Puukko festivi

Quanto segue è un compendio di quei modelli regionali più elaborati e decorativi che erano solitamente portati solo la Domenica a messa o durante matrimoni, cresime, funerali e, in generale, tutte le cerimonie formali. Oggi, come immaginabile, ciò non è più la norma, specie nelle grandi città, ma può ancora tranquillamente succedere nella Finlandia rurale, mentre regalare puukko non è mai passato di moda.

Vöyrin

Vörå è un piccolo centro a 35 km da Vaasa, città portuale sul golfo di Botnia. Il comune di Vörå è storicamente bilingue con alta prevalenza svedese.
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Le origini del coltello vengono fatte risalire al XVIII sec., periodo durante il quale la Finlandia era un Granducato del Regno di Svezia, all’epoca in lenta ripresa dopo le disastrose campagne di Carlo XII, ucciso in circostanze mai chiarite nel novembre 1718, durante l’assedio di Halden.
Nel 1809, dopo la Guerra di Finlandia fra Svezia e Russia, il Paese sarebbe diventato un granducato autonomo sotto l’egida dello zar Alessandro I, futura nemesi di Napoleone.
A questo puukko sono attribuite probabili influenze tedesche giunte tramite i commerci con la Lega Anseatica, mentre il fodero è quasi sicuramente un’evoluzione di quelli realizzati per le daghe portate solo dai nobili, diventando a sua volta un fortissimo simbolo di stato sociale.
La versione più famosa e di cui ci sono pervenuti più esemplari storici ha il manico completamente in metallo, ma esistono anche variazioni con la parte centrale in legno. Il fodero in cuoio è caratterizzato dalla peculiare forma e dall’intelaiatura di metallo.
Oggi è realizzato solo da Teuvo Sorvari, specialista del genere e di altri puukko sei-settecenteschi, Kari Vuorus, Svante Rätti e pochi altri.
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Kalevi Hopponen
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Mika Miettinen
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Seppo Hannula


Härmä

Villaggio 25 km a nord di Kauhava,
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patria del puukko omonimo e dei puukkojunkkari, giovani uomini che, in seguito alla crescita dello stile di vita nell’Ostrobotnia meridionale avvenuta ad inizio 1800, cominciarono a muoversi in aperto contrasto con le leggi locali, particolarmente restrittive anche a causa dell’influenza religiosa. Si arrivò al punto di condannare le passeggiate notturne oltre l’ora di coprifuoco come crimini contro la decenza ed il vivere sociale.
Dalle bravate giovanili si passò in fretta a veri atti criminosi come ubriachezza molesta, furti, incendi dolosi e omicidii, perpetrati da bande organizzate, caratterizzate da un fortissimo codice d’onore, composte da giovani di ogni ceto sociale, ma comandate comunque dai più ricchi.
Non ostante tutto, la parte meno abbiente della popolazione proteggeva con omertà ferrea questi uomini, e per timore e per ammirazione del loro coraggio di sfidare la legge.
Il più leggendario dei puukkojunkkari, divenuto perfino soggetto di canzoni e filastrocche, è Antti Rannanjärvi (1828-1882), a sinistra nella foto.
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Egli sta alla Finlandia come il coevo John Wesley Hardin (1853-1895) sta alla frontiera americana: entrambi considerati i più veloci con la loro arma, rissosi, violenti, assassini ed entrambi divenuti ambigue icone popolari.
Il suo più famoso exploit risale al dicembre 1851 quando, insieme ad altri due, fece irruzione ad un matrimonio, ferì due invitati e ne sgozzò un terzo. Hermanni Mäki, il principale autore dei delitti, fu condannato ai lavori forzati a vita in Siberia, mentre Rannanjärvi, considerato poi solo partecipante, ma non effettivo esecutore, se la cavò con cinque anni di lavori forzati a Suomenlinna, colonia penale su un’isola al largo di Helsinki. Nel 1869 fu condannato per ubriachezza molesta, furto con scasso, contraffazione di moneta e furto di cavalli, ma riuscì ad evitare il carcere pagando una salatissima multa, che riuscì ad estinguere quasi esclusivamente in moneta, contro ogni pronostico. Nell’agosto 1882, dopo essere stato provocato da Erkki Fränti, un criminale più giovane, si recò al luogo pattuito per dirimere la questione con l’intento manifesto di dare una severa lezione al nuovo arrivato. Erkki, giocando d’astuzia, sfiancò Antti facendolo prima finire in un stagno mancandolo di poco con un fendente di falce, quindi azzuffandosi rapidamente accanto a una staccionata e colpendo in fronte con un asse l’avversario per poi darsi alla fuga, inseguito dall’inferocito Rannanjärvi. Giunti sulla spiaggia, il giovane rallentò in modo da farsi raggiungere, salvo voltarsi di scatto e accoltellare cinque volte in rapidissima successione il più vecchio rivale, uccidendolo, fra lo stupore generale.
Il puukko di Härmä fu in un primo monento prodotto da Erkki Rannanjärvi, fratello di Antti, come semplice puukko da lavoro. Nel 1906 acquistò un modello di Iisakki Järvenpää che aveva già le caratteristiche basilari dell’Härmä attuale: il manico colorato di rosso, il ferrulo lungo e il pomo crestato e squadrato. Lo utilizzò quindi come base per la propria versione, aggiungendo le striature nere sul manico, modificando leggermente le proporzioni e aggiungendo nel corso del tempo motivi decorativi personali, lavoro poi completato dal nipote Onni, negli anni ‘30 del 1900.
Il fodero attuale fu invece sviluppato da diversi artigiani di Vörå che, partendo dal modello cittadino, applicarono allo stile dei foderi di Kauhava l’intelaiatura metallica ai lati, non presente su altri modelli di questa regione.
Oggi questo modello è ancora prodotto regolarmente, sostanzialmente da un solo artigiano: il più giovane nipote di Onni Rannanjärvi, anch’egli chiamato Antti, in onore del prozio.
A livello semi-industriale è prodotto ancora dalla Iisakki Järvenpää Oy, che ha anche creato una variante completamente nera con fornimenti in alpacca e, in versione miniatura, da Pauli Kankaanpää.
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Iisakki Järvenpää Oy
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Jorna Rannanjärvi
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Antti Rannanjärvi


Kauhava

Kauhava
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è unanimemente considerata la patria e la capitale della coltelleria finlandese moderna: da qui provengono il modello regionale più influente ed il fabbro che più di tutti ha contibuito alla reputazione dei puukko al di fuori della Finlandia.
Il puukko di Kauhava, com’è noto oggi, è stato creato da Iisakki Järvenpää e suo cugino Juho Lammi nel periodo compreso dal 1880 al 1920 circa. A loro è infatti attribuita la paternità dei diversi stili di pomo, a loro lo sviluppo delle trame decorative metalliche dei manici e di quelle acidate sulle lame, a loro l’idea del passante per cintura in cuoio chiuso da un bottone metallico, a loro la creazione del canone stilistico dei foderi e a loro l’idea dello scolasangue, introdotto nel 1905. Fino a quel momento i puukko di Kauhava avevano avuto lame rombiche con ricasso e punta leggermente rialzata e l’introduzione dello scolasangue segnò la nascita dello stile “Kauhava moderno”, mantenuto fino ad oggi. Lo scolasangue ebbe comunque solo risvolti estetici e di alleggerimento, venendo usato esclusivamente per scrivervi ad acido il nome del produttore e della città di provenienza. Tuttavia trovare il metodo per produrre lame con scolasangue in serie fu particolarmente difficoltoso e fu risolto solo negli anni ‘20, importando mole spesse 5 mm dalla Germania.
L’idea della caratteristica testa di cavallo, invece, è attribuita al solo Juho Lammi che, si racconta, decise di applicarla ai coltelli memore di una commissione ricevuta quando era in servizio, come fuciliere nella guarnigione di Vaasa, da un ufficiale di cavalleria che gli domandò di forgiare una testa di cavallo come pomo per il proprio bastone da passeggio, restando deliziato dal risultato.
I puukko di Kauhava sono stati anche i primi su cui fu sperimentato l’uso per i manici di materiali sintetici come galalite e bachelite già nei primissimi anni del 1900, cinquant’anni prima che la KJ Erikkson introducesse la primissima incarnazione del Mora 511.
I due eventi più importanti del periodo di evoluzione del modello di Kauhava legano a doppio filo Iisakki Järvenpää ai Romanov. Nel 1888 giunse dal Cremlino la commissione di un puukko per il principe Nicola e, l’anno dopo, insieme ai reali elogi, giunse il titolo di “coltellinaio dell’imperatore”. Nel 1894, invece, Järvenpää e Lammi ricevettero una nuova commissione per una coppia di puukko per lo zar Nicola e la zarina Alessandra, in occasione dell’inizio del regno del giovane principe dopo l’improvvisa morte del padre Alessandro III.
Kustaa Lammi, figlio di Juho, perfezionò lo stile dei puukko più decorativi, applicò spesso un pomo piatto e creò il massimo standard delle intricate decorazioni dei manici realizzate con lamine di ottone o argento martellate nei dischi di corteccia a formare stemmi, motivi floreali, il leone rampante finlandese o il nome del possessore.
Fra tutti i puukko festivi i modelli di Kauhava sono gli unici regolarmente prodotti su larga scala, essendo i modelli di punta della Iisakki Järvenpää Oy, di Pauli Kankaanpää e di Simo Passi.
Ai modelli semi-industriali vanno aggiunti quelli di un buon numero di forgiatori, primi fra tutti Arto e Jari Liukko, seguiti da Eero Hänninen, Kari Vuorus e altri coltellinai dilettanti.
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Arto Liukko
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Jari Liukko
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Kari Vuorus


Kalajoki

Piccola città in provincia di Oulu, nell’Ostrobotnia settentrionale,
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dà il nome a un puukko particolarmente misterioso, di cui si hanno pochi esemplari originali conservati e di cui si sa pochissimo.
Nacque probabilmente attorno al 1880 o poco dopo, anche se il primo puukko importante prodotto a Kalajoki di cui si abbia notizia risale al 1870 circa, realizzato in collaborazione da un fabbro, un sellaio e un incisore, a seguito di una commissione da parte dello zar Alessandro II, poi morto nel 1881. Non si conoscono però le effettive caratteristiche di questo coltello, se non che fosse di finissima fattura. I pochi esemplari conservati hanno caratteristiche simili ai modelli di Kauhava, ma con motivi decorativi diversi, diversi fornimenti metallici del fodero e ferrulo frontale piatto.
Oggi è realizzato solo da Arto Liukko che, nei primi anni Duemila, prese in prestito alcuni esemplari in possesso di amici, li studiò e ne riprese la produzione.
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Arto Liukko


Rautalampi

Rautalampi è un piccolo paese del Savo settentrionale, quasi al centro della Finlandia.
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Suo ideatore fu Emil Hänninen (1869-1952) che attorno al 1890 creò quello che sarebbe diventato uno dei puukko più prestigiosi: all’Exposition Universelle di Parigi del 1900 un suo puukko fu premiato con la medaglia di bronzo ed accostato dal pubblico alla qualità di un gioiello. Dopo di lui il modello fu prodotto da suo figlio Heikki e la nipote di questi, Raika; nessuno di loro però produsse il coltello dopo gli anni ‘50. Ivar Haring (1887-1954) è l’unico fabbro storico, non facente parte della famiglia Hänninen, ad aver prodotto Rautalampi. A lui è dato il merito di aver creato lo stile delle decorazioni delle parti metalliche, ma la maggior parte dei suoi pezzi e dei suoi strumenti andò perduta in un incendio che distrusse la sua casa dopo che questa fu colpita da un fulmine durante un temporale. Con la morte dei due inventori il coltello scomparve e nessuno più lo produsse finché Arto Liukko nel 1989 non lo vide in foto e se ne innamorò. Iniziò una ricerca metodica di ogni puukko originale conservato nei musei, ne prese le misure, annotò e disegnò le decorazioni e, nel 1994, si presentò all’esposizione di Fiskars con un redivivo Rautalampi, vincendo la competizione e scuotendo dalle fondamenta la comunità dei coltellinai finlandesi.
Anche se l’influenza dei modelli di Kauhava è piuttosto evidente, Hänninen riuscì a distinguersene in modo abbastanza prepotente. I pomi crestati o squadrati furono sostituiti da uno a cervelliera, le intricate e complesse decorazioni dei manici in dischi di corteccia furono rimpiazzate da una più semplice, ma molto elegante pianta di mughetto. La lama è sempre rombica con ricasso e non è previsto lo scolasangue. Ciò che differenzia maggiormente il Rautalampi dai modelli di Kauhava è però la struttura del fodero: nei modelli dell’Ostrobotnia il salvafilo interno del fodero è squadrato e crea un specchio centrale ampio, mentre i foderi di Hänninen hanno salvafilo esagonale, acquisendo così un aspetto spigoloso e creando uno specchio molto sottile, le cui decorazioni sono completamente diverse, estendendosi anche ai lati del fodero. I fornimenti metallici sulla punta, inoltre, seguono lo stesso stile: più squadrati quelli di Kauhava, più triangolari e affusolati quelli del Savo.
Oggi Arto Liukko rimane il migliore interprete vivente del Rautalampi, di cui ha comunque iniziato l’insegnamento ad altri coltellinai (oltre il figlio Jari), fra cui Tapio Syrjälä, Eero Kovanen e Mikko Inkeroinen. Altri suoi interpreti già da alcuni anni sono Jukka Hankala e Kari Vuorus.
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Arto Liukko
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Tapio Syrjälä
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Mikko Inkeroinen


Toijala

Il puukko prende il nome da un piccolo paese 40 km a sud di Tampere, ora inglobato nell’area urbana di Akaa.
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Spesso definito il puukko festivo più bello ed elegante di tutti, nonché uno dei più complessi da realizzare, ha origini riconducibili ai primi decenni del 1800 e fu con ogni probabilità influenzato da modelli svedesi e norvegesi con costruzione simile, primo fra tutti il totenkniv proveniente dalla Norvegia centrale.
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Fu inizialmente ideato e prodotto da Jan Flink, quando ancora abitava nel villaggio di Jämsä, a nord di Tampere; dopo di lui altri membri della famiglia proseguirono la produzione, poi, verso il 1890 si trasferirono a Toijala e cambiarono il cognome in Vahtera. Lauri Vahtera modificò leggermente la forma del fodero e produsse il coltello fino agli anni ‘50 del 1900. Dopo la sua morte per circa trent’anni il coltello cadde nell’oblio, fino a quando, sul finire degli anni ‘90, Jukka Hankala iniziò un’opera di documentazione, costruì nuovi strumenti per le incisioni, forgiò alcuni prototipi e li usò estensivamente per centinaia di ore in modo da capirne e perfezionarne proporzioni. Una volta soddisfatto del risultato ne riprese la produzione.
Caratteristica unica di questo puukko è il guscio metallico che ricopre completamente il fodero di cuoio, spesso lasciando scoperto solo un piccolo specchio centrale. Questo guscio può essere in alpacca, argento, ottone oppure oro ed è ciò che rende questo coltello difficile da realizzare. Il puukko di per sé è abbastanza semplice, con due bolster sfaccettati e manico in legno, mentre il guscio del fodero è realizzato piegando, saldando, limando e decorando lamine di metallo che alla fine non devono risultare più spesse di 0,6 mm.
Oggi è prodotto regolarmente da Jukka Hankala, Kari Vuorus e, soprattutto, Matti Luhtanen, erede di una famiglia di orologiai dell’Ostrobotnia meridionale.
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Jukka Hankala
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Kari Vuorus
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Matti Luhtanen


JuhlaTommi

Kalle Keränen, modificando un modello esistente della regione di Kainuu,
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creò il Tommi attorno al 1873, di ritorno da tre anni di studio a Fiskars dove perfezionò la propria tecnica di forgiatura e la tempra in olio assieme al metallurgo Thomas Woodward di Sheffield. La creazione della versione festiva del Tommi è approssimativamente databile al 1880 e dal modello classico, di fatto, si discosta di poco. I fornimenti sono sensibilmente più lunghi, spesso sfaccettati, mentre il fodero è solitamente, ma non necessariamente, lasciato in color cuoio naturale.
Oggi tutti quei fabbri che forgiano Tommi normalmente propongono almeno anche un modello festivo. Dopo la morte dei fratelli Olavi e Alpo Kemppainen, Mauri Heikkinen è unanimemente considerato il maestro contemporaneo del Tommi e, seppur produca solo pochi pezzi all’anno, tiene regolarmente dei corsi.
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Mauri Heikkinen
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Veijo Käpylä


Aino

Il nome significa “unico” e fu inventato da Elias Lönnrot durante la stesura del Kalevala. Nel poema Aino è sorella dell’arrogante e vanitoso Joukahainen che, dopo aver perso una gara di magia contro il vecchio sciamano Väinämöinen, fu da questi sprofondato in una palude con un sortilegio. Per liberarsi il giovane tenta di blandire il vecchio offrendogli i propri archi, poi due barche, poi due cavalli, poi un elmo d’oro e infine dei covoni di grano, ma non ottenendo nulla finisce per offrire in sposa sua sorella. Väinämöinen a questo punto si ritiene soddisfatto e lo libera. La madre è ben contenta del matrimonio altolocato, mentre la figlia si dispera per essere costretta a rinunciare così piccola alla propria giovinezza e per dover sposare un vecchio. Väinämöinen le offre doni sfarzosi, ma lei li rifiuta e lo respinge. Costretta infine dalla madre ad accettare il matrimonio, vaga per un bosco meditando il suicidio. Giunta ad una spiaggia vede delle ninfe fare il bagno e decide di unirsi a loro. Si tuffa e raggiunge uno scoglio, vi si aggrappa, ma questo cede ed Aino si lascia annegare, piangendo la propria sorte. La madre, appresa la notizia, incita sconfortata le future madri a non maritare le figlie controvoglia con uomini che non amano.
Applicato ai puukko il nome indica genericamente i coltelli di dimensioni variabili dai 4 ai 15 cm totali. I più piccoli sono veri e propri ciondoli, mentre i più grandi hanno misure simili ad uno junki, il puukko più piccolo nelle coppie con fodero singolo. Ancora una volta la loro invenzione è attribuita al duo Järvenpää-Lammi.
Originariamente nati come regali di fidanzamento o di matrimonio, dopo il 1885, con l’arrivo a Kauhava della ferrovia, si diffusero in tutta la Finlandia grazie ai garzoni di bottega che stazionavano sulla pensilina e vendevano articoli ai viaggiatori che li apprezzavano soprattutto come souvenir, temperini e aprilettere. Non è chiaro come si iniziò a chiamare questi coltelli “Aino”, ma la versione più accreditata fa risalire il tutto all’immediato secondo dopoguerra, quando la ginnasta Aino Passinen organizzò a Kauhava una grande manifestazione sportiva internazionale e dove ogni partecipante ricevette in regalo un piccolo puukko con la scritta “Aino” stampata sul manico. Negli anni ‘50 la Iisakki Järvenpää Oy introdusse ufficialmente questa denominazione per le proprie miniature e da un paio d’anni ne ha anche ripresa la produzione. A livello artigianale solo Arto e Jari Liukko forgiano miniature con relativa regolarità.
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Iisakki Järvenpää Oy
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Arto Liukko
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Jari Liukko
 
Ultima modifica:
tutto estremamente interessante e ben raccontato.
grazie per il contributo.
mi raccomando non fermarti che a noi fa tanto piacere leggerti.
 
Un Kauhava e un Rautalammi affiancati, in modo da poter apprezzare meglio le differenze. All'atto pratico la più macroscopica è l'enorme differenza nello spessore e nelle generali proporzioni del manico, che rende il Rautalammi più comodo nell'uso prolungato: il Kauhava ha manico da 107x23x16 mm, il Rautalammi da 101x24x19,5 mm.
Tra l'altro, Jari Liukko mi spiegava che le proporzioni del manico del Kauhava in foto sono quelle dettate da Juho Lammi negli anni '90 del 1800, mentre quelle originali dettate da Iisakki Järvenpää nel 1880 erano ancora più affusolate e sottili.
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Un Kauhava e un Rautalammi affiancati, in modo da poter apprezzare meglio le differenze. All'atto pratico la più macroscopica è l'enorme differenza nello spessore e nelle generali proporzioni del manico, che rende il Rautalammi più comodo nell'uso prolungato: il Kauhava ha manico da 107x23x16 mm, il Rautalammi da 101x24x19,5 mm.
Tra l'altro, Jari Liukko mi spiegava che le proporzioni del manico del Kauhava in foto sono quelle dettate da Juho Lammi negli anni '90 del 1800, mentre quelle originali dettate da Iisakki Järvenpää nel 1880 erano ancora più affusolate e sottili.
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Ma questi non sono solo ornamentali?
 
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