Perché odio i rifugi

Credo che l'idea alla base sia condivisibile, ovvero l'eccesso di antropizzazione, però nel momento stesso in cui con la nostra brava tenda oppure senza nemmeno quella entriamo in un qualsiasi ambiente lo violiamo con la nostra presenza umana. Un camoscio ci fiuta e ci sente da centinaia di metri e il solo nostro odore altera l'ambiente naturale perchè costringe gli animali ad interessarsi alla nostra presenza. Allora il nocciolo della questione diviene dove decidiamo di porre l'asticella del limite dell'intrusione dell'uomo, presenza che non è solo fatta di rifugi e impianti sciistici. Vogliamo che la natura sia vergine o vogliamo che sia accessibile solo a pochi?

E' proprio il senso del limite ha dover fare la differenza. Le montagne non devono essere un walmart dell'escursionismo ma nemmeno riserve integrali dove l'uomo non può porre piede.
Altrimenti riduciamo l'intera discussione ad una questione settaria, riservando l'accesso solo ai sacerdoti dell'escursionismo puro, come se la capacità di resistere in ambiente estremo o il requisito della preparazione tecnica/fisica da sola sia garanzia di maggior rispetto dell'ambiente. Conosco gente che frequenta i pochi spazi di reale wilderness in Italia, come la Valgrande ossolana, e si lascia dietro un'impronta spaventosa fatta di fuochi di bivacco, feci non coperte, residui di cibo lasciati al naturale "biodegradamento" che forse rovinano la purezza della montagna più di chi vada a prendere il caffè alla capanna Gnifetti...
Chi ha ragione? Tutti sognamo luoghi deserti, ma non la prospettiva è quella egoistica, o meglio egogentica, che vuole solo noi autorizzati a vivere quei luoghi, infastiditi da qualsiasi altra presenza umana non perchè "violenta" ma solo perchè rovina il nostro senso di avventura solitaria. Alla natura non danno fastidio 10 persone o 20, alla natura da fastidio anche 1 solo se lì ci è arrivato grazie ad espedienti "tecnici".

Ho letto e mi scuso per non aver segnato il nome che qualcuno vuole vivere la natura in modo neanderthaliano. Bellissimo. Ma allora scordiamoci di andare in montagna sopra i 2000 metri da settembre a maggio. Il neanderthal aveva gli scarponi? Zaino? GPS? Coltello scheletrato? Ramponi? e via discorrendo. No. Il range escursionistico dell'uomo non civilizzato è il clima temperato e quote fino a 1000 metri. Il resto l'abbiamo colonizzato con la tecnologia. Una tenda a 5000 metri con dentro un uomo che mangia maltodestrine liquide è innaturale quanto polenta e cervo in un rifugio a 1500 metri servito da skilift...

E' l'irreversibilità della nostra presenza a dover essere il discrimine. Una pista da sci, un impianto di risalita, alterano in modo irreversibile e permanente l'ambiente perchè impediscono alla vegetazione di crescere dove normalmente crescerebbe. Un rifugio fa lo stesso? In parte sì, se parliamo di quei rifugi a 20 minuti di cammino da parcheggi da stadio, o serviti da impianti di risalita aperti tutto l'anno.
Francamente ritenere deturpante il Quintino Sella al Felik che mi consente in 2 giorni di salire al Castore e al Polluce sfruttando la notte in rifugio non lo ritengo corretto, non è uno stupro. Qualcuno dirà "si ma potresti nello stesso punto piantare una tenda". Vero. Verissimo. Ma se esiste un sentiero percorribile in giornata dalle sottostanti valli è perchè esiste quel rifugio e qualcuno tiene in ordine quel sentiero in funzione del rifugio. Senza ci vorrebbero magari 3 giorni per arrivarci. Così la montagna diverrebbe fruibile come nell'800 solo a pochissimi professionisti dell'esplorazione e dell'avventura e non ci sarebbe quel mercato di materiale che ci permette di comprare una tenda da Decathlon (estremizzo) e poi andare il sabato e la domenica a cercare quei posti isolati che tanto ci piacciono. In ogni caso anche se avessimo il tempo e le risorse si discuterebbe sul metodo. Come si discute dell'opportunità del metodo d'assedio sull'himalaya invece di un più puro stile alpino di salita.
Personalmente è l'equilibrio a dover fare la differenza. Quando vedo la gippabile che arriva ai 3000 metri dei Salati sul Rosa, mi si stringe il cuore al pensiero che una volta ci si doveva arrivare con uno strappo non impossibile di 1700 metri da fare in giornata dal centro di Alagna, e mi infastidisce vedere persone che arrivano solo per farsi due spaghetti... Ma non sento lo stesso senso di violenza quando arrivo magari ad una Resegotti o ad una Gugliermina che pure sono creazioni dell'uomo.

Tenda o rifugio la differenza sta nel modo in cui rendiamo fruibile quei luoghi.

Quoto e condivido in pieno parola per parola !!! Grande mi hai tolto le parole di bocca!
 
Ma se esiste un sentiero percorribile in giornata dalle sottostanti valli è perchè esiste quel rifugio e qualcuno tiene in ordine quel sentiero in funzione del rifugio. Senza ci vorrebbero magari 3 giorni per arrivarci. Così la montagna diverrebbe fruibile come nell'800 solo a pochissimi professionisti dell'esplorazione e dell'avventura

Secondo me non sarebbe poi così male. Ci sarebbero montagne più accessibili, come ad esempio il triangolo lariano, o il parco del Mont Avic - e altre meno accessibili (il Castore e il Polluce). :) :)
 
Credo che l'idea alla base sia condivisibile, ovvero l'eccesso di antropizzazione, però nel momento stesso in cui con la nostra brava tenda oppure senza nemmeno quella entriamo in un qualsiasi ambiente lo violiamo con la nostra presenza umana. Un camoscio ci fiuta e ci sente da centinaia di metri e il solo nostro odore altera l'ambiente naturale perchè costringe gli animali ad interessarsi alla nostra presenza. Allora il nocciolo della questione diviene dove decidiamo di porre l'asticella del limite dell'intrusione dell'uomo, presenza che non è solo fatta di rifugi e impianti sciistici. Vogliamo che la natura sia vergine o vogliamo che sia accessibile solo a pochi?

Il discorso fila, ma è diversa l'antropizzazione-rifugio. Quelle son strutture permanenti, che spesso creano pure annessi (strade forestali, cavi funivia per il trasporto di materiale, per esempio).
E' diverso con la tenda che non lascia tracce indelebili... la si pianta e la si smonta il giorno dopo e a volte non ci si accorge nemmeno che sia passato qualcuno in quel luogo
 
Ho fatto un salto in Bavaria la scorsa estate e lì era un poco "vergognoso".
Ogni montagna aveva il rifugio costruito sulla sommità :cry:
Ok, va beh, punto di appoggio. Tanta gente in giro con cui scambiare due parole. Buono lo Spezi e buone le patatine fritte. Lo ammetto, ho pure preso uno strudel con panna :argh:, non ho resistito alla suo diabolico richiamo, e mi ha anche fatto piacere sul momento.

I posti erano magnifici, mozzafiato, nulla da dire.
Tornati a casa ti resta un po' di amaro in bocca, alla fine, di essere stato in un posto decisamente antropizzato anziché nella "natura selvaggia". Praticamente, è quasi uguale a frequentare un parco pubblico, solo in scala più grande.
Noi cerchiamo sempre un po' di avventura (il che si limita a viaggiare autosostenuti, nulla di così drammatico-rambesco), ma mi rendo conto che è molto difficile trovare posti intaccati. Io viaggio in lungo e in largo, ho la fortuna di poter frequentare tanti posti diversi e stati, ma c'è sempre quella costruzione, bivacco, stradina o altro che fa perdere un poco di poesia a tutto. Questa estate viaggerò alle Lofoten, e, seppure remote, ho scoperto che anche lì è possibile organizzarsi appoggiandosi a rifugi o case dei pescatori. E checcavoliiii!!!!!!! E' proprio dura trovare posti abbastanza vicini a noi dove si è obbligati necessariamente all'autosostentamento in trekking di svariati giorni... bisogna cacciarsi in capo al mondo.....
 
Ho fatto un salto in Bavaria la scorsa estate e lì era un poco "vergognoso".
Ogni montagna aveva il rifugio costruito sulla sommità :cry:

Pensa a quelli che si fanno un giorno intero di arrampicata per salire sul Zugspitze e trovarsi in cima su quella che potrebbe essere tranquillamente una piazza di Monaco... :D

phoca_thumb_l_zugspitze-06.jpg
 
Esatto, io avrei voluto andare proprio lì, siccome è la montagna più alta tedesca, poi ho visto in che condizioni era il luogo (ci puoi salire in funivia, con centinaia di turistoni equipaggiati di teleobiettivi) e ho ripiegato su altro immediatamente.....
 
Io sono andato in trenino+funivia, perché la salita a piedi è oltre le mie capacità... sapevo che c'erano costruzioni in cima ma quello che ho trovato mi è sembrato francamente troppo.
 
mah, io diciamo che son più della scuola "se non ci riesco non ci vado".
Ciò non mi dà per nulla fastidio, anzi tutt'altro, perchè apprezzo di più invece la mete che mi conquisto coi miei piedi.
Non vedo perchè tante persone considerano tutto ciò anti-democratico.
Alcune mete non sono necessariamente alla portata di tutti e non è giusto che lo diventino. Trovo sia un nostro atteggiamento molto egoista.

Per me andare in montagna in funivia è come non andarci, è al pari di fare un giro a Milano (cosa che non mi piace proprio fare), solo con un panorama più bello e aria respirabile. C'è gente che considera l'andare in montagna salendoci in cima in macchina. Per me questo non vale niente. Sarò sofisticata o incontentabile, ma quando sono obbligata a farlo torno a casa un po' demoralizzata, perchè la montagna l'ho vista come al cinema, stando seduta in una gabbia e guardandola attraverso un vetro (si perchè poi le case e le macchine son piccole gabbiette che ci separano dal mondo esterno).
 
sinceramente non mi danno molto fastidio i rifugi anche perchè li divido in 2 tipologie: quelli a bassa quota, che si possono raggiungere con la macchina o al limite ad un'oretta di cammino, questi non li chiamo "rifugi" ma "ristoranti", sono superaffollati e chiassosi, si mangia abbastanza bene e si paga relativamente poco, solitamente son pieni di merenderos che prendono il sole sulle sdraio a sinistra del parcheggio con i suv.
altri rifugi invece si trovano in alto, a due/tre ore (e oltre) di cammino, qui accedono escursionisti e pochi merenderos, si mangia molto bene perchè si ha tanta fame :lol:, un panino al salame si paga 8 euri (se sei socio cai di meno). di questa seconda categoria a dire il vero non mi pare di averne visti così tanti, forse sui ghiacciai a 4000 metri, ma su questi monti da queste parti (e ce ne sono parecchi, come da te) non è che ad ogni angolo trovi un rifugio, forse qualche bivacco desolato e solitamente libero.
quindi per quello che mi riguarda al momento non mi danno molto fastidio queste strutture, anzi, a volte al ritorno da una bella passeggiata è piacevole fermarsi a prendere una buona cioccolata calda, facendo però attenzione a non inciamparsi nelle sdraio :)
 
Signori, anche io sono iscritto ad Avventurosamente per un motivo, ma non comprendo discorsi per cui il viaggio non è un'avventura in autosufficienza se nei paraggi c'è un fienile...
Se si vuole (e si dovrebbe poter fare), basta piantare la tenda dietro l'angolo.
Vorrei ricordare che il mondo è pieno di gente che vive all'avventura in autosostentamento seppure in ambienti fortemente antropizzati. Sono i CLOCHARD.
 
no, beh, non è che non sia un'avventura totalmente per un singolo fienile....
Un tono di grigio in mezzo, insomma.
Ci si può anche autosostentare col cibo evitando di sedersi nei ristoranti.
Però, passare in luoghi molto frequentati, magari con l'idea invece di starsene più in disparte, mette solo in disappunto. Poi non è che rovina la vacanza, ovviamente :D:D


Aggiungo una cosina. Piantare la tenda dietro l'angolo:
Nelle Dolomiti, se ti beccano con la tenda, ti fanno un bel mazzo.
E non puoi neanche tirar fuori la giustificante che passi in mezzo ad un'area disabitata, perchè c'è il rifugio e sei "obbligato" ad usufruirne ;)
 
Io non chiamo rifugio un locale a qualunque altezza lo vuoi mettere che ti fa birra e crauti o l’hamburgher o il solito piatto di polenta e spezzatino…

E' un rifugio gestito che ti da un servizio in più anche in caso di emergenza e per essere gestito, il custode ha bisogno di guadagnare qualcosa.
 
Che lo scopo del rifugista sia "guadagnare qualcosa", è ovvio: se no farebbe volontariato. Il punto è: ma è proprio necessario che ci sa un rifugio lì? :)
Alla faccia del "qualcosa" comunque. Un mio amico ha lavorato in un rifugio e mi ha raccontato le palate di soldi che si fanno d'estate..

E non puoi neanche tirar fuori la giustificante che passi in mezzo ad un'area disabitata, perchè c'è il rifugio e sei "obbligato" ad usufruirne ;)

Si chiama mafia.
 
Non so nelle dolomiti, ma dove vado io, vicino a qualsiasi rifugio c'è uno spazio dove ti puoi accampare.

in molti posti, purtroppo, è vietatissimo sostare in tenda accanto a rifugi.
Per esempio, in Valle d'Aosta, dove tra l'altro sarebbe legale sostare in tenda solo sopra i 2500 m.
Puoi sempre farlo ovviamente anche sotto i 2500, infrattandoti come un ladro dove non passa nessuno :)

Ho detto il purtroppo perchè se i rifugisti fossero più aperti, ci guadagnerebbero, alla fine. Di fatto se qualcuno soffre di claustrofobia e preferisce dormire all'aperto, può sempre comprare comunque la cena al rifugio....
 
Il discorso fila, ma è diversa l'antropizzazione-rifugio. Quelle son strutture permanenti, che spesso creano pure annessi (strade forestali, cavi funivia per il trasporto di materiale, per esempio).
E' diverso con la tenda che non lascia tracce indelebili... la si pianta e la si smonta il giorno dopo e a volte non ci si accorge nemmeno che sia passato qualcuno in quel luogo

Secondo me non è nemmeno questione di permanenza. Alzi la mano in onestà chi trova le vecchie baite e malghe "deturpanti"... rifugi costruiti dall'uomo pietra su pietra, della stessa pietra della montagna. Spesso talmente ben inseriti nel contesto da sfuggire anche alla vista. Ho perso il conto delle volte che carta alla mano ho perso la posizione perché non trovavo l'alpeggio o la singola baita dal gran che era "invisibile" mimetizzata come nemmeno un bunker... Penso che il modo migliore per vivere la montagna sia assecondarne la natura spartana e dura. Senza fanatismo. Pensare di trovare un pasto caldo dopo magari 10/12 ore di alta via non è rendere la montagna Rimini, lo è togliergli la fatica e le verticalità con seggiovie e carrozzabili, ma non trovo inaccettabile una zuppa d'orzo calda a 3000 metri se qualcuno per farla ha trascinato gli ingredienti a spalla e fuso 1 metro cubo di neve fresca per farci 1 litro di brodo! Purtroppo è anche vero che rifugi in alta quota hanno ben poco di romantico e sempre più spesso siano ristoranti normalissimi (vedi la gestione dei rifugi cai Valsesiani). Ma la risposta non è l'eliminazione dei rifugi, non si cura il mal di testa con la ghigliottina, ma una razionalizzazione in chiave "montanara" magari un po' ruvida ma sincera.
 
Personalmente non sono un gran frequentatore di rifugi a livello di pernotto, ma non mi danno alcun fastidio, anzi, ne riconosco diversi aspetti positivi. Da amante della montagna solitaria nessuno mi ordina di pranzare o pernottare in compagnia di tante altre persone, ma ho almeno la scelta di potermi prendere un the caldo o un panino dopo o durante una lunga e faticosa escursione, magari fare due chiacchere improvvisate con altri avventori, la maggior parte dei quali (non tutti, ma molti) sono amanti della montagna come me...o semplicemente sedermi su una panca di legno e riposarmi un po'.
Non riesco a immaginarmi il Gran Sasso senza il Franchetti o il Duca degli Abruzzi, tra l'altro entrambi gestiti alla grande da gente in gamba e preparata, pronta ad accoglierti e rifocillarti..cosi' come non riesco a immaginarmelo senza il Garibaldi o il Bafile, per non parlare del Sebastiani al Velino e il suo "omonimo" sotto al Terminillo. Vogliamo inoltre ricordarci del Pelino sul Monte Amaro, "pronto" a farti riposare magari dopo l'estenuante salita dalla Direttissima? Potrei continuare con tanti altri esempi, famosi e non...ma l'aspetto che in assoluto rende i rifugi indispensabili e' che a volte rappresentano la differenza fra la vita e la morte quando imperversa una bufera di neve o un temporale.
 
il mio IMHO
sarò lapidario: "non sono i rifugi che aborro ma taluni che li frequentano".
certa gente dovrebbe REALMENTE restarsene a casa, e ci metto anche il carico, "perchè non ha diritto di godersi la natura"!
piccolo esempio: escursione al bosco di malabotta, area cosiddetta di ristoro, arriviamo da un'escursione nel centro della riserva e troviamo tribù di merenderos con stereo a palla e sportelli dell'auto (chissà si sentiva piano) aperti.
così mentre noi finivamo di arrostire la carne, loro ancora armeggiavano con fogli di giornale e bottiglia di alcool. totalmente impreparati a vivere il bosco, ma questo mi andrebbe benissimo perchè tutti abbiamo iniziato.
ma se vuoi ascoltare la radio, caro mio, non ci rompere i cogl... e restatene a casa!!!!
eh si... lo spyro e burbero ma già lo sapete :)
 
Stavo cercando le parole giuste per spiegare il mio punto di vista e le ha trovate @Tersite :).

Ci sono rifugi e rifugi, alcuni impattanti e fuori contesto (sono di solito i più attivi e forzatamente facili da raggiungere) mentre altri sono più discreti e accoglienti.

Non ho una grande esperienza di "rifugismo", come ho già scritto, le mie frequentazioni si limitano campi autogestiti, però, qui sui Sibillini, ho notato (e si può vedere in alcune mie escursioni) che stanno ristrutturando svariati casolari ad uso (penso) di bivacco e di ricovero per pastori.

Per il momento queste strutture (alcune hanno la fontana esterna e un camino con un po di legna all'interno, altre neanche quello) non mi sembrano né fuori luogo né invasive.

Questo per dire che, secondo me, non è la costruzione in se ad essere fastidiosa ma tutto quello che c'è intorno
 
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