Non si tratta di una recensione e nemmeno di un dictat. Semplicemente dopo aver letto tanto delle vostre esperienze, vorrei condividerne una mia. Penso sia stata l'esperienza che più mi ha cambiato l'approccio al mondo della sopravvivenza, sarà per il fatto che mi sono divertito un mondo, sarà per il fatto di non essere più giovanissimo, sarà per mille altri motivi ma volevo raccontarla a tutti.
Parto 3 giorni sulle montagne della Barbagia, per uno stage di trapper e bushcraft appunto. Decido, come al solito, di portare uno zaino piccolo, 22 litri, per farci stare tutto quello che mi serve: poncho, telo termico, gavetta, segaccio, pila, sacco a pelo, un cambio un una sacca stagna e poco altro. Porto con me delle bustine di zuppe d'orzo e cereali perché ci informano che sul posto troveremo il necessario per la cucina trapper.
APRITI CIELO.
Cosa tutto non si può fare con una padella, un po' di farina e due patate! Per me una nuova dimensione, che non avevo mai tenuto in considerazione. Con me c'era gente che con superzaini, migliaia di euro in attrezzatura, razioni k, cordura a profusione, sacchi a pelo e contro sacchi a pelo ecc. Un mondo lontanissimo dal mio che cerco di portare veramente l'indispensabile.
E dato che di solito vado in montagna con un amico, l'idea di non portare più il fornellino, la gavetta completa, ma solamente un cucchiaio/forchetta e il gavettino da incastrare sotto la borraccia per cucinare a fiamma viva come si faceva un tempo, sapere di avere a disposizione farina per far tutto quello che serve e aggiungerci all'occorrenza mentuccia selvatica, asparagi, fughi ecc che la natura offre, apre la porta della condivisione e mi rende felicissimo. Quindi uno porterà la padella attaccata allo zaino, l'altro la corda e il segaccio e ridurremmo ancora di più il materiale da portare.
Oltre alla riduzione delle cose da portare, che devo dire mi piace, cambia completamente il paradigma dello stare nel bosco.
Insomma, sono così felice che ci tenevo troppo a condividere con voi questa scoperta.
a presto
Nicola - Micio
Parto 3 giorni sulle montagne della Barbagia, per uno stage di trapper e bushcraft appunto. Decido, come al solito, di portare uno zaino piccolo, 22 litri, per farci stare tutto quello che mi serve: poncho, telo termico, gavetta, segaccio, pila, sacco a pelo, un cambio un una sacca stagna e poco altro. Porto con me delle bustine di zuppe d'orzo e cereali perché ci informano che sul posto troveremo il necessario per la cucina trapper.
APRITI CIELO.
Cosa tutto non si può fare con una padella, un po' di farina e due patate! Per me una nuova dimensione, che non avevo mai tenuto in considerazione. Con me c'era gente che con superzaini, migliaia di euro in attrezzatura, razioni k, cordura a profusione, sacchi a pelo e contro sacchi a pelo ecc. Un mondo lontanissimo dal mio che cerco di portare veramente l'indispensabile.
E dato che di solito vado in montagna con un amico, l'idea di non portare più il fornellino, la gavetta completa, ma solamente un cucchiaio/forchetta e il gavettino da incastrare sotto la borraccia per cucinare a fiamma viva come si faceva un tempo, sapere di avere a disposizione farina per far tutto quello che serve e aggiungerci all'occorrenza mentuccia selvatica, asparagi, fughi ecc che la natura offre, apre la porta della condivisione e mi rende felicissimo. Quindi uno porterà la padella attaccata allo zaino, l'altro la corda e il segaccio e ridurremmo ancora di più il materiale da portare.
Oltre alla riduzione delle cose da portare, che devo dire mi piace, cambia completamente il paradigma dello stare nel bosco.
Insomma, sono così felice che ci tenevo troppo a condividere con voi questa scoperta.
a presto
Nicola - Micio