Percezione e prevenzione del pericolo valanghe

In questo periodo dove nelle Alpi Occidentali, il pericolo valanghe è classificato 5-Molto forte (le gite non sono generalmente possibili) mi viene in mente il metodo di Werner Munter, uno dei maggiori esperti mondiali di neve e valanghe detto del 3x3.
Metodo non accettato da tutti ma che io sposo perchè relativamente semplice e cerco di mettere in pratica nelle mie uscite.

E' necessario innanzitutto conoscere la scala del pericolo (bollettino valanghe) e saperlo leggere avendo la consapevolezza che in presenza di neve abbondante il pericolo non sarà mai zero e difficilmente sarà 1

1- DEBOLE
Il distacco è generalmente possibile solo con forte sovraccarico su pochissimi punti sul terreno ripido estremo. Sono possibili solo piccole valanghe spontanee e scaricamenti.
Condizioni generalmente sicure per le gite.

2-MODERATO
Il distacco è possibile soprattutto con un forte sovraccarico soprattutto sui pendii ripidi indicati. Non sono da aspettarsi grandi valanghe spontanee.
Condizioni favorevoli per gite ma occorre considerare adeguatamente locali zone pericolose.

3-MARCATO
Il distacco è possibile con debole sovraccarico soprattutto sui pendii ripidi indicati. In alcune situazioni sono possibili valanghe spontanee di media grandezza e, in singoli casi, anche grandi valanghe.
Le possibilità per le gite sono limitate ed è richiesta una buona capacità di valutazione locale.

4-FORTE
Il distacco è probabile già con un debole sovraccarico su molti pendii ripidi. In alcune situazioni sono da aspettarsi molte valanghe spontanee di media grandezza e, talvolta, anche grandi valanghe.
Le possibilità per gite sono fortemente limitate ed è richiesta una grande capacità di valutazione locale.

5-MOLTO FORTE
Sono da aspettarsi molte grandi valanghe spontanee, anche su terreno moderatamente ripido.
Le gite non sono generalmente possibili.

IL METODO 3x3:
Il metodo prende il nome “3×3” perchè prende in considerazione da un lato 3 filtri “dimensionali” (regionale, locale, zonale) e 3 fattori di valutazione per ciascuna dimensione di valutazione ( condizioni della neve, terreno e fattore umano).

Qual'è la differenza tra rischio e pericolo?
In generale, quando parlo di un livello di rischio accettabile, di un giusto livello di rischio - dice Munter, molti prendono la mia affermazione per una provocazione. Ma attenzione: non esiste nessuna attività umana esente da rischi: persino il momento della nascita porta con se un altissimo livello di rischio, e tutta la nostra vita è costantemente costellata di rischi. Di per se, la vita stessa è pericolosa per la vita. Anche lavori domestici sono molto pericolosi - e forse è proprio per questo che gli uomini cercano di evitarli :)

Sono considerati spesso sinonimi ma sono in realtà cose ben distinte. Quando ci esponiamo a un pericolo della natura, si corre un rischio, e gli alpinisti affrontano il rischio volontariamente. Con i nostri comportamenti, infatti, noi possiamo influenzare il livello di rischio.

Il potenziale di rischio varia in maniera esponenziale e raddoppia di grado di pericolo in grado di pericolo. Un pericolo debole, segnalato dai bollettini delle valanghe con il grado 1, ha un potenziale di rischio pari a 2; un pericolo moderato, di grado 2, ha un potenziale di rischio pari a 4; e un pericolo marcato, di grado 3, possiede un potenziale di rischio pari a 8. Ed ecco che cosi ho costruito la nostra bilancia del rischio. A questo punto faccio osservare che un pericolo marcato ha un doppio potenziale di rischio rispetto a un pericolo di grado moderato. I fattori di riduzione, pero, sono in grado di dimezzare costante-mente il rischio. Perciò, se su uno dei piatti della bilancia metto 3 gradi di pericolo, sull'altro devo controbilanciare con tre gradi di riduzione conseguenti al mio comportamento. La bilancia dev'essere sempre in equilibrio. La mia regola aurea dice che, tenendola in equilibrio con l'introduzione dei fattori di riduzione, possiamo affrontare lo stesso livello di rischio indipendentemente dal grado di pericolo».

Eempio pratico
II pericolo marcato, di grado 3, che ha un potenziale di rischio pari a 8, deve perciò essere controbilanciato da 3 fattori di riduzione; il grado 2, con potenziale 4, ha bisogno di 2 fattori di riduzione. Quello moderato, di grado 1, necessita invece di un solo grado di riduzione».

Ma quali sono i fattori di riduzione che dobbiamo fare entrare nel gioco?
«Vanno studiati e ricordati a memoria: bastano 5 minuti per impararli. Si suddividono in tre classi diverse. La prima classe riguarda la rinuncia ai pendii più ripidi, e qui si ha riduzione del rischio solo se si opera una rinuncia. Se rimaniamo al di sotto dei 40° di inclinazione del pendio, godremo di un fattore di riduzione pari a 2. Se rimaniamo al di sotto dei 35°, il fattore di riduzione sara pari a 4.

I fattori di riduzione di seconda classe riguardano la rinuncia a determinate esposizioni dei pendii, e non valgono in caso di neve bagnata. Occorre rinunciare ai pendii esposti in tutta la fascia che va da nord ovest a nord, e in questo caso il fattore di riduzione e pari a 2. La rinuncia a pendii privi di tracce e ugualmente pari a 2.

La terza classe di riduzione riguarda invece le dimensione del gruppo e le distanze di sicurezza da adottare. Per gruppi minuscoli, di 2-4 persone, il fattore di riduzione può essere considerato pari a 2, e lo stesso può valere per gruppi più ampi, purché venga mantenuta la distanza di sicurezza. Ecco, questa e la paginetta da studiare e memoria. Una precisazione importante, che e bene ripetere: con pericolo marcato, di grado 3, vanno assoluta-mente evitati i pendii sopra i 40°».

Sulla rete si trova moltissimo materiale su questo metodo tenendo sempre presente che <la valanga non sa che tu sei un esperto>
Buone letture
 
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Woodvivor

Guest
Argomento molto attuale e per quanto mi riguarda molto interessante, importante.
Sposo anche io i pensieri di Munter, ho avuto l'occasione quando ero in colonna di partecipare ad un corso da lui presentato, una miniera di conoscenza sul tema. Fantastico ;)

Ma adoro la frase, quella che hai condiviso "la valanga non sà che tu sei esperto" e che applico a molte altre attività... in quanto la supporto alla base.


Complimenti, bella condivisione
 
W

Woodvivor

Guest
Sì, oltre allo studio "teorico" dettato dai formatori, lui segue proprio il periodo di formazione a riguardo di queste tematiche... almeno fino a qualche anno fà lo faceva. Adesso non sò,...

Io trovo che tutto sia molto interessante, sia dal lato teorico... sia dal lato pratico. Sapere il perché capitano certe cose, come mai capitano, quali sono i fattori che causano quelle reazioni e poi proiettare il tutto nella pratica. Simulando, ammirando, testando, ecc....

Molto, molto interessante e bello ;)
 
Beh certo torto non gli si può dare, fortunatamente quando decido se/dove andare il rischio valanghe del bollettino è solo uno dei fattori che valuto.
Per esempio se so che c'è neve fresca, vedo se è stata battuta. Una salita con neve vergine so che è molto più faticosa e ci si mette molto più tempo a farla, con tutte le considerazioni conseguenti.
Il bollettino valanghe inoltre può solo esporre un'analisi derivata da una situazione precedente, per esempio se vedo che c'è un rialzo delle temperature fino allo zero, indipendentemente da quanto c'è scritto nel bollettino, so che la neve sarà piú pesante e umida e quindi valangosa.
Per esempio un parametro che uso spesso è anche lo zero termico, precedente e quello previsto eccetera.
Il vento, precedente e quello previsto, modellerá le superfici esposte, spostando neve.
L'esposizione mano a mano che ci si allontana dal sostizio d'inverno è sempre più importante.
In linea generale comunque sono molto prudente e vado in territori ben battuti, di cui si conoscono le superfici e grazie alle relazioni precedenti e gli altri fattori si può ipotizzare lo stato della neve sul posto.
 
la mia idea personale è che tutto questo abbaiare sulla sicurezza e sul fatto che cosa puo' succedere e cosa no è data da troppi anni dove la gente ha fatto i suoi comodacci . Sciatori "estremi" che andavano sulle placche a vento a mezzogiorno perchè prima erano imbottigliati in tangenziale perchè si erano alzati a orari da tossico.

Appunto per questo adesso ci troviamo leggi oppressive che ci obbligano ad avere ciamberlain inutili dietro anche se si va a surfare in mezzo a boschi dove manco zio adolfo svalagava passando con i tigre o a 3 metri da uno skilift.

Si aggiunge al fatto che escursionisti,snowboarder e varie ed eventuali sono mal visti perchè quasi "consumano la neve" (si vedessero le rotaie che restano quando passano i bimbetti che fanno pali.....) e allora chi ha la divisa si sente in dovere multare .

In ogni caso vale la regola di mio nonno buonanima (era tra i carristi di zio adolfo) "SE si vede UN PUNTO SOLO dove ha svalangato non è detto che ne venga giu' un altro"
 
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