Potabilizzare l'acqua

Però trovo che ogni argomento che possa anche solo lontanamente essere collegato ad un'eventuale vita in natura, possa essere interessante e utile.

Inoltre è sempre meglio conoscere più cose... che meno...


Infatti ho aperto la discussione proprio perché trovo l'argomento interessante. Sto programmando dei viaggi extraeuropei e penso che un filtro per l'acqua più le pastiglie svizzere me le porterei (non ho intenzione di fare l'occidentale con il portatore e le bottigliette d'acqua al seguito).
Quindi ben vengano i vari contributi, anzi, mi piacerebbe approfondire la discussione. Poi si può anche tentare una sintesi o un wiki, ma credo che la ricchezza del forum siano i thread partecipati come questo.

Quello che volevo far notare era il fatto che molti interventi si riferiscono alla potabilizzazione in ambito montano italiano e... l'Amunchina o il Micropur nell'acqua delle Alpi mi sembra veramente uno spreco (e non fa neppure bene alla salute).
 
S

Speleoalp

Guest
Io sinceramente quei prodotti li sento anche molto in bocca.... mi resta proprio tutto il giorno!! No,no. Per quanto mi riguarda continuerò a bere come ho sempre fatto e come hanno sempre fatto quelli prima di me, ahahah
 
La potabilizzazione dell'acqua è un argomento molto complesso e variegato poichè, concettualmente, qualsiasi cosa si potrebbe ritrovare nell'acqua e molte, o poche, di quelle "cose" possono essere nocive per l'uomo. Affrontarlo a 360 gradi comporta fare delle considerazioni che, obbiettivamente, possono anche sembrare cavolate (in certi contesti) ma ritengo che ognuno è libero di utilizzare il proprio grado di paranoia anche per quando uno va nel boschetto dietro casa (se uno si porta un frigo e l'armadio a quattro ante ...... che me frega ..... non me lo porto io).

Per potabilizzare l'acqua ci sono molti metodi (non professionali) perchè, di fatto, un metodo universale non esiste; ogni metodica ha i suoi pro ed i suoi contro in virtù del fatto che, ovviamente, un escursionista non si porta dietro un laboratorio per analizzare l'acqua e valutare "qualitativamente" e "quantitativamente" cosa c'è nell'acqua che si appresta a bere.

I metodi "meccanici" hanno il vantaggio di non modificare il sapore dell'acqua per cui se era "buona" rimane "buona", se faceva schifo continua a fare schifo, un filtro a carbone attivo può migliorare il sapore ma non fa miracoli. Ma hanno degli svantaggi sul lato selettivo poichè lavorano sulla dimensione di quello che si filtra e non sempre quello che può essere dannoso (che non equivale a dire che sicuramente c'è) ha le dimensioni del filtro, in alcuni casi possono anche essere più "piccoli" e, in quel caso, il filtro è del tutto inutile.

I metodi "chimici" hanno il vantaggio di fregarsene delle dimensioni ma agiscono sul fatto che se qualcosa "esiste" si crea un ambiente che rende inoffensivo quel qualcosa, lo svantaggio più palese è che lasciano l'acqua stile piscina. Certo se uno immagina di bere acqua inquinata è meglio bere acqua di piscina ma potabile che acqua gradevole ma che poi ti procura un cagotto (o peggio), ma ovviamente se invece l'acqua era "buona" trasformarla in piscina sarebbe come annacquare il vino solo perchè ad uno non piace il sapore del vino.

I metodi "termici" hanno il vantaggio teorico di quelli chimici e non alterano il sapore ma hanno svantaggi pratici derivanti dal tempo, dal fatto di disporre di un "combustibile" oltre che un contenitore adeguato e, ovviamente, non tutto quello che è dannoso è facile da rendere inoffensivo con il semplice calore.

Poi esistono i metodi che utilizzano una fonte "energetica" come è una lampada UV, non altera il sapore ed è più efficace probabilmente di quelli termici ma ovviamente necessita di tecnologia (ed un lampada UV, e relativa elettronica, è sicuramente molto più fragile che un accendino o un fiammifero), energia inoltre mentre quello chimico, alterando il sapore, quello termico con la temperatura, quello meccanico con l'attraversamento di un filtro (funzionale) mi permette di capire che ha fatto qualcosa (funzionato o meno è un altra casa) mentre una lampadina accesa non mi fornisce un ritorno tangibile (opinione mia).

Infine esistono i metodi "fisici" come l'osmosi inversa che ha il vantaggio, concettuale, che portato all'estremo può restituire materiale acqua distillata. Peccato che l'acqua distillata non presenta i sali minerali che invece sono fondamentali. Inoltre un apparecchio ad osmosi inversa pesa e costa parecchio.

Dopo di che ognuno è libero di fare quello che vuole ......

Può portarsi un filtro meccanico, pastiglie di cloro e gocce di iodio e trasformare acqua sorgiva in acqua che fa concorrenza al Gange o all'acqua della turca di uno stadio di calcio dopo il derby Roma-Lazio.

Può non portarsi niente e fidarsi delle proprie capacità e bere quello che ritiene opportuno e accettare il rischio di un cagotto (e magari rimarrà sempre solo un rischio).

O può essere una via di mezzo e sfruttare quello che la tecnologia offre quando ritiene che serva ed il semplice bicchiere/gavetta/borraccia quando la propria capacità gli dice che non c'è bisogno di altro.

Alla fine è come la ruota di scorta dell'auto ...... per me ..... averla non è indispensabile (la macchina usa quattro ruote e non cinque per viaggiare) ....... ma se una buca ? ..... certo con questo "pensiero" uno può finire che si porta dietro anche il frigo e l'incudine ed è pure in grado di "giustificarlo", indubbiamente ...... e allora ? ..... alla fine sarà "lui" (o "lei") che farà le sue considerazioni e deciderà che il frigo non gli serve perchè magari non riesce a fare due metri che deve fermarsi oppure cercherà altre soluzioni che gli diano la stessa sensazione di sicurezza perchè, sinceramente, per me, alla fine molte "cose" sono necessarie non tanto per la loro reale utilità ma per il grado di sicurezza che danno al "tizio" di turno e se devo fare una giornata, in qualsiasi ambiente, preferisco farla in un idoneo grado di "piacere" magari sacrificando il peso piuttosto che sacrificare tutto, ad esempio, in virtù del peso solo perchè altri fanno così o perchè il mio trisavolo faceva così.

Un esempio su tutti ...... il vino, per vivere, non è fondamentale ...... uno può vivere tranquillamente, e forse meglio, bevendo solo acqua ..... ma sai che tristezza :biggrin:

Un ultima considerazione, sapendo ed avendo la giusta esperienza, molte cose (gadget se volete) sono anche inutili poichè si è in grado di capire che si sta facendo una cavolata (o la cosa giusta) ma non tutti hanno quella esperienza ed, allora, quei "gadget" sono non solo utili ma indispensabili, inoltre anche i maestri, qualche volta, sbagliano ..... è raro ma mi dicono che a qualcuno è capitato :biggrin: ..... Chi ha che fare della "sicurezza sul lavoro", non chi la subisce, forse questo discorso l'avrà già sentito e fatto.

Ciao :), Gianluca
 
Ultima modifica:
I discorsi da fare sull'acqua sarebbero tanti ed ora ho sonno. Giusto due considerazioni pratiche:
- sulle Alpi e in molte zone Appenniniche ci sono numerose sorgenti. Se uno conosce bene le zone (e un "avventuroso" che cammina tanto, prima o poi dovrebbe conoscerle) non ha bisogno dei gadget perché sa dove rifornirsi di acqua buona. Inoltre la montagna non è disabitata: basta chiedere informazioni, ogni tanto.
- può capitare di fare lunghi trekking in zone in cui si deve bere da fonti decisamente "discutibili". Io non amo farlo (anche se, grazie all'acqua non trattata che bevevo da piccola sono ben immunizzata!). In questo caso si può valutare l'uso di un sistema di potabilizzazione. Ma, sinceramente, quante volte vi è capitato? A me, personalmente, poche. Più facile non trovare acqua del tutto (tipo in alcune zone sarde o sull'Etna, dove ci sarebbero anche delle cisterne, ma...).
- il discorso cambia decisamente nei viaggi extraeuropei: è molto più difficile individuare l'acqua sicura in zone che non conosciamo e anche la contaminazione può essere di diverso tipo. I filtri a carbone sono efficaci fino ad un certo punto e solo su alcuni contaminanti: siamo sicuri che in un territorio estraneo sia una buona idea affidarci a questo tipo di filtri senza saper "leggere" la provenienza dell'acqua? Quindi anche qui potrebbe essere utile avere un filtro meccanico o bollire, ma temo che ci si debba affidare sempre all'informazione reperita presso i locali sulla su cosa stiamo bevendo.


Però concedetemi un piccolo sfogo finale da vecchia zia: quanti sono quelli che possiedono strumenti di potabilizzazione che si sono effettivamente avventurati in zone in cui il rifornimento idrico era problematico? Quanti dei partecipanti a questa discussione possono dire di aver fatto trekking in cui era necessario l'uso combinato con i filtri a carbone? Io temo che molto spesso si discuta sul dato teorico perché lo si trova sui manuali di sopravvivenza (o nelle trasmissioni tv...) e si dimentichi poi quello che succede effettivamente nella pratica. Tant'è vero che, finché ho frequentato solo montanari senza utilizzare internet (vado in montagna da ben prima che la rete si popolasse di informazioni), i metodi di depurazione per me stavano solo su certe riviste d'avventura che li consigliavano per le spedizioni più estreme da cui il ritorno era comunque messo in forse da molteplici altri fattori!
 
3 semplici regole per l'acqua ovviamente ad uso escursionistico che escludono la presenza di inquinamento industriale
-Rapida osservazione sul luogo della fonte (se ci sono centri abitati a monte o allevamenti di bestiame)
Se è una sorgente puoi bere.
Se è un corso d'acqua (ruscello non fiume), stagno, lago o per eccesso di scrupolo, ecc
-Filtrazione
-Bollitura per almeno 10 minuti
e il gioco è fatto!
 
Però concedetemi un piccolo sfogo finale da vecchia zia: quanti sono quelli che possiedono strumenti di potabilizzazione che si sono effettivamente avventurati in zone in cui il rifornimento idrico era problematico?
Posso dirti la mia, quando ho iniziato ad andare in giro per le montagne non solo non esisteva internet ma neanche i cellulari (almeno non erano un qualcosa di massa ma solo dei ricconi), la televisione era ancora in bianco e nero e Heidi faceva ciao alle caprette.

Un filtro a carboni attivi neanche si sapeva cos'era, e anche se le pastiglie, ad esempio, di iodio, già esistevano o il più Italiano "Steridrolo" era già sul mercato non ne ho mai sentito la necessità ma per due semplici motivi.

Primo, in montagna ho iniziato ad andarci da solo molto più avanti, diciamo che sino ai vent'anni, bene o male, sono sempre andato insieme ad altri e spesso accompagnati da gente che, magari, aveva sulle spalle venti o trenta anni (o tutta la vita) di vita in mezzo alle montagne. Persone che nel tempo mi hanno insegnato molte cose che forse neanche nei libri si trovano (il primo, e forse unico, libro di sopravvivenza "commerciale" l'ho letto forse due anni fa), per cui, mi hanno trasferito la cultura del posto e fra questa cultura anche la capacità, e la fiducia, nel posto stesso oltre che nelle proprie capacità.

Secondo, si era molto più ignoranti e valeva il concetto, giusto o sbagliato non mi interessa, che se andava bene (ed andava bene) per mio nonno perchè non doveva andare bene a me ? ..... concetto giustissimo per moltissime cose che, di fatto, applico nella quotidianità anche con mio figlio e, se mai ci sarà l'occasione, molto probabilmente quando sarò io ad essere il "nonno" ma non sempre è così, o è giusto che sia così perchè non sempre la "saggezza popolare" è poi così "saggia", qualche volta minchiate o molto più semplicemente necessità differenti (moderne) cozzano con le stesse necessità di allora (basta vedere il mangiare ..... inteso come apporto calorico e di lipidi). Questo è ovviamente un "motivo" molto più ampio che abbraccia, ma in modo generico, l'aspetto del bere in montagna.

Detto questo, una volta certe cose non c'erano e, di conseguenza, nè se ne sentiva la necessità di averle ma neanche venivano utilizzate per cui ci si adeguava, e ci si preparava, ad affrontare quelle situazioni quotidiane in piena assenza di quelle "cose". Un esempio su tutti, sempre portato calzini di cotone e calzettoni di lana sopra, sempre, estate, inverno, pioggia, neve ..... eppure se oggi (giustamente ?) lo consigli sei fuori contesto "tecnologico" perchè, oggi, esistono soluzioni migliori. Scarponi, sino a qualche anno fa, in cuoio a cui applicavo un generoso strato di grasso, negli anni rendeva la pelle, dello scarpone, un guanto ..... stesso metodo usato per gli scarponi a militare (che non erano di certo famosi per essere di buona qualità) che mi ha permesso di portarli 7 giorni su 7 senza problemi (in realtà li ho anche abbondantemente martellati, con lo spigolo della branda, nella zona del calcagno).

Quando ho iniziato ad andare in giro in montagna nessuno usava portarsi la coperta termica d'emergenza (la coperta isotermica ..... e che era ? .... la coperta degli astronauti :p), men che meno un fischietto e lo specchietto era quello che si usava per farsi la barba e non erano nello zaino di certo per fare segnalazioni d'emergenza e a quasi cinquantanni sono ancora quì che rompo le balle ..... eppure ..... oggi ..... a mio figlio gli faccio una capa tanto :music: perchè quando và in giro con gli scout, per cui non da solo ma, almeno in teoria, con personale "esperto" abbia sempre una coperta termica d'emergenza, il fischietto, un accendino ed una torcia sempre con se ..... poi quando avrà vent'anni alle spalle di "camminate" farà quello che vuole e, forse, lascerà a casa pure lo zaino perchè avrà le conoscenze per farlo ed il fattore "rischio" sarà ridotto al quel minimo che potrà permetterselo.

Una cosa però ho sempre avuto, anche da "bocia", un qualcosa, anche minimale, per le piccole ferite. Io un cerotto, una benda, una garza l'ho sempre portata ...... e negli anni ..... moltissime volte mi è tornato utile o per me o per altri, in barba a chi magari ..... a me non capita mai nulla.

Detto questo ...... buon divertimento ..... e per concludere, sì io ho un filtro anche se vado in posti altamente antropizzati e per chiamare "aiuto" basta alzarsi in piedi che da valle ti vedono .... è nello zaino ..... se serve lo uso, se non serve non lo uso. Non mi sono mai fatto problemi di "peso", metto nello zaino quello che "io" ritengo che mi serve, se riesco a metterlo sulle spalle ..... bene .... diversamente molte volte mi limito a lamentarmi e raramente lo svuoto.

Ciao :), Gianluca
 
Tra parentesi (OT) .... il mio post di sopra vale per il kit di primo soccorso, per accendere un fuoco, per il più generico kit di sopravvivenza, per il BOT, BAG CCTT PPP BUBU BAUBAU XYZ ...... per chi vorrebbe andare in giro in montagna con la pistola o lasciando le "donne" a casa ...... chi "sà" non ha bisogno, molte volte, altro che quello che sà, chi non "sà" è utile portarsi (o imparare) quel "qualcosa" che potrebbe aiutarlo a fare meno cazzate ..... d'altro canto non è la stessa cosa che si consiglia a chi si accinge a farsi una camminata, la prima volta, in montagna ?

Ciao :), Gianluca
 
la stessa cosa che si consiglia a chi si accinge a farsi una camminata, la prima volta, in montagna ?

Io, a chi si accinge a fare una camminata in montagna, consiglio di camminare, camminare, camminare e poi di ritornarci. Ho portato veramente tantissime persone in montagna, ma di attrezzatura non parliamo quasi mai. Al più, ho accompagnato diversi amici a scegliere gli scarponi. Andiamo in montagna ancora con il maglione di lana, mentre i più raffinati utilizzano la camicia bianca stirata.
Tra i montanari non sono molto di moda le "attrezzature" in generale, comunque resistono meglio alle emergenze che i "foresti" (come dicono dalle mie parti).

presenza di inquinamento industriale
-Rapida osservazione sul luogo della fonte (se ci sono centri abitati a monte o allevamenti di bestiame)
L'argomento che invece mi interesserebbe approfondire sono le tossine algali o batteriche. Ci sono zone del mondo in cui queste hanno un'incidenza importante nelle acque a consumo umano? Ci sono modi per filtrarle?
 
Io, a chi si accinge a fare una camminata in montagna, consiglio di camminare, camminare, camminare e poi di ritornarci. Ho portato veramente tantissime persone in montagna, ma di attrezzatura non parliamo quasi mai.
L'attrezzatura è quasi "marginale" nel momento in cui uno ha la possibilità di sfruttare chi ha le giuste conoscenze, per cui sopperisci con le tue capacità, diventa meno marginale nel momento in cui sei da solo e ti devi "arrangiare", meno marginale nel senso che ti permette di aiutarti in caso di necessità (ovviamente sapendola usare). Necessità che una persona esperta non ha bisogno poichè, in virtù proprio del fatto di essere esperta, non si troverà, praticamente parlando, (se non in casi estremi) in uno stato di "necessità" come quello meno esperto.

..... probabilmente non riesco a spiegarmi ..... amen

Ciao :), Gianluca
 
L'attrezzatura è quasi "marginale" nel momento in cui uno ha la possibilità di sfruttare chi ha le giuste conoscenze, per cui sopperisci con le tue capacità, diventa meno marginale nel momento in cui sei da solo e ti devi "arrangiare", meno marginale nel senso che ti permette di aiutarti in caso di necessità (ovviamente sapendola usare). Necessità che una persona esperta non ha bisogno poichè, in virtù proprio del fatto di essere esperta, non si troverà, praticamente parlando, (se non in casi estremi) in uno stato di "necessità" come quello meno esperto.

Siamo pesantemente OT, comunque penso di aver capito. Ma non è meglio semplicemente andare in montagna per gradi e investire il tempo della scelta e lettura delle istruzioni di mille ammenicoli per farsi una bella e sana passeggiata?
 
L'argomento che invece mi interesserebbe approfondire sono le tossine algali o batteriche. Ci sono zone del mondo in cui queste hanno un'incidenza importante nelle acque a consumo umano? Ci sono modi per filtrarle?
In generale le cellule cianobatteriche e i loro filamenti non hanno dimensioni inferiori al micron, per cui, qualsiasi filtro meccanico è in grado di asportarle facilmente (normalmente hanno pori dell'ordine massimo 0.3 micron), siamo nell'area di confine fra la micro e la ultrafiltrazione.

Le cianotossine, anche se in caso di fioritura algale sono normalmente di tipo "intracellulare", non è da escludere che, in caso di rottura della membrana cellulare queste non siano presenti, per tanto (catastrofismo ?), possono essere necessari altri tipologie di rimozione che non sono più la semplice filtrazione mediante, ad esempio, un filtro della Katadyn.

Alcuni anni fa l'Istituto Superiore della Sanità pubblicò un trattato sull'argomento, "Cianobatteri nelle acque destinate al consumo umano", per cui non proprio un trattato destinato al "montagnino" o all'avventuroso di turno. In questo "tomo" vengono presi in considerazione metodi industriali (ovviamente) per ottenere acqua potabile.

Fra i metodi che potrebbero essere trasportati al mondo escursionistico, ipotizzando la presenza di cianotossine estra cellulari, quelli più fattibili potrebbero essere:

a) L'uso combinato di filtrazione meccanica e filtri a carboni attivi (cambiando spesso quest'ultimo stadio) ..... ma non è così efficace come nel caso di contaminazione "intracellulare" ..... per cui ..... bah

b) Forte clorazione ma non tutte le cianotossine sono ugualmente sensibili al cloro ..... inoltre a fine trattamento l'acqua dovrebbe avere un sapore schifoso (0.5 mg/l di disinfettante a fine trattamento).

c) L'uso di una lampada UV potrebbe (con benefico d'inventario e scarico di qualsiasi responsabilità) essere la scelta ottimale in combinazione con l'uso di acqua ossigenata.

L'ideale è la filtrazione mediante osmosi inversa :biggrin:

Ovviamente la scelta migliore in assoluto è quella di NON bere acqua "così" inquinata e lasciare l'argomento a chi è del mestiere.

Ciao :), Gianluca
 
Siamo pesantemente OT, comunque penso di aver capito.
Siamo OT poichè non stiamo più discutendo, e con questo chiudo, sull'argomento "specifico" ma siamo in "argomento" poichè se si parte dal presupposto che "potabilizzare l'acqua" è un qualcosa da sapere allora tutto quanto detto non è OT (compresi gli ultimi post), se invece è proprio l'argomento "potabilizzare l'acqua" inutile perchè in Italia, paese altamente antropizzato che non assomiglia (per fortuna) neanche lontanamente al deserto del Sahara o agli sconfinati territori del Canada .... allora non solo siamo OT con questi post ma lo siamo per l'interezza del thread ..... sarebbe come se stessimo discutendo (da anni) sul sesso degli angeli ..... interessantissimo argomento ma inutile ai fini pratici.

Giuro ...... chiudo.
Ma non è meglio semplicemente andare in montagna per gradi e investire il tempo della scelta e lettura delle istruzioni di mille ammenicoli per farsi una bella e sana passeggiata?
Per me sì ..... oggi ..... se mi facevi la stessa domanda quarantanni fa ti avrei risposto ancora "sì" ma con l'incoscienza di un ragazzino di 6 anni perchè se non ci fosse stato chi, per gradi, con il tempo, mi avesse insegnato non ho difficoltà a credere che qualcosa di "serio" mi sarebbe capitato .... e non è così scontato avere qualcuno che ti insegni ;)

Ciao :), Gianluca
 
Posso dirti la mia, quando ho iniziato ad andare in giro per le montagne non solo non esisteva internet ma neanche i cellulari (almeno non erano un qualcosa di massa ma solo dei ricconi), la televisione era ancora in bianco e nero e Heidi faceva ciao alle caprette.
Ma fate la gara a chi ha iniziato prima ad andare in montagna? Forte!
Il fatto di essere nati e cresciuti in motagna, non significa che potete guardare dall'alto verso il basso il prossimo. Un po' di senso civico e rispetto del prossimo in più, non guasterebbero.

Parlando di cianobatteri:
(sono del mestiere) detta in parole comprensibili (per far ben comprendere tutti), i cianobatteri, sono batteri fotosintetici (si riproducono grazie alla luce) in forme unicellulari, coloniali o filamentose, con dimensioni da meno di 1 micrometro a più di 100 micrometri.
In genere, si trovano nei laghi, dighe, piccoli serbatoi naturali e fiumi a debole flusso; essi proliferano in presenza di luce, di elevata temperatura delle acque, bassa turbolenza, presenza di nutrienti (zone portuali). In pratica, in zone di montagna è difficile trovarli!
Questi batteri possono produrre tossine tossiche per l'uomo.

Queste tossine possono essere di vario tipo, a secondo delle zone dell'organismo che "vanno ad attaccare". La più frequente nelle acque è la Microcistina-LR, epatossica, cioè tossica per il fegato umano.
I periodi di maggiore concentrazione sono di estate ed inizio autunno.

Per quel che riguarda l'eliminazione delle tossine, ZnnGlc ha detto bene, anche se ci sono delle imperfezioni:

-Per la filtrazione: l'uso dei filtri è sconsigliato per la proliferazione delle alghe sul filtro stesso e per l'effetto di lisi cellulare indotto dal filtro.

-Ossidazione con Cloro: si è notato che il 99% di microcistina è stata eliminata raggiungendo una concentrazione di ipoclorito di sodio pari a 1,92 mg/l, con tempo di contatto di 3 ore. Quindi ancor di più da quanto detto da Znnglc.

-Permanganato di potassio: ha una buona efficacia sulle tossine disciolte, con rese del 95% su microcistina-LR a dose di 1 mg/L per 30 minuti; anche se non è consigliabile perchè potrebbe favorire il rilascio di tossine interne alle cellule algali.

-Adsorbimento con carbone attivo: è stato osservato che ha ottima efficacia. In particolare, per la microcistina LR è stato riscontrato che i carboni a base di legno sono più efficenti, seguiti da quelli a base di carbone e di noce di cocco.

Concordo con quanto detto da Znnglc: NON bere acque di questo tipo.
 
Ma fate la gara a chi ha iniziato prima ad andare in montagna? Forte!
Il fatto di essere nati e cresciuti in motagna, non significa che potete guardare dall'alto verso il basso il prossimo. Un po' di senso civico e rispetto del prossimo in più, non guasterebbero.
I casi sono due, o sono io che scrivo da schifo e sistematicamente qualcuno legge toma quando io volevo scrivere roma oppure la gente ha la coda di paglia.

Quando mai io ho detto che perche ho iniziato "prima" quello che io dico dev'essere la verità e chi ha iniziato dopo dice stupidate ? ...... giusto per capire a chi devo chiedere scusa per la mancanza di senso civico e per la mancanza di rispetto rispetto al prossimo ...... e proprio tra "parentesi" a me sembra di aver detto che "perchè non sempre la saggezza popolare è poi così saggia" per cui ?
.... Per quel che riguarda l'eliminazione delle tossine, ZnnGlc ha detto bene, anche se ci sono delle imperfezioni:
Io mi sono rifatto al documento del ISS del 2011 probabilmente la "conoscenza" è evoluta perchè, cito testualmente:

Disinfezione con permanganato di potassio
Il permanganato di potassio è in grado di ridurre la concentrazione di MC, CYN e ANA-a, ma i pochi dati attualmente disponibili non consentono di stabilire il dosaggio efficace.

Clorazione
Il cloro è un ossidante in grado di reagire con molti composti organici incluse le tossine algali e la NOM. La specie più reattiva è l’acido ipocloroso, la cui concentrazione in acqua è funzione del pH. Quando il cloro è impiegato nella rimozione delle tossine algali si ha un effetto competitivo tra le tossine e le sostanze che compongono la NOM, difficilmente prevedibile a causa della composizione variabile di quest’ultima. Le MC sono abbastanza reattive con il cloro per la presenza di un doppio legame coniugato e di gruppi amminoacidi nella loro struttura. La reattività delle singole tossine varia in funzione dei gruppi amminoacidi presenti. Per le quattro MC più comuni l’ordine di reattività è il seguente: MC-YR > MC-RR > MC-LR > MC-LA. La temperatura ha uno scarso effetto sulla velocità di reazione. Le saxitossine sono meno reattive delle MC a causa dell’assenza di siti molto sensibili all’azione ossidante del cloro.
Dai pochi dati disponibili in letteratura, si evince che la CYN è molto più suscettibile alla clorazione delle MC, mentre l’ANA-a è del tutto inerte all’azione del cloro. I risultati migliori nell’ossidazione di MC, saxitossine e CYN si raggiungono disinfettando con 3 mg/L di cloro a pH < 8 se la concentrazione residua del disinfettante non è inferiore a 0,5 mg/L dopo 30 min di contatto.

Filtrazione su membrana
Le membrane filtranti sono barriere fisiche in grado di trattenere microinquinanti con diametro idrodinamico superiore alla dimensione dei pori. Altri fattori, quali le interazioni elettrostatiche e l’accumulo di materiale sulla loro superficie, possono alterare la permeabilità. Le MC sono normalmente ritenute dalle membrane impiegate nell’osmosi inversa e nella nanofiltrazione, mentre le saxitossine, le anatossine e la CYN sono rimosse solo dalle membrane per osmosi inversa. Tuttavia anche quest’ultime possono consentire la permeazione delle tossine più piccole nel caso in cui siano presenti pori più larghi o che l’integrità della membrana risulti compromessa. In generale, comunque, i trattamenti a membrana sono difficilmente applicabili agli impianti di grandi dimensioni a causa della
complessità gestionale.

Comunque, a prescindere da qualsiasi considerazione ..... NON bere un acqua così "inquinata" è la scelta migliore, se per qualunque motivo uno non ne può fare a meno applicare più metodi in cascata, filtrazione (con un filtro almeno da 0.3 micron) ed eventuale clorazione, seguito dall'irraggiamento con lampada UV potrebbe essere la scelta più idonea che la semplice prefiltrazione grossolana seguita dalla bollitura se si ipotizza una contaminazione estra cellulare, diversamente, vista la dimensione delle cose "cattive" già la semplice filtrazione IN TEORIA è sufficiente.

...... se poi uno ha il dio del "grande culo" dalla sua parte allora FORSE non ha bisogno di niente ...... ma equivale, per me, a vincere al super enalotto senza aver giocato la schedina.

Dopo di che, ognuno DEVE farsi le proprie considerazioni e valutazioni E PRENDERSI LE PROPRIE RESPONSABILITA' .... come in tutto ;)

Ciao :), Gianluca
 
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