faccio 2 premesse prima di partire: la prima è che mi piace moltissimo cucinare, anche a casa, quindi per me ogni volta che mi metto ai fornelli è una sfida al successo (che non sempre vinco) col cibo (la soddisfazione è la stessa di quando arrivo in cima alla montagna). la seconda è che la pasta che si cucina con questo metodo è un compromesso, non è come quando la cucinate a casa con tutto il pentolame corretto, acqua in abbondanza, etc. ma se vi sapete accontentare potete gustare una pasta deliziosa, che è meglio anche di quelle in busta che solitamente si portano (provengo anch'io da questa esperienza). purtroppo non so darvi una formula matematica del rapporto tra pasta e acqua, perchè non la so, e vado ad occhio, ma cercherò di spiegare meglio che posso quanta acqua usare e come perchè il segreto è nell'acqua. prima di cuocere la pasta preparate il vostro sugo, in modo che sia pronto prima della cottura della pasta. dunque, portate tanta pasta quanto volete mangiarne, il metodo non cambia, io uso indifferentemente spaghetti, fusilli, farfalle, pipe, penne, etc. ovviamente il tempo varia come a casa (lo spaghetto ci mette di meno, la farfalla di più) ma al tempo complessivo per mangiare non varia di molto, forse 5 minuti da uno all'altro. se avete la fortuna di avere un fornello con fiamma regolabile sarete avvantaggiati, io possiedo un trangia ad alcool che uso sempre a fiamma massima. per partire mettiamo acqua fredda nel padellino, basta un dito, che serve a innescare il processo di bollitura, e coprite con un coperchio in modo tale da velocizzare il processo (5 minuti). qui dovete fare le prime considerazioni da cuoco. se usate una padella molto larga, dovete usare meno acqua, perchè la superficie è maggiore, viceversa se usate un pentolino molto stretto, mettetene un po' di più. il mio consiglio è che il pentolino da utilizzate, una volta buttata la pasta deve stare molto compatta e creare uno strato di pasta di almeno un dito a secco (fate delle prove a casa). il pentolino del trangia ha un diametro di circa 18cm, e va bene per un etto di pasta cruda. una volta gettata la pasta inizia la parte difficile (ma dopo qualche volta vedrete che è più semplice di quello che pensate). dovete curare la pasta aggiungendo acqua man mano che evapora, prima che questa sia totalmente evaporata, altrimenti la pasta vi si incolla al fondo della padella (come il risotto). all'inizio per velocizzare la cottura potete anche usare un coperchio che lascia parzialmente chiusa la padella, tenendo presente che se totalmente chiuso la schiuma prodotta dalla cottura della pasta straborda sporcando tutta l'attrazzatura. procedendo con la cottura, quando pensate che la pasta sia cotta, eliminate il coperchio, e rabboccate sempre di meno con l'acqua fredda (il rabbocco deve essere veramente piccolo, non deve mai coprire interamente la pasta), e cosa fondamentale assaggiate la pasta, per vedere il vostro grado di cottura (troppo al dente o viceversa troppo cotta). la pasta dovete assaggiarla prima di fare il rabbocco, altrimenti mandate a pallino il processo. esempio: assaggio la pasta è molto al dente faccio un piccolo rabbocco, faccio evaporare l'acqua e riassaggio la pasta. quando è della cottura giusta se è presente un piccolo residuo d'acqua lo fate evaporare con la cottura, in modo che all'interno del pentolino si forma una cremina, prodotta dall'amido di cottura, che solitamente finisce nello scolapasta a casa. quando pronta versatela nel padellino col sugo, mescolate e gustate. con questo metodo se curate bene la pasta durante la cottura, incollerete al massimo 1 o 2 elementi (mi è successo le prime volte). con la fiamma regolabile durante la fine della cottura abbassate la fiamma della pasta, vi aiuterà a non far attaccare la stessa al pentolino. per avere dei numeri da quando mi fermo dove voglio mangiare, a quando rimetto tutto nello zaino ci metto da 1h15min a 1h30min, a seconda della complessità della pasta. un consiglio per la pulizia dei pentolini, è quello di farlo a caldo, soprattutto quello della pasta, dove l'amido caldo si toglie con uno scottex, ma una volta raffreddato dovete usare una spugnetta e dell'acqua (spreco). altrimenti se siete vicino al un ruscello, potete lavarlo direttamente li dentro. altro consiglio che mi sento di darvi, e che utilizzo tutt'ora, è quello di preparare "virtualmente" la pasta/sugo a casa, mimando ogni sigolo gesto/passaggio che fareste in escursione. in questo modo ottenete 2 cose: la prima è quella di automatizzare i processi una volta in escursione, la seconda è quella di verificare che la pasta/sugo sia fattibile con la vostra attrezzatura. esempio se volete fare la pasta con le melanzane, dovete considerare lo spurgo delle melanzane, ergo non va bene perchè ci vuole solo mezz'ora per questa operazione. altro esempio se volete fare un sugo complesso, assicuratevi di avere tutta l'attrezzatura per farla. per esempio sugo salsiccia e funghi io non potrei farlo, perchè ho solo 2 pentolini, quindi dovrei fare prima rosolare la salsiccia, poi rosolare i funghi, unire i 2, pulire un pentolino e poi cuocere la pasta. in realtà posso farlo, ma ovviamente devo prevedere una sosta più lunga, oppure prendere un terzo pentolino. spero di avervi dato una idea di come cucinare una pasta decorosa senza impazzire. gli ingredienti li metto in barattolini ermetici e bustine ermetiche (tanto se siete da soli non dovete portarvi la dispensa) e di solito il tutto mi sta in 1 o 2 tupperware da 1l (compreso la frutta e il dolce che non mancano mai). con questo sistema cucino in ogni posto d'estate, mentre per l'inverno con temperature sotto lo 0° prediligo i locali invernali, riparati dal vento e dalla neve a terra che infradicerebbe lo zaino (mi ricordo ancora una pasta alle cozze fatta con una temperatura di 0° a 1800m in un rifugio, e la gente incredula). magari appena il cane si riprende dall'infortunio e ricomincio a fare escursioni giornaliere molto lunghe faccio qualche filmato alla mia cucina improvvisata. (se ne riparla in primavera inoltrata). ciao a tutti