Dati
Data: 23-24 Settembre 2021
Regione e provincia: Trento
Località di partenza: Ponte Verde in Val Genova
Tempo di percorrenza: 4+11 ore
Segnaletica: Ometti
Dislivello in salita: +2.650
Quota massima: 3.558
Descrizione
E' la mia prima relazione, quindi abbiate pieta' vado in montagna da un po', ma questa e' la prima volta che sento valga la pena di scriverne. Ho in mente questo giro da almeno un paio d'anni, a fine stagione mi sento abbastanza in forma da affrontare i 2.500 metri abbondanti di dislivello.
Cosa spinge a scegliere una via di questo genere? La voglia di testare i propri limiti fisici e mentali, ma anche il voler ripercorrere una salita d'altri tempi, attraverso una valle selvaggia e scarsamente percorsa anche in alta stagione. Piu' un pizzico di follia..
Iniziamo con la via. Ufficialmente, la normale sud è una sola, quella segnata in nero nella mappa. Come descritto in seguito, sono riuscito a mancarla si all'andata, dove ho seguito la via in rosso, sia al ritorno dove ho seguito la via in blu (non intenzionalmente). Posso dire di aver imparato una cosa: percorrendo i sentieri segnati da ometti, si puo' essere abbastanza certi di seguire una via, mentre puo' essere piu' difficoltoso capire quale via.
Abito a Bratislava, in Slovacchia. Ad inizio settimana, allettato da previsioni straordinariamente ottimiste per essere fine Settembre, prendo due giorni di ferie ed inizio i preparativi. Mercoledì sera sono su un treno notturno che da Vienna mi porta a Treviso per Giovedì mattina. Il tempo di una sosta nella casa di famiglia, preparo lo zaino ed inizio il viaggio verso Pinzolo, sulla valle tra l'Adamello e le Dolomiti di Brenta.
Partenza dal parcheggio Ponte Verde in Val Genova, quota 900 metri, intorno alle 14. Mi aspettano circa 1300 mertri di dislivello per raggiungere il bivacco Roberti.
Partire da una quota così bassa, visto l'obiettivo, mi fa una certa impressione. Non sono abituato alle lunghe camminate nel bosco, di solito in Dolomiti parto dai passi a 2.000 metri. Sapendo di avere molto tempo, me la prendo comoda. Il sentiero parte subito ripido e presto si iniziano a scorgere i ghiacciai dell'Adamello dall'altra parte della valle
Arrivo a malga Nardis dopo circa un'ora e mezza. Il tempo sembra volgere al brutto quindi accelero il passo, ma mi ritrovo comunque in mezzo alla nebbia
Fortunatamente lo strato di nuvole si interrompe bruscamente intorno ai 2.100 metri, poco prima di raggiungere il bivacco Roberti dove passero' la notte
Tramonto sulle Dolomiti di Brenta
Nel tragitto per il bivacco incontro una sola persona, un runner che va piuttosto di fretta. Al bivacco sono solo, consumo la cena e mi preparo per la notte. Dopo il tramonto mi raggiunge una coppia di ragazzi con il cane al seguito, ci godiamo la stallata incredibile facendo quattro chiacchiere prima di andare a dormire. I miei compagni di bivacco si svegliano sul tardi al mattino (non salgono in cima), quindi al suono della sveglia, alle 5, sono solo. Dopo la colazione, sono di nuovo in marcia intorno alle 6. Continuo a voltarmi indietro per non perdermi un'alba spettacolare
Dopo un paio d'ore, sul filo di un'antica morena, inizio a vedere i ghiacciai sommitali. Qui è anche dove sbaglio la via per la prima volta: invece di risalire il vallone sulla destra, seguendo altri ometti mi tengo sulla sinistra aggirando la bastionata rocciosa
Si inizia a vedere la cima, ultima a destra, con la scintillante croce. Avendo preso questa variante, dovro' salire il canalone innevato sulla destra. Le pendenze non sono mai troppo elevate, e la neve dura trasformata dal vento trattiene bene le pute dei ramponi.
Dopo aver superato i nevai e qualche tratto di roccia, un'ultima cresta di rocciette granitiche mi porta in vetta. Non ho incontrato nessuno dal bivacco, ed in vetta non c'è un filo di vento: il silenzio è totale
La vista spazia a 360 gradi. A sud, Dolomiti di Brenta e monti intorno al Lago di Garda
Ad est, tutte le Dolomiti. Si riconoscono, da destra, Pale di San Martino, Civetta, Pelmo, Antelao, Marmolada e Tofane
A nord il gruppo dell'Ortles
A ovest, i ghiacciai del Bernina
E di nuovo a sud, il gruppo dell'Adamello
Dietro la Valtellina, si scorge in lontananza il Monte Rosa
Sotto di me, la parte alta della Vedretta di Nardis, con la traccia della via normale nord da Sella Freshfield
Sono in cima alle 10.30, da qui inzia la parte piu' difficoltosa ovvero una discesa di 2.600 metri abbondanti. So di avere ancora molte ore di luce a disposizione e voglio risparmiare i legamenti, quindi scendo con calma. Cerco di scendere per la via normale sud, ma dopo il bivacco Orobica, seguendo gli ometti sbagliati finisco nel vallone alla sinistra orografica di quello che avrei dovuto prendere.
E' troppo tardi per tronare indietro, quindi seguo gli ometti fino all'imboccatura del vallone, e da lì con un lungo traverso verso destra su sfasciumi e roccette mi ricungiungo alla via di salita. Arrivo al bivacco Roberti alle 15, mi manca ancora meta' discesa. Per fortuna il bel tempo tiene fino a sera, arrivo al parcheggio alle 18 in condizioni pietose. Oltre ai due ragazzi del giorno prima, ho incontrato solo alre due persone (più un camoscio), tra cui un eroe che si è sparato la mia stessa via in giornata, superandomi abbondantemente..
Dopo caffè, sigaretta e paracetamolo sulla strada per Tione, mi rimetto in macchina e con una colonna sonora di musica psichedelica anni 60-70 mi godo le 3 ore di macchina fino a casa, dove arrivo per le 22. A tenermi sveglio, in realtà, è l'euforia che mi prende alla conclusione delle migliori avventure.
Alla prossima!
Davide
Data: 23-24 Settembre 2021
Regione e provincia: Trento
Località di partenza: Ponte Verde in Val Genova
Tempo di percorrenza: 4+11 ore
Segnaletica: Ometti
Dislivello in salita: +2.650
Quota massima: 3.558
Descrizione
E' la mia prima relazione, quindi abbiate pieta' vado in montagna da un po', ma questa e' la prima volta che sento valga la pena di scriverne. Ho in mente questo giro da almeno un paio d'anni, a fine stagione mi sento abbastanza in forma da affrontare i 2.500 metri abbondanti di dislivello.
Cosa spinge a scegliere una via di questo genere? La voglia di testare i propri limiti fisici e mentali, ma anche il voler ripercorrere una salita d'altri tempi, attraverso una valle selvaggia e scarsamente percorsa anche in alta stagione. Piu' un pizzico di follia..
Iniziamo con la via. Ufficialmente, la normale sud è una sola, quella segnata in nero nella mappa. Come descritto in seguito, sono riuscito a mancarla si all'andata, dove ho seguito la via in rosso, sia al ritorno dove ho seguito la via in blu (non intenzionalmente). Posso dire di aver imparato una cosa: percorrendo i sentieri segnati da ometti, si puo' essere abbastanza certi di seguire una via, mentre puo' essere piu' difficoltoso capire quale via.
Abito a Bratislava, in Slovacchia. Ad inizio settimana, allettato da previsioni straordinariamente ottimiste per essere fine Settembre, prendo due giorni di ferie ed inizio i preparativi. Mercoledì sera sono su un treno notturno che da Vienna mi porta a Treviso per Giovedì mattina. Il tempo di una sosta nella casa di famiglia, preparo lo zaino ed inizio il viaggio verso Pinzolo, sulla valle tra l'Adamello e le Dolomiti di Brenta.
Partenza dal parcheggio Ponte Verde in Val Genova, quota 900 metri, intorno alle 14. Mi aspettano circa 1300 mertri di dislivello per raggiungere il bivacco Roberti.
Partire da una quota così bassa, visto l'obiettivo, mi fa una certa impressione. Non sono abituato alle lunghe camminate nel bosco, di solito in Dolomiti parto dai passi a 2.000 metri. Sapendo di avere molto tempo, me la prendo comoda. Il sentiero parte subito ripido e presto si iniziano a scorgere i ghiacciai dell'Adamello dall'altra parte della valle
Arrivo a malga Nardis dopo circa un'ora e mezza. Il tempo sembra volgere al brutto quindi accelero il passo, ma mi ritrovo comunque in mezzo alla nebbia
Fortunatamente lo strato di nuvole si interrompe bruscamente intorno ai 2.100 metri, poco prima di raggiungere il bivacco Roberti dove passero' la notte
Tramonto sulle Dolomiti di Brenta
Nel tragitto per il bivacco incontro una sola persona, un runner che va piuttosto di fretta. Al bivacco sono solo, consumo la cena e mi preparo per la notte. Dopo il tramonto mi raggiunge una coppia di ragazzi con il cane al seguito, ci godiamo la stallata incredibile facendo quattro chiacchiere prima di andare a dormire. I miei compagni di bivacco si svegliano sul tardi al mattino (non salgono in cima), quindi al suono della sveglia, alle 5, sono solo. Dopo la colazione, sono di nuovo in marcia intorno alle 6. Continuo a voltarmi indietro per non perdermi un'alba spettacolare
Dopo un paio d'ore, sul filo di un'antica morena, inizio a vedere i ghiacciai sommitali. Qui è anche dove sbaglio la via per la prima volta: invece di risalire il vallone sulla destra, seguendo altri ometti mi tengo sulla sinistra aggirando la bastionata rocciosa
Si inizia a vedere la cima, ultima a destra, con la scintillante croce. Avendo preso questa variante, dovro' salire il canalone innevato sulla destra. Le pendenze non sono mai troppo elevate, e la neve dura trasformata dal vento trattiene bene le pute dei ramponi.
Dopo aver superato i nevai e qualche tratto di roccia, un'ultima cresta di rocciette granitiche mi porta in vetta. Non ho incontrato nessuno dal bivacco, ed in vetta non c'è un filo di vento: il silenzio è totale
La vista spazia a 360 gradi. A sud, Dolomiti di Brenta e monti intorno al Lago di Garda
Ad est, tutte le Dolomiti. Si riconoscono, da destra, Pale di San Martino, Civetta, Pelmo, Antelao, Marmolada e Tofane
A nord il gruppo dell'Ortles
A ovest, i ghiacciai del Bernina
E di nuovo a sud, il gruppo dell'Adamello
Dietro la Valtellina, si scorge in lontananza il Monte Rosa
Sotto di me, la parte alta della Vedretta di Nardis, con la traccia della via normale nord da Sella Freshfield
Sono in cima alle 10.30, da qui inzia la parte piu' difficoltosa ovvero una discesa di 2.600 metri abbondanti. So di avere ancora molte ore di luce a disposizione e voglio risparmiare i legamenti, quindi scendo con calma. Cerco di scendere per la via normale sud, ma dopo il bivacco Orobica, seguendo gli ometti sbagliati finisco nel vallone alla sinistra orografica di quello che avrei dovuto prendere.
E' troppo tardi per tronare indietro, quindi seguo gli ometti fino all'imboccatura del vallone, e da lì con un lungo traverso verso destra su sfasciumi e roccette mi ricungiungo alla via di salita. Arrivo al bivacco Roberti alle 15, mi manca ancora meta' discesa. Per fortuna il bel tempo tiene fino a sera, arrivo al parcheggio alle 18 in condizioni pietose. Oltre ai due ragazzi del giorno prima, ho incontrato solo alre due persone (più un camoscio), tra cui un eroe che si è sparato la mia stessa via in giornata, superandomi abbondantemente..
Dopo caffè, sigaretta e paracetamolo sulla strada per Tione, mi rimetto in macchina e con una colonna sonora di musica psichedelica anni 60-70 mi godo le 3 ore di macchina fino a casa, dove arrivo per le 22. A tenermi sveglio, in realtà, è l'euforia che mi prende alla conclusione delle migliori avventure.
Alla prossima!
Davide