- Parchi d'Abruzzo
-
- Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga
Dati
Data: 17.8.2013;
provincia: Teramo;
Località di partenza e arrivo: lago di Pagliara 852 m;
Tempo di percorrenza: 7 ore;
Chilometri: circa 15;
Difficoltà: EE;
Segnaletica: presente in salita (sentieri n. 7 e 7A), parziale in discesa (7A, e 9), nessuna fra il Piano d’Abruna e la fonte del Peschio passando per la Cimetta;
Dislivello in salita: circa 1750;
Quota massima: 2561 m.
__
Il punto di partenza è il lago di Pagliara o meglio il punto in cui c’era il lago. Per raggiungerlo basta seguire, da Isola del Gran Sasso, le indicazioni per il lago fino a quando la strada giunge ad un valico (852 m). Inizialmente non ci sono tracce o tabelle indicative, né segni, ma solo un campo coltivato: per trovare i primi segni bisogna risalire il campo (sul bordo per non calpestare le piantine) fino ad un piccolo edificio in muratura, dove si trovano i classici vecchi segni giallo-rossi.
Il primo tratto è un po’ ingombro di vegetazione, ma una volta entrati nella faggeta il tracciato diventa evidente. Si tralascia poco dopo a destra un sentiero segnato, successivamente intorno ai 1100 m si incontrano due bivi a breve distanza: al primo si va a destra, al secondo a sinistra: il sentiero da seguire è contrassegnato con il numero 7 (a destra prosegue il sentiero dei 4 Vadi, segnavia 4V).
Dopo essere usciti dal bosco, seguire il percorso diventa un po’ più complesso in quanto la traccia, quando c’è, a volte si perde nell’erba alta, ma con un po’ di pazienza si riescono ad individuare i segni di vernice. Dapprima si risale il costone che fiancheggia sulla destra la faggeta, poi si comincia a seguire un lunga diagonale verso sinistra che scavalca creste e valloni, fino ad arrivare, con breve discesa, in un grande anfiteatro (testata del fosso della Rava). Lo si traversa e si risale dal versante opposto per un canalino ripido. Qui la segnaletica diventa più evidente. All’inizio del canalino confluisce da sinistra, in modo poco visibile, un altro percorso segnato (n. 18 ) proveniente dalla zona di Castelli. Seguendo i segni si risale il costone con degli zig-zag fino a un ultimo ripido risalto che è attrezzato con una catena metallica (2150 m circa). Si è ormai sotto al vado di Ferruccio, dal quale si segue la segnaletica della via normale al Prena.
In discesa si segue la normale del Prena e poi per un breve tratto il sentiero segnato n. 9 fino al Piano d’Abruna. Da qui si inizia a scendere lungo la cresta della Cimetta su tracce discontinue, ghiaia e erba alta, cercando di trovare il percorso più comodo. Ci si sposta progressivamente verso sinistra su terreno aperto fino ad individuare la fonte del Peschio e soprattutto la sua sterrata di accesso. Dalla fonte del Peschio basta seguire la sterrata segnata che in basso confluisce nella strada dell’acquedotto del Ruzzo e quindi alla strada asfaltata che si seguirà verso destra per circa 800 metri in lieve salita fino al punto di partenza.
E’ un’escursione abbastanza lunga, con dei tratti scomodi e faticosi, ma in un ambiente tra i più belli del Gran Sasso. Personalmente la fatica è stata ampiamente ripagata dalla soddisfazione di trovarmi di fronte a spettacoli come la parete nord del Camicia, le Torri di Casanova con la cengia sospesa, il Cimone di S. Colomba, i profondi valloni del Fosso della Rava, di Fossaceca. Nella mia personale “classifica” delle escursioni che ho fatto, questa senz’altro ha un posto di rilievo.
Un doveroso ringraziamento a Dario, mio compagno d’escursione, che è stato particolarmente paziente nell’adattarsi al mio passo e alle mie pause.
Le foto sono al link https://picasaweb.google.com/107407926732083459317/Prena02?authuser=0&feat=directlink
Ciao
Data: 17.8.2013;
provincia: Teramo;
Località di partenza e arrivo: lago di Pagliara 852 m;
Tempo di percorrenza: 7 ore;
Chilometri: circa 15;
Difficoltà: EE;
Segnaletica: presente in salita (sentieri n. 7 e 7A), parziale in discesa (7A, e 9), nessuna fra il Piano d’Abruna e la fonte del Peschio passando per la Cimetta;
Dislivello in salita: circa 1750;
Quota massima: 2561 m.
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Il punto di partenza è il lago di Pagliara o meglio il punto in cui c’era il lago. Per raggiungerlo basta seguire, da Isola del Gran Sasso, le indicazioni per il lago fino a quando la strada giunge ad un valico (852 m). Inizialmente non ci sono tracce o tabelle indicative, né segni, ma solo un campo coltivato: per trovare i primi segni bisogna risalire il campo (sul bordo per non calpestare le piantine) fino ad un piccolo edificio in muratura, dove si trovano i classici vecchi segni giallo-rossi.
Il primo tratto è un po’ ingombro di vegetazione, ma una volta entrati nella faggeta il tracciato diventa evidente. Si tralascia poco dopo a destra un sentiero segnato, successivamente intorno ai 1100 m si incontrano due bivi a breve distanza: al primo si va a destra, al secondo a sinistra: il sentiero da seguire è contrassegnato con il numero 7 (a destra prosegue il sentiero dei 4 Vadi, segnavia 4V).
Dopo essere usciti dal bosco, seguire il percorso diventa un po’ più complesso in quanto la traccia, quando c’è, a volte si perde nell’erba alta, ma con un po’ di pazienza si riescono ad individuare i segni di vernice. Dapprima si risale il costone che fiancheggia sulla destra la faggeta, poi si comincia a seguire un lunga diagonale verso sinistra che scavalca creste e valloni, fino ad arrivare, con breve discesa, in un grande anfiteatro (testata del fosso della Rava). Lo si traversa e si risale dal versante opposto per un canalino ripido. Qui la segnaletica diventa più evidente. All’inizio del canalino confluisce da sinistra, in modo poco visibile, un altro percorso segnato (n. 18 ) proveniente dalla zona di Castelli. Seguendo i segni si risale il costone con degli zig-zag fino a un ultimo ripido risalto che è attrezzato con una catena metallica (2150 m circa). Si è ormai sotto al vado di Ferruccio, dal quale si segue la segnaletica della via normale al Prena.
In discesa si segue la normale del Prena e poi per un breve tratto il sentiero segnato n. 9 fino al Piano d’Abruna. Da qui si inizia a scendere lungo la cresta della Cimetta su tracce discontinue, ghiaia e erba alta, cercando di trovare il percorso più comodo. Ci si sposta progressivamente verso sinistra su terreno aperto fino ad individuare la fonte del Peschio e soprattutto la sua sterrata di accesso. Dalla fonte del Peschio basta seguire la sterrata segnata che in basso confluisce nella strada dell’acquedotto del Ruzzo e quindi alla strada asfaltata che si seguirà verso destra per circa 800 metri in lieve salita fino al punto di partenza.
E’ un’escursione abbastanza lunga, con dei tratti scomodi e faticosi, ma in un ambiente tra i più belli del Gran Sasso. Personalmente la fatica è stata ampiamente ripagata dalla soddisfazione di trovarmi di fronte a spettacoli come la parete nord del Camicia, le Torri di Casanova con la cengia sospesa, il Cimone di S. Colomba, i profondi valloni del Fosso della Rava, di Fossaceca. Nella mia personale “classifica” delle escursioni che ho fatto, questa senz’altro ha un posto di rilievo.
Un doveroso ringraziamento a Dario, mio compagno d’escursione, che è stato particolarmente paziente nell’adattarsi al mio passo e alle mie pause.
Le foto sono al link https://picasaweb.google.com/107407926732083459317/Prena02?authuser=0&feat=directlink
Ciao
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