- Parchi delle Marche
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- Parco Nazionale dei Monti Sibillini
Dati
Data: 31 gennaio 2018
Regione e provincia: marche, macerata
Località di partenza: monti sibillini, frontignano di ussita, hotel felicita
Località di arrivo: idem
Tempo di percorrenza: 4 ore
Descrizione delle difficoltà: neve, pendenze, ramponi utili, scarsa visibilità, vento
Periodo consigliato: inverno
Segnaletica: assente
Accesso stradale: visso, ussita, frontignano
Descrizione
non ero più tornato sui sibillini dopo il terremoto, così ho approfittato di una piccola apertura delle previsioni organizzando una fuga in giorno feriale. Sveglia alle 6, arrivo a foligno, prendo la superstrada per civitanova, esco a muccia, con qualche angoscia attraverso le macerie di pieve torina, arrivo a visso, salgo di corsa verso ussita. Si tratta di un paese fantasma. lontano troneggia il monte bove
a destra del bove, in fondo, la piramide del monte bicco
salgo a frontignano e arrivo all'hotel felicita, panorama sul bove
questo è lo sguardo verso il monte bicco, a destra dell'hotel l'itinerario di salita
salendo sulla pista selvapiana
lo sguardo verso l'alto, verso il bicco, a sinistra la seggiovia
in cima al canalone, risalgo verso Jacci di Bicco
in alto il bicco è già tra le nuvole, per oggi niente cresta, scenderò in val di bove (da qui a sinistra)
questo è il cristo delle nevi a jacci di bicco
da qui si traversa a sinistra, verso nord, su quella che in estate è una strada ed ora si percorre in sicurezza con i ramponi, in basso a pochi metri i camosci ci guardano
imperturbabili
arrivo alle selletta che porta in val di bove insieme a due simpatici anconetani incontrati in questo deserto;
all'estrema destra in alto si intravede in mezzo alle nuvole ciò che resta della funivia, espressione della dabbenaggine dell'uomo (è stata aperta in tutto una manciata di giorni)
scendo tranquillamente in val di bove ramponi ai piedi
abbozzo un selfie verso il bicco che incombe, sulla sinistra area di distacco di frana
da qui si percorre tutta la val di bove, faticosa ed ingombra di massi crollati con le scosse di terremoto, e si ritorna al felicita. Salgo in auto al passo di frontignano lungo la strada che scende a castelsantangelo e scatto queste foto verso il bove, sinistra la strada che conduce al rifugio del fargno (ora chiusa)
che cosa mi rimane? una grande tristezza nel vedere la desertificazione e l'abbandono, appena un pò di contentezza nel rivedere posti a me così cari. Bisognerà riflettere su quale potrà essere il futuro di questi luoghi straordinari.
P.S. A proposito ho scoperto poi che il tragitto in val di bove è interdetto per rischio di crolli
Data: 31 gennaio 2018
Regione e provincia: marche, macerata
Località di partenza: monti sibillini, frontignano di ussita, hotel felicita
Località di arrivo: idem
Tempo di percorrenza: 4 ore
Descrizione delle difficoltà: neve, pendenze, ramponi utili, scarsa visibilità, vento
Periodo consigliato: inverno
Segnaletica: assente
Accesso stradale: visso, ussita, frontignano
Descrizione
non ero più tornato sui sibillini dopo il terremoto, così ho approfittato di una piccola apertura delle previsioni organizzando una fuga in giorno feriale. Sveglia alle 6, arrivo a foligno, prendo la superstrada per civitanova, esco a muccia, con qualche angoscia attraverso le macerie di pieve torina, arrivo a visso, salgo di corsa verso ussita. Si tratta di un paese fantasma. lontano troneggia il monte bove
a destra del bove, in fondo, la piramide del monte bicco
salgo a frontignano e arrivo all'hotel felicita, panorama sul bove
questo è lo sguardo verso il monte bicco, a destra dell'hotel l'itinerario di salita
salendo sulla pista selvapiana
lo sguardo verso l'alto, verso il bicco, a sinistra la seggiovia
in cima al canalone, risalgo verso Jacci di Bicco
in alto il bicco è già tra le nuvole, per oggi niente cresta, scenderò in val di bove (da qui a sinistra)
questo è il cristo delle nevi a jacci di bicco
da qui si traversa a sinistra, verso nord, su quella che in estate è una strada ed ora si percorre in sicurezza con i ramponi, in basso a pochi metri i camosci ci guardano
imperturbabili
arrivo alle selletta che porta in val di bove insieme a due simpatici anconetani incontrati in questo deserto;
all'estrema destra in alto si intravede in mezzo alle nuvole ciò che resta della funivia, espressione della dabbenaggine dell'uomo (è stata aperta in tutto una manciata di giorni)
scendo tranquillamente in val di bove ramponi ai piedi
abbozzo un selfie verso il bicco che incombe, sulla sinistra area di distacco di frana
da qui si percorre tutta la val di bove, faticosa ed ingombra di massi crollati con le scosse di terremoto, e si ritorna al felicita. Salgo in auto al passo di frontignano lungo la strada che scende a castelsantangelo e scatto queste foto verso il bove, sinistra la strada che conduce al rifugio del fargno (ora chiusa)
che cosa mi rimane? una grande tristezza nel vedere la desertificazione e l'abbandono, appena un pò di contentezza nel rivedere posti a me così cari. Bisognerà riflettere su quale potrà essere il futuro di questi luoghi straordinari.
P.S. A proposito ho scoperto poi che il tragitto in val di bove è interdetto per rischio di crolli