povero Simon Gautier

Si ,però in Lombardia e in altre 7 regioni italiane esiste la app where are u, gratuita che mentre ti mette in contatto telefonico col 112 da’ contemporaneamente la tua posizione attraverso il gps dello smartphone. La consiglio a tutti.
 
where r u non lo conoscevo; tuttavia il presidente Sis 118 qui afferma che l?italia aveva già ricevuto denaro europeo per farne il test. Certo che le critiche dei familiari sono comprensibili a questo punto.
 
Idem.

Anzi, non ho neanche capito cos'è...

E' per quello che le FF.OO non sono riuscite a localizzare la chiamata?
Dovrebbe essere un sistema per cui, se chiami il 112 da cellulare, viene automaticamente inviato un messaggio con le coordinate del chiamante desunte da WiFi e GPS dello smartphone.
Gli smartphone sono attrezzati da anni (quasi 10), è il lato ricevente (il 112) che non lo è.

Senza AML le forze dell'ordine conoscono solo la cella dalla quale la chiamata è partita, che però è grande diversi km quadrati.
 
U

Utente 24852

Guest
La cosa veramente assurda é che come al solito il fatto che i diretti interessati, i veri e unici responsabili di se stessi e di quel che fanno, portano avanti la solita tradizione.... persone che escono di casa pensano che tutto sia sempre lì, facile e a portata di mano. Aspettandosi sempre che gli venga pulito il sedere... altrimenti reclamazioni, critiche, ecc... Che a loro non serva organizzarsi bene, informarsi... perché tanto é esagerato e bla-bla. Sapere dove si é, dove si và, la propria posizione avendo una cartina topografica, sapendola usare, non sarebbe male... Visto che poi la gente pretende di ricevere soccorso...

I soccorsi possono sempre triangolare la posizione in base alle antenne... negli interventi a cui ho partecipato é capitato molto spesso di dover fare così.

Poi é arrivata l'app della REGA (da noi il soccorso é chiamato generalmente così) e ha tolto tantissimo "lavoro", in quanto la vittima che ha la possibilità preme l'icona rossa e via... coordinate, dati, ecc.... invece di mandare squadre di ricerca numerose, parte il piccolo "team" in elicottero ;) o con il mezzo più appropriato.
 
Ultima modifica di un moderatore:
Esiste la app Georesq del CAI.
Anche questa traccia il tuo percorso e ha il "bottone rosso" per chiamare la cavalleria...
Ma non serve a nulla se nella zona dove ti trovi non c'è copertura telefonica o della rete dati (sono due cose diverse).
In questi casi non così rari, funziona solo una comunicazione satellitare tipo InReach o altro PLB.

Se invece c'è copertura per il cellulare, ci sono infinite app da cui prendere le coordinate e comunicarle. A patto che chi ti ascolta ti sappia ascoltare...
A me è capitato una sola volta di chiamare CC e VVFF per aiutare un gruppo in difficoltà. E quella volta ho capito che è meglio "aiutarsi da soli".... ho dovuto fare 4 telefonate a 4 "uffici" diversi solo per attivare qualcuno. Per fortuna andò tutto bene.

Il problema è che avventurarsi in una zona non frequentata, su un sentiero molto esposto, da soli, comporta sempre una quota di rischio non eliminabile.
Ne sono tutti consapevoli? Forse no...
Perché nel mondo dei "selfie sullo strapiombo" sembra che le storie abbiano sempre lieto fine.
 
La cosa veramente assurda é che come al solito il fatto che i diretti interessati, i veri e unici responsabili di se stessi e di quel che fanno, portano avanti la solita tradizione.... persone che escono di casa pensano che tutto sia sempre lì, facile e a portata di mano. Aspettandosi sempre che gli venga pulito il sedere... altrimenti reclamazioni, critiche, ecc... Che a loro non serva organizzarsi bene, informarsi... perché tanto é esagerato e bla-bla. Sapere dove si é, dove si và, la propria posizione avendo una cartina topografica, sapendola usare, non sarebbe male... Visto che poi la gente pretende di ricevere soccorso...
Accipicchia, non dovresti rimproverare l'escursionista di pressappochismo perchè scivola in un burrone e si spezza le gambe. Dovresti circoscrivere il tuo giudizio all'accaduto e biasimare l'Italia che - dal 2009 - non si è adeguata alla normativa e di cui sembra abbia anche ricevuto finanziamenti. Spostare l'onere della tragedia sull'individuo sfigato e non sui "ritardi" dei soccorsi privi di una funzione tecnologica essenziale per rintracciare chi si trova nei guai mi sembra quantomeno riduttivo.
 
Ultima modifica:
U

Utente 24852

Guest
ahah, in realtà la tendenza sarebbe quella di rimproverare entrambe le posizioni, ahah
Ma per quella "politica" non ho abbastanza competenze ed esperienze e inoltre, abitando all'estero rispetto all'Italia, non ritengo avere il diritto di criticare quelle cose ;)

Mentre per quanto concerne l'essere umano, escursionisti & Co. e soccorso alpino / ambulanza ho le mie opinioni in quanto ho fatto delle varie e belle esperienze dirette. Quindi ritengo di avere le conoscenze e competenze giuste. Non per esporre delle verità, ci mancherebbe altro... ma semplicemente il mio punto di vista.
Non sono rimproveri per cattiveria, ma anzi... il contrario.
Spesso e volentieri tutti questi incidenti non sono causati da vari imprevisti, ma dalla superficialità con cui le persone affrontano determinate attività. Se per tante cose non ci si può fare nulla, per tante altre, la maggior parte... ci si può almeno preparare ;) Ma ognuno ovviamente segue gli approcci e le filosofie che più gli piacciono... quello che non supporto affatto é però la pretesa di ricevere soccorso, di una certa qualità, con una certa velocità, ecc snobbando le proprie responsabilità e ancora meno sopporto amici e parenti che criticano, tenendo conto solo ciò che gli fà comodo, a favore del loro amico/parente ;)

Dare per scontato che ci sia soccorso, che ci siano le tecnologie avvanzate per giustificare il fare le cose superficialmente... "tanto se ho problemi vengono a prendermi" trovo che sia assurdo.

Il solo fatto di affidarsi alle tecnologie é un azzardo... se si calcolano come una possibilità in più ok, ci stà... ma che ci si affidi solamente a quello, pensando che l'impegno nel conoscere altro sia superfluo... Mah...

In questo caso specifico poi si critica l'assenza dell'apparato che gestisce l'app/soccorso... quando il contatto telefonico c'era e la persona non sapeva dare indicazioni?? È stata la sua preparazione scadente a creare il problema. Il primo dito puntato andrebbe proprio alla vittima e poi alle altre mancanze. In caso inverso, il contrario.

Per il resto... a meno che non é uscito un "Gremlins" dal terreno a tirarlo per le gambe... posso intuire benissimo da quale parte sia arrivata la leggerezza nell'affrontare l'uscita. Senza offese... io se mi faccio male perché prendo alla leggera una scelta, o pratico un'attività che potenzialmente é pericolosa, e qualcuno mi fà notare che tutto parte da me... mica mi offendo... é capendo i propri errori che si cresce e non offendendosi rimpallando le responsabilità.
 
Ultima modifica di un moderatore:
Dovresti circoscrivere il tuo giudizio all'accaduto e biasimare l'Italia che - dal 2009 - non si è adeguata alla normativa e di cui sembra abbia anche ricevuto finanziamenti.
Hai perfettamente ragione a puntare il dito su questo ritardo. Perché gli "imprevisti" accadono e più strumenti abbiamo per superarli meglio è.
Ma rimane il fatto che è anche possibile che la difficoltà e il rischio siano stati sottovalutati. Non lo sapremo mai.
 
Accipicchia, non dovresti rimproverare l'escursionista di pressappochismo perchè scivola in un burrone e si spezza le gambe. Dovresti circoscrivere il tuo giudizio all'accaduto e biasimare l'Italia che - dal 2009 - non si è adeguata alla normativa e di cui sembra abbia anche ricevuto finanziamenti. Spostare l'onere della tragedia sull'individuo sfigato e non sui "ritardi" dei soccorsi privi di una funzione tecnologica essenziale per rintracciare chi si trova nei guai mi sembra quantomeno riduttivo.

È vero, però a me continua a sembrare strano che un ragazzo giovane, cosmopolita, che sa il fatto suo tanto da andare a fare trekking in un Paese straniero, sia così sprovveduto.
"Non so dove sono" non è una risposta accettabile, secondo me. Se sei da solo, all'estero, è inammissibile secondo me girare senza mappa, GPS, o simili (o avendoli e non sapendoli usare, il che è equivalente).
Poi capisco il panico, il dolore lancinante, lo shock, però...
 
U

Utente 24852

Guest
A parte le nostre opinioni, filosofie, approcci, ecc....

Il comportamento/atteggiamento di chì và a fare certe attività é ormai personale e ognuno affronta le cose con la propria testa....
ma per il resto, alla fine qualcuno ha deciso di muoversi per aggiornare/completare l'apparato "APP", oppure ne hanno parlato solo perché é venuta fuori questa storia...e basta?
 
sono stanca di una società in cui la responsabilità di Stato si sostituisce a quella del singolo. Quando si fa qualcosa che mette in pericolo la propria vita non si può caricare allo Stato la responsabilità di non avere preso precauzioni, di non essere stato prudente. Sono stanca di essere trattata non come cittadina adulta ma come una bambina che non è in grado di decidere e organizzarsi per cui lo Stato deve pensarci al mio posto.

Questa deresponsabilizzazione dell'individuo è assolutamente perniciosa a mio personalissimo parere. L'unico risultato di una simile politica sociale per me è quella di relegare (sul lungo periodo) gli individui in piccoli recinti sicuri per non rischiare ma togliendo così le libertà individuali, le libertà naturali appartenenti a tutti gli esseri viventi nati sul pianeta Terra, sì, anche quelle di sbagliare e pagare con la vita quell'errore!
 
Mi unisco ai tanti che solidarizzano con questo evento tristissimo e nello stesso tempo inspiegabile, ipotesi se ne possono fare tante, sicuramente la lungaggine degli aiuti riconducibili a molteplici cause, ma penso alla grandissima sfortuna di questo giovane e rivedo me che ho rischiato infinite volte, per impervi sentieri, spesso sperduti e isolati ai più e battuti per la mia sete di avventura con una semplice cartina e bussola è un telefono anteguerra, usati bene quanto vuoi mi anno cavato d’impaccio tante volte ma in questo caso servivano a poco.
Ultimamente iniziò a girare con una radio Pmr collegata all’8/16 di Rete Radio Montana ma anche l’AML di cui non conoscevo l’esistenza è ulilissima sempre che diventa operativa anche da noi.
Peccato che sia andata così.
 
sono stanca di una società in cui la responsabilità di Stato si sostituisce a quella del singolo. Quando si fa qualcosa che mette in pericolo la propria vita non si può caricare allo Stato la responsabilità di non avere preso precauzioni, di non essere stato prudente. Sono stanca di essere trattata non come cittadina adulta ma come una bambina che non è in grado di decidere e organizzarsi per cui lo Stato deve pensarci al mio posto.

Questa deresponsabilizzazione dell'individuo è assolutamente perniciosa a mio personalissimo parere. L'unico risultato di una simile politica sociale per me è quella di relegare (sul lungo periodo) gli individui in piccoli recinti sicuri per non rischiare ma togliendo così le libertà individuali, le libertà naturali appartenenti a tutti gli esseri viventi nati sul pianeta Terra, sì, anche quelle di sbagliare e pagare con la vita quell'errore!
Ma non credo sia proprio così, il cittadino deve fare la sua parte così come chi lo amministra altrimenti il gioco salta.
O no?
 
sono stanca di una società in cui la responsabilità di Stato si sostituisce a quella del singolo. Quando si fa qualcosa che mette in pericolo la propria vita non si può caricare allo Stato la responsabilità di non avere preso precauzioni, di non essere stato prudente. Sono stanca di essere trattata non come cittadina adulta ma come una bambina che non è in grado di decidere e organizzarsi per cui lo Stato deve pensarci al mio posto.

Questa deresponsabilizzazione dell'individuo è assolutamente perniciosa a mio personalissimo parere. L'unico risultato di una simile politica sociale per me è quella di relegare (sul lungo periodo) gli individui in piccoli recinti sicuri per non rischiare ma togliendo così le libertà individuali, le libertà naturali appartenenti a tutti gli esseri viventi nati sul pianeta Terra, sì, anche quelle di sbagliare e pagare con la vita quell'errore!

Il problema è che i costi - di recupero, sanitari, ecc - ricadono sulla collettività. I contribuenti potrebbero, giustamente in alcuni casi, dire "ma perché devo pagare con le mie tasse il recupero di certi spericolati?".
 
percepisco scarsa empatia.
Immaginate la caduta... colpi dalle rocce, dai rami, sassi, sterpaglia e, infine, le ossa frantumate, il sangue, il dolore: quale lucidità può rimanere ad uno conciato così?
Ammesso per ipotesi la superficialità di Simon nell'organizzazione - tutta da confermare - se fosse stato attivo l'aml - dato che era obbligatorio in tutta Europa - l'avrebbero individuato dopo 2 ore non dopo 9 giorni; questo è il vero nodo di tutta la tragedia.
 
Ultima modifica:
Per completezza di informazioni :


“Aml è fino a quattromila volte più accurato degli attuali sistemi in uso”, specifica l’Eena in una scheda informativa. E se fosse attivato in tutta Europa salverebbe “7.500 vite in dieci anni”. Con un risparmio a livello economico di “95 miliardi di euro“. Soltanto 13 Stati in Europa hanno già adottato questa funzione: Austria, Belgio, Danimarca, Estonia, Finlandia, Islanda, Irlanda, Lituania, Moldavia, Paesi Bassi, Norvegia, Slovenia, Regno Unito. Fuori dal Vecchio continente invece: Stati Uniti, Messico, Nuova Zelanda, Emirati Arabi Uniti.

“Entro la fine dell’anno anche l’Italia adotterà questo sistema, che non è mai stato obbligatorio, rappresentando una scelta virtuosa che abbiamo messo in cantiere con lungimiranza – assicura Carlo Bui, responsabile del gruppo tecnico di supporto alla commissione interministeriale ex art. 75-bis per la realizzazione del numero unico di emergenza -. Il costo è di circa 1 milione di euro“.


La Penisola grazie a un progetto europeo ha già sperimentato la tecnologia aml tra il 2016 e il 2017. “Prima è stato necessario prendere accordi con Google e Apple per abilitare i telefonini a questa funzione”, specifica Bui. In pratica, funziona così: lo smartphone rileva la chiamata al servizio di emergenza, attiva i dati gps per localizzare l’utente e, sempre in automatico, invia un sms alla centrale di soccorso con la posizione.
Attenzione però. In Italia “soltanto le regioni in cui sono già operative le centrali uniche di risposta del 112, potranno attivare anche l’aml. Un incentivo affinché tutto il territorio nazionale si adegui al più presto al numero unico di emergenza”, spera Bui. Al momento il servizio nue, attivo in tutti gli Stati europei per contattare i servizi di emergenza, che prevede centrali uniche di risposta per smistare le chiamate alla Polizia, al Soccorso sanitario, ai Vigili del fuoco o ai Carabinieri, è fruibile in Lombardia, Piemonte, Sicilia orientale, Valle d’Aosta, Liguria, Trento e Bolzano, Friuli Venezia Giulia e Lazio (nei territori coperti dal prefisso telefonico 06).


“A breve entrerà in vigore anche nel resto della Sicilia, in Toscana, Umbria e Marche entro marzo e poi seguirà la Puglia, la Sardegna, l’Emilia Romagna e il Veneto”, aggiunge Bui. In attesa che l’innovazione aml sia operativa, possiamo scaricare un’app che può salvarci la vita. Si chiama “Where are u” e consente di effettuare una chiamata di emergenza con l’invio automatico all’operatore della centrale dei dati relativi alla posizione del chiamante ricavati dal sistema gps del cellulare.
 
Alto Basso