Trekking Pollino e Sirino, tre giorni sui 2000 più a sud (1 pt.)

Parchi della Basilicata
  1. Parco Nazionale del Pollino
Dati

Data: 27/29 luglio 2021
Regione e provincia: Basilicata, Potenza
Località di partenza e arrivo: Colle dell'Impiso mt. 1573
Tempo di percorrenza a piedi: circa18 ore
Chilometri: 43 (38+5)
Grado di difficoltà: EE
Descrizione delle difficoltà: salite dure con il gran caldo e grande difficoltà nella gestione dell'acqua
Periodo consigliato: pri/est/aut
Segnaletica: presente, in alcuni punti anche tanta, in qualcuno essenziale però addirittura assente
Dislivello in salita: 3000 mt. (2500+500)
Dislivello in discesa: 2900 mt. (2400 +500)
Quota massima: 2267 mt.
Accesso stradale: uscita A3 Borgo Laino



Descrizione

Una bellissima tre giorni alla scoperta dei massicci del Pollino (principalmente) e Sirino complice la rincorsa ai 2000.
Montagne di cui sapevo poco o niente ma che durante la preparazione del trekking ho cominciato a conoscere sempre meglio per poi permettermi di avventurarmici da solo, cosa che peraltro mi stuzzica parecchio.
A questo proposito voglio mandare un grandissimo GRAZIE al gentilissimo collega Kallaghan che mi ha passato info fondamentali per la due giorni sul Pollino, Silvano sei un grandissimo, senza Pittacurc non ce l'avrei mai fatta!!

Ed allora provo a raccontare come è andata.

Mi sono appoggiato al paese di Rotonda sede del Parco del Pollino con arrivo nel pomeriggio non prima di essere andato in avanscoperta al Colle dell'Impiso per familiarizzare con i luoghi e soprattutto la tortuosa e bucata strada per arrivarci; poi mattina dopo alle 8 attacco subito alla prima cima prevista, il sentiero 920 è visibilissimo sulla destra, la salita è immediatamente e continuamente ripida, non ti dà tempo di carburare e la soffro tantissimo, prima nel bosco (dove mi ha ricordato la micidiale Rava dell'Avellana in Majella) e poi in cresta fino alla sua cima, un'ora e mezza come preventivato.
E sulla Serra del Prete ho la prima visuale completa del cuore del parco e di tutte le sue cime principali, ma soprattutto, guardando la strada da percorrere, realizzo che sarà veramente una impresa lunga e faticosa.
Con poco più di un'ora di comoda discesa sono al Piano Gaudolino, quattrocento metri più in basso di fronte al Pollino che da sotto e con il sole di mezzogiorno incute più di un timore, comunque sono rinfrancato per aver trovato la fonte dove caricare l'acqua che deve bastarmi per ancora una trentina di ore, spero....
....e con uno zaino pesantissimo attacco il monte Pollino (il cartello indica 2,10 ore e ce le vorranno tutte) dove faccio la conoscenza del pino loricato e dove il caldo e l'infinita salita mi costringono ad una lunga sosta ristoratrice in vetta; sono altri 500 metri ed insieme ai 600 della Serra del Prete, in pochissimi chilometri, costituiscono una accoppiata veramente micidiale.
La Serra Dolcedorme dal Pollino sembra un gigante lontanissimo, ma prima bisogna scendere al Colle Malevento la sella che divide le due montagne, trecento metri da scendere e immediatamente da risalire, stanchissimo e con la riserva d'acqua in caduta libera, dopo la settima ora sono arso e con la bocca asciuttissima.
Nel frattempo mi sono perso la Timpa di Valle Piana 2163mt., una cima di passaggio che se non la cerchi non la vedi, però la recupero al ritorno mentre scendo di nuovo al Malevento.
E qui cambio una parte del mio programma: invece di scendere al piano di Acquafredda (che mi permetterebbe l'indomani di attaccare subito la Serra delle Ciavole), decido di scendere dal Malevento sperando di incontrare qualcuno per poter cercare un po' di acqua; infatti anche se è abbastanza tardi, le 17,00, incontro un gruppo di scout che tornano all'Impiso con il loro gentilissimo capo che mi passa un buon mezzo litro di acqua, praticamente oro puro.
Il piano di Acquafredda lo raggiungo in pochi minuti il mattino successivo, acqua non ce n'è, solo qualche goccia che a malapena alimenta una mini pozzanghera ad uso delle mucche, ma incredibilmente perdo mezz'ora buona a cercare l'attacco del sentiero 942A nonostante GPS e cartina, e così salgo sulla Serra delle Ciavole sotto un sole già cocente che mi asseta ancora di più; in compenso ci sono un bel po' di esemplari di pino loricato e visuali mozzafiato.
La Serra delle Ciavole ha due cime, quella ufficiale e' la seconda e obbliga a qualche passo di arrampicata, uno dei quali lo valuto un mezzo primo grado, ed è di 2130 mt. Qui decido il secondo cambio di programma, ho bisogno di trovare la sorgente e mi spingo sul piano oltre la Grande Porta del Pollino verso l'estremità della Serra di Crispo dove grazie anche ad un gruppo scout di Metaponto (gentilissimo il loro capo) mi rifornisco a Pittacurc di una acqua spettacolare, e finalmente rinfrancato (sono quasi le 12) affronto la salita dal versante del bellissimo Giardino degli Dei, un naturale incantesimo botanico a 2000 metri fin ad arrivare alla vetta di Serra di Crispo, sesto ed ultimo 2000 del gruppo: ce l'ho fatta, sono soddisfatto, ma so che mi aspettano ancora piu' di tre ore per il rientro all'Impiso e con un sorprendente ancora buon passo mi avvio verso l'ultradesiderata birra al rifugio Fasanelli.

La mattina successiva sulla strada di ritorno a Lagonegro si lascia la A3 per la salita al lago Laudemio e da lì a vista sulla pista da sci ascesa al Monte del Papa 2005 mt.: escursione veloce e semplice sulla cima più elevata del gruppo del Sirino, in un ambiente simile purtroppo a tanti altri visti sull'Appennino Centrale e figli di uno sviluppo turistico che negli anni 70 ha coinvolto parecchie localita' montane, ahimè rimaste ora solo con i ricordi ed i cocci arrugginiti di impianti ormai obsoleti.
Ma è montagna vera e dalla cima il panorama è comunque stupendo.

E questo è quanto le mie forze, fisiche e mentali, mi hanno concesso nei giorni 27,28 e 29 luglio 2021 sulle montagne dell'Appennino meridionale.

l
 
Benvenuto all'inferno :D:D:D.No a parte gli scherzi con questo caldo io non mi sarei mai sognato di fare una cosa del genere(soffro terribilmente il caldo).Comunque paragonare la salita su Serra del Prete con la Rava dell'Avellana onora queste terre,a dimostrazione che il nostro Pollino,snobbato da molti che non lo conoscono per niente,oltre alla sua bellezza oppone ambienti selvaggi come non mai e difficoltà severe.Sono in procinto di fare a breve un'attraversata che penso non l'abbia fatta ancora nessuno ma........rigorosamente in notturna.....però aspetto qualche foto
 
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