Problemi al ginocchio. Perchè?

Buonasera ragazzi. Metto subito le mani avanti e preciso che non ho intenzione di sostituire in nessun caso il parere di un medico ma mi piace essere almeno informato sui miei problemi prima di prendere decisioni e intraprendere eventuali percorsi medici con almeno un minimo di cognizione.
Detto questo, la mia esperienza nel trekking in montagna è limitata (ho iniziato da circa un anno) e purtroppo non ho persone con cui discutere di cose che per molti di voi saranno basilari e scontate... sostanzialmente ho dei fastidi alle ginocchia e non ne so valutare l'entità. Posso dirvi questo:

- Nascono o comunque si presentano sempre in discesa, inizialmente credevo fosse colpa dello zaino un pò pesante per me ma non torno mai con dolori muscolari eccessivi in nessuna area ed in genere il mio zaino non pesa più di 7/8 kg alla partenza, ultimamente non arrivo a 5 kg ed il problema si presenta lo stesso.

- Uso i bastoni da trekking, soprattutto in discesa proprio per alleggerire il carico soprattutto nelle "scalinate".

- Il dolore è in realtà più un fastidio che istintivamente mi impedisce di mettere tutto il peso in appoggio, senza scricchiolii, non cambia molto tra caldo e freddo (inteso come attività, non ambiente)

- Anche con tale problema già presente riesco tranquillamente a mettere le ginocchia al petto ed a raggiungere lo squat massimo e rialzarmi senza dolori

- Ho 35 anni, non sono al momento molto allenato (2 anni almeno) ma la forma è ok. Sono circa 180 cm per 70/72 kg.

- Mai sofferto di dolori alle ginocchia di nessun tipo, durante nessuna attività (motociclismo, snowboarding, immersioni, ginnastica a corpo libero). Schiena e spalle invece in abbondanza.

- La zona del dolore non interessa la rotula come spesso leggo online, è più laterale esterna, tuttalpiù leggermente posteriore. Non riesco a capire bene la profondità perchè è un dolore abbastanza sordo, almeno all'inizio.

- Interessa entrambe le ginocchia, ma principalmente il destro arriva molto prima, è più evidente e sembra meno "di passaggio". Il dolore a volte sparisce appena torno in piano per qualche minuto, a volte mi segue tutto il giorno seguente al trekking

- I miei percorsi sono sempre relativamente brevi, diciamo 10 km di media. Il problema sembra acuirsi all'aumentare del dislivello e forse all'aumentare del peso dello zaino, ma non è una certezza. Posso solo dire che sabato il percorso nei Simbruini presentava 650 m di dislivello positivo e con uno zaino di 5/6 kg il dolore era presente ma non di impedimento. Mesi fa sul monte Navegna con circa 900 metri di dislivello positivo ed uno zaino pesante il doppio sono arrivato all'auto zoppicando vistosamente e dopo 10 minuti dal raggiungimento della strada il dolore è sparito del tutto. Come dicevo, non si presenta sempre

- Le mie calzature sono delle Salewa Mountain Trainer GTX, come ho detto non ho molta esperienza ma le adoro. Nessuna vescica, mai un dolore, se dovessi trovare un lato negativo potenzialmente collegato a questo problema potrebbe essere il peso davvero elevato secondo me (le mie 43 pesano quasi 0,75 kg l'una)

Il mio grande dubbio ora è se il problema è più una questione di allenamento, non avendo camminato mai ed avendo delle gambe esili ma forti potrei essere in una condizione di generale sovraccarico dei tendini e delle articolazioni, o magari è semplicemente la prima volta che mi rendo conto di avere un problema più serio a livello articolare. Da ciò che leggo in giro i dolori comuni del trekker sono un pò diversi dai miei, e la cadenza con cui vado in montagna non mi permette di notare un miglioramento muscolare evidente. Voi come avete gestito i vostri problemi alle ginocchia, avete analizzato con calma in un lungo tempo o siete corsi ai ripari in qualche modo?

Grazie per aver letto tutto, e grazie a chiunque vorrà condividere la sua esperienza :)
 
Io da due mesi sembro avere un dolore simile. Parte in discesa dopo molto lavoro, fa zoppicare, tende a scomparire in Piano. Solo su un ginocchio, parte laterale esterno e poi passa dietro. I dottori dicono infiammazione tendone rotuleo da sforzo. Riposo!
 
Ne ho sofferto molti anni fa, nel mio caso si trattava probabilmente della combinazione dell' abuso di pantaloni corti, stress da carico di lavoro, carenza di allenamento di base ed errata postura in discesa.

Abolito il pantalone corto in escursione, superata la fase acuta (arnica e artrosilene schiuma aiutano) iniziata una prassi di allenamento costante (= "per sempre"), di intensità relativamente moderata (bici con i rulli, in casa), attuata una postura in discesa "a ginocchio semi-flesso", il problema è superato. La costanza dell' allenamento aiuta a superare anche i periodi di fermo escursionistico.

Evitare di scaricare troppo l' energia frenante in discesa sulle braccia, si rischia di pagarne le conseguenze prima o poi, più o meno come succede col ginocchio ora.

La postura in discesa deve consentire di sviluppare la necessaria potenza frenante con i muscoli della coscia. Non scendere quindi (ovviamente) a "gamba tesa" e cercare di percepire se si sta scaricando l'energia direttamente sul sistema scheletrico invece che su quello muscolare. Pre-condizione (niente affatto scontata da realizzare è non avere esaurito la necessaria energia nella fase di salita per mantenere una andatura sufficientemente elastica nella fase di discesa.

La conseguenza logica è che i dislivelli vanno calibrati in base allo stato di forma in nessun caso impegnarsi allo stremo nella salita fidando nel fatto che in un modo o nell' altro si scenderà, occorre difendere strenuamente ossa e cartilagini, una parte del corpo umano "non allenabile" (non in età adulta almeno, esaurita la fase della crescita) che negli anni si può solo consumare e che occorre conservare intatta per la vecchiaia.
 
Grazie delle risposte!

@andreapaiola Dici che lo scenario più probabile (anche solo per statistica, diciamo) è più compratibile con un danno interno? Come dicevo non ho nessun problema alle ginocchia nella vita di tutti i giorni, né nelle attività fisiche all'infuori del camminare con molto dislivello (in piano non viene nemmeno dopo 15 km, mai fatti di più intenzionalmente)

@C2C7 A me onestamente parte anche con poco lavoro, a volte sparisce con una velocità un pò troppo immediata dopo pochi minuti di piano. Il dolore all'altro ginocchio viene solamente quando lo sovraccarico per evitare il problema dall'altra parte, ma dopo 5 minuti è tutto nella norma. Quel che mi incuriosisce è proprio questa natura un pò "rapida" sia a venire che ad andare via.
 
ciao, io ho avuto due esperienze di dolori alle ginocchia.
L'ultimo era dovuto alla sindorme della bendelletta ileo-tibiale, ma dalla descrizione che hai fatto non sembra probabile.
Il primo era molto più simile, iniziato poco dopo i 20 anni, andava e veniva finché è diventato troppo frequente e limitante, quindi mi sono convinto a farmi vedere da un medico specializzato che mi ha trovato subito (dopo la lastra di conferma) causa e soluzione (definitiva).
Mi ha spiegato che dalla lastra si vedeva un tipico problema delle persona alte (sono 1.84) che avevano avuto una repentina crescita durante lo sviluppo.
La soluzione proposta era semplicemente aumentare il tono muscolare dei quadricipiti femorali.
Per 2 o 3 mesi mi sono allenato quotidianamente con la leg extension, poi sono tornato a correre, salire e scendere, mai più tornato nulla.
Non so certo dire se la causa è la stessa, ma i primi 2 imputati sono sempre obesità (non il tuo caso) ed il tono muscolare, in particolare dei quadricipiti femorali.
Gli errori di postura derivano spesso da compensazioni che facciamo per sopperire allo scarso tono muscolare.
Per scarso si intende però "relativamente" scarso, cioè nella media nazionale, ma bisogna puntare a stare ben sopra la media!
 
Grazie mille della risposta :)

Ne ho sofferto molti anni fa, nel mio caso si trattava probabilmente della combinazione dell' abuso di pantaloni corti, stress da carico di lavoro, carenza di allenamento di base ed errata postura in discesa. Abolito il pantalone corto in escursione, superata la fase acuta (arnica e artrosilene schiuma aiutano) iniziata una prassi di allenamento costante (= "per sempre"), di intensità relativamente moderata (bici con i rulli, in casa), attuata una postura in discesa "a ginocchio semi-flesso", il problema è superato. La costanza dell' allenamento aiuta a superare anche i periodi di fermo escursionistico.

Interessante, qual è il problema dei pantaloni corti? Sabato è stata la mia prima escursione con pantalone corto, ho sempre usato pantaloni lunghi ma mi sono dotato di pantalone corto per l'estate in quanto sono una piccola fornace vivente :ka: . Mi sono trovato molto bene, mi spiacerebbe non usarli più ma ignoravo che potessero portare a qualche problema che non fossero insetti o ferite superficiali.

La postura in discesa è già quella indicata, scaricando per quanto possibile tutto il carico sui muscoli e mai sullo scheletro. E' una cosa che faccio istintivamente da sempre, credo e spero correttamente.

Per il momento non ho mai avuto una "fase acuta", nel senso che il dolore è gestibilissimo e dura molto poco, infatti non ho mai usato nessun farmaco... C'è da dire che ho un'alta tolleranza al dolore, a detta anche di vari medici e tecnici che mi hanno curato o "rattoppato" nel tempo. Lo dico esclusivamente per cercare di tenerne conto per non sottovalutare istintivamente i normali segnali del corpo.

Evitare di scaricare troppo l' energia frenante in discesa sulle braccia, si rischia di pagarne le conseguenze prima o poi, più o meno come succede col ginocchio ora.

Ecco, a questo non avevo pensato proprio. Avendo fratturato 3 volte la clavicola destra ho una spalla che è un colabrodo, meglio tenerne conto. Grazie mille.

La postura in discesa deve consentire di sviluppare la necessaria potenza frenante con i muscoli della coscia. Non scendere quindi (ovviamente) a "gamba tesa" e cercare di percepire se si sta scaricando l'energia direttamente sul sistema scheletrico invece che su quello muscolare. Pre-condizione (niente affatto scontata da realizzare è non avere esaurito la necessaria energia nella fase di salita per mantenere una andatura sufficientemente elastica nella fase di discesa.

Come dicevo, credo di farlo. I "dolori" post escursione sono quelli che ho con un allenamento di intensità medio/bassa, equilibrati tra destra e sinistra e presenti nei 2/3 giorni successivi. Li trovo compatibili con l'attività svolta, ed indice che la discesa sia andata ad impattare sui muscoli. Credo!

La conseguenza logica è che i dislivelli vanno calibrati in base allo stato di forma in nessun caso impegnarsi allo stremo nella salita fidando nel fatto che in un modo o nell' altro si scenderà, occorre difendere strenuamente ossa e cartilagini, una parte del corpo umano "non allenabile" (non in età adulta almeno, esaurita la fase della crescita) che negli anni si può solo consumare e che occorre conservare intatta per la vecchiaia.

Vero, questo è anche il punto della questione, in quanto il problema discusso non è nemmeno un reale problema. Con un'aspirina sarei potuto andare a rifare la stessa escursione anche il giorno dopo (se fossi un pò più scemo di quanto sono :D )... Il punto è salvaguardare il più possibile le articolazioni, per un futuro più attivo e (quindi) felice.

Il fatto di calibrare i dislivelli invece ancora non mi viene semplice... E' una cosa perfettamente soggettiva? Sul momento io non sento grande fatica, ho sempre più problemi di fiato che muscolari, mai avute tendiniti né strappi negli anni, quindi non credo di essere vicino al mio limite ma magari sbaglio! Per intenderci, 50 metri di dislivello ogni chilometro si possono considerare tranquilli o presentano già una discreta sfida per molti principianti come me? O magari è solo il dislivello totale giornaliero (500, 1000, etc)?
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Grazie anche a te @Federicodi . Dall'alto della mia ignoranza anche io credo sia una cosa simile, ma credo sia dal lato opposto della coscia, ovvero il bicipite femorale. Dico questo perchè i miei quadricipiti sono molto esili ma estremamente tonici, non eccessivamente resistenti ma forti, cosa che non posso assolutamente dire dei bicipiti che invece non sembrano pervenuti. Il fatto che il dolore sia anche posteriore mi aveva fatto inizialmente pensare proprio ad un problema di quel tipo, magari proprio in quei momenti in cui muscoli antagonisti lavorano insieme per stabilizzare, anche se il più utilizzato è il muscolo maggiore come in questo caso il quadricipite. Da quella parte soffro da sempre una flessibilità pari a zero (non mi tocco la punta delle dita nemmeno se mi pagano, altro indice di debolezza muscolare del bicipite), e di piccoli e saltuari problemi di sciatica dati dal vivere gran parte del tempo seduto, come tutti.

Tornando al principio, la mia idea era proprio di cercare di ribilanciare la muscolatura e aumentare la mobilità posteriore, ma vorrei almeno un pò studiare prima di sforzare il ginocchio (che in allenamento non mi ha mai dato problemi di nessun tipo, ma è passato qualche anno quindi chi lo sa!).
 
Ultima modifica:
Premettiamo una cosa: al netto di problemi fisici, va considerato come ci si muove.
Ciascuno ha il proprio modo di camminare e di correre, ma non è detto che sia corretto: ci sono dei modi più corretti di altri. C'è chi, di suo, cammina o corre facendo movimenti che caricano male i muscoli e le articolazioni, movimenti che sono poco efficaci o addirittura disutili e dannosi.
L'esempio chiarissimo lo si ha guardando la gente che corre: c'è chi è composto ed avanza leggero ed armonioso, c'è chi ha andature con braccia scomposte o al contrario rigide, c'è chi ha andature "pestate", etc. etc. Nella quasi totalità dei casi, più uno è scomposto, meno rende.
Hai mai corso per una decina di km in piano? Se lo fai, dopo un po' o alla fine senti un dolore/fastidio simile?
Se la risposta è si, allora è dura dirti qualcosa di serio, perchè potrebbero giocare molti fattori: potresti avere qualcosa di usurato nel ginocchio (es. cartilagini o menichi) o qualche problema tendineo, oppure qualche problema "strutturale" (es. all'arco plantare o ginocchia a x).
Se la risposta alla domanda iniziale è no, allora probabilmente non hai problemi alle ginocchia e si tratta solo di una questione posturale e di andatura in discesa.
Considera che la discesa è molto pesante sulle ginocchia, perchè le carica molto. Tuttavia i carichi aumentano moltissimo se si "cammina male", cioè se si fanno movimenti che, per quanto siano naturali, non sono bio-meccanicamente corretti.
Un errore tipico, soprattutto di chi non ha molta esperienza, è scendere arretrando il peso ed estendendo completamente il ginocchio prima di caricarlo. In pratica, il peso si scarica tutto sul ginocchio, senza progressività, come una martellata. Solitamente il piede non esegue una rullata, ma tende a piantare il tacco.
 
Grazie mille. Assolutamente vero, infatti sono conscio del fatto di non saper correre correttamente, specie sulle lunghe distanze (sugli scatti lavoravo in punta di piede, mai avuto un problema)... Mai corso per sport/hobby infatti, l'ho sempre trovato odioso perchè mi distruggeva la schiena, le ginocchia mai ma potrebbe semplicemente essere perchè la mia schiena è più scadente :ka:

Non escludo affatto un problema posturale... Diciamo che cerco di utilizzare il quadricipite per frenare anziché andare a martello con il tallone, ma ammetto la mia ignoranza e non so dire se il piede effettui una "rullata", non so esattamente cosa si intenda.

Aggiungo che avendo una schiena un pò arcuata potrei tranquillamente creare uno sbilanciamento, ma escluderei di farlo all'indietro... Tendenzialmente ho sempre più il peso in avanti.
 
Un chiarimento sulla quesione "calzoni corti". L'utilità ditenere al caldo le giunture è soggettiva qualcuno può trarne beneficio qualcun altro no,semplicemente non lo escluderei a priori, specie al cambio stagione quando si continua ad usare il pantalone corto con temperature in quota nettamente al di sotto dei 20° e la maggiore umidità spinge a scoprirsi più di quanto le temperature non richiederebbero.
 
Questo thread per me sta risultando UTILISSIMO. Mi ritrovo sul problema quadricipite (segnalatomi anche dal mio osteopata), sul problema rigidità gamba che va di tacco invece di flettere e sul problema della stanchezza cumulata in salita che poi si scarica in una postura inadeguata in discesa.
Grazie a tutti e Evviva il forum.
 
Ciao i miei due centesimi, io soffro di problemi alle ginocchia, ti riporto la mia esperienza personale.
La prima causa è la mancanza di allenamento, i muscoli non sono sufficientemente allenati e così vai a sovraccaricare il ginocchio in fase di discesa, se la causa è questa con il crescere dello stato di forma il dolore dovrebbe calare se non scomparire.

Utilizza una fascia, di quelle che si mettono sotto al ginocchio, la indossi prima di iniziare a scendere, a me aiuta molto.

Se pensi di avere problemi "strutturali" vai una bella visita da uno specialista; i consigli dei forumisti sono utili, il parere di uno specialista di più. ;)
 

Avventurosamente guadagna dagli acquisti idonei dei prodotti linkati.

L'ho beccata al volo perchè l'hanno consigliata anche a me, l'ho presa e provata nel weekend e.... boh vedremo: non so dire come sarebbe stato senza! intanto grazie
 
io ho problemi alle ginocchia a seguito di un brutto incidente ormai da anni. Quello che posso dirti e che nessuna esperienza altrui può sostituire un bravo ortopedico. Senza trascurare l'importanza e la difficoltà di trovare un bravo ortopedico.
Quello che è certo e che le attività che non sembrano troppo impegnative dal punto di vista muscolare che vengono prolungate per molte ore sono le peggiori per tendini e articolazioni se questi non sono sostenuti da una buona muscolatura.
Potresti intanto provare ad aggiungere degli allenamenti settimanali e poi ovviamente sentire cosa dice il medico.
Nella mia ultima bizzarra esperienza, avevo dolori tendinei sul vasto mediale della gamba destra, che dovrebbe essere la mia gamba sana....I dolori si presentavano esclusivamente in discesa con una fastidiosa contrattura che perdurava giorni dopo l'escursione.

Malgrado io mio alleni praticamente ogni giorno, ad un certo punto il mio ortopedico mi ha semplicemente comunicato che il mio quadricipite del ginocchio infortunato, aveva banalmente e arbitrariamente deciso di escludere la collaborazione del vasto mediale, sovraccaricando così in modo assurdo il vasto laterale.
L'aveva fatto per un suo sistema di protezione dell'articolazione, causando uno squilibrio sull'altra gamba.
Avendo una muscolatura abbastanza allenata li per li non mi ero neppure accorto, ma sono arrivato ad avere 5cm di differenza sulla circonferenza ad altezza 10cm dalla rotula.
Ora, con esercizi specifici e un pò complessi (non esiste un movimento che faccia lavorare in modo isolato il vasto mediale) ho recuperato 4 dei 5cm mancanti ma il muscolo è ancora meno tonico dell'altro. I dolori però sono decisamente diminuiti.
Per concludere, ho girato 4 diversi ortopedici prima di trovarne uno che non si concentrasse unicamente su una possibile soluzione chirurgica.
Scegli con attenzione ;)
 
Grazie a tutti, veramente molte risposte! Vedo che però siamo in tanti ad avere piccoli/grandi problemi alle ginocchia, mannaggia.

Diciamo che avendo io zero o quasi problemi credo che mi prenderò del tempo per iniziare ad allenarmi un pò in senso generale, inserendo una routine di gambe un pò più specifica, giusto per vedere se cambia qualcosa. In più vedrò la prossima volta di fare più caso ad eventuali problematiche di postura o di movimento involontari. A tal riguardo ho pensato ad altre due cose che avevo dimenticato:

- questa estate ho girato insieme alla mia compagna parte della puglia e parte del Cilento con un kayak gonfiabile, inserito in uno zaino economico molto voluminoso. Insomma, ho fatto delle gran belle discese e sostanzialmente delle tratte assimilabili ad un trekking con addosso uno zaino da 17/18 kg, con scarpe da scoglio anziché quelle da trekking senza avere nessun problema alle ginocchia.

- altra cosa interessante: ho notato che con queste scarpe molto rigide e con un drop elevato, tendo a fare le salite tenendo spesso il tallone molto basso, non attivando e scaricando quasi completamente il polpaccio dal lavoro e allungandolo senza reale motivo. Ci ho fatto caso nell'ultima escursione, e mi chiedo se sia possibile che il problema sia collegato. La gamba destra è anche la mia gamba dominante, è molto probabile che lo sforzo su quella sia maggiore, ed un tale errore di postura è sicuramente presente anche dall'altra parte, cosa che spiegherebbe perchè a volte ho lo stesso identico dolore anche lì, cosa difficile da spiegare altrimenti. Tra l'altro ho dei polpacci grandi come gli avambracci di alcuni di voi probabilmente, anche questo calza (purtroppo) :ka:

...un gesto naturale come camminare è molto più complesso di quanto si creda, pare! Grazie a tutti ancora, mi avete dato molto su cui riflettere.
 
Riporto anch'io la mia epserienza personale. Nel mio caso un dolore simile al tuo era legato a due fattori, primo una mancanza di massa e tono muscolare ai quadricipiti della coscia, che sotto consiglio di un amico ortopedico ho provveduto a rinforzare con utilizzo della bici da corsa ( ora dopo 10 anni non è più una passione ma una malattia ) e di una corsetta leggera ( 5-6 km 2 volte a settimana ). Risolto il problema muscolare, però il dolore o meglio il fastidio al ginocchio restava facendo discese di camminata/corsa, allora fatta risonanza e trovato il problema: lesione del menisco e quindi artroscopia, pulizia del menisco e riabilitazione. Ora che sono passati più di 10 anni e mi avvicino ai 60 non ho più dolori al ginocchio, ma ho smesso di correre per non infiammare il ginocchio, vado in bici da corsa, e faccio trekking/alpinismo giornalieri anche impegnativi, arrampicata e sci/snowboard ( uso un tutore al ginocchio più per paura che per necessità )
 
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