Quanti di voi tengono un diario?

hai mai provato a raccontare certe tue avventure a chi invece pensa solo a hotel 5 stelle? Tu ne parli orgoglioso e loro ti danno del barbone, ti guardano come un perfetto idiota

ahaha e' vero..ti guardano con un misto di incredulita' e disprezzo

Scusate, ma non è proprio questo il bello?? :)

io ho migliaia di foto delle mie uscite poi ad un certo punto ho smesso, non avevano senso, non le guardavo mai, non avrei mai rotto le scatole ad altri perché le guardassero.

Io le foto non le faccio proprio, e, in generale, non guardo quelle degli altri. Raramente le foto sono belle, in genere sono, come dire, belle per te che eri lì, in quel momento. La fotografia non rende mai l'emozione che si prova a esserci, in montagna.

Su questo non concordo. Per me le foto sono importanti, tanto che di solito non leggo le escursioni che non hanno foto o che mi reindirizzano ad altri link (anche se, adesso che sono vincolato a leggere il forum dallo Smartphone, le foto sono un po pesanti da caricare e infatti leggo molte meno relazioni). Cerco di evitare anche i libri di montagna senza foto ... Che volete!!! data la mia grande cultura preferisco "guardare le figure" :D.

E più le foto sono semplici come qualità e ritocchi più le preferisco. Una foto fedele mi permette di immedesimarmi immediatamente nel racconto e di apprezzarlo al meglio.

Anche le foto che faccio io, di tanto in tanto me le guardo (chiaramente sono una piccola parte di quelle che faccio: durante un'escursione ne scatterò un centinaio e poi ne salverò una decina) e subito mi ritrovo in quello "spazio-tempo" e rivivo, supportato dal racconto, "quell'avventura" che mi si era affievolita nella memoria.

Tornando al discorso: "Per chi si scrive", io, come ho appena detto, scrivo molto per me stesso, per rileggere e rivedere momenti che reputo importanti della mia vita. Ma non posso negare di avere una sorta di "amico immaginario", di cui non saprei definire alcuna caratteristica, che le legge o le leggerà... D'altronde, se a me capitasse tra le mani un vecchio manoscritto di un mio parente defunto o anche di uno sconosciuto che raccontasse delle sue escursioni, io lo leggerei e lo conserverei.

D'altronde c'è chi incide sugli alberi che "Pino ama Gina" ... il mio approccio mi sembra meno invadente :).
 
ahaha e' vero..ti guardano con un misto di incredulita' e disprezzo :biggrin:
Fortunato: anch'io speravo in un po' di "incredulità", invece.... tutt'altro.
Nonostante le mie avventure siano una scoreggia rispetto a quelle che leggo qui, chi mi ha ascoltato o ha visto le foto ha manifestato disprezzo per la mancanza di comfort e addirittura ,nel caso di famigliari, preoccupazione per i potenziali pericoli a cui vado incontro (in realtà non faccio niente di pericoloso).
Ho quindi deciso di non parlarne mai con mia madre o altri famigliari ansiosi e paranoici, perchè non fanno altro che tirar fuori 1000 paranoie per pericoli visti in tv e alla fine mettono ansia pure a me.

Doc
 
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Ma non posso negare di avere una sorta di "amico immaginario", di cui non saprei definire alcuna caratteristica, che le legge o le leggerà...

Bene bene: allora se finirò al manicomio... vedo che sarò in buona compagnìa! :D :D

D'altronde, se a me capitasse tra le mani un vecchio manoscritto di un mio parente defunto o anche di uno sconosciuto che raccontasse delle sue escursioni, io lo leggerei e lo conserverei.
D'altronde c'è chi incide sugli alberi che "Pino ama Gina" ... il mio approccio mi sembra meno invadente
Certo. Io scrivo molto anche sui diari dei bivacchi: quasi tutti scrivono solo frasi sintetiche, un saluto e una firma, mentre io scrivo anche pensieri.
Qualche volta ho usato solo il diario del bivacco e alla fine........ l'ho fotografato, per portare nelle foto ricordo anche il mio pensiero.
 
in verità il libro del bivacco dovrebbe solo servire a segnalare il passaggio, almeno in quelli cai.
sul ricordo, boh, se sto lì a ricordare centinaia di escursioni attraverso le foto o un diario...significa che non era tanto importante come ricordo, altrimenti me lo ricorderei :D
 
se sto lì a ricordare centinaia di escursioni attraverso le foto o un diario...significa che non era tanto importante come ricordo, altrimenti me lo ricorderei

È inutile che ci provi!!!! Vincerò io!!! Prima della fine della discussione ti convincerò a scrivere un diario!!!! :D

Ho trovato un bell'esempio che spiega un po cosa mi spinge a fissare in immagini e parole le mie escursioni: è come quando si vede un bel film: se è piaciuto particolarmente lo si rivede volentieri anche diverse volte, spesso si arriva a conoscere alcune battute a memoria ... come con le canzoni: anche se si conoscono a memoria, non è la stessa cosa canticchiarsele o ascoltarle in originale.

Lo stesso vale per le mie memorie, ogni tanto mi piace riviverle in "originale" :).
 
per riviverle in originale, dovresti rifarle, non guardare foto! :D
e a questo punto trovo molto più stimolante tornare in posti che non mi ricordo e provare nuovamente stupore.
sarebbe interessante capire di quanti appunti e quante uscite si parla...
il diario comunque no, scrivere è una cosa lenta, mi blocca il pensiero che è molto più veloce e quando vado in montagna è molto più bello viverle subito le cose.
aggiungo che per me scrivere pensando che qualcuno sarà interessato a leggere è cosa un pò superba e quello che mi capita di leggere sui libri dei bivacchi o delle cime è roba ripetitiva, retorica se non quando inutile o brutta...aggiungiamo poi i commenti, parolacce ecc ecc che tra l'altro vorrei ogni tanto aggiungere pur'io :D
 
per riviverle in originale, dovresti rifarle, non guardare foto! :D
e a questo punto trovo molto più stimolante tornare in posti che non mi ricordo e provare nuovamente stupore.

Una nuova escursione, anche nello stesso posto, anche nella stessa stagione, è cosa a sé, non è la stessa escursione!! Certo può rievocare emozioni passate e magari dimenticate come fanno spesso i profumi e infatti, potessi qualche ripetizione la farei ... ma andando io spesso fuori traccia, mi sarebbe comunque difficile ricalcare gli stessi passi :D. Sono entrambe attività che apprezzo, ma sono due cose diverse (con giustamente hai notato;)).

sarebbe interessante capire di quanti appunti e quante uscite si parla...

Io personalmente non parlo di fissare ogni filo d'erba calpestato, riporto solo i "passaggi salienti" (che possono essere anche solo pensieri) che reputo valgano la pena di essere scritti (anche per essere riletti solo da me ;)).

il diario comunque no, scrivere è una cosa lenta, mi blocca il pensiero che è molto più veloce e quando vado in montagna è molto più bello viverle subito le cose.

Questo lo condivido in pieno!!! Parlo dei limiti della scrittura. A me a volte piacerebbe avere con me un registratore dove poter fermare in ogni istante ogni "illuminazione" :), ma mi ci vorrebbe la capacità di memoria di facebook :D e sarebbe veramente un po troppo tedioso come ricordo :). In definitiva, penso che la scrittura, con i suoi limiti, imponga ad una scrematura che tutto sommato rende la relazione più piacevole.

Come ho già detto qualche post fa: non possono negare un filo di "superbia" o "vanità" (del tutto infondate, chiaramente). Però quando provo una sensazione particolare, mi sembra impossibile che non interessi a nessun altro ... si tratta di utopia è chiaro!!! però, senza scrivere i passi che ritengo importanti, mi sembra di aver lasciato l'escursione a metà :).
 
allora te lo ricordo io: non interessa nessun altro! :D
e anche se ci fosse interesse, il ricordo è tuo, non lo puoi passare...rendersene conto è il primo passo per goderne di più ;)
 
allora te lo ricordo io: non interessa nessun altro! :D

Adesso chi è il superbo??? :D Pensare di sapere cosa interessa o non interessa a tutti gli altri non è certo umiltà ;). Mi sono capitati tra le mani libri che mi sono veramente chiesto: "ma a qualcuno interessa questa roba??" Evidentemente sì!! Se li hanno pubblicati e venduti :).

anche se ci fosse interesse, il ricordo è tuo, non lo puoi passare...rendersene conto è il primo passo per goderne di più

Senz'altro!! Io scrivo con la convinzione realistica che tra qualche anno i miei quaderni saranno ormai diventati tetrapack o confezioni di biscotti ... per ora mi basta rileggermeli io e sperare, senza investirci troppo, che qualcuno possa apprezzarli ... se così non sarà, almeno avrò passato del tempo in modo piacevole ;).
 
se ci credessi veramente in quello che mi dici, al posto di scriverli su un quaderno, li pubblicheresti sul forum...alla mercè di tutti :p
 
Se leggessi un po di report sapresti che condivido ogni mia escursione :D . Sei scusato perché effettivamente sono a riposo da qualche mese :(.
 
ma scrivi solo il report o anche le illuminazioni?
altrimenti non è la stessa cosa.
PS relazioni leggo solo quelle che riguardano le Dolomiti, sono un pò monotematico purtroppo :D
 
Innanzitutto sono "illuminazioni", le virgolette sono obbligatorie :). Comunque sì! scrivo anche le "illuminazioni" almeno quelle più significative, alle volte sono all'interno dei report, alle volte sono nei messaggi di risposta alle discussioni di altri e alle volte apro proprio delle discussioni dedicate ... Non metto i link per non inquinare la discussione ... Ma dimmi!!! Non è che ti ho messo un po di ... curiosità :D ;).
 
no, anche se prima ho guardato perché qualcosa mi ricordavo...infatti avevi scritto di una tua uscita in bici attorno fermo e siccome una trentina d'anni fa abitavo nei dintorni, ho letto incuriosito ma non ricordo frasi illuminanti.
per il resto non prendertela, ma c'è poca qualità sui report in internet, per trasmettere bisogna anche saper scrivere e non è facile :D
 
mica dico che è un brutto report, anzi è anche carino, solo che un diario lo considero diversamente, quello è appunto un report, molti dati, pochi pensieri personali...
 
sul ricordo, boh, se sto lì a ricordare centinaia di escursioni attraverso le foto o un diario...significa che non era tanto importante come ricordo, altrimenti me lo ricorderei :D

Madòòòòòò....! Adesso ti sfido a dirmi che non hai mai avuto piacere nel guardare delle vecchie foto (fatte ovviamente da tuoi amici).
Anch'io in passato non avevo nemmeno una macchinetta fotografica e non ne sentivo il bisogno, proprio per il motivo che intendi tu. E del resto è proprio così: ho fantastici ricordi della mia adolescenza, seppure senza nemmeno 1 foto.

Però poi quando mi capitava di rivedere le foto scattate da altri in quelle occasioni in cui c'ero anch'io... beh, mi piaceva.
Allora mi sono comprato una kodak-fun, quelle usa e getta.
In seguito una che non si gettava, ma comunque da poche lire e usavo rullini da 12 perchè facevo talmente poche foto che quando le sviluppavo non ricordavo nemmeno più a cosa si riferissero :)
Con l'arrivo delle digitali ho preso prima una compatta e in seguito la reflex.

Ora ho il pc pieno di foto (prima sviluppavo anche quelle digitali, poi c'ho rinunciato) e mi dispiace solamente di non avere immagini precedenti il 2005.

Doc
 
@giangi4: Hai scelto forse proprio l'esperienza meno rappresentativa. In effetti, come ho detto, io cerco in primo luogo di trasmettere lo spirito poco serioso con cui mi approccio alle gite. Ai pensieri filosofici (quando ci sono perché mi reputo profondo come una pozzanghera :)) di solito dedico discussioni a parte.

E comunque vari esempi di "illuminazioni" sono anche lì: già nel titolo ad esempio (questa è di infima qualità, lo ammetto :)); oppure quando scrivo che i miei rapporti "ridotti" si riferiscono al "ridurmi" a spingere a piedi la bici :) ... Forse dovrei usare le doppie virgolette :D.

Altri esempi potrebbero essere di quando intitolo un report "Il Vettore dimezzato" (ispirato chiaramente al noto visconte di Calvino) dove (mi) domando se mancare per due volte, da due itinerari diversi una stessa vetta, arrivando ambedue le volte circa a metà, nello stesso giorno equivalga ad averla salita per intero :).

Oppure quando battezzo una cascata"Madonna della Rosa" (ispirato al primo libro di Eco e ad alcuni versi di de André) per via della duplice impressione che mi ha fatto in due diverse escursioni.

Oppure quando osservo come la nebbia abbia l'aspetto negativo del nascondere la meta ma, nel contempo, quello positivo di lasciarti sperare che quella meta possa essere a pochi metri :).

Quando nella stessa escursione elenco i vari significati di quel particolare arrivo in vetta.

Quando mi domando perché, su una casa per i campiscuola, ci sia scritto: "La mia casa non ha porte" ed invece di porte ne aveva diverse e tutte sprangate. Probabilmente, l'autore della frase, intendeva che non ha passaggi (un possibile significato di "porta") e quindi non ha entrate :).

E ancora, i titoli che ho scelto per alcune delle mie foto (visibili nei miei album) come "Borealopitecus Ceresensis" con cui ho battezzato uno sperone di roccia nella zona del Ceresa particolarmente somigliante ad un australopiteco. O come quando ho battezzato uno scatto allo Scoglio di Pilato "Natural Rushmore". O tanti altri esempi.

Anche le musiche che scelgo per le mie slide show, mai casuali. Infatti faccio le slide solo se ritengo che la colonna sonora aia parte integrante dell'escursione.

Per non parlare delle "invenzioni": "Bastoncini per ama chista"; "Popote appesa"; "Frontale cellulare"; "1001 modi per usare un picchetto"; "marsupio impermeabilizzato" sono alcune discussioni frutto dei miei pensieri in montagna.

Nulla di filosofico quindi, solo piccoli pensieri non impegnativi che mi piace leggere quando leggo un libro o un report e che quindi mi piace scrivere quando mi maturano in testa.

Del resto io penso che un bravo scrittore non sia solo quello che scrive una bella storia ma, anche e soprattutto, quello che scrive bene una brutta storia ... E, come apprezzare Caravaggio non impedisce di provare a dipingere, penso che apprezzare la lettura non impedisca di provare a scrivere. O probabilmente sono solo io che sono, oltretutto, un pessimo lettore ;).
 
Ultima modifica:
@giangi4: Hai scelto forse proprio l'esperienza meno rappresentativa. In effetti, come ho detto, io cerco in primo luogo di trasmettere lo spirito poco serioso con cui mi approccio alle gite. Ai pensieri filosofici (quando ci sono perché mi reputo profondo come una pozzanghera :)) di solito dedico discussioni a parte.

E comunque vari esempi di "illuminazioni" sono anche lì: già nel titolo ad esempio (questa è di infima qualità, lo ammetto :)); oppure quando scrivo che i miei rapporti "ridotti" si riferiscono al "ridurmi" a spingere a piedi la bici :) ... Forse dovrei usare le doppie virgolette :D.

Altri esempi potrebbero essere di quando intitolo un report "Il Vettore dimezzato" (ispirato chiaramente al noto visconte di Calvino) dove (mi) domando se mancare per due volte, da due itinerari diversi una stessa vetta, arrivando ambedue le volte circa a metà, nello stesso giorno equivalga ad averla salita per intero :).

Oppure quando battezzo una cascata"Madonna della Rosa" (ispirato al primo libro di Eco e ad alcuni versi di de André) per via della duplice impressione che mi ha fatto in due diverse escursioni.

Oppure quando osservo come la nebbia abbia l'aspetto negativo del nascondere la meta ma, nel contempo, quello positivo di lasciarti sperare che quella meta possa essere a pochi metri :).

Quando nella stessa escursione elenco i vari significati di quel particolare arrivo in vetta.

Quando mi domando perché, su una casa per i campiscuola, ci sia scritto: "La mia casa non ha porte" ed invece di porte ne aveva diverse e tutte sprangate. Probabilmente, l'autore della frase, intendeva che non ha passaggi (un possibile significato di "porta") e quindi non ha entrate :).

E ancora, i titoli che ho scelto per alcune delle mie foto (visibili nei miei album) come "Borealopitecus Ceresensis" con cui ho battezzato uno sperone di roccia nella zona del Ceresa particolarmente somigliante ad un australopiteco. O come quando ho battezzato uno scatto allo Scoglio di Pilato "Natural Rushmore". O tanti altri esempi.

Anche le musiche che scelgo per le mie slide show, mai casuali. Infatti faccio le slide solo se ritengo che la colonna sonora aia parte integrante dell'escursione.

Per non parlare delle "invenzioni": "Bastoncini per ama chista"; "Popote appesa"; "Frontale cellulare"; "1001 modi per usare un picchetto"; "marsupio impermeabilizzato" sono alcune discussioni frutto dei miei pensieri in montagna.

Nulla di filosofico quindi, solo piccoli pensieri non impegnativi che mi piace leggere quando leggo un libro o un report e che quindi mi piace scrivere quando mi maturano in testa.

Del resto io penso che un bravo scrittore non sia solo quello che scrive una bella storia ma, anche e soprattutto, quello che scrive bene una brutta storia ... E, come apprezzare Caravaggio non impedisce di provare a dipingere, penso che apprezzare la lettura non impedisca di provare a scrivere. O probabilmente sono solo io che sono, oltretutto, un pessimo lettore ;).
eh ma se scrivi in questo modo, scrivi per te stesso e basta...o forse fai parte della corrente artistica dell'ermetismo :D
 
Madòòòòòò....! Adesso ti sfido a dirmi che non hai mai avuto piacere nel guardare delle vecchie foto (fatte ovviamente da tuoi amici).
Anch'io in passato non avevo nemmeno una macchinetta fotografica e non ne sentivo il bisogno, proprio per il motivo che intendi tu. E del resto è proprio così: ho fantastici ricordi della mia adolescenza, seppure senza nemmeno 1 foto.

Però poi quando mi capitava di rivedere le foto scattate da altri in quelle occasioni in cui c'ero anch'io... beh, mi piaceva.
Allora mi sono comprato una kodak-fun, quelle usa e getta.
In seguito una che non si gettava, ma comunque da poche lire e usavo rullini da 12 perchè facevo talmente poche foto che quando le sviluppavo non ricordavo nemmeno più a cosa si riferissero :)
Con l'arrivo delle digitali ho preso prima una compatta e in seguito la reflex.

Ora ho il pc pieno di foto (prima sviluppavo anche quelle digitali, poi c'ho rinunciato) e mi dispiace solamente di non avere immagini precedenti il 2005.

Doc

il troppo stroppia!
anche a me mancano le foto da bambino, ma perché ne ho al massimo una decina...e poi è un periodo che non ricordo.
ma il resto...può anche sparire per quanto mi riguarda, l'importante è cosa mi ha lasciato una esperienza, non il semplice fatto di poterla depennare da una lista o mostrarla e gloriarsi con gli amici.
 
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