- Parchi delle Marche
-
- Parco Nazionale dei Monti Sibillini
Dati
Data: 23 luglio 2023
Regione e provincia: Marche, Macerata
Località di partenza: Pintura di Bolognola
Località di arrivo: Pintura di Bolognola
Tempo di percorrenza: 5:15 h soste escluse
Chilometri:17.8 km
Grado di difficoltà: EE
Descrizione delle difficoltà: un breve passaggio di II (evitabile), qualche passaggio lievemente esposto
Periodo consigliato: primavera, estate, autunno
Segnaletica: limitata
Dislivello in salita: 1.060 mt
Dislivello in discesa: 1.060 mt
Quota massima: 2.259 mt
Accesso stradale: Pintura di Bolognola è raggiungibile da Sassotetto provenendo da Sarnano e da Bolognola provenendo da Fiastra
Traccia GPS: https://www.avventurosamente.it/xf/pagine/mappa/?do=loadmarker&id=8680
Ultimamente sto seguendo con molto interesse la sezione “escursioni” del forum, così ho deciso di cimentarmi anch’io. L’escursione che presento è una classica dei Sibillini, niente di nuovo quindi, l’unica variante è una semplice ma ripida cresta che risale il versante SUD del Pizzo Tre Vescovi per giungere in vetta in maniera alternativa rispetto al sentiero classico. La seconda vetta è quella del Pizzo Berro. Se si arriva fino qui, la cima della Priora sarebbe quasi d’obbligo, ma in settimana sono stato poco bene e non mi sentivo in formissima.
Ho fatto poche foto e ho preferito pubblicare un video, sperando di non annoiare nessuno...
Descrizione
Mi sveglio di buon’ora, in questo periodo il caldo è veramente insopportabile e si fa fatica a dormire. Arrivo a Pintura di Bolognola alle 8, un caffè, gli scarponi e alle 8.20 sono in cammino. Il tempo è buono, solo qualche nuvola lontano all’orizzonte, ma tanta umidità: per fortuna un po’ di vento a rendere il clima piacevole. Risalgo la strada bianca che porta alla Forcella del Fargno, ancora chiusa alle auto (ma va bene così) e arrivo alla base del sentiero che sale ripido sulla sinistra alla Forcella Bassete. Da qui procedo in direzione del Pizzo Tre Vescovi, supero la valle della Pescolletta alla mia sinistra e, quando il sentiero (CAI 241) volta bruscamente a destra, continuo sulla linea di cresta che risale in direzione ovest.
La salita è ripida, a tratti faticosa, fino a uno sperone roccioso con un passaggio di II grado, aggirabile seguendo il pendio sul lato destro. Superato l’ostacolo, la pendenza inizia a diminuire e in breve raggiungo la cima del Pizzo Tre Vescovi.
Una breve sosta per recuperare le energie mangiando qualcosa e ammirare il sempre splendido panorama verso la parete rocciosa del Monte Bove, quindi riprendo il sentiero CAI 273 che scende sulla cresta SUD fino alla Forcella Angagnola. La prospettiva da qui fa apparire il Pizzo Berro come inavvicinabile, ricordo quando lo vidi per la prima volta tanti anni fa pensando che fosse impossibile salirci sopra. Invece il sentiero prosegue con pendenze mai troppo impegnative, a volte impervio, sdrucciolevole, con qualche passaggio esposto ma fattibile ! Sulla destra il meraviglioso colpo d’occhio sulla Val di Panico e, più avanti, sulla Valle della Vipera; sullo sfondo l’affilata cresta di Forca della Cervara.
Supero un paio di tornanti e arrivo sul tratto in cui si scavalla, proseguendo sul versante EST della bellissima cresta. La vista si apre sulla maestosità della Regina, quella che forse è la mia montagna preferita sui Sibillini: il Monte Priora. Continuo il cammino fermandomi ogni 10 metri per una nuova foto o uno spezzone di video, alla ricerca dell’inquadratura migliore: alla fine sembreranno tutte uguali, ma quando si è lì è impossibile non rimanere affascinati e volersi “portare a casa” la montagna !
Raggiungo il Pizzo Berro alle 12.20 circa, con il vento che si fa sempre più imperioso. Il panorama qui è veramente splendido, un punto baricentrico da cui si possono ammirare tutte le cime principali a 360°. Purtroppo l’umidità, nonostante il vento, limita la nitidezza e confonde le sagome delle vette più distanti, come quella del Vettore e del Pizzo del Diavolo, pur sempre evidenti e inconfondibili !
Mi godo il meritato “pranzetto” a base di cracker ai semi di zucca (!) e continuo a guardarmi attorno per una buona ora: ogni volta la sensazione è la stessa, non vorrei mai andare via ! Ma prima o poi bisogna farlo, quindi inizio la discesa verso la Forcella del Fargno, dove c’è sicuramente una birra ad aspettarmi. Percorro la linea di cresta, mi ricollego con il sentiero dell’andata e scendo verso Forcella Angagnola. Un camoscio riposa tra le rocce qualche metro più in basso, non sembra troppo disturbato del mio passaggio, sicuro della sua posizione e della mia impossibilità di arrivarci (vivo). Dalla forcella percorro il traverso che la collega con il rifugio, con il vento sempre più forte che costringe a prestare attenzione per non finire nel pendio.
Arrivo in breve al rifugio, è pieno in questa stagione e noto, finalmente, qualche pallido accenno di “ristrutturazione”: che sia la volta buona che qualcuno riesce a rendere giustizia alla maestosità di questo luogo ? Consumo la meritata, obbligatoria birra e comincio il rientro lungo la noiosa e interminabile strada bianca, in cui il vento si placa inesorabilmente lasciando spazio a un sole spietato che mi accompagna fino alla macchina.