Sono stato e sono ancora affascinato dagli sport estremi, in vita mia ho provato solo una planata in parapendio sul lago di Garda insieme ad un istruttore, il nodo alla gola che ho provato in fase di decollo è stato indescrivibile, come pure il senso di libertà provato durante il volo..
Ma il mio mito è Patrick de Gayardon, paracadutista acrobatico nonchè vera e propria leggenda di questo sport, per chi non lo conoscesse si trovano ampie info in google sulla sua storia e sulle sue straordinarie imprese (qui un breve video:
)
Mi preme riportare un aneddoto testimoniato da un suo grande amico, il quale vedendo dei ragazzi che praticavano bungee jumping gli disse: "Patrick, credo che per te sarebbe un giochetto da ragazzi una cosa del genere, dato che ti sei lanciato da oltre 12000 metri"
E lui: "Nient'affatto, anzi, non lo farei mai perchè non so se quella corda rispetta tutte le norme di sicurezza e non conosco i dati tecnici dell'impianto"
Ecco...questo era Patrick, non un pazzo sfrenato ma un vero e proprio studioso e ricercatore, meticoloso in tutti gli aspetti della sua professione, come testimoniano anche alcuni suoi aforismi: Aforismi di Patrick De Gayardon
De Gayardon muore non durante una delle sue strordinarie imprese, ma durante un banalissimo e comunissimo lancio di prova teso a sperimentare una piccola innovazione tecnica, il tutto (se leggete i documenti) per una pura e tragica fatalità
Altra notizia drammatica e, se vogliamo, simile, è quella di ieri: Bresciaoggi.it - Provincia
Ora mi chiedo, secondo voi cosa spinge le persone ad affrontare imprese del genere? Oppure cosa le spinge ad affrontare piccole grandi emozioni, come nel caso dell'ingegnere morto ieri?
E com'è possibile che la voglia di provare emozioni estreme superi la paura dell'imponderabile e, quindi, della morte?
Ma il mio mito è Patrick de Gayardon, paracadutista acrobatico nonchè vera e propria leggenda di questo sport, per chi non lo conoscesse si trovano ampie info in google sulla sua storia e sulle sue straordinarie imprese (qui un breve video:
Mi preme riportare un aneddoto testimoniato da un suo grande amico, il quale vedendo dei ragazzi che praticavano bungee jumping gli disse: "Patrick, credo che per te sarebbe un giochetto da ragazzi una cosa del genere, dato che ti sei lanciato da oltre 12000 metri"
E lui: "Nient'affatto, anzi, non lo farei mai perchè non so se quella corda rispetta tutte le norme di sicurezza e non conosco i dati tecnici dell'impianto"
Ecco...questo era Patrick, non un pazzo sfrenato ma un vero e proprio studioso e ricercatore, meticoloso in tutti gli aspetti della sua professione, come testimoniano anche alcuni suoi aforismi: Aforismi di Patrick De Gayardon
De Gayardon muore non durante una delle sue strordinarie imprese, ma durante un banalissimo e comunissimo lancio di prova teso a sperimentare una piccola innovazione tecnica, il tutto (se leggete i documenti) per una pura e tragica fatalità
Altra notizia drammatica e, se vogliamo, simile, è quella di ieri: Bresciaoggi.it - Provincia
Ora mi chiedo, secondo voi cosa spinge le persone ad affrontare imprese del genere? Oppure cosa le spinge ad affrontare piccole grandi emozioni, come nel caso dell'ingegnere morto ieri?
E com'è possibile che la voglia di provare emozioni estreme superi la paura dell'imponderabile e, quindi, della morte?
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