Condivido, inoltre é un discorso e una situazione molto variegata, non é solo il non mangiare.
Soprattutto se il discorso devia sul voler sapere a grandi linee come ci comporteremmo in un momento di "digiuno" forzato. Che non significa esclusivamente in mezzo alla natura, ma anche in condizioni di povertà, senza lavoro ma doversi arrangiare, ecc... il problema é che a farlo una volta, magari fermandosi quando iniziano le difficoltà, non porta ad avere una risposta, non porta ad avere una conoscenza "più o meno" attendibile della condizione. Come per tutto quello che porta risultati concreti é il realismo, la coerenza, la costanza... che si possono definire con "passione e interesse".
Detto questo, se uno é incuriosito dal digiunare e lo fà senza strafare, seguendo certi criteri... non é rischioso per la salute, é più rischioso il mangiare troppo come é abituata la società, abituarsi a calcolare i nutrienti, ecc... che é meno naturale, che farlo meno... il nostro organismo é adatto a quello, di base siamo così... e personalmente la trovo un'esperienza interessante
Anche arricchente sull'argomento del cibo, il sistema a cui siamo abituati, ecc... ma questo ovviamente a dipendenza di cosa uno cerca, del perché,... Come potrebbero esserlo quelle del "...andiamo a provare il Sushi?...", ahahah
Per le questioni delle fatiche fisiche... dipende tutto da tante cose, abitudini in "primis", io ho sempre fatto lavori molto duri e non ho mai avuto problemi... e anche per le attività sportive "ludiche" idem. Ma si ritorna appunto alle proprie "motivazioni, ambizioni, approcci, ecc...", io ho sempre rinnegato il "nutrizionismo matematico".
Ma non essendo tutti uguali e con le stesse filosofie... quello deve valutarlo ogni singolo.
Proprio perché non ci sono regole assolute,...