Escursione Punta Uccettù e Cima Zis dal lago della Duchessa

Parchi d'Abruzzo
  1. Parco Regionale Sirente-Velino
Dati

Data: 7 maggio 2016
Regione e provincia: Abruzzo - L'Aquila
Località di partenza: Cartore
Località di arrivo: Punta Uccetù - Cima Zis
Tempo di percorrenza: 5 ore
Chilometri: 13
Grado di difficoltà: E+
Descrizione delle difficoltà: alcuni passaggi su rocce in val di Fua che in caso di pioggia possono essere pericolosi, per il resto non ci sono difficoltà
Periodo consigliato: sempre
Segnaletica: rari segni rosso/bianco in val di Fua e qualche cartello in legno.
Dal vallone del Cieco a Punta Uccettù, strani segni verde/giallo/celeste su qualche pietra.
Dislivello in salita: 1200 complessivi
Quota massima: 2130 m.
Accesso stradale: Autostrada Roma-L'Aquila uscita Valle del Salto. Alla rotatoria si va a sinistra per circa un km. Si supera un ponticello che passa sotto l'autostrada e si prende la stretta strada di recente asfaltata a sinistra in corrispondenza di una tabella del Parco.



Descrizione

La montagna genera sempre tanti misteri irrisolvibili.
Uno di questi a cui non mi sono mai dato una risposta è il perchè la salita sulla Punta dell'Uccettù viene effettuata nella maggior parte dei casi dal valico della Chiesola per poi attraversare un lungo vallone boscoso e monotono ed a mio avviso con pochi spunti paesaggistici, almeno fino in vetta.

La salita da Cartore invece unisce due escursioni in una sola e in tempi ragionevolmente accettabili, attraversando il bellissimo e selvaggio ambiente della val di Fua, la straordinaria faggeta del vallone del Cieco con alcuni esemplari plurisecolari, le ridenti, luminose ed assolate praterie dove sorgono le "caparnie" con il bel rifugio Panei da poco restaurato e dominato dall'incombente profilo settentrionale del Murolungo.

Come se non bastasse, a conclusione di questa lista di elementi bisogna fare i conti con la magica atmosfera che ci regala il lago della Duchessa e che potrebbe costituire la meta finale della gita.
In effetti per molti è così, ma dal lago si possono effettuare alcune interessanti ascese sui rilievi circostanti oppure completare l'anello servendosi per il ritorno della lunga e magnifica val di Teve.

Noi abbiamo costeggiato la riva sinistra del lago seguendo un sentiero che poi si è gradualmente portato in quota fino a raggiungere il valico del Mercaturo, a circa 1900 metri di quota. Nella salita ci ha sempre accompagnato lo straordinario colpo d'occhio sul Murolungo e il lago della Duchessa.

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Da qui, siamo andati verso destra seguendo tracce di sentiero e in circa 20 minuti dal valico siamo giunti in vetta dove è presente una targa a terra con il nome della montagna scritto su una pietra: Punta Uccettù, 2006 m.

La vista spazia dal Costone occidentale a tutti i rilievi che chiudono la valle del Puzzillo, fino alla bianchissima piramide del Velino e poi ancora verso nord alla vicina Cima Zis e il monte Morrone della Duchessa. Più a est, il monte Orsello e la conca di Campo Felice.

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La magnifica cresta sommitale della Punta Uccettù evoca paesaggi nordici che mai immaginavo di trovare, con estesi tappeti di ginepri movimentati da giochi di rocce calcaree e campi di neve anche piuttosto vasti.
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Scendiamo di nuovo all'erboso valico del Mercaturo e non possiamo che rimanere incantati dai profili gemelli del Velino e Sevice che tra giochi di nubi si confondono con il cielo.
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Da qui risaliamo il ripido pendio verso la Cima Zis mentre il tempo peggiora e l'atmosfera si rabbuia.
La vetta ci accoglie con un inaspettato nevischio seppur di breve durata. Piccoli fiocchi che contribuiscono a far aumentare il nostro entusiasmo.

La cima Zis, 2130 m. è un superbo belvedere sul sottostante lago della Duchessa. Peccato che la luce grigia e plumbea non ne valorizza la scena, ma facciamo lavorare l'immaginazione per capire quanto possa essere bella la vista da qui.

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Per il ritorno, siamo scesi direttamente dalla Cima Zis sui prati delle Caparnie inizialmente su ripidi prati per poi captare dopo 100 metri un comodo sentiero che a serpentine ci ha reso più agevole la discesa.

Superate le Caparnie, è stato necessario fare uso della mantella perchè una pioggia incessante ci ha accompagnato per tutta la val di Fua fino a Cartore, ma il fitto bosco oltre a offrirci un parziale riparo, ci ha reso piacevole anche il lungo percorso sotto la pioggia inebriandoci con i suoi profumi di muschio e terra umida.

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Vi lascio il solito link del mio sito per approfondire con altre foto e descrizione.
Grazie a tutti!!!
https://fabri64.wordpress.com/2016/05/09/lago-della-duchessa-punta-uccettu-cima-zis/
 
Ultima modifica:
Bellissimo giro e splendide foto Fabrizio, ho in programma di salire da quelle parti quest'estate quando tornerò in Abruzzo.
Complimenti!
Ciao, Marco
 
La mia idea era di partire dal passo Le Forche, vicino Rosciolo, risalire la Valle di Teve per poi tagliare verso il Lago della Duchessa, magari raggiungere Cima Zis e poi andare verso il Passo del Puzzillo (o in alternativa passare dal Costone Occidentale) ed infine arrivare al rifugio Sebastiani dove passare la notte; il giorno dopo dal Sebastiani fare Colle dell'Orso e poi tutto il tratto che porta al Cafornia prima e al Velino poi, per ridiscendere infine verso Rosciolo.
Come la vedi?
L'estate scorsa ho fatto il Velino partendo dai Piani di Pezza ed è stato assolutamente spettacolare!
 
La mia idea era di partire dal passo Le Forche, vicino Rosciolo, risalire la Valle di Teve per poi tagliare verso il Lago della Duchessa, magari raggiungere Cima Zis e poi andare verso il Passo del Puzzillo (o in alternativa passare dal Costone Occidentale) ed infine arrivare al rifugio Sebastiani dove passare la notte; il giorno dopo dal Sebastiani fare Colle dell'Orso e poi tutto il tratto che porta al Cafornia prima e al Velino poi, per ridiscendere infine verso Rosciolo.
Come la vedi?
L'estate scorsa ho fatto il Velino partendo dai Piani di Pezza ed è stato assolutamente spettacolare!
Ottimo programma e anche le alternative sono tutte buone.
Personalmente, giusto per esprimere un parere soggettivo, se risalgo dalla val di Teve eviterei la cima Zis perchè un po' troppo dislocata rispetto al tuo giro. Per salire sulla Zis, percorrerei la comoda strada sterrata che dall'imbocco della val di Teve porta a Cartore e poi da lì risalirei la val di Fua o la val di Cesa, arrivare alle Caparnie e prendere il sentiero che porta direttamente sulla Zis. Poi da lì, scendi alla sella del Mercaturo e vai verso la valle del Puzzillo dove potrai scegliere una delle due alternative (Passo del Puzzillo oppure Costone Occidentale).
In ogni caso le alternative e le varianti sono tante e potrai anche improvvisare sul posto!! :si:
 
Grazie del consiglio Fabrizio, avevo in mente di non passare da Cartore e dalla Valle di Fua essendoci già stato l'altra volta che sono stato alla Duchessa.
Si, nel mio itinerario Cima Zis è un po' decentrata ma mi sembra comunque fattibile: devo ancora studiare i dettagli.
Grazie
 
Splendida passeggiata, i luoghi, il racconto e le fotografie @fabri64 :si:

Mi ha parlato del giretto "alternativo" un caro amico di Roma (appassionato di fotografia anche lui) e credo che per la fine del mese, se ci riusciamo... la metà però sarà la Duchessa, comunque son proprio curioso perché son posti mol belli e che non conosco affatto... a maggior ragione, grazie per il report :si:

P.S. Le considerazioni sulla catena "di sicurezza" che hai fatto sono le stesse che mi fece il mio amico quando mi parlò di quel tratto ;)
 
Bel giro.
Non pensavo si potesse scendere alle Caparnie dalla cima ZIS, bravi ad aver individuato quella traccia.
Io invece durante una simile ascesa percorsi la cresta fino al Morrone per poi scendere dalla valle della Cesa.



Secondo me le catene in val di Fua, più che per l'esposizione che ho trovato contenuta, sono state messe per aiutare coloro che si trovassero a percorrere quella gola in presenza di ghiaccio; quel tratto è perennemente all'ombra e le condizioni di neve ghiacciata su cengia rocciosa permangono a lungo. In quelle condizioni io non ci passerei ...
 
Splendida passeggiata, i luoghi, il racconto e le fotografie @fabri64 :si:

Mi ha parlato del giretto "alternativo" un caro amico di Roma (appassionato di fotografia anche lui) e credo che per la fine del mese, se ci riusciamo... la metà però sarà la Duchessa, comunque son proprio curioso perché son posti mol belli e che non conosco affatto... a maggior ragione, grazie per il report :si:

P.S. Le considerazioni sulla catena "di sicurezza" che hai fatto sono le stesse che mi fece il mio amico quando mi parlò di quel tratto ;)
@Ciccio74 se ci vai entro fine mese va benissimo e ti spiego perchè. La zona delle Caparnie dal 1° giugno si riempie di animali al pascolo... mucche, pecore e soprattutto cavalli e usano il lago come abbeveratoio e vasca da bagno, per cui intorbidiscono l'acqua che diventa fangosa. Inoltre, quando la stagione è avanzata (giugno, luglio... ecc.), il lago inizia anche a perdere volume e diventa una pozzanghera melmosa. Comunque se ci vai dopo il 1° giugno incontrerai il simpatico e ospitale pastore Amerigo, famoso in zona perchè offre a tutti gli escursionisti caffè e latte fresco. Vende anche formaggi e ricotte a buon prezzo e cosa più importante, tiene a bada i cani (pastori abruzzesi) che appena ti vedono, NON scodinzolano e non si mettono a pancia in sù per farsi fare il solletico... :help: :mumble:
 
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Bel giro.
Non pensavo si potesse scendere alle Caparnie dalla cima ZIS, bravi ad aver individuato quella traccia.
Io invece durante una simile ascesa percorsi la cresta fino al Morrone per poi scendere dalla valle della Cesa.
Grazie Stefano. Neppure noi sapevano di quella traccia di sentiero, avevamo deciso di sfruttare i prati molto ripidi per scendere in fretta visto che il tempo minacciava pioggia e casualmente abbiamo trovato quel percorso che poi, più che una traccia è diventato un vero sentiero molto ben inciso e quindi visibile e comodo da percorrere. Non so se esiste su qualche carta ma su quella mia del cai non c'è.


Secondo me le catene in val di Fua, più che per l'esposizione che ho trovato contenuta, sono state messe per aiutare coloro che si trovassero a percorrere quella gola in presenza di ghiaccio; quel tratto è perennemente all'ombra e le condizioni di neve ghiacciata su cengia rocciosa permangono a lungo. In quelle condizioni io non ci passerei ...
Si sono d'accordo, anche noi l'abbiamo notato. Tra l'altro quella cengia ha un pavimento bello liscio che pare quasi artificiale e immagino che con il ghiaccio diventa impraticabile.
 
Mi riporti indietro di 4 anni, ricatapultandomi nella più pura dimensione appenninica cui una volta appartenevo totalmente.
Grazie Fabri, rivedere i luoghi da cui si proviene e in cui ci si è formati fa sempre bene e funge da propellente.
 
Eh lo so, caro @fabri64, a volte quando me ne sto da solo in cima alle montagne mi sembra di vedere ancora gli amici zompettanti di tanti anni fa. Poi volgi lo sguardo e vedi altre creste, altri sentieri.
Per anni non c'è stata nessuna catena, poi apparve una corda... meglio così che d'inverno era un balcone di vetrato.
Già gli orapi... bisogna che corro.
 
Mi riporti indietro di 4 anni, ricatapultandomi nella più pura dimensione appenninica cui una volta appartenevo totalmente.
Grazie Fabri, rivedere i luoghi da cui si proviene e in cui ci si è formati fa sempre bene e funge da propellente.
Ecco uno dei miei scopi principali per mostrarvi le mie passeggiate, riportare indietro il tempo risvegliando ricordi del passato e dare nuovo propellente a chi lo ha un po' perso per diversi motivi.
Grazie Flavio, a presto :si:;)
 
Eh lo so, caro @fabri64, a volte quando me ne sto da solo in cima alle montagne mi sembra di vedere ancora gli amici zompettanti di tanti anni fa. Poi volgi lo sguardo e vedi altre creste, altri sentieri.
Per anni non c'è stata nessuna catena, poi apparve una corda... meglio così che d'inverno era un balcone di vetrato.
Già gli orapi... bisogna che corro.
Dura la vita per noi inguaribili romantici. Almeno io... resto sempre legato al passato nonostante il presente possa essere ricco di eventi e nuovi amici. Già ogni cosa mi ricorda i miei precedenti passi, poi l'ambiente particolare della montagna non fa che amplificare pensieri introspettivi che spesso generano malinconie. A volte invidio le persone fredde e razionali... ma anche no!
 
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