Quando si parlava del tesserino per escursionisti.

salve sono un nuovo arrivato,
mi inserisco in questa interessante discussione per raccontare un episodio dall'esito purtroppo tragico, dal quale forse si potrebbe trarre un'ulteriore riflessione.
Non ricordo se tre o quattro anni fa mi recai con la mia ex a campo imperatore per una facile escursione, in città era una giornata normalissima ma in quota c'era un vento mostruoso. Vado molto spesso sul gran sasso e conosco le forti raffiche di vento di campo imperatore, sicchè io e la mia ex ci guardiamo in faccia e ci rimettiamo in macchina sperando che il vento si abbassi un poco.
Niente, continuava a soffiare come fosse il giudizio universale, a momenti ci cappotta l'autovettura, tutti nelle macchine e i pochi che avevano iniziato l'ascesa scendono come possono, tranne un gruppetto di matti che continua ad inerpicarsi verso la sella di monte Aquila

la sera stessa apprendemmo di un escursionista che aveva avuto un malore (forse un infarto) sul Gran Sasso e che non era stato raggiunto per tempo dai soccorsi (impossibile far intervenire un elicottero), l'uomo disgraziatamente morì.

Io come alcuni di voi sono per la linea del soccorso sempre, comunque e gratuito è il minimo per un paese civile tuttavia...

...tuttavia dovremmo sempre pensare che i nostri comportamenti avventati o sconsiderati non mettono in pericolo soltanto la nostra incolumità ma anche quella del personale che è poi costretto ad intervenire. Più che un tesserino sarebbe necessaria una cultura delle consapevolezza e dei rischi oggettivi presenti in ambienti montani o extraurbani in senso generale. Come generare questo comune buon senso è cosa probabilmente assai complessa

un saluto
 
Soccorso sempre e comunque si, ma gratuito in ogni sua parte non penso sia praticabile.
E' un costo per la comunità mantenere in efficienza attrezzature e personale per i soccorsi: è giusto, secondo me, che la comunità contribuisca a questo. Con meccanismi assicurativi o con contribuzione diretta: in qualche modo si deve comunque fare.
 
...tuttavia dovremmo sempre pensare che i nostri comportamenti avventati o sconsiderati non mettono in pericolo soltanto la nostra incolumità ma anche quella del personale che è poi costretto ad intervenire. Più che un tesserino sarebbe necessaria una cultura delle consapevolezza e dei rischi oggettivi presenti in...

Ciao e benvenuto, prima di tutto!:)
Ho estrapolato dal tuo post la frase che trovi in quote qui sopra. Racconto una cosettina che mi è successa stamattina in città.
Esco con il cane. Mattina presto, agosto, poche auto in giro, ma io abito su una strada sempre abbastanza trafficata, per cui... arrivo alle strisce pedonali. Poi, aspetto che qualcuno si fermi. Come al solito. Di solito, capita, ma è meglio sincerarsi delle intenzioni di chi arriva, guardando nell'abitacolo e catturandone lo sguardo. Arriva una macchina, guardo dentro, vedo che ha lo sguardo verso il basso, mi fermo e realizzo: sta guardando il telefonino, non mi ha visto. Meglio star fermi. Passa, ma dietro ha uno, due... tre auto, tutte con la stessa scena. Mi scappa l'occhio e... l'ultima è dei vigili urbani. Già pregusto la discussione per multa "in diretta", ma... ahimé... anche il vigile urbano (da solo alla guida) stava guardando lo smartphone!:wall::wall::wall::argh:

E ti mi vieni a parlare di "cultura della consapevolezza"? Sacrosanto. Però non la vedo gran che fattibile, in Italia: c'è TANTO da fare, prima. Stamattina ero più propenso al "Darwin award"!!!:ignore:
 
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