- Parchi del Piemonte
-
- Parco della fascia fluviale del Po - tratto Cuneese
Dati
Data: 19/08/2018
Regione e provincia: Piemonte - CN
Località di partenza: Castello (Pontechianale)
Località di arrivo: Castello (Pontechianale)
Tempo di percorrenza: 10 ore pause comprese
Chilometri:
Grado di difficoltà: EE/F
Descrizione delle difficoltà: sfasciumi e pietraie infami, qualche passo di facile arrampicata, nevai.
Periodo consigliato: estate-autunno
Segnaletica: tacche bianco-rosse, bolli gialle, ometti e spesso niente
Dislivello in salita: 1.900
Dislivello in discesa: 1.900
Quota massima: 3.443 metri
Accesso stradale: arrivati poco prima di Castello, lasciare la macchina in prossima dell'inizio del sentiero
Descrizione
Dopo tanta neve e ghiaccio si torna sulla roccia.
Anche quest'anno torno in zona Monviso, cerco delle cime in una zona nuova e scelgo Corsica e Fiume, sono in solitaria.
La gita sarà un po' sfigata e ravanosa , ma andiamo con ordine.
Si parte da Castello, si sale per il sentiero U9, per la comoda carrareccia.
Il primo tratto è un po noioso, ma dopo circa un'ora e 400 metri di dislivello si raggiunge il bivio per il sentiero Ezio Nicoli, e prendo questa direzione.
Doo qualche decina di metri un altro bivio tra il Nicoli e il sentiero per il bivacco Berardo.
Si va a sinistra per il Berardo, sentiero U11. Il sentiero inizia nel bosco.
Il sentiero è ripido e si sale rapidamente.
Dopo un po' esco dal bosco e mi trovo tra prati e rocce.
Qui mi superano due escursionisti con cane diretti al bivacco Andreotti.
Anche questo tratto è bello ripido ma ancora ben segnalato, in breve raggiungo il bivacco Berardo a 2.710 metri.
Qui ritrovo gli escursionisti di prima, non mi sembrano pratici della zona, gli indico il sentiero per le Forcioline e loro vanno nella direzione opposta, valli a capire...
Faccio una breve merenda e poi riparto, ormai il panorama è cambiato, è diventato lunare, siamo nelle pietraie.
Seguo per un po' il sentiero, arrivato a un laghetto lo lascio e fuori traccia mi dirigo verso la mia cima, non l'avevo detto? non c'è sentiero per queste cime, è un viaggio mistico tra pietraie e sfasciumi.
Sulla sinistra mi lascio le Rocce di Viso.
E poi via per le pietraie e gli sfasciumi, non c'è traccia e non ci sono ometti.
Si muove veramente tutto è una pena infinita, salgo faticosamente ed ecco la prima disgrazia di giornata : metto il piede su una roccia discretamente grossa, e questa per tutta risposta mi si ribalta sulla gamba, a parte il dolore che vi lascio immaginare , temo il peggio, ma, a parte un paio di buchi, non mi sono fatto niente di grave. La gamba fa male, ma dopo un paio di minuti diventa sopportabile e riprendo a camminare.
Si muove sempre tutto e l'incidente mi ha fatto perdere un po' di confidenza, ma continuo a salire.
Arrivo ad un paio di nevai.
Il primo lo aggiro sulla destra, per aggirare il secondo vado a sinistra e faccio un po' di roccette (max II) finalmente qualcosa di solido che non si muove.
Appare qualche ometto qua e la.
Qui la seconda disgrazia di giornata, il meteo splendido fino a quel momento si guasta , arrivano nuvole e nebbia.
Ormai manca poco, non vedo la vetta, ma è questione di metri.
Raggiunta la cresta la vetta è evidente, segnata da un omettone.
Punta Corsica 3.443 metri.
Il panorama è nullo, vedo a malapena la prossima meta, la Punta Fiume.
La discesa è infernale , un ripido pendio di sfasciumi, ad ogni passo mi tiro giù un bel po' di sfasciumi e pietre varie, proprio una pacchia.
A fatica raggiungo il nevaio, mi tolgo le pietre dalle scarpe e salgo dritto per dritto la seconda vetta.
Sono pietre più stabili, c'è pure qualche ometto qua e la.
Raggiungo rapidamente la vetta dove ci sono due omettoni. Per non sapere ne leggere ne scrivere, li tocco entrambi.
Punta Fiume 3.393 metri.
Il panorama è sempre nullo, avvisto un rapace.
Davanti a me, a poche decine di metri in linea d'aria, il bivacco Andreotti sulla normale al Viso. Quel puntino verde sotto la linguetta a sinistra del nevaio.
Mangio il pranzo e scendo, mi aspetta un altro infido nevaio.
Terza disgrazia di giornata
Scendo, forse con troppa confidenza, e scivolo sul nevaio, perdendo i bastoncini, una sensazione strana , comunque ho la presenza di spirito di frenare con gli scarponi sulla neve e dopo una ventina di metri mi fermo, ho le mani mezze congelate, ma a parte quello e il mio orgoglio ferito, niente di grave.
Risalgo a prendere i bastoncini e scendo con più cautela il nevaio e finalmente mi ricongiungo alla normale del Viso, un sentiero sotto i piedi e delle tacche gialle a guidarmi.
Mi dirigo verso le Forcioline.
Alla prima pozza mi fermo e do un po' di refrigerio ai piedi nell'acqua gelida.
Intanto sbuca il re in mezzo alle nuvole.
finito il refrigerio riprendo il cammino e raggiungo il lago delle Forcioline, se c'era @eleutheria poteva farsi un bel bagno.
Il meteo è minaccioso, ma non pioverà.
Passato il bivacco Boarelli, stranamente vuoto, mi dirigo al sentiero Ezio Nicoli.
C'è molta più acqua del solito.
Il sentiero è un infame pietraia, ma rispetto al mattino sembra un'autostrada.
Ultima digrazia di giornata .
Ancora, ma basta, vai a Lourdes invece che in montagna.
Mi faccio ingannare da una tacca fuori sentiero e finisco a disarrampicarmi sul bagnato un passaggio di II+, a quanti santi sono fischiate le orecchie . Comunque nonostante il fondo scivoloso me la cavo, ma poi scopro che ho sbagliato strada e me ne dico di tutti i colori.
Scendo il Nicoli ed esco dalla pietraia dove mi aspetta l'ultima difficoltà di giornata , delle mucche mi ostacolano il cammino
Superata quest'ultima difficoltà , chiudo l'anello al bivio e scendo per il sentiero U9 fino alla macchina.
Che dire la gita era ravanosa e lo sapevo, ma pure sfigata no, non la raccomando, se non agli amanti del ravanamento.
Data: 19/08/2018
Regione e provincia: Piemonte - CN
Località di partenza: Castello (Pontechianale)
Località di arrivo: Castello (Pontechianale)
Tempo di percorrenza: 10 ore pause comprese
Chilometri:
Grado di difficoltà: EE/F
Descrizione delle difficoltà: sfasciumi e pietraie infami, qualche passo di facile arrampicata, nevai.
Periodo consigliato: estate-autunno
Segnaletica: tacche bianco-rosse, bolli gialle, ometti e spesso niente
Dislivello in salita: 1.900
Dislivello in discesa: 1.900
Quota massima: 3.443 metri
Accesso stradale: arrivati poco prima di Castello, lasciare la macchina in prossima dell'inizio del sentiero
Descrizione
Dopo tanta neve e ghiaccio si torna sulla roccia.
Anche quest'anno torno in zona Monviso, cerco delle cime in una zona nuova e scelgo Corsica e Fiume, sono in solitaria.
La gita sarà un po' sfigata e ravanosa , ma andiamo con ordine.
Si parte da Castello, si sale per il sentiero U9, per la comoda carrareccia.
Il primo tratto è un po noioso, ma dopo circa un'ora e 400 metri di dislivello si raggiunge il bivio per il sentiero Ezio Nicoli, e prendo questa direzione.
Doo qualche decina di metri un altro bivio tra il Nicoli e il sentiero per il bivacco Berardo.
Si va a sinistra per il Berardo, sentiero U11. Il sentiero inizia nel bosco.
Il sentiero è ripido e si sale rapidamente.
Dopo un po' esco dal bosco e mi trovo tra prati e rocce.
Qui mi superano due escursionisti con cane diretti al bivacco Andreotti.
Anche questo tratto è bello ripido ma ancora ben segnalato, in breve raggiungo il bivacco Berardo a 2.710 metri.
Qui ritrovo gli escursionisti di prima, non mi sembrano pratici della zona, gli indico il sentiero per le Forcioline e loro vanno nella direzione opposta, valli a capire...
Faccio una breve merenda e poi riparto, ormai il panorama è cambiato, è diventato lunare, siamo nelle pietraie.
Seguo per un po' il sentiero, arrivato a un laghetto lo lascio e fuori traccia mi dirigo verso la mia cima, non l'avevo detto? non c'è sentiero per queste cime, è un viaggio mistico tra pietraie e sfasciumi.
Sulla sinistra mi lascio le Rocce di Viso.
E poi via per le pietraie e gli sfasciumi, non c'è traccia e non ci sono ometti.
Si muove veramente tutto è una pena infinita, salgo faticosamente ed ecco la prima disgrazia di giornata : metto il piede su una roccia discretamente grossa, e questa per tutta risposta mi si ribalta sulla gamba, a parte il dolore che vi lascio immaginare , temo il peggio, ma, a parte un paio di buchi, non mi sono fatto niente di grave. La gamba fa male, ma dopo un paio di minuti diventa sopportabile e riprendo a camminare.
Si muove sempre tutto e l'incidente mi ha fatto perdere un po' di confidenza, ma continuo a salire.
Arrivo ad un paio di nevai.
Il primo lo aggiro sulla destra, per aggirare il secondo vado a sinistra e faccio un po' di roccette (max II) finalmente qualcosa di solido che non si muove.
Appare qualche ometto qua e la.
Qui la seconda disgrazia di giornata, il meteo splendido fino a quel momento si guasta , arrivano nuvole e nebbia.
Ormai manca poco, non vedo la vetta, ma è questione di metri.
Raggiunta la cresta la vetta è evidente, segnata da un omettone.
Punta Corsica 3.443 metri.
Il panorama è nullo, vedo a malapena la prossima meta, la Punta Fiume.
La discesa è infernale , un ripido pendio di sfasciumi, ad ogni passo mi tiro giù un bel po' di sfasciumi e pietre varie, proprio una pacchia.
A fatica raggiungo il nevaio, mi tolgo le pietre dalle scarpe e salgo dritto per dritto la seconda vetta.
Sono pietre più stabili, c'è pure qualche ometto qua e la.
Raggiungo rapidamente la vetta dove ci sono due omettoni. Per non sapere ne leggere ne scrivere, li tocco entrambi.
Punta Fiume 3.393 metri.
Il panorama è sempre nullo, avvisto un rapace.
Davanti a me, a poche decine di metri in linea d'aria, il bivacco Andreotti sulla normale al Viso. Quel puntino verde sotto la linguetta a sinistra del nevaio.
Mangio il pranzo e scendo, mi aspetta un altro infido nevaio.
Terza disgrazia di giornata
Scendo, forse con troppa confidenza, e scivolo sul nevaio, perdendo i bastoncini, una sensazione strana , comunque ho la presenza di spirito di frenare con gli scarponi sulla neve e dopo una ventina di metri mi fermo, ho le mani mezze congelate, ma a parte quello e il mio orgoglio ferito, niente di grave.
Risalgo a prendere i bastoncini e scendo con più cautela il nevaio e finalmente mi ricongiungo alla normale del Viso, un sentiero sotto i piedi e delle tacche gialle a guidarmi.
Mi dirigo verso le Forcioline.
Alla prima pozza mi fermo e do un po' di refrigerio ai piedi nell'acqua gelida.
Intanto sbuca il re in mezzo alle nuvole.
finito il refrigerio riprendo il cammino e raggiungo il lago delle Forcioline, se c'era @eleutheria poteva farsi un bel bagno.
Il meteo è minaccioso, ma non pioverà.
Passato il bivacco Boarelli, stranamente vuoto, mi dirigo al sentiero Ezio Nicoli.
C'è molta più acqua del solito.
Il sentiero è un infame pietraia, ma rispetto al mattino sembra un'autostrada.
Ultima digrazia di giornata .
Ancora, ma basta, vai a Lourdes invece che in montagna.
Mi faccio ingannare da una tacca fuori sentiero e finisco a disarrampicarmi sul bagnato un passaggio di II+, a quanti santi sono fischiate le orecchie . Comunque nonostante il fondo scivoloso me la cavo, ma poi scopro che ho sbagliato strada e me ne dico di tutti i colori.
Scendo il Nicoli ed esco dalla pietraia dove mi aspetta l'ultima difficoltà di giornata , delle mucche mi ostacolano il cammino
Superata quest'ultima difficoltà , chiudo l'anello al bivio e scendo per il sentiero U9 fino alla macchina.
Che dire la gita era ravanosa e lo sapevo, ma pure sfigata no, non la raccomando, se non agli amanti del ravanamento.
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