- Parchi della Lombardia
-
- Parco delle Orobie Valtellinesi
Dati
Data: 6/1/2015
Regione e provincia: Sondrio, Lombardia
Località di partenza: Tartano Piana
Località di arrivo: Tartano Piana
Tempo di percorrenza: 3 ore, con comodo
Grado di difficoltà: E il giro classico, EE la cresta
Descrizione delle difficoltà: nessuna in particolare, bisogna solo prestare attenzione se si vuole percorrere la cresta
Periodo consigliato: per l'invernale dicembre-marzo. Attenzione: sono richieste condizioni di neve stabile
Segnaletica: Bolli rossi-gialli
Dislivello in salita: 1000 m
Dislivello in discesa: 1000 m
Quota massima: 2108 m passo Tartano e cresta
Accesso stradale: dalla SS 38 prendere la deviazione per Tartano (tra Talamona e Ardenno). Salire fino al paese di Tartano, poi proseguire per la val Lunga fin dove la neve lo consente (generalmente, Tartano Piana)
Descrizione
Ultima tranquilla mezza giornata sulla neve per un arrivederci ai monti dopo le vacanze invernali.
Quest'inverno la neve si è fatta desiderare: le cime sono appena appena coperte, ma il manto è discontinuo, con una crosta non portante. Di sci alpinismo si ha poca voglia, per via dei lunghi spallaggi per i pendii secchi e quindi ci rimangono le vecchie e care ciaspole. Questa volta optiamo per la non molto frequentata val Lunga, che ora garantisce neve stabile.
Partiamo da Tartano Piana e percorriamo il fondovalle sulla carreccia ghiacciata. Passiamo l'abitato di Arale (dove c'è l'unico rifugio della zona, "Il pirata", molto accogliente ed economico ) e ci accingiamo a salire. Optiamo però per la traccia meno nota, quella sulla sinistra orografica del torrente (attraversare l'ultimo ponticello in legno, alla fine della strada e seguire le tracce). Percorriamo un lungo tratto in piano e poi ci inerpichiamo nel ripido bosco. Ci ricongiungiamo al sentiero "estivo" solo all'Alpe di Porcile, grande piana in vista della testata della valle.
Da qui seguiamo le tracce alla nostra sinistra e risaliamo sui dossi innevati. Arrivati ad una piccola casera in sasso con un bollo segnaletico, proseguiamo verso ovest, seguendo la traccia più ripida (la traccia ad est porta verso i laghi di Porcile). Risalite altre due balze, giungiamo in vista di una grande croce bianca: è il Passo Tartano.
Ora il pendio è meno ripido, ma la neve sotto la sottile crosta è farinosa e procediamo a fatica. Dopo un ultimo, facile, traverso, giungiamo al passo. (ore 1.15)
Da qui la vista si apre sulla conca verso San Simone. Sulla nostra destra la Cima di Lemma. Si potrebbe risalire con un percorso ovest-nord-ovest, ma le condizioni di innevamento e soprattutto la consistenza farinosa del manto ci fanno guardare alla nostra sinistra, dove si sviluppa una facile cresta che porta fino al monte Valegino.
Calziamo i ramponi, prendiamo le piccozze ed incominciamo a percorrere la cresta. Purtroppo la neve è pessima e per nulla portante: ci costringiamo a seguire tratti di misto (inteso misto roccia ed erba ). Vorremmo arrivare in cima al monte Valegino: con buone condizioni di innevamento è un'alpinistica facile e remunerativa, ma in questo caso desistiamo. La neve si squaglia al nostro passaggio e in molti punti sembra inghiottirci.
Ad una selletta non quotata, iniziamo una ripida discesa verso i laghi, ora muniti di ciaspole. I tre specchi d'acqua, appena ghiacciati, sono posti su tre balze al di sopra dell'Alpe di Porcile. Passiamo a salutare i malgari, unico segno di vita della valle, oggi più sonnolenta del solito, visto che anche gli animali si nascondono.
Dai laghi scendiamo puntando verso la piccola casera dove avevamo deviato per il passo.
Da qui ripercorriamo le nostra tracce di salita. All'Alpe, però, facciamo un errore di valutazione e scegliamo di scendere dal sentiero estivo: male, perché è completamente ghiacciato!
Ci troveremo a ravanare nell'erba, nella terra e tra le foglie secche, con somma gioia del filtro della lavatrice, che si intaserà dopo l'innocente lavaggio delle nostre vesti.
Piccola nota culinaria: in val Tartano la popolazione si dedica quasi interamente alla pastorizia. Per gli amanti dei formaggi e per i cultori del latte di capra, la strada del ritorno è una specie di paese dei balocchi. Ci sono varie aziende agricole e alcuni negozi di Tartano che offrono prodotti di grande qualità: dal Bitto alla Mascherpa, yogurt di capra, latte crudo, burro...
Qui le altre mie foto.
Buone ciaspolate
Data: 6/1/2015
Regione e provincia: Sondrio, Lombardia
Località di partenza: Tartano Piana
Località di arrivo: Tartano Piana
Tempo di percorrenza: 3 ore, con comodo
Grado di difficoltà: E il giro classico, EE la cresta
Descrizione delle difficoltà: nessuna in particolare, bisogna solo prestare attenzione se si vuole percorrere la cresta
Periodo consigliato: per l'invernale dicembre-marzo. Attenzione: sono richieste condizioni di neve stabile
Segnaletica: Bolli rossi-gialli
Dislivello in salita: 1000 m
Dislivello in discesa: 1000 m
Quota massima: 2108 m passo Tartano e cresta
Accesso stradale: dalla SS 38 prendere la deviazione per Tartano (tra Talamona e Ardenno). Salire fino al paese di Tartano, poi proseguire per la val Lunga fin dove la neve lo consente (generalmente, Tartano Piana)
Descrizione
Ultima tranquilla mezza giornata sulla neve per un arrivederci ai monti dopo le vacanze invernali.
Quest'inverno la neve si è fatta desiderare: le cime sono appena appena coperte, ma il manto è discontinuo, con una crosta non portante. Di sci alpinismo si ha poca voglia, per via dei lunghi spallaggi per i pendii secchi e quindi ci rimangono le vecchie e care ciaspole. Questa volta optiamo per la non molto frequentata val Lunga, che ora garantisce neve stabile.
Partiamo da Tartano Piana e percorriamo il fondovalle sulla carreccia ghiacciata. Passiamo l'abitato di Arale (dove c'è l'unico rifugio della zona, "Il pirata", molto accogliente ed economico ) e ci accingiamo a salire. Optiamo però per la traccia meno nota, quella sulla sinistra orografica del torrente (attraversare l'ultimo ponticello in legno, alla fine della strada e seguire le tracce). Percorriamo un lungo tratto in piano e poi ci inerpichiamo nel ripido bosco. Ci ricongiungiamo al sentiero "estivo" solo all'Alpe di Porcile, grande piana in vista della testata della valle.
Da qui seguiamo le tracce alla nostra sinistra e risaliamo sui dossi innevati. Arrivati ad una piccola casera in sasso con un bollo segnaletico, proseguiamo verso ovest, seguendo la traccia più ripida (la traccia ad est porta verso i laghi di Porcile). Risalite altre due balze, giungiamo in vista di una grande croce bianca: è il Passo Tartano.
Ora il pendio è meno ripido, ma la neve sotto la sottile crosta è farinosa e procediamo a fatica. Dopo un ultimo, facile, traverso, giungiamo al passo. (ore 1.15)
Da qui la vista si apre sulla conca verso San Simone. Sulla nostra destra la Cima di Lemma. Si potrebbe risalire con un percorso ovest-nord-ovest, ma le condizioni di innevamento e soprattutto la consistenza farinosa del manto ci fanno guardare alla nostra sinistra, dove si sviluppa una facile cresta che porta fino al monte Valegino.
Calziamo i ramponi, prendiamo le piccozze ed incominciamo a percorrere la cresta. Purtroppo la neve è pessima e per nulla portante: ci costringiamo a seguire tratti di misto (inteso misto roccia ed erba ). Vorremmo arrivare in cima al monte Valegino: con buone condizioni di innevamento è un'alpinistica facile e remunerativa, ma in questo caso desistiamo. La neve si squaglia al nostro passaggio e in molti punti sembra inghiottirci.
Ad una selletta non quotata, iniziamo una ripida discesa verso i laghi, ora muniti di ciaspole. I tre specchi d'acqua, appena ghiacciati, sono posti su tre balze al di sopra dell'Alpe di Porcile. Passiamo a salutare i malgari, unico segno di vita della valle, oggi più sonnolenta del solito, visto che anche gli animali si nascondono.
Dai laghi scendiamo puntando verso la piccola casera dove avevamo deviato per il passo.
Da qui ripercorriamo le nostra tracce di salita. All'Alpe, però, facciamo un errore di valutazione e scegliamo di scendere dal sentiero estivo: male, perché è completamente ghiacciato!
Ci troveremo a ravanare nell'erba, nella terra e tra le foglie secche, con somma gioia del filtro della lavatrice, che si intaserà dopo l'innocente lavaggio delle nostre vesti.
Piccola nota culinaria: in val Tartano la popolazione si dedica quasi interamente alla pastorizia. Per gli amanti dei formaggi e per i cultori del latte di capra, la strada del ritorno è una specie di paese dei balocchi. Ci sono varie aziende agricole e alcuni negozi di Tartano che offrono prodotti di grande qualità: dal Bitto alla Mascherpa, yogurt di capra, latte crudo, burro...
Qui le altre mie foto.
Buone ciaspolate
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