" o casella
Caratteristica e' la falsa volta di queste ancestrali costruzioni
Una lotta continua quella dei tenaci contadini liguri per ricavare campi coltivabili spostando milioni di metri cubi
di blocchi di roccia che ha prodotto quell'affascinante paesaggio artificiale fatto di infiniti terrazzamenti.
Le fasce, alcune delle quali hanno dimensioni davvero limitate, sono sostenute da chilometri di muretti realizzati
con sola pietra e sono punteggiate di "supenne", ancestrali ricoveri, che riprendono tecniche costruttive tipicamente mediterranee.
PONTE MEREA
Il ponte Merea fu costruito intorno agli inizi del 1800. Infatti Trincheri Gio Batta di Bellissimi
tramanda che il nonno materno detto Chichin di Franci morto nel 1921 all’età di 86 anni,lavorò alla costruzione
dell’alto muro che ancor oggi sostiene la mulattiera, appena oltrepassato il ponte in direzione di Pietrabruna.
Racconta lo stesso, che preparata la base per il muro con un notevole scavo di sbancamento, i due si allontanarono
per consumare la colazione e che la parete di terra franò proprio durante tale pausa, lasciandoli quindi fortunatamente indenni.
L’EREMO DI PRE’ LUIGI
Nei pressi del Ponte Merea si trova l’eremo di Prè Luigi, dal nome di Luigi Bellissima, un eremita che aveva scelto
quel luogo per il suo ritiro spirituale. Appena oltrepassato il ponte, al di là del torrente, è ben visibile
quanto rimane del suo misero “alloggio”: sotto un naturale riparo della roccia, i resti del muro a secco, con una
piccola finestrella, che delimitava l’angusto spazio che egli aveva eletto a suo domicilio. Nelle memorie paesane
si tramanda che Orengo G.B. detto Cin classe 1874, ricordava di aver conosciuto all’età di 13 – 14 anni, Prè Luigi, il quale
era solito dire che sarebbe arrivato il tempo in cui gli uomini avrebbero volato e le carrozze sarebbero andate senza cavalli.
Una delle coltivazioni di lavanda che in passato hanno fatto ricca l’economia di quest’area. Ora una strana malattia le ha pressoche' distrutte
PONTE MARTELLI
Più antico del precedente, costruito sulla direttrice fondamentale che univa Dolcedo con Pietrabruna.
I CASÔ
Con il termine dialettale Casô si indica una costruzione in pietra a pianta rettangolare, con il tetto ad una sola
falda che era caratterizzata da tre arcate centrali sulle quali poggiavano i travetti di quercia della piccola
orditura che reggeva il tetto costituito in “ciappe” di ardesia. Questa tipologia di costruzione era dovuta al fatto
che nella zona non esistevano essenze legnose così alte da poterne ricavare un colmo centrale assai lungo, mentre
per conto esisteva una enorme quantita' di pietre. Si tratta di una costruzione non solo tipica, ma esclusiva
del Comune di Dolcedo. Serviva ad ospitare le greggi dei pastori “brigaschi” che qui venivano in transumanza durante
l’inverno. Il proprietario del casô pagava il pastore in cambio del letame prodotto dalle sue pecore.
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