povero Simon Gautier

Citazione
Va che anche se lo trovavano dopo 30' era morto. Una lezione così ti salvi solo in casi fortunati.
@Spinoza vedi? I nostri vecchi padroni che mettono il pane sotto l' ascella e non si lavano il C**o hanno gioco facile. Poi son con te che si deve sempre far meglio, ma i tanti amici che vivono o lavorano fuori Italia, partono autorazzisti e tornano "tutto il mondo è paese".

Va che neanche se fossero arrivati sul momento era detto che con la femorale recisa si potesse salvarlo, volendo fare le pulci alla tempistica. Il punto è che ho l'impressione che l'opinione pubblica sia stata spinta in un primo momento alla tesi " escursionista in solitaria = quello che se la va a cercare " e poi vuoi per l'empatia per la madre vuoi per un senso di colpa per aver colpevolizzato la vittima ad un " è possibile che nel 2019 non si riesca a trovare uno che si perde su un sentiero? pronto intervento ladro etc etc ".

Senza essere obiettivi su diversi punti e dando per scontato di conoscere tutti la morfologia specifica del Cilento e il percorso del ragazzo (io ignoro entrambi onestamente ).

Le polemiche post intervento sul soccorso sono una situazione naturale e costante ad ogni incidente più o meno grave. Quello che mi chiedo è quanto sia vero che un abitante di una regione del sud possa percepire il suo sistema di soccorso inferiore rispetto al suo omologo nord (volendo inquadrare il punto). Me lo chiedo perchè sinceramente ritengo scontata la loro professionalità sia qui ad Aosta sia sull'Etna.


La cosa che mi ha infastidito nello specifico di alcuni media francesi è stato il presupposto che avrebbero potuto "aiutarci" coinvolgendo una loro squadra cinofila che si era trovata ad addestrarsi in Italia. Come se non avessimo elementi k9 validi...
 
Ultima modifica:
U

Utente 24852

Guest
Un giochino facile, facile... anche con il cellulare, le coordinate e compagnia bella. Tutto bello e funzionante.
Andate in zone naturali, impervie, ricche di spazi nascosti, sassi, alberi o quel che si vuole.
Uno dà l'allarme facendo la vittima e gli altri lo cercano... la presunta vittima avrà tutta la libertà di comportarsi come meglio crede, come meglio pensa di voler simulare. Una vittima attiva che dà segni di vita, una passiva, una che si é nascosta ancor più per cercare di proteggersi dagli elementi e via dicendo...

Si capisce così quanto non sia evidente trovare una persona, anche avendo i dati che alcuni pensano condurre chì cerca, sicuramente, e velocemente al punto esatto.

Sicuramente i soccorritori non si divertono a girare e rigirare senza trovare qualcuno che si sà essere in difficoltà, ancora più stress quando si hanno dei dati e non si riescono ad avere riscontri sul terreno.

Ci sono ricerce andate male e persone mai ritrovate, nonostante si sapevano le zone in cui cercare.
Chì non partecipa attivamente vivrà con piacere l'arte del predicare, "incapaci", "colpa loro", "assolutamente non professionali", " non é possibile che sapendo questo e quello, avendo questo e quest'altro, non siano riusciti a trovarlo...". d'altra parte il soccorritore dovrà convivere con la consapevolezza di non aver trovato chì stava cercando, nonostante le mille mila cosa che si voglio dire (coordinate, fischietto, luci e compagnia), ma sapendo di averci provato mettendosi a disposizione. Tutto é facile e sicuro da un certo punto di vita, peccato che c'é anche l'altra parte...

Ed é proprio dai dati di fatto, dalla realtà, dal realismo con cui le persone guardano alla vita e alle attività... che si preferisce dire "...prenditi le tue responsabilità, informati bene, organizzati bene e NON DARE PER SCONTATO DI RICEVERE SOCCORSO IMMEDIATO QUANDO TI SERVE... non tutto fila liscio, anche se ci sono le tecnologie... quindi evita rischi inutili, percorsi esposti, ecc... oppure informa chì ti stà accanto, che se capita qualcosa la colpa non é di altri...". Ma questo sembra essere visto come un'offesa, un qualcosa di negativo e non cotruttivo per cercare di prevenire potenziali situazioni o per rendere consapevoli altre persone.

Detto ciò, per esperienza diretta, ammetto senza vergognarmi... anzi reputo che sia semplicemente onestà il guardare in faccia i fatti... che spesso e volentieri vedo che la colpa é della vittima. Punto. Questo non significa fregarsene di meno o non provare nulla, essere cattivi o altro... semplicemente ad ognuno le proprie responsabilità, quando se ne parla... inutile il buonismo, per cosa?? Il prestare aiuto, supporto, mettersi in gioco per aiutare gli altri, ecc... é tutt'altra cosa e non dipende dal resto.

I corsi di sensibilizzazione a cosa servono?? Non a dire... sono tutti bravi, previdenti, con buonsenso o consapevoli dei rischi informando chì di dovere. Ma a far venire fuori atteggiamenti che hanno portato a tragedie, a problemi... per far sì che la gente abbia una conoscenza su certe cose,da evitare o affrontare consapevoli.
 
Ultima modifica di un moderatore:
Sicuramente i soccorritori non si divertono a girare e rigirare senza trovare qualcuno che si sà essere in difficoltà, ancora più stress quando si hanno dei dati e non si riescono ad avere riscontri sul terreno.

È ovvio che non si divertano, però ci sono altre spiegazioni. Non dico che sia questo il caso, ma se le squadre non fossero formate da persone capaci? O non fossero adeguatamente equipaggiate? O fossero state mandate con colpevole ritardo? In questi casi, ci sarebbe sicuramente qualcosa da fare per rimediare in futuro.
Dire solo "fatalità" non aiuta a evitare che succeda di nuovo.
 
U

Utente 24852

Guest
È ovvio che non si divertano, però ci sono altre spiegazioni. Non dico che sia questo il caso, ma se le squadre non fossero formate da persone capaci? O non fossero adeguatamente equipaggiate? O fossero state mandate con colpevole ritardo? In questi casi, ci sarebbe sicuramente qualcosa da fare per rimediare in futuro.
Dire solo "fatalità" non aiuta a evitare che succeda di nuovo.

Certamente, ma penso che una colonna di soccorso, un'ente d'emergenza, sia organizzato più che bene, per intervenire nel minor tempo possibile e facendo tutto quello che posso fare nelle loro possibilità, con quello che hanno a disposizione. Ovviamente senza pretendere l'impossibile. Almeno... io sono abituato che certe cose sono organizzate così e nessuno si fà delle domande del genere su quelle cose... nemmeno lontanamente.

Però tutto é possibile...

Esattamente, ma giustamente il soccorso può migliorare le attrezzature... ma la sensibilizzazione maggiore và alle persone che praticano determinate attività. Sono loro che maggiormente possono fare la differenza.

...che inoltre, il soccorritore se non riesci a trovare viva una persona, se riesce a trovarla, la trova morta.
Quindi chì é coinvolto direttamente penso si sia dedicato molto bene alla formazione o i superiori ad organizzare bene attrezzature, persone, ecc... se poi dall'alto non vengono aiutati, possono farci poco.
Almeno... io ho vissuto entrambe le situazioni e preferisco trovarle vive le persone. Non mi sognerei lontanamente di fare le cose alla leggera e alla cxxo, sapendo le situazioni a cui si può andare incontro e non si fanno certe cose se non di desidera aiutare bene qualcuno.

Boo... mi fà stranissimo pensare a quelle ipotesi... ma capisco che possano stare...
 
Ultima modifica di un moderatore:
scusate amici,
cercando solo di chiarire - almeno tra noi escursionisti - non è meglio fidarci semplicemente di ciò che Mario Balzanelli - Presidente 118 - ha denunciato: qui
(confidando nella serietà del giornale); qui invece l'intervista tv.
Non è forse egli la fonte più autorevole per elencare i malfunzionamenti del sistema?
Tutto ciò ovviamente non esime l'escursionista dalle proprie responsabilità.
Nella breve intervista troverete anche delle precisazioni in merito a notizie inesatte tra noi scambiate.
a presto
sonia
 
Ultima modifica:
scusate amici,
cercando solo di chiarire - almeno tra noi escursionisti - non è meglio fidarci semplicemente di ciò che Mario Balzanelli - Presidente 118 - ha denunciato: qui
(sperando nella serietà del giornale).
Non è forse egli la fonte più autorevole per elencare i malfunzionamenti del sistema?
Tutto ciò ovviamente non esime l'escursionista dalle proprie responsabilità.
Nella breve intervista troverete anche delle precisazioni in merito a notizie errate che tra noi abbiamo scambiato.
a presto
sonia

Il presidente del 118 dice una cosa non vera quando afferma che l'AML è pienamente operativo in Francia.
 
Tanto per chiarire sul solito discorso della "solitaria", si può davvero pensare che in caso di infortunio grave possa fare la differenza? L'unica soluzione è chiamare il soccorso e sperare che arrivi in tempi rapidi, e se il segnale non c'è non c'è nemmeno se si è in due.
 
Ci sono altre cose che mi vengono in mente, relativamente alle ricerche, ma prima voglio mettere un punto fermo su una cosa: NON STO METTENDO IN DUBBIO L'ABNEGAZIONE DI CHI HA CERCATO SIMON, ANZI.
Ho scritto cercato perchè ovviamente non poteva essere soccorso, purtroppo.

Chi soccorre/ricerca ha dei limiti naturali di varia natura, personali di ambiente, tempo, luce, fatica e quindi necessità di riposo, aggiungetene altri a piacere e poi, soprattutto questo riguarda le organizzazioni statali dei limiti anche burocratici legati ad esempio a vincoli assicurativi che una raggiunti bloccano la prosecuzione delle attività.
Inoltre se si vuole soccorrere o cercare qualcuno, chi soccorre o cerca deve rimanere vivo e sano.

Molti anni fà, c'è stato un incidente durante una mareggiata violentissima, ed un ragazzo che prendeva il sole su degli scogli a picco sul mare è stato spazzato via e nella caduta è stato sbattuto sugli scogli, frattura cranica e dopo qualche secondo è affondato ed è morto. Non era stato imprudente, era parecchio alto rispetto a dove arrivavano le onde, ma è arrivata quella eccezionale. Nei due giorni successivi tutte le organizzazioni ufficiali dotati di gruppi subacquei sono state impegnate nella ricerca, ma un po' le condizioni del mare impedivano l'avvicinarsi delle imbarcazioni alla costa, un po' i limiti di intervento, i termini di tempo e di rischio hanno fatto sì che decidessero di mollare le ricerche.

Termini di tempo citati circa venti minuti alle profondità della zona, che senza avere punti di riferimento precisi ed un numero limitato di addetti sono decisamente pochi, ma che per motivi di contratto non potevano sforare, almeno non in maniera troppo evidente.
Al terzo giorno con un mare mosso ma decisamente calato e affrontabile soprattutto in termini di avvicinamento alle pareti rocciose, con indicazioni precise di un testimone circa il punto in cui si era svolto l'incidente e anche sulle modalità, una quindicina di sub volontari si sono immersi e dopo meno di 5 minuti la salma del ragazzo è stata trovata a pochi metri da dove era caduto. Ero un di quei su, ero appena arrivato e ho chiesto solo il tempo i far caricare le bombole.
Morale, mi chiederà qualcuno? che tutto quanto succede nel campo della ricerca e soccorso è spesso una questione di un'insieme di fattori casuali (potete anche metterci fortuna e/o culo).
Se per dirne una i sommozzatori dei VVFF, al tempo, avessero potuto avvicinarsi un po' di più alle scogliere e magari avessero potuto parlare con il testimone, come abbiamo potuto fare noi, avrebbero potuto facilmente recuperarlo loro, o anche se invece di minuti x avessero avuto l'ok a che ne so a 30/35 minuti di immersione magari rimanendo a 10 m di profondità.

Insomma non sempre si può vincere e vincere in fretta.
 
Credo che se Simon fosse vivo avrebbe la dignità di non lamentarsi, quando fai queste cose ti assumi le tue responsabilità, sai che puoi anche morire e qualche volta succede veramente.

Pretendere che sul golfo di Policastro ci sia la stessa struttura di soccorso alpino che c'é sulle Alpi mi sembra gravare la comunità di una spesa assurda ed inutile, è già tanto che ci sia qualche sentiero segnato, i turisti farebbero bene a non uscire da quelli.
 
Tanto per chiarire sul solito discorso della "solitaria", si può davvero pensare che in caso di infortunio grave possa fare la differenza? L'unica soluzione è chiamare il soccorso e sperare che arrivi in tempi rapidi, e se il segnale non c'è non c'è nemmeno se si è in due.
Un infortunio così grave da portare alla morte in poco tempo è piuttosto raro, continuo a pensare che possa fare la differenza nella stragrande maggioranza delle occasioni.
Potrei citare un mio amico che si è sfasciato il crociato quando era a funghi e se fosse stato da solo non tornava più a casa. Essendo con un altro mio amico invece in un paio di ore era sotto i ferri e nel giro di pochi mesi era in piedi.
 
Tanto per chiarire sul solito discorso della "solitaria", si può davvero pensare che in caso di infortunio grave possa fare la differenza? L'unica soluzione è chiamare il soccorso e sperare che arrivi in tempi rapidi, e se il segnale non c'è non c'è nemmeno se si è in due.
Direi che in due si ha sicuramente da 0 a "n" probabilità in più in qualsiasi caso, andare in giro da soli è sempre più rischioso, se ti và bene, al massimo uguale.

Poi se è la tua "ora" è la tua ora, in solitaria o in mezzo a piazza Navona a Roma.

La logica vorrebbe che chiunque vada in giro da solo, poco importa il luogo, sia consapevole di quanto sopra, peccato che non sempre sia così poi, nel caso specifico, non ho idea se effettivamente sia stato uno sprovveduto o semplicemente uno sfortunato.

Ciao :si:, Gianluca
 
Un infortunio così grave da portare alla morte in poco tempo è piuttosto raro, continuo a pensare che possa fare la differenza nella stragrande maggioranza delle occasioni.
Potrei citare un mio amico che si è sfasciato il crociato quando era a funghi e se fosse stato da solo non tornava più a casa. Essendo con un altro mio amico invece in un paio di ore era sotto i ferri e nel giro di pochi mesi era in piedi.

non era una constatazione generica (anche se potrebbe valere in molte circostanze), ma riferita a questo caso specifico...visto che qualcuno sopra ha richiamato la tesi "l'escursionista solitario se la va a cercare" in riferimento allo stesso
 
cercando solo di chiarire - almeno tra noi escursionisti - non è meglio fidarci semplicemente di ciò che Mario Balzanelli - Presidente 118 - ha denunciato: qui
(sperando nella serietà del giornale)
Il problema del n. unico e dello smistamento delle chiamate è concreto.

L'unica volta in vita mia che ho chiamato i soccorsi è stato per un gruppo di "ciaspolatori" colti dal buio sul sentiero a causa di una persona leggermente infortunata e di un'altra rimasta a secco di energie.
Non c’erano i cellulari. Io ed un altro ci siamo affrettati fino ad un telefono pubblico, chiamando prima il 112 e poi il 115 (su indicazione del 112, il 118 non c’era).
In entrambi i casi ho parlato in automatico con Modena e gli operatori mi hanno chiesto di chiamare Fanano, perché era la "stazione" di competenza. E ho dovuto rifare le due telefonate perché non riuscivano a mettermi in contatto direttamente.

Insomma... per fortuna che nessuno era in reale pericolo di vita... perché ho perso un sacco di tempo.
 
Il presidente del 118 dice una cosa non vera quando afferma che l'AML è pienamente operativo in Francia.
In Francia, che fa parte di una seconda fase di test in cui nella prima c'era l'Italia, sarà tecnicamente pronto entro la fine dell'anno. Successivamente, sarà ancora necessario che questa piattaforma sia connessa a ciascuno dei 450 call center di emergenza nel paese.
ll caso di Simon Gautier non è purtroppo un caso isolato. Lucas Renoud, 20 anni, trovato morto a luglio dopo essere scomparso durante un'escursione nel Giura, non è stato individuato nonostante avesse chiesto aiuto.
 
Ultima modifica:
quanto non sia evidente trovare una persona, anche avendo i dati che alcuni pensano condurre chì cerca, sicuramente, e velocemente al punto esatto
Disponendo però, senza offesa, le coordinate di un punto noto i soccorritori hanno un area di ricerca notevolmente ridotta. Il raggio di copertura di una cella può superare anche i 20km che corrisponde ad un area di 314 km quadrati, l'errore del GPS, massimo, è sul centinaio di metri ovvero un area di 0.0314 km quadrati, il rapporto è di 10.000 a 1. Almeno sul piano "teorico" siamo su due mondi differenti, poi ovvio che anche sapendo il punto preciso ci possono essere mille motivi per i quali i tempi sono comunque lunghi e non necessariamente risolutivi "in bene", non c'è bisogno di essere disperso in montagna per rendersene conto..... i soccorsi si fanno "anche" in città.

Ciao :si:, Gianluca
 
Simon è stato sfortunato. Caduto da un dirupo, frattura di entrambe le gambe e rottura dell'arteria femorale, deceduto poco tempo dopo la caduta stessa (e poco dopo la chiamata al 118).
Non penso che l'elicottero con i soccorsi sarebbero arrivati in tempo, anche con la migliore tecnologia disponibile per rintracciare il punto esatto dove si trovava.
Abito abbastanza vicino a dove parte l'elicottero del soccorso alpino: la settimana scorsa, con molta gente sulle dolomiti, gli interventi sono stati numerosi, ma non sempre sono riusciti a salvare la vita degli escursionisti.
Però devo dire che bisogna essere contenti di avere questo servizio pronto e disponibile a intervenire in caso di necessità.
 
rispondo da medico: se tagli l'arteria femorale muori. Successe una notte di alcuni anni fa: avevano ceduto i punti su un by pass dell'arteria femorale, l'ortopedico, le infermiere ed io riuscimmo a tamponare, sostenere il circolo, mettere liquidi in vena; il chirurgo vascolare, l'anestesista, la ferrista, schizzarono in sala operatoria, il sangue per la trasfusione arrivò in pochissimi minuti. Intervento lungo, rianimazione, ma fu dimesso vivo. In un grande policlinico con tutto a portata di mano. sono certo che al di fuori di tali situazioni una lesione dell'arteria femorale non possa essere affrontata adeguatamente. Ciò detto: è mia opinione ( ma chiedere agli Ortopedici per conferma) che il posto più pericoloso sia il bagno di casa, che produce fratture in abbondanza, più dei sentieri esposti.
 
Ogni volta che leggo di gambe rotte ormai penso alla Siula Grande, 1985...

Touching the Void



Certo, non si era lacerata l'arteria femorale ed è riuscito ad uscirne vivo con anche un po' di fortuna.
 
Alto Basso