Pronti a bivaccare?

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Speleoalp

Guest
La penso uguale, ma ho esperienze differenti. Almeno nella mia regione, una delle più attive di tutta la svizzera a riguardo di incidenti in montagna.

Restare fuori per emergenza, anche se di emergenza non si tratta, è una delle principali richieste di soccorso.

Infatti moltissime persone chiamano nonostante non hanno ferite, ma sono solo stanchi, non sono sicuri sui sentieri da prendere o si sono "persi".
Questo è sempre frutto di un'organizzazione errata, poca conoscenza della disciplina, mancanza di prudenza e soprattutto non aver mai messo in conto cosa sarebbe potuto accadere e partire dal fatto che la notte non mangia nessuno.

In questi casi, secondo me, è la mancanza di esperienze reali sul campo...anche se volontarie, nel bivaccare in ogni dove, con diverse situazioni metereologiche e soprattutto imparando da ogni esperienza quello che non sarebbe servito e quello che avrebbe fatto comodo.

Inoltre c'è da dire che nella realtà la differenza tra escursione di poche ore e quelle da giornate intere non fa differenza, gli incidenti non guardano l'orologio e basta una stupidata... anche a 5 minuti dall'inizio dell'escursione per essere feriti e dispersi.

La mia filosofia è... appassionarsi ad una disciplina e poi provare volontariamente tante di quelle cose che potrebbero farne parte. Senza arrivare nel momento della vera necessità per scoprire come ci si sente, cosa sarebbe servito, ecc.

Almeno... queste solo le esperienze che ho fatto io nella mia regione.
 
Infatti moltissime persone chiamano nonostante non hanno ferite, ma sono solo stanchi, non sono sicuri sui sentieri da prendere o si sono "persi".
Questo è sempre frutto di un'organizzazione errata, poca conoscenza della disciplina, mancanza di prudenza e soprattutto non aver mai messo in conto cosa sarebbe potuto accadere e partire dal fatto che la notte non mangia nessuno.

Verissimo. Secondo me è un danno che è stato creato con l'addomesticamento turistico della montagna. Mi capita molto spesso di dover indirizzare dei camminatori (non riesco a dire escursionisti, in questo caso) che si trovano ad un bivio o in mezzo ad un pascolo senza uno straccio di cartina. Proprio adesso, che tra smartphone e cartografia scaricabile da internet non ci sono più giustificazioni valide.
Aggiungiamo che difficilmente l'escursionista medio si avventura in un bivacco all'aperto, anche avendo la possibilità di organizzarlo prima, ed il quadro è completo.

Secondo me qualunque escursionista dovrebbe sapere come bivaccare, creandosi uno stile proprio. A me piace dormire con il sacco a pelo, ad altri con il fuoco, alcuni preferiscono l'amaca... prego, c'è spazio per tutti! Io individuerei la cura nell'organizzare un po' di tendate all'aperto in compagnia, così si rompe il timore iniziale, ma molti proprio non ne vogliono sapere.

Inoltre c'è da dire che nella realtà la differenza tra escursione di poche ore e quelle da giornate intere non fa differenza, gli incidenti non guardano l'orologio e basta una stupidata... anche a 5 minuti dall'inizio dell'escursione per essere feriti e dispersi.

Anche qui hai ragione, però ogni tanto oso. In tutte le escursioni mi porto dietro l'abbigliamento minimo anche per un'eventuale nottata all'addiaccio, acqua e cibo, coperta termica, fischietto, luce, però ammetto che nelle uscite più brevi, note e addomesticate, oso molto di più. Paradossalmente, mi troverei più preparata a bivaccare in quota che vicino alla macchina...
 
S

Speleoalp

Guest
Certo, penso che capita quasi a tutti di snobbare un po' le "norme di sicurezza/prevenzione" in molte situazioni. Però purtroppo tanti interventi vanno fatti, oltre a quelli per i senza "testa", a moltissime persone che stavano facendo piccole escursioni.

Un po' come gli incidenti da "troppa sicurezza per la grande esperienza".
Spesso ci s'incammina su vie molto conosciute e ci si dimentica che una "strambata" potrebbe avere comunque delle conseguenze gravi.

Non è un'esagerazione, capita e spesso ;)))
 
Insomma ogni situazione ha -credo- le sue specificità e anche le sue potenzialità...sperimentare è bello.

Condivido molto... ma vedo, anche su me stessa, i freni nello sperimentare metodi e luoghi di bivacco. Come ho detto prima, potrei passare una notte in un igloo: so costruirli, ho un sacco bivacco, un sacco a pelo con temperatura comfort -10 C° e abbigliamento adeguato. Cosa mi frena? Freddo, pigrizia, amici che si defilano e... il bivacco lì a fianco!
Stessa cosa per la nottata estiva senza nulla: in fondo non è poi un gran disagio, ma ho sempre cercato di evitarla per gli stessi motivi.
Di una cosa però sono sicura: se mi trovassi ad affrontare questi casi o casi simili nel bivacco "del ritardatario", mai e poi mai chiamerei i soccorsi! Anche perché i miei amici del soccorso alpino mi prenderebbero in giro da qui all'eternità (oltre a farmi pagare il servizio "per disonore sul campo").... :biggrin:
 
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Speleoalp

Guest
mai e poi mai chiamerei i soccorsi! Anche perché i miei amici del soccorso alpino mi prenderebbero in giro da qui all'eternità (oltre a farmi pagare il servizio "per disonore sul campo").... :biggrin:

Io mi faccio lo stesso problema... seriamente, anche parlandone scherzando.

Se un giorno dovesse succedermi qualcosa, anche non troppo grave, mi sentirei a disagio a chiamare quelli che per oltre 6 anni sono stati miei colleghi, ahah

Ma penso, spero, che alla fine farei la chiamata. Anche se prima valuterei bene il danno che ho.... se posso camminare, anche se a tartaruga e non è fatale, mi arrangio...ahahah
 
L'avere con sé anche in una breve escursione tutto l'occorrente per passare la notte ti libera da ansie e paure e ti fa godere pienamente del luogo in cui ti trovi.
Per questo io o da solo o in piccolo gruppo porto sempre un kit per passare la notte in bivacco.
Non sono d'accordo a chiamare i soccorsi solo perché non trovo la strada di casa e ho paura del buio, i soccorsi devono essere coinvolti solo quando c'è pericolo di vita o comunque infortunio importante.
componenti del kit:
-poncho con anelli
-10 m. di cordino
-coltello
-multitool da bancarella cinese
-minimo 2 l. d'acqua
-kit fuoco
-2 bustone monnezza
-torcia frontale
-sleeping bag d'emergenza
ACCESSORI : BCB EMERGENCY SLEEPING BAG SACCO LETTO DI EMERGENZA NSN:8465-99-138-3533 - Sfemaccommerce
-giacca a vento
-pile
-sciarpa militare a rete
-guanti
-berretto in pile
-un pezzo di cioccolata e un'arancia.
Così equipaggiato non ho paura di niente!
 
componenti del kit

Direi che più o meno i kit corrispondono. Il mio è un po' più scarno, ma suppergiù... Tra l'altro hanno quasi tutti come minimo comun denominatore il fatto di essere composti con oggetti che già abbiamo a casa. Segno che non bisogna passare nel negozio "Tutto per il novello Rambo" per passare una notte sotto le stelle.
Sull'abbigliamento, non mi stancherò mai di ripeterlo ai novellini: cappello e guanti sempre nello zaino, anche d'estate. Io talvolta porto anche un paio di calzettoni pesanti in più, che i piedi sono delicati come le mani.

Se un giorno dovesse succedermi qualcosa, anche non troppo grave, mi sentirei a disagio a chiamare
Secondo me, se non riesci più a camminare sei più che giustificato. E anche sulle temperature del bivacco d'emergenza ci sarebbe da dire. Un alpinista esperto, ma abbastanza anziano, del nostro Cai si è trovato a bivaccare sul ghiacciaio. Visto che le condizioni erano pessime, non ha voluto mettere in pericolo nessuno e ha rassicurato gli amici del soccorso dicendo che poteva passare la notte. Il giorno dopo il meteo era ancora avverso, e lui ha rassicurato ancora, dicendo che una seconda notte era una bazzecola. Ci è morto.

Ecco, non fatelo.
 
Incredibile!!! Ci stavo pensando proprio in questi giorni perché fino a poco tempo mi portavo dietro circa 15 kg di materiale e non mi sono mai preoccupato delle emergenze perché avevo dietro di che ripararmi adeguatamente (non spiego il perché di tale zavorra).

Mentre ultimamente mi sono riavvicinato alle escursioni "leggere" ed effettivamente sono più "agile" ma meno protetto!!

Pensando a come potermi riparare in caso di bivacco forzato sono arrivato alle stesse conclusioni di Kima: chi mi vieterebbe di continuare a camminare secondo la mia tabella di marcia se non un infortunio????

E se sono infortunato in modo da non poter più camminare come potrei costruire un qualsiasi riparo??

E poi io in "assetto leggero" ci vado in montagna oltre i boschi, quindi le tecniche bushcraft non mi sarebbero d'aiuto.

Però portarmi dietro un sacco a pelo ingombrante e pesante (o anche indumenti) che comunque cercherei in tutti i modi di non usare, mi darebbe un fastidio assurdo..

Io ho pensato ad un bivy bag (anche se non li conosco) da abbinare ad una stufetta di quelle che si usavano una volta (adesso non so) che scaldavano le mani ... ovviamente dovrebbero scaldare anche il corpo ... mia moglie ne ha uno che si attacca alla corrente e funziona da borsa dell'acqua calda, sarebbe bello che ne inventassero una a batterie, sufficientemente leggera, sufficientemente compatta che, abbinata ad un bivy (o similare) permetta di scaldarsi (o quanto meno non congelare) per una notte..

Nessuno ne sa niente???
 
Titolo del thread:
"Pronti a bivaccare?"

Risposta:
Si, sempre.

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Principi: Isolare il torso, ripararsi dal vento, evitare la perdita di calore a terra

L'equipaggiamento varia a seconda dell' altitudine, stagione e meteo.

La genialita' del mio vecchio zaino da alpinismo Cassin degli anni 70' ancora non si batte: Dentro lo zaino, in una guaina adiacente alla parte che tocca la schiena, c'e' uno strato di espanso piegato a fisarmonica, che e' l'imbottitura per proteggere la schiena. Quando la si toglie e la si estende a mo' di materassino basta a proteggere la schiena ed il sederino dal terreno, poi si svuota lo zaino, ci si mette le gambe dentro fino alle ginocchia e con una bella giacca inbottita hai un bivacco "de minimis".

Un po' ti tessuto, ma neanche tanto poi serve a coprire dal vento il bacino e le coscie.

continuando l'escalation dei materiali:

Un pezzo piu; grande di tessuto ti difende ancora meglio dal vento, potrebbe essere un tarp.

un sacco della spazzatura grande, o una coperta termica, ti copri di piu', fino alle ginocchia. Fai un buco per respirare.

Un sacco a pelo va bene solo se hai i doppi scarponi, e ti tieni le scarpette dentro, se no, sotto zero, la mattina dopo non te li metti piu' addosso.

una pala, quando c'e' neve, va bene: meglio un quintzee o una truna o una caverna di un igloo, ci vuole meno tempo.

Portarsi dietro l'equipaggiamento giusto ti permette di contemplare l'opzione di rimanere fuori di notte molto piu' presto durante il pomeriggio che se tu non avessi il materiale. Se sai che non hai questa opzione, qundo arriva la sera il piu' delle volte si e' fisicamente sfiniti e psicologicamente battuti.

Mangia qualcosa, se hai forza e tempo e le condizioni lo permettono fai un fuoco per scaldare cibo ed asciugare gli scarponi, fai la tua cuccia e vai a dormire, domani e' un altro giorno.

Tutto IMHO, come sempre.
 
S

Speleoalp

Guest
Comunque anche sopra il limite del bosco si possono creare ripari e ci sono zone ottime per bivaccare. Almeno nelle alpi in cui giro io è così ;))

Come costruiscono omini segna sentiero come fossero funghi o idranti in città... ci si costruisce un muretto, ecc...
Alla pari dei boschi, con sistemi differenti ;)))

Un trucco secondo me è
"non pensare mai che qualcosa in quel luogo e in quelle condizioni non si possa fare, trova il modo di arrangiarti e lo farai".
 
Anche in una facile escursione estiva giornaliera aggiungo un pile, un poncho e una tikka anche se non ho intenzione di star fuori di notte o non è prevista pioggia, sono le uniche precauzioni che ho sempre preso e finora è andata bene così.

In inverno ciò non basterebbe probabilmente, nel caso dovessi spaccarmi una gamba a 2000+ metri e non fossi in condizioni di chiamare aiuto, ecco, in questo caso uno accetta il rischio(in realtà risibile, probabilmente è più pericoloso entrare in autostrada) oppure si compra un satellitare o ancora se ne sta direttamente a casa.
 
Esattamente Crafter, questo e' il concetto di fondo.
Crearsi un riparo o una difesa dall' ipotermia portandosi dietro poche cose comuni non è impossibile. Almeno nelle 3 stagioni più calde.
In inverno NON DEVE SUCCEDERE.
Se viaggio in inverno su neve cerco di non farlo solo, se sono solo e non sono sicuro torno indietro. E sono molto attrezzato.
Giaccone goretex, pile polartec grosso, pile sottile, maglia di lana, superpippo pantaloni, ghette, scarponi, guanti, berretto e scalda collo, bastoni, zaino con acqua, cibo, kit PS, kit fuoco "serio", cambio biancheria e tutte le cose già menzionate. E poi non basterebbero. Sulla neve si crepa in fretta, molto in fretta. Ti si gelano subito le mani e col cacchio ti fai il rifugio.
Perciò NON DEVE SUCCEDERE. Se devo rischiare preferisco starmene a casa.
In fondo di può fare un giro su strade forestali ad esempio che sono più sicure che su sentieri a strapiombo.
Vi sembrerò poco macho, ma faccio così. Visto che viaggio sempre solo, non mi fido della neve . Guardate la foto del mio avatar? L' ho scattata un giorno di novembre di 2anni fa. C' era poca neve. Eppure quel giorno la neve mi ha fregato e sono caduto in una piccola buca, sprofondando fino sopra il ginocchio. Ne sono uscito con una bella botta di culo. Dieci o venti centimetri in più e non so se riuscivo a tirami fuori. E vi dico che sono uno robusto e "sportivo"......

Ecco l' unica cosa che mi preoccupa..... La neve e l ' inverno.
 
Ultima modifica:
Esattamente Crafter, questo e' il concetto di fondo.
Crearsi un riparo o una difesa dall' ipotermia portandosi dietro poche cose comuni non è impossibile. Almeno nelle 3 stagioni più calde.
In inverno NON DEVE SUCCEDERE.
Se viaggio in inverno su neve cerco di non farlo solo, se sono solo e non sono sicuro torno indietro. E sono molto attrezzato.
Giaccone goretex, pile polartec grosso, pile sottile, maglia di lana, superpippo pantaloni, ghette, scarponi, guanti, berretto e scalda collo, bastoni, zaino con acqua, cibo, kit PS, kit fuoco "serio", cambio biancheria e tutte le cose già menzionate. E poi non basterebbero. Sulla neve si crepa in fretta, molto in fretta. Ti si gelano subito le mani e col cacchio ti fai il rifugio.
Perciò NON DEVE SUCCEDERE. Se devo rischiare preferisco starmene a casa.
In fondo di può fare un giro su strade forestali ad esempio che sono più sicure che su sentieri a strapiombo.
Vi sembrerò poco macho, ma faccio così. Visto che viaggio sempre solo, non mi fido della neve . Guardate la foto del mio avatar? L' ho scattata un giorno di novembre di 2anni fa. C' era poca neve. Eppure quel giorno la neve mi ha fregato e sono caduto in una piccola buca, sprofondando finoa sopra il ginocchio. Ne sono uscito ci una bella botta di culo. Dieci o venti centimetri in più e non di se riuscivo a tirami fuori. E vi dico che sono uno robusto e "sportivo"......

Ecco l' unica cosa che mi preoccupa..... La neve e l ' inverno.

Quoto, anche io giro spesso solo e la neve mi inibisce, non vedo dove metto i piedi e le distanze si valutano male, poi vengo da zone dove non nevica quasi mai e in questi ultimi 2 anni sto imparando a muovermi in questo ambiente per me nuovo. Ovviamente l'esperienza magari mi farà cambiare idea, chissà. Non è che non giri con la neve, ma rimango sempre su sentieri e non mi spingo mai in "esplorazioni" dall'esito incerto. Noto pesantemente la differenza di confidenza con il tipo di ambiente, in un bosco non mi spaventano la pioggia, il freddo o il vento, in ambiente innevato avrei più difficoltà.
 
S

Speleoalp

Guest
Quoto, anche io giro spesso solo e la neve mi inibisce, non vedo dove metto i piedi e le distanze si valutano male, poi vengo da zone dove non nevica quasi mai e in questi ultimi 2 anni sto imparando a muovermi in questo ambiente per me nuovo. Ovviamente l'esperienza magari mi farà cambiare idea, chissà. Non è che non giri con la neve, ma rimango sempre su sentieri e non mi spingo mai in "esplorazioni" dall'esito incerto. Noto pesantemente la differenza di confidenza con il tipo di ambiente, in un bosco non mi spaventano la pioggia, il freddo o il vento, in ambiente innevato avrei più difficoltà.

Nella neve devi sempre pensare a cosa di nasconde sotto. L'ideale e conoscere i luoghi in estate e poi andarci in inverno. In alternativa se hai i bastoni da trekking li allunghi tutti e li tieni sotto le ascelle con la mezzerie proprio sotto l'ascella... in caso uso dei rami. Fa parte dell'organizzazione.

Dove ci sono pietre al sole la neve è spesso sciolta al di sotto e più fragile.
Chiaramente sopra ruscelli, fiumi, ecc c'è la possibilità di cavità nascoste...
 
C'è neve e neve.
Muoversi nel mio ambiente naturale cioè la faggeta innevata dell'App. centrale con temperature che possono scendere di poco sotto lo zero non presenta problemi eccessivi.
La faggeta fornisce tonnellate di legname facilmente reperibile e di facile accensione e poi la neve è riparo e acqua.
Combinando bastoni, poncho e pareti di neve e accendendo un bel fuoco si può passare una bellissima notte senza eccessivi problemi con una T° addirittura superiore allo 0
Io quando vado con le ciaspole unisco all'equipaggiamento una paletta pieghevole e un raccoglitore di spazzatura oltre a una coperta termica Deca del tipo riutilizzabile. Non dimenticate la mia proposta di un White bushcraft per il prossimo inverno!
 
Farò tesoro dei consigli, tra l'altro in settimana qui dovrebbe fare la prima neve. Comincerò ad osservarla, intanto ;)
 
Neve... non è che il bivacco sia impossibile, si può bivaccare su una parete nord, su un ghiacciaio, anche d'inverno, ma bisogna avere l'equipaggiamento adeguato. Per cui, se si teme di non riuscire a cavarsela in giornata, secondo me bisogna avere tutto il materiale per il bivacco invernale tradizionale (a proprio gusto). Sinceramente non ho mai sentito il bisogno di ingaggiare anche questa avventura, per cui ho programmato sempre uscite in giornata o con sosta in rifugio.

Comunque, in caso di neve, la questione "bivacco d'emergenza" credo che possa passare in secondo piano rispetto al problema valanghe. E in questo frangente andare da soli è un rischio. Perché se ci si rompe un osso, possiamo sperare che in qualche ora qualcuno si accorga di noi, se veniamo travolti da una valanga abbiamo 6 minuti per uscirne vivi. A mio parere, su terreni a rischio, bisogna andare sempre in 2 o più persone e sempre con arva, pala e sonda. E sapendole usare bene.
Poi so che molti vanno anche da soli; io sono per la libertà in montagna e altrove, però bisogna ricordarsi che è una pratica piuttosto rischiosa.
 
complimenti per la discussione, Anfisbena! (anche per i tuoi manuali, non ho risposto ma le ho lette con interesse!!!)

Anche io preferisco portarmi dietro qualcosa per emergenza, alla fine il peso che porto mi fa sentire più a posto, specialmente per le escursioni in giornata dove non si ha dietro tutto il kit di sacco a pelo, ecc ecc.

Il mio equipaggiamento di emergenza è in continua evoluzione, non son mai decisa e a volte esperienze che affronto mi portano a cambiare. Io cerco di includere le cose più difficili da costruire in natura nel caso dovessi passare la notte fuori, come coperture impermeabili, cose per accendere il fuoco e cordini.

Al momento è cosi':

- Torcia elettrica
- Fiammiferi semplici di backup (in genere uso solo l'acciarino)
- Scatoletta metallica con ovatta imbevuta di olio di vaselina
- A volte aggiungo un paio di cubi di diavolina e una candela
- Coperta termica (anche il mio ragazzo la porta con sè)
- Un telo impermeabile molto leggero (ma non di carta velina....), da usare come tetto in ripari improvvisati (o sotto al tetto id rami e foglie per garantire l'impermeabilità)
- Una borsa o due, grandi, dell'immondiza
- Un po' di spezzoni di 2/3 metri di cordino più una matassina di corda più lunga e robusta (cordino da arrampicata oppure paracord)
- Duct tape (avvolto intorno ai bastoni da trekking
- Fischietto
- Piccolo pronto soccorso, in un sacchetto di plastica, contenente una benda, cerotti, pinza per le zecche, disinfettante, ago per le spine, steri-strip (servonooo!), alcune medicine, ecc.


Al di fuori del mio equipaggiamento di emergenza:

- Coltelli: stanno sempre con me. Una buona lama è indispensabile ad esempio per accendere il fuoco quando la legna è bagnata, e non si vuole portare l'ascia per spaccare il legno. Io normalmente ho un puukko da 10 cm di lama, che mi serve anche per tagliare il salame. A volte, a seconda di che tipo di escursione faccio, aggiungo anche un leuku (piccolo machete del nord Europa) e/o un seghetto pieghevole.

- Porto sempre un filtro per l'acqua, molto leggero e poco ingombrante (sawyer mini). Siccome lo uso abbastanza spesso lo considero come "equipaggiamento normale"

- Bussola, indispensabile per andare fuori sentiero nella direzione voluta, soprattutto.... In realtà la mia è una base-base semplice semplice. Ne ho un'altra più complicata, con lo specchio, ma la lascio a casa (non la so usare molto bene, dovrei mettermi a studiare!!! Mi farebbe bene tra l'altro)

- Gavette oppure tazza metallica militare: essendo un po' maniaca di pentolame da campeggio, uso praticamente sempre farmi qualcosa di caldo anche in gite in giornata (a meno che non ci siano più di 35 gradi all'ombra), quindi nel mio zaino ci sono sempre aggeggi per cuocere e fornelletto ad alcool.

Per le gite di più giorni elimino alcuni oggetti, per evitare di avere solo del peso aggiuntivo.


ultimamente e ogni tanto mi riprende la fissa di avere la scatoletta di sopravvivenza in tasca (quella suggerita da John Wiseman). Ogni tanto la uso, ad esempio per pescare quando capita, o per alcuni oggetti non inclusi nel mio normale equipaggiamento (esempio: specchietto, fiammiferi antivento, aghi e filo. Anche la sega a filo è fantastica). Molti oggetti sono repliche di quanto si ha già nello zaino. In canoa in aree "remote" è importante averla, secondo me, oppure quando sussista il rischio di perdita del proprio equipaggiamento (arrampicata? o anche nel caso di abbandono dello zaino principale al campo base in cerca di fragoline di bosco :) ).
 
Tornando al bivacco...

Quando fa' freddo non c'e' umido e si sta' meglio IMHO. :lol:

Episodio simpatico: Mi ricordo una notte passata a -20 circa all'aria aperta, All' impavido spyrozzo gli si e' aperta la borraccia ed ha versato un litro d'acqua dentro la sua tenda... nessun problema: La camicia sulla quale si e' versata l'acqua si e' subito gelata ed ha evitato che l'umidita' facesse piu' danni. La mattina dopo abbiamo preso la camicia, la abbiamo sgrullata e spazzolata, come abbiamo fatto per i sacchi a apelo che erano ricoperti di uno strato di ghiaccio ( La condensa che e' passata attraverso il sacco e si e' gelata sullo strato esteriore di nylon) e tutto era bello e ragionevolmente asciutto.

No problem! :)
 
Grazie a te Grizzly del contributo.

Come dicevo prima, mi sembra che tutti quanti abbiano più o meno individuato gli stessi oggetti, poi alcuni ne portano di più, altri di meno, ma direi che ci siamo.
Per esempio io non sono un'appassionata del fuoco e di solito non porto proprio nulla per accenderlo: un po' perché vado troppo in quota, un po' perché anche nel bosco non l'ho mai trovato così indispensabile. Mi capita di accenderlo più spesso quando vado con gli amici, soprattutto perché in compagnia è più conveniente cucinare sul fuoco.
Ma sono l'unica che accende il fuoco senza esca? Io di solito mi porto solo l'accendino (o i fiammiferi, a seconda di quello che ho a casa... non fumo!) e il victorinox, proprio se mi ricordo (di solito no)!
 
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