Da quel che so, il tomahawk vero e proprio era più una sorta di mazza, a volte affilata, realizzata in pietra, osso o semplicemente con un legno nodoso e risultava essere lo strumento principale delle popolazioni native d'america, prima dello sbarco dei coloni. Il tomahawk dell'immaginario collettivo è frutto di scambi avvenuti fra i primi coloni/conquistatori europei ed i nativi, erano infatti accette e simili che venivano impiegati nella carpenteria navale e per tutte le attività che la vita in mare richiedeva. Inglesi, francesi, spagnoli, eccetera scambiarono questi strumenti in acciaio con oro, pietre e altro, fornendo, così, il tomahawk "moderno" alle popolazioni locali. Le varie configurazioni che si possono trovare derivano, in primo luogo, dal paese di origine dello strumento, e poi da tutte le modifiche che sono state effettuate dalle popolazioni americane per le più disparate esigenze, sia in ambito civile che bellico.
Il tomahawk era usato per tantissimi scopi: legna, ripari, costruzione di oggetti, attività complementari alla caccia, merce di scambio, arma, oggetto cerimoniale, eccetera eccetera.
Per cui, personalmente, lo vedo benissimo per tutte le attività all'aria aperta, in sostituzione di un'accetta. Ha pro e contro ovviamente: risulta più leggero ma generalmente più ingombrante, si può però smontare e il manico è realizzabile in loco all'occorrenza, il profilo della testa favorisce il taglio mentre si pianta spesso e volentieri nello spacco dove risulta anche troppo leggero, si può usare la sola testa, si riesce ad impugnare a due mani ma il manico, essendo conico, può risultare scivoloso... eccetera eccetera.
Io, per quelle che sono le nostre attività, eviterei tomahawk con la punta nella parte posteriore della testa, meglio un martello.
Il discorso riguardo al capire fin dove allargarne la definizione nasce proprio perché, a conti fatti, il tomahawk è, più o meno, una testa d'accetta fatta con l'occhio per un manico conico, chiamata spesso "picozzino", e qui ci rientrano un sacco di modelli
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