Quale coltello, o meglio quale lama?

Ho visto nei forum richiedere e proporre coltelli e con questo intendo marche e modelli.
Vorrei affrontare l'argomento in modo differente e chiedere a chi sa qualcosa in più di noi miseri quali sono i materiali migliori per un utilizzo outdoor, quello che farei io. Quindi resistenti, facili da affilare e perdibili (con questo vorrei intendere che se si danneggia il coltello in modo irreparabile o perderlo non piango amaro per settimane ed il portafoglio non ne soffe più di tanto :cry: ).
Questa domanda perchè, spesso mi sento consigliare lama fissa o chiudibili senza prevedere l'uso che ne faccio (vorrei fare una selezione di qualche lama con caretteristiche differenti da abbinare alle varie uscite). Per cui vorrei che qualcuno mi indicasse i materiali e le specifiche (non solo tecniche che si trovano nelle schede sui metalli, ma anche pratiche - tipo il fatto che se non è inox bisogna prestare attenzione alla possibile ossidazione, oppure alla facilità o meno di affilatura) che poi al modello di coltello ci penso io.
Tutto ciò anche per sfatare qualche mito-marca che richiede molti soldi per l'acquisto :wall: che che poi in definitiva è solo bello, ma non efficiente ed efficace.
Grazie dell'interessamento ed alla prossima.
 
Ultima modifica di un moderatore:
allora se guardiamo il prezzo, il puro costo del materiale, si sta sui non inox, k720, k100, C70, C90, 1050 ecc..., io trovo siano il compromesso tra prezzo e prestazione. L'unico neo, come hai fatto notare tu, è l'ossidazione, nulla che una normale manutenzione possa evitare.
La durezza (HRC - se non ricordo male sono i gradi Rockwell) per una semplicità di affilatura, anche sul campo usando una qualsiasi pietra, non deve essere altissima diciamo 56/58 Hrc, oltre entriamo nel campo dei "fighter", ma on sono più adatti al chopping e ai lavori sul campo (oltre che ad essere più costosi).

Infine, come dici tu, spesso secondo me alcune case vendono coltelli a prezzi esorbitanti senza motivo.
 
Ultima modifica di un moderatore:
Grazie per la risposta, non guardo solo ilprezzo, ma anche il prezzo.
Sei stato esaustivo per quanto riguarda i non inox :si: .
E se ti chiedessi gli inox?
Scusa lo scassamento.
 
senti....lo so che non lo vuoi sentire ma...
vai in una ferramenta , ti compri il bahco laplander svedese con segaccio a 26,00 e hai risolto tutti i problemi di tagliare outdoor.

vuoi qualcosa di più sfolgorante?

coltello fox scout, acciaio inox facile da affilare, manico in cuoio, 30.00 neuri
 
MaxKi ha scritto:
Grazie per la risposta, non guardo solo ilprezzo, ma anche il prezzo.
Sei stato esaustivo per quanto riguarda i non inox :si: .
E se ti chiedessi gli inox?
Scusa lo scassamento.

Gli inox li conosco meno perchè non li uso. Gli acciai inox per la lavorazione, specialmente per la tempra, sono più difficili da lavorare, quindi mi sono infomrato meno.
Indicativamente le regole per la durezza sono le stesse, c'è sicuramente una maggiore tenuta del filo, perchè più "duri" ma ne consegue anche una maggiore difficoltà di riaffilatura sul campo.

i più usati sono i 420 il 440(nelle varianti A-B-C), N690Co(quello dell'extremaratio), ATS34 ecc...
 
Gli acciai al carbonio tengono di più il filo e sono più facili da riaffilare degli acciai inossidabili martensitici.

Inoltre gli acciai al carbonio sono anche più tenaci, in generale, degli acciai inossidabili martensitici.

Ovviamente bisogna valutare, èper ogni modello, durezza e trattamento termico subito (soprattutto per gli inossidabili martensitici o per gli altolegati) perchè anche questi parametri influiscono su tenuta del filo, tenacità dell'acciaio e , per gli inossidabili martensitici, sulla resistenza a ossidazione e corrosione e faciluità di riaffilatura.

Un altra cosa: gli acciai inossidabili martensitici non sono più duri degli acciai al carbonio bassolegati ma sono più resistenti al'usura.

Questo parametro però non è un indicatore totalmente attendibile per valutare la tenuta del filo.

Difatti gli acciai inossidabili martensitici, per essere inossidabili, contengono almeno il 12% di Cr (diciamo che varia, mediamente, tra il 12% e il 17% circa, ma in alcuni rari casi può arrivare anche al 20%-24%).

Il cromo negli acciai è presente in due forme: cromo libero (in sluzione solida di sostituzione) e carburi di cromo. Entrambi aumentano la resistenza al'usura e la durezza (anche se in maniera differente) ma il cromo libero (che poi è quello che effettivamente aumenta la resistenza a ossidazione e corrosione dell'aciaio) aumenta però la microseghettatura del filo (e la sua "gommosità" in fase di riaffilatura), diminuendo la tenuta del filo e facilità di riaffilatura.

Per questo motivo gli acciai al carbonio, pur avendo una minore resistenza all'usura, hanno una migliore tenuta del filo.

Ovviamente gli acciai al carbonio bassolegati necessitano di unabuona manutenzione e pulizia per evitare la formazione di ossidi attivi (ruggine). Questi acciai inoltre formano facilmente una patina di ossido passivo (scuro), non dannoso ne per la salute ne per la lama, ma che per alcuni è sgradevole alla vista.

In ogni caso i coltelli in acciaio al carbono basolegato sono solitamente rivestiti (teflonature, verniciature, rivestimento TiN o TiCN, ecc).

Qualsiasi rivestrimento però, con l'uso, tende a consumarsi, in maniera tanto più veloce ed estesa a seconda del tipo di rivestimento (e del tipo di lavoro).

Volendo poi si potrebbe parlare anche del diverso comportamento del filo a seconda del tipo di lavori, se per impatto (chopping) o per strisciamento (tipo taglio di carne, verdure, stracci, fare la punta ad un ramo, ecc), ma il discorso verrebbe ancora più lungo e complesso.

Anche da questo punto di vista però gli acciai al cabonio risultano migliori (sempre parlando in generale).

Bisogna tener presente inoltre che in un cltell non sono importanti solamente i materiali (e il trattamento termico a cui sono stati sottoposti) ma anche la geometria della lama, il tipo di costruzione e l'ergonomia del manico.

C'è già, se ben ricordo, una discussione in merito sul forum.

Comunque, se vuoi un buon coltello da usare in escursione che costi poco, versatile e affidabile il Camillus (o Ka Bar) USMC è una buona scelta, ma volendo ci sarebbero molti altri modelli (di altre marche).

Cosa cerchi di preciso?

Ciao.
 
Templar ha scritto:
Cosa cerchi di preciso?

Una lama da fianco ed hai già risposto con Camillus e Ka-Bar per uso normale-gravoso.
Una lama da tasca (quindi serramanico), ma di dimensioni 8-12 cm per il taglio (cucina e amenità varie) per cui sono orientato, da quello che hai detto (o meglio ho capito) su una lama al carbonio (Opinel ? Lo ricordo dalla mia infanzia).
Saluti e Grazie.
 
Il Camillus (o Ka Bar) USMC è un buon coltello multiruolo.

Se però cerchi un coltello con cui tagliare legna di diametro generoso (o comunque con cui fare chopping abbastanza gravoso) allora potrebbero esserci candidatio migliori, sempre a prezzi contenuti, come il Ranger RD7 o il Rat RD7 (per me meglio il Ranger) o, se riesci ancora a trovarlo, il BK7 (della Camilus, serie Beker Knife & Tools).

Altrimenti anche il Ka Bar Heavy Bowe non è male.

Per il chuidibile, l'opinel è un classico. Costa poco e funziona più che bene.

Tieni presente però che nella zona del tallone della lama (per i chiudibili) si possono infiltrare liquidi (eventualmente aicidi) che possono ossidare e col tempo far comparire la ruggine.

Per cui potrebbe essere bene scegliere un buon chiudibile in acciaio inossidabile (quale sta a te sceglierlo, a seconda tu voglia prediligere la tenuta del filo o la facilità di riaffilatura) o seminossibile, magari smontabile.

Oppure un victorinox. Costano poco e funzionano benissimo.

In ogni caso, se decidi di prendere un opinel, prendine uno con la ghiera di chiusura, per bloccare la lama.

Counque se vuoi posso vedere se riesco a trovare aualcuno dei lama fissa di cui ti parlavo a prezzi inferiori a quelli dei negozi italiani.

Ciao.
 
federico ha scritto:
senti....lo so che non lo vuoi sentire ma...
vai in una ferramenta , ti compri il bahco laplander svedese con segaccio a 26,00 e hai risolto tutti i problemi di tagliare outdoor.

Verissimo, con quel kit fai tutto!
Ottimo segaccio che ti permette di tagliare tronchi fino a 10 cm e di eseguire lavotetti come incastri ecc.
Ottimo coltello di dimensione giusta anche per lavori fini.
 
Proprio a proposito di lame e manici!!!

Mi trovo in un dubbio....mi sono costruito un coltellone dall'aspetto abbastanza minaccioso con l'idea di ottenere uno strumento adatto al chopping e più o meno a ogni genere di lavori d'outdoor.
Per la lama ho usato un pezzo di acciaio che in origine era una lama di una sega (industriale) usata per tagliare barre metalliche.
E' un materiale che non viene intaccato nel dalle punte da "ferro" e neanche dai seghetti. Per lavorarlo ho usato solo la mola. E ci siamo: riporta parte della scritta delle specifiche del materiale ed è HSS... Temo di avere un coltello molto duro e quindi molto fragile... Avete un'idea??? Poi; il manico l'ho fatto partendo dal polietilene dei tubi(quelli neri), parzialmente fuso e modellato; non credo di avere seguito i migliori dettami dell'ergonomia. Se lo avvolgo nel nastro usato sui manici delle racchette da tennis faccio un bene? O mi trovo con qualcosa che si svolge via mentre lo uso e mi impiastriccia le mani di colla?
Grazie per ogni aiuto!
 
HSS sta per Hight Spped Steel, ovvero acciaio super rapido.

E' una sigla generica ma gli acciai superrapidi sono caratterizzati da un elevata presenza di carburi di T e Mo (e un alta percentuale di Co, che però non forma carburi) e in genre da quantità più che buone di V.

Questi acciai presentano un elevata resistenza alla ricottura ed hanno elevata resistenza all'usura e possono raggiungere durezze molto elevate.

Visto l'alto contenuto di carburi che li caraterizza (anche e poi varia molto da acciaio ad acciaio) sono acciai particolarmente fragili.

Inoltre vengono austenizzati a temperature più elevate rispetto agli acciai da utensili convenzionali (tipo A2,A8, A10, D2, D7,S5, S7, ecc) e vengono usualmente rinvenuti due o tre volte a T di 500-550°C, per trasformare in martensite l'austenite residua (che è presente, dopo lo spegnimento, in percentuali abbastanza elevate) e per sfrurttuare la precipitazione dei carburi secondari.

Ciao.
 
Templar ha scritto:
HSS sta per Hight Spped Steel, ovvero acciaio super rapido.

E' una sigla generica ma gli acciai superrapidi sono caratterizzati da un elevata presenza di carburi di T e Mo (e un alta percentuale di Co, che però non forma carburi) e in genre da quantità più che buone di V.

Questi acciai presentano un elevata resistenza alla ricottura ed hanno elevata resistenza all'usura e possono raggiungere durezze molto elevate.

Visto l'alto contenuto di carburi che li caraterizza (anche e poi varia molto da acciaio ad acciaio) sono acciai particolarmente fragili.

Inoltre vengono austenizzati a temperature più elevate rispetto agli acciai da utensili convenzionali (tipo A2,A8, A10, D2, D7,S5, S7, ecc) e vengono usualmente rinvenuti due o tre volte a T di 500-550°C, per trasformare in martensite l'austenite residua (che è presente, dopo lo spegnimento, in percentuali abbastanza elevate) e per sfrurttuare la precipitazione dei carburi secondari.

Ciao.

Ti ringrazio per la precisione!
Anche se mi mancano un po' di nozioni tecniche...
In effetti ho pensato che fatto è fatto, lo metto bene alla prova, e cerco di verificare se può andare.
Ovvio che per un po' girerò con due lame...quasi quasi cambio il Nick in Blade! 8)
 
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