Piede cavo e plantari

Buongiorno a tutti. Non sapevo dove inserire questa discussione e spero di averla messa nel posto giusto
Allora veniamo a noi: ad agosto di quest' anno dopo una lunghissima escursione su sentiero particolarmente difficile per il dislivello di 1200 metri in pochissimo percorso ho accusato un dolore al piede sinistro, sulla parte anteriore, diciamo all' altezza dell' attaccatura dell' alluce, il primo metatarso.
Dopo circa una settimana il dolore sembrava essere scomparso, ma il piede risultava ancora gonfio e di colore rosso, viola. Ho ripreso a lavorare e il dolore è tornato fuori, così il mio medico, dopo avermi visitato, mi disse che era tendinite. L' estensore dell' alluce infiammato.
Dopo una settimana di riposo son tornato a lavoro, e dopo pochi giorni, il piede si è nuovamente gonfiato e mi faceva male. Allora abbiamo fatto accertamenti.
Dall' ecografia risultava una possibile microfrattura da stress. I raggi non hanno trovato nulla.
Poi, dopo una ventina di giorni sono riuscito a fare una risonanza, esito: piccola frattura del primo metatarso.
Ora sono da circa 20 giorni a riposo e sono andato a fare una visita fisiatrica.
Il fisioterapista mi ha detto che ho i piedi cavi e in pratica scarico tutto il peso sulla parte anteriore, e per questo si è verificata la microfrattua, dopo un grande "stress" della parte.
Mi ha consigliato l' uso di plantari. Sono andato in un negozio di ortopedia dove li fanno anche su misua, con il calco dei piedi.
Ho deciso di prenderli.
Voi avete avuto mai problemi di questo tipo, o esperienze analoghe?
 
Ciao. Ho un amico che soffriva in escursione di mal di piedi ( nonsaprei essere più preciso). H fatto una visita dal podologo che gli ha preso l'impronta dei piedi e fatto un plantare su misura. Il dolore è completamente scomparso ed il mio amico è escursionisticamente rinato :) Auguro anche a te la stessa riuscita.
 
Buongiorno a tutti. Non sapevo dove inserire questa discussione e spero di averla messa nel posto giusto
Allora veniamo a noi: ad agosto di quest' anno dopo una lunghissima escursione su sentiero particolarmente difficile per il dislivello di 1200 metri in pochissimo percorso ho accusato un dolore al piede sinistro, sulla parte anteriore, diciamo all' altezza dell' attaccatura dell' alluce, il primo metatarso.
Dopo circa una settimana il dolore sembrava essere scomparso, ma il piede risultava ancora gonfio e di colore rosso, viola. Ho ripreso a lavorare e il dolore è tornato fuori, così il mio medico, dopo avermi visitato, mi disse che era tendinite. L' estensore dell' alluce infiammato.
Dopo una settimana di riposo son tornato a lavoro, e dopo pochi giorni, il piede si è nuovamente gonfiato e mi faceva male. Allora abbiamo fatto accertamenti.
Dall' ecografia risultava una possibile microfrattura da stress. I raggi non hanno trovato nulla.
Poi, dopo una ventina di giorni sono riuscito a fare una risonanza, esito: piccola frattura del primo metatarso.
Ora sono da circa 20 giorni a riposo e sono andato a fare una visita fisiatrica.
Il fisioterapista mi ha detto che ho i piedi cavi e in pratica scarico tutto il peso sulla parte anteriore, e per questo si è verificata la microfrattua, dopo un grande "stress" della parte.
Mi ha consigliato l' uso di plantari. Sono andato in un negozio di ortopedia dove li fanno anche su misua, con il calco dei piedi.
Ho deciso di prenderli.
Voi avete avuto mai problemi di questo tipo, o esperienze analoghe?

ciao, a me era capitata una cosa simile parecchi anni fa: microfrattura al mignolo, da allora ho preso solo scarpe molto ammortizzate e con quello ho risolto. da qui il problema di trovare scarpe da trekking adatte. con i sottopiedi è sempre un pò un problema visto che non sempre si adattano bene alla scarpa: usandone parecchi modelli mi servirebbe un sottopiede per ogni scarpa o quasi.

per i periodi non freddi con scarpe da corsa o geox ho risolto. per la stagione fredda è sempre un pò un'impresa ognai volta che il modello di turno trovato con tanta fatica si consuma e devo cambiarlo
 
Buonasera a tutti. A distanza di mesi da quel presunto infortunio vedo la fine del tunnel. In questo periodo, da dopo la risonanza, il mio piede non è tornato come prima, anzi.
A novembre ho fatto un ciclo di infiltrazioni a base di cortisone con dei risultati abbastanza buoni, infatti i primi di dicembre mi son anche concesso una bella escursione.
A metà marzo sono tornato al punto di partenza senza far praticamente nulla: mi risveglio con il piede dolorante e infiammato. Sul momento mi ricordo di aver fatto un incubo e aver dato un calcio al materasso e do la colpa a quello. Contatto subito il fisiatra che mi toglie liquido sinoviale, 1cc tra il primo metatarso e la falange e poi mi fà una nuova infiltrazione di cortisone.
Però mi mette un dubbio in testa, mi parla di gotta. Mi dice fatti gli esami per l' acido urico che forse è quella.
Il tempo passa e il mio piede migliora ma non torna come l' altro, ci son giorni meglio, altri peggio.
Il mio medico escludeva la possibilità di gotta.
La scorsa settimana sono tornato punto e a capo: piede gonfio e arrossato senza aver fatto nulla. Mi son fatto fare l' impegnativa per gli esami del sangue e... ho l' acido urico fuori dai valori in positivo, quindi trattasi di gotta. Ora ho iniziato le cure per questo disturbo del metabolismo e vedo già molti benefici.
Volevo solo rendervi partecipi di quello che mi è successo che magari può aiutare qualcuno.
 
Seguendo il tuo filo di condivisione ti passo una mia esperienza : in riferimento a dolori artrotici non cronicizzati, ho 58 anni, nei miei trekking sotto l'acqua, il mio ginocchio si fa sentire.
Allora indosso una ginocchiera in lana, sono attento a non prendere sia il caffè che le patate,e soprattutto bevo un infuso di rosmarino gr 20, in 400 ml di acqua, per 20 giorni.
Occhio non più di 20 gr di rosmarino.
Una volta che avrai rispettato la terapia medica per la gotta, non dimenticare quanto ti ho passato.
In bocca al lupo ☺.
 
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