- Parchi d'Abruzzo
-
- Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga
Dati
Data: 30/06/2012
Regione e provincia: Abruzzo - L'Aquila, Teramo
Località di partenza: Campo Imperatore
Località di arrivo: Campo Imperatore
Tempo di percorrenza: 7ore e 30min soste comprese
Chilometri: circa 10
Grado di difficoltà: EE
Descrizione delle difficoltà: passaggi di I e II grado
Periodo consigliato: credo sempre
Segnaletica: ottima
Dislivello in salita: circa 850m
Dislivello in discesa: idem
Quota massima: 2533m
Accesso stradale: A24 uscita Assergi e da qui prendere la SR17bis per Campo Imperatore
Descrizione
Valerio è una gradevolissima persona, incontrata grazie a quel magnifico strumento di conoscenza e di condivisione che è questo forum.
Insieme abbiamo concordato questo trekking, un po' più spinto verso l'aspetto alpinistico rispetto alle nostre consuete passeggiate. Insomma, interesse comune era quello di sperimentare un percorso che fosse al di là del poco chiaro limite superiore dell'escursionismo ma al di qua dell'altrettanto indefinito limite inferiore dell'alpinismo. Considerando che, a quanto pare, quando si parla di "gradi di arrampicata" si entra ufficialmente nella sfera alpinistica e vista la classifica delle difficoltà da noi affrontate e (brillantemente ) superate, direi che lo scopo è stato pienamente raggiunto!
Bando alle ciance: appuntamento alle 5:00 a Valmontone. Siamo a Campo Imperatore alle 7:00. Già dall'autostrada il Gran Sasso fa bella mostra di sé ma è solo quando si entra nella piana di Campo Imperatore che si capisce che ci si trova nel punto di massima espressione di tutto l'Appennino.
Classicissima foto del Corno Grande da Campo Imperatore, ma come si fa a non metterla?
Partiamo alle 7:10 e imbocchiamo il sentiero verso W che taglia a mezza costa il verde e liscio pendio sud del M.Portella. Intanto spunta il Cefalone, invisibile dal parcheggio di Campo Imperatore. Quella è la nostra meta.
Il percorso è pacifico ma tra noi riflettiamo quanto possa essere pericoloso d'inverno, quando questo pascolo pendente e smisurato si trasforma in uno scivolo senza fine.
Salendo impercettibilmente si incontra il sentiero che sale da Assergi in località Passo del Lupo. Noi proseguiamo per il Passo della Portella e oltre.
Ora il Cefalone appare magnifico sopra i salti rocciosi del versante sud.
Primo avvistamento della giornata: un camoscio ci guarda con sospetto da posizione dominante.
Dopo quasi un'oretta e 200m di dislivello arriviamo al valico dal quale scenderemo verso N, lasciando la dorsale principale. Da qui si alza il sipario su un mondo finora nascosto alla vista. Il Pizzo d'Intermésoli 2635m domina con la sua mole smisurata la Val Maone che scivola giù ripida verso la Valle del Vomano. Altri ambienti, altri panorami, altre storie da vivere, un giorno.
E finalmente anche il Cefalone ci mostra il suo lato più severo e, forse, tra i più sottovalutati dai frequentatori del Gran Sasso: l'elegante parete est, caratterizzata da un perfetto allineamento di stratificazioni.
Con le nostre digitali ci divertiamo a zoomare sulla cresta dentellata che ci vedrà impegnati entro poco.
Dalla sella si scende per un infame ghiaione, ripido, scomodo e scivoloso. Rischiamo la caduta più volte.
Fiori tra le pietre.
Dedicato a...una persona che ama molto le roccette e le pietre
Scesi di quota all'interno dell'alta Val Maone, transitiamo ora proprio sotto la parete est del Cefalone che ci sottomette con la sua immensità. Alla sua base si trovano "sassolini" grossi come case
Delizioso accoppiamento tra un ginepro e questo bel fiore.
Sempre la est del Cefalone: stavolta mi cattura l'attenzione la fantastica cengia erbosa che la percorre per intero a mezza altezza. Nella mente già mi immagino di poterla percorrere prima o poi.
Dopo essere scesi e aver perso circa 200m di dilivello, si risale ripidamente alla Sella del Cefalone 2320m, attigua alla più celebre Sella dei Grilli. In questo punto ci troviamo a poca distanza dall'Intermésoli e prossimi al Cefalone stesso. Sono circa le 9:00.
Guardando a S si ha davanti la cresta da percorrere.
Un eroe solitario va a sfidare l'Intermésoli.
Orchidee (?) lungo il percorso di cresta con il Pizzo Cefalone dietro.
Guardando ad E si capisce pressappoco il percorso sinora intrapreso. E' chiara la difficile discesa dal ghiaione.
Finalmente dopo essere saliti ulteriormente si arriva all'attacco del tratto di arrampicata. I bolli rossi sono inequivocabili: si deve imboccare questo canalino roccioso classificato di I grado.
Al termine del canalino, ecco Valerio impegnato nel superamento di uno sperone roccioso di I+. Anche se le difficoltà sono minime la concentrazione è massima.
Intanto non si può non menzionare un altro protagonista dei paesaggi di questa giornata: il M.Corvo 2623m. Il Venacquaro è tra gli ambienti più desolati che abbia mai visto.
Si prosegue tra facili e non esposte roccette.
Verso N ecco la cresta percorsa: da un lato semplice ed erbosa, dall'altro un unico salto di roccia.
Le difficoltà ormai sono quasi al termine. L'ultima è una paretina di II grado, un poco esposta, proprio sotto la vetta. Valerio, che ha in attivo esperienze nel bouldering, saggia semrpe più volte la roccia con le mani prima di affidarsi ad essa.
Eccoci in cima! Sono le 9:50, ci abbiamo messo 2h e 40min da Campo Imperatore
Ed ecco la placchetta metallica dell'IGM.
Dalla vetta il Corno Grande spadroneggia, quasi a voler ricordare chi è che comanda qui
Corno Piccolo 2655m con il suo profilo un po' buffo.
Cima dell'Intermésoli dalla cima del Cefalone
Croce di vetta e il M.Corvo dietro.
Una mia foto. Sotto di me, 1500m più in basso, c'è Assergi e si snoda sinuosa la linea dell'A24.
La via di salita è stata divertente ma più breve di quel che ci aspettavamo. Data l'ora mattutina e la nostra voglia di altre roccette da afferrare con le mani, decidiamo di percorrere la cresta delle Malecoste verso W, fino alla Cima Giovanni Paolo II. Ci rimettiamo perciò in marcia.
La cresta in questo tratto si presenta sconvolta e tormentata da guglie e placche rocciose che si accavallano. Affatto banale da percorrere e in alcuni tratti anche un po' esposta.
Valerio sulla cresta
Siamo ormai sotto la cima Giovanni Paolo II che appare tutt'altro che abbordabile, vista da qui. La croce sulla vetta è alta un paio di metri.
Per guadagnare la cima ci si deve infilare in un buco angusto, creato da un masso rimasto appoggiato sulle altre rocce. Noi ci leviamo lo zaino e passiamo.
La cima è alta 2424m. Il panorama è simile a quanto visto dal Cefalone. Ci intratteniamo un po' e poi torniamo.
Sulla cresta si trovano belle manifestazioni botaniche: ecco una "sfera floreale"
Il sentiero che riconduce a Campo Imperatore sembra una linea tracciata a mano in modo grossolano sopra un foglio d'erba.
Finalmente i due Corni non si trovano più in posizione di controluce ed è dunque possibile fotografarli in condizioni ideali. E' perfetta la loro strutturazione, il Piccolo a complemento del Grande il quale, senza, avrebbe un aspetto troppo preponderante e spavaldo, certamente peggiore.
Arrivati al Passo della Portella 2260m decidiamo di dirigerci verso il Rifugio Duca degli Abruzzi 2388m, giusto per non farci mancare niente. Il sole picchia duro e questa scelta, non obbligatoria, ci costerà molto altro sudore! Ma arriviamo al rifugio per le 13:15 circa e mangiamo e beviamo di gusto.
Dopo aver fatto rifornimento allo stomaco riscendiamo a Campo Imperatore per ampi e comodi tornanti.
Ritornando verso l'A24 il Corno Grande ci regala un ultimo saluto dall'alto dei suoi 2912m.
Bella giornata davvero e ottima compagnia
Sono in attesa ora delle foto di Valerio
Data: 30/06/2012
Regione e provincia: Abruzzo - L'Aquila, Teramo
Località di partenza: Campo Imperatore
Località di arrivo: Campo Imperatore
Tempo di percorrenza: 7ore e 30min soste comprese
Chilometri: circa 10
Grado di difficoltà: EE
Descrizione delle difficoltà: passaggi di I e II grado
Periodo consigliato: credo sempre
Segnaletica: ottima
Dislivello in salita: circa 850m
Dislivello in discesa: idem
Quota massima: 2533m
Accesso stradale: A24 uscita Assergi e da qui prendere la SR17bis per Campo Imperatore
Descrizione
Valerio è una gradevolissima persona, incontrata grazie a quel magnifico strumento di conoscenza e di condivisione che è questo forum.
Insieme abbiamo concordato questo trekking, un po' più spinto verso l'aspetto alpinistico rispetto alle nostre consuete passeggiate. Insomma, interesse comune era quello di sperimentare un percorso che fosse al di là del poco chiaro limite superiore dell'escursionismo ma al di qua dell'altrettanto indefinito limite inferiore dell'alpinismo. Considerando che, a quanto pare, quando si parla di "gradi di arrampicata" si entra ufficialmente nella sfera alpinistica e vista la classifica delle difficoltà da noi affrontate e (brillantemente ) superate, direi che lo scopo è stato pienamente raggiunto!
Bando alle ciance: appuntamento alle 5:00 a Valmontone. Siamo a Campo Imperatore alle 7:00. Già dall'autostrada il Gran Sasso fa bella mostra di sé ma è solo quando si entra nella piana di Campo Imperatore che si capisce che ci si trova nel punto di massima espressione di tutto l'Appennino.
Classicissima foto del Corno Grande da Campo Imperatore, ma come si fa a non metterla?
Partiamo alle 7:10 e imbocchiamo il sentiero verso W che taglia a mezza costa il verde e liscio pendio sud del M.Portella. Intanto spunta il Cefalone, invisibile dal parcheggio di Campo Imperatore. Quella è la nostra meta.
Il percorso è pacifico ma tra noi riflettiamo quanto possa essere pericoloso d'inverno, quando questo pascolo pendente e smisurato si trasforma in uno scivolo senza fine.
Salendo impercettibilmente si incontra il sentiero che sale da Assergi in località Passo del Lupo. Noi proseguiamo per il Passo della Portella e oltre.
Ora il Cefalone appare magnifico sopra i salti rocciosi del versante sud.
Primo avvistamento della giornata: un camoscio ci guarda con sospetto da posizione dominante.
Dopo quasi un'oretta e 200m di dislivello arriviamo al valico dal quale scenderemo verso N, lasciando la dorsale principale. Da qui si alza il sipario su un mondo finora nascosto alla vista. Il Pizzo d'Intermésoli 2635m domina con la sua mole smisurata la Val Maone che scivola giù ripida verso la Valle del Vomano. Altri ambienti, altri panorami, altre storie da vivere, un giorno.
E finalmente anche il Cefalone ci mostra il suo lato più severo e, forse, tra i più sottovalutati dai frequentatori del Gran Sasso: l'elegante parete est, caratterizzata da un perfetto allineamento di stratificazioni.
Con le nostre digitali ci divertiamo a zoomare sulla cresta dentellata che ci vedrà impegnati entro poco.
Dalla sella si scende per un infame ghiaione, ripido, scomodo e scivoloso. Rischiamo la caduta più volte.
Fiori tra le pietre.
Dedicato a...una persona che ama molto le roccette e le pietre
Scesi di quota all'interno dell'alta Val Maone, transitiamo ora proprio sotto la parete est del Cefalone che ci sottomette con la sua immensità. Alla sua base si trovano "sassolini" grossi come case
Delizioso accoppiamento tra un ginepro e questo bel fiore.
Sempre la est del Cefalone: stavolta mi cattura l'attenzione la fantastica cengia erbosa che la percorre per intero a mezza altezza. Nella mente già mi immagino di poterla percorrere prima o poi.
Dopo essere scesi e aver perso circa 200m di dilivello, si risale ripidamente alla Sella del Cefalone 2320m, attigua alla più celebre Sella dei Grilli. In questo punto ci troviamo a poca distanza dall'Intermésoli e prossimi al Cefalone stesso. Sono circa le 9:00.
Guardando a S si ha davanti la cresta da percorrere.
Un eroe solitario va a sfidare l'Intermésoli.
Orchidee (?) lungo il percorso di cresta con il Pizzo Cefalone dietro.
Guardando ad E si capisce pressappoco il percorso sinora intrapreso. E' chiara la difficile discesa dal ghiaione.
Finalmente dopo essere saliti ulteriormente si arriva all'attacco del tratto di arrampicata. I bolli rossi sono inequivocabili: si deve imboccare questo canalino roccioso classificato di I grado.
Al termine del canalino, ecco Valerio impegnato nel superamento di uno sperone roccioso di I+. Anche se le difficoltà sono minime la concentrazione è massima.
Intanto non si può non menzionare un altro protagonista dei paesaggi di questa giornata: il M.Corvo 2623m. Il Venacquaro è tra gli ambienti più desolati che abbia mai visto.
Si prosegue tra facili e non esposte roccette.
Verso N ecco la cresta percorsa: da un lato semplice ed erbosa, dall'altro un unico salto di roccia.
Le difficoltà ormai sono quasi al termine. L'ultima è una paretina di II grado, un poco esposta, proprio sotto la vetta. Valerio, che ha in attivo esperienze nel bouldering, saggia semrpe più volte la roccia con le mani prima di affidarsi ad essa.
Eccoci in cima! Sono le 9:50, ci abbiamo messo 2h e 40min da Campo Imperatore
Ed ecco la placchetta metallica dell'IGM.
Dalla vetta il Corno Grande spadroneggia, quasi a voler ricordare chi è che comanda qui
Corno Piccolo 2655m con il suo profilo un po' buffo.
Cima dell'Intermésoli dalla cima del Cefalone
Croce di vetta e il M.Corvo dietro.
Una mia foto. Sotto di me, 1500m più in basso, c'è Assergi e si snoda sinuosa la linea dell'A24.
La via di salita è stata divertente ma più breve di quel che ci aspettavamo. Data l'ora mattutina e la nostra voglia di altre roccette da afferrare con le mani, decidiamo di percorrere la cresta delle Malecoste verso W, fino alla Cima Giovanni Paolo II. Ci rimettiamo perciò in marcia.
La cresta in questo tratto si presenta sconvolta e tormentata da guglie e placche rocciose che si accavallano. Affatto banale da percorrere e in alcuni tratti anche un po' esposta.
Valerio sulla cresta
Siamo ormai sotto la cima Giovanni Paolo II che appare tutt'altro che abbordabile, vista da qui. La croce sulla vetta è alta un paio di metri.
Per guadagnare la cima ci si deve infilare in un buco angusto, creato da un masso rimasto appoggiato sulle altre rocce. Noi ci leviamo lo zaino e passiamo.
La cima è alta 2424m. Il panorama è simile a quanto visto dal Cefalone. Ci intratteniamo un po' e poi torniamo.
Sulla cresta si trovano belle manifestazioni botaniche: ecco una "sfera floreale"
Il sentiero che riconduce a Campo Imperatore sembra una linea tracciata a mano in modo grossolano sopra un foglio d'erba.
Finalmente i due Corni non si trovano più in posizione di controluce ed è dunque possibile fotografarli in condizioni ideali. E' perfetta la loro strutturazione, il Piccolo a complemento del Grande il quale, senza, avrebbe un aspetto troppo preponderante e spavaldo, certamente peggiore.
Arrivati al Passo della Portella 2260m decidiamo di dirigerci verso il Rifugio Duca degli Abruzzi 2388m, giusto per non farci mancare niente. Il sole picchia duro e questa scelta, non obbligatoria, ci costerà molto altro sudore! Ma arriviamo al rifugio per le 13:15 circa e mangiamo e beviamo di gusto.
Dopo aver fatto rifornimento allo stomaco riscendiamo a Campo Imperatore per ampi e comodi tornanti.
Ritornando verso l'A24 il Corno Grande ci regala un ultimo saluto dall'alto dei suoi 2912m.
Bella giornata davvero e ottima compagnia
Sono in attesa ora delle foto di Valerio
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