Buon giorno a tutti
Premesso che l'estate scorsa mi sono fratturato una vertebra, sono quasi 9 mesi che non mi faccio una uscita in bosco.... un parto praticamente (una gestazione?)
A questo aggiungiamo che è da un pezzo che non leggo nel sito resoconti di uscite bushcraft in stile @GreenGabri "Ciao gentaglia etc etc" che adoravo tanto, ho deciso di uscire il weekend scorso per una 48 ore in solitaria e mettermi a scriverne il resoconto io.
Giovedì mi preparo lo zaino, deciso a prendere meno "cose" possibile.
Vestiti addosso: intimo, calzini, maglietta tecnica, pantaloni leggeri, pile leggero, kefia.
In zaino: pile antivento un pochino più pesante, poncho, altri 2 paia di calzini e 2 magliette che poi, da vero buschcrafter che deve puzzà, non ho usato.
Un ulteriore cambio completo l'ho lasciato in macchina.
"Cose" da portare: kit Primo Soccorso, accendino, Fire steel, esca (strisciolina di cotone impregnata di cera), paracord, bussola, torcia frontale e una a mano, filtro potabilizzatore, gavetta militare, posate autocostruite+coltellino inox pieghevole, borraccia in alluminio da 0,5 LT, tarp, coperta in lana, Mora Garber, Vic Rangergrip e seghetto pieghevole, Power. Bank con cavetto unico per le torce ed il cellulare, 2 sacchi dell'immondizia condominiali più altre borsette di plastica dove ho messo vestiti e gli altri oggetti.
Cibo: 2 scatolette di tonno, frutta essiccata, bottiglia in plastica da 1,5 LT piena d'acqua.
Partenza il venerdì mattina (dopo abbondante colazione) verso i colli Berici dove un caro amico mi presta il bosco quando faccio le mie attività
Arrivo verso le 11, prima attività: decidere dove fare il campo. Il bosco del mio amico è circa mezzo ettaro, ma mi secca continuare a sfruttarlo, visto che lo usa anche lui per legna e per le altre sue attività. Li attorno ci sono altri boschi privati (tutti i colli Berici sono privati) lasciati incolti, con i proprietari che non si fanno mai vedere, ma nelle vicinanze dell'unica fonte d'acqua presente, non trovo niente che mi soddisfi, troppo in pendenza, troppo in vista dai numerosi sentieri, troppa boscaglia per accendere un fuoco in sicurezza...
Decido di tornare nel "mio" bosco e comincio a recuperare rami per un rifugio, escludo quelli già tagliati e accatastati dal mio amico, escludo di tagliare piante vive e recupero un po' di rami e tronchi morti in piedi. Qualcosa poi mi servirà anche per il fuoco.
Non farà freddo e costruire un rifugio con una falda unica non è poi così lungo come lavoro. Tutt'altra difficoltà però la trovo per la copertura. Tagliare fronde verdi non se ne parla, qua niente è mio. Abbastanza distante c'è un albero caduto con ancora le foglie ormai secche ancora attaccate, il trasporto di quei rami, anche aiutandomi con la kefia e con le corde non è così semplice. Il tempo passa e mi rendo conto che arriverebbe il buio prima di finire il tutto.
Decido così di utilizzare il tarp per costruire un secondo riparo veloce e mi dedico a riempire i 2 sacchi giganti con foglie secche come giaciglio.
Ormai manca un'oretta al tramonto, l'acqua della bottiglia è quasi finita, vado a fare il refill di acqua. Riempio la sacchetta pieghevole del Sayer micro squeeze, avvito il filtro e .... non si spreme nulla, il filtro è ostruito!!!!! Quasi un anno di inattività e non l'ho provato prima di partire....
Ok, l'acqua è pulita, non serve filtrarla, gli daremo una bollitura (nella piccola vasca di decantazione pochi metri a monte nuotano un paio di piccole salamandre). Riempio gavetta e borraccia di alluminio e torno al campo distante circa 200 mt.
Per il fuoco ho preparato un muretto a secco e l’ho acceso con il fire steel sui ricciolini fatti col Vic (come i picchetti vari) che hanno preso fuoco facilmente, non mi è servito il cotone incerato. Mi sono preparato mucchi di legnetti divisi per dimensioni per poter riattivare il fuoco più agevolmente ed in poco tempo nel caso mi servisse durante la notte. I tronchetti più grossi li ho lasciati lunghi oltre un metro per fare un fuoco “ a stella” come quelli che si vedono nei film dei cow boy ma con soli 2 bracci, non ricordo se ha un nome particolare, però so che si va benissimo a tenerlo acceso di notte restando distesi.
Ho costruito un supporto per la gavetta usando un po' di paracord per appenderla... devo ricordarmi di procurarmi una catenella per questo tipo di supporto che uso spesso. (Dopo 2 giorni il paracord era piuttosto "cotto", un altro po' e rischiavo di bruciarlo e fare cadere la gavetta sopra il fuoco).
Ho aspettato che raffreddasse l'acqua e l'ho travasata nella bottiglia.
Ormai il sole sta scendendo sempre più e metto al collo la torcia frontale.
Mi siedo e mi godo il momento in cui il bosco si "sveglia" per la notte quando molti animali vanno a bere.
Ad un tratto sento un latrato stranissimo, sembrava che un grosso cane con l'asma si stesse avvicinando, ma non lo vedo. Il verso si fa un po' più forte, si sta avvicinando. Paura non ne ho, non ci sono selvatici che attaccano l’uomo qui, al massimo qualche cane (e comunque ci sono a portata di mano vari rami a forma di bastone, mazza, clava, basta scegliere ), ma sono molto incuriosito. Dopo un paio di minuti di silenzio lo sento in lontananza. Qualunque animale fosse si sta allontanando.
Poco dopo fa proprio buio.
A differenza di quando sono a casa, magari in Smart working, dove ogni 20 minuti mi alzo per un frutto o una fetta biscottata, qui non ho fame anche se è dal mattino che non mangio, solo 2 o 3 manciatine di frutta secca durante la giornata.
Riattizzo il fuoco che nel frattempo si era spento e metto a bollire un po' di aglio orsino. Pensavo non ce ne fosse più in giro vista la stagione invece ne ho trovato in abbondanza.
Cenetta con tonno in scatola e foglie di aglio orsino lessate. Per mandare giù la cenetta bevo un po' di acqua di cottura.... Cannavacciuolo spostati, và.
Accendo il telefono, tenuto spento quasi tutto il giorno e anche se carico al 75% decido di metterlo in carica lo stesso.... è il nuovo cellulare aziendale che utilizza il type-C .... il mio cavetto è micro USB .... Altra cosa che avrei dovuto verificare prima di partire.
Poco male, dopo un messaggino a casa, spengo tutto e so che anche domani starà spento la gran parte del tempo, peccato per le foto che non farò.
Notte in bosco .... riposante, meravigliosa, appagante, rigenerante etc etc come sempre.
Non so se capita anche a voi, ma dormire stesi a terra con alberi al posto dei 4 muri, le fronde degli alberi e le stelle al posto del soffitto… a me sta roba fa letteralmente rinascere, mi sento rigenerato al mattino.
E’ stata la notte passata in bosco durante un corso survival fatto anni fa che mi ha fatto letteralmente sbarellare per queste attività e da allora non ho più smesso. Una vocazione tardiva.
La mia droga lo ammetto è la notte in bosco, con gli effetti benefici che si protraggono per qualche giorno.
Vabbè, torniamo a noi.
Sveglia poco dopo l’alba, stiracchiamento, pisciatina, raccolta di un po’ di mentuccia selvatica (lontano dalla pisciatina naturalmente) e riattivazione del fuoco da qualche brace ancora accesa per farmi una tisana di colazione.
Il fuoco è stato acceso quasi tutta la notte, puzzo di fumo peggio di un salmone del Baltico, stupendo.
Il programma del mattino prevede escursione nei dintorni, alcuni sentieri li conosco ma alcune zone sono ancora sconosciute.
Passo anche per una strada asfaltata in tarda mattinata… c’è un bar… e vabbè un caffè senza neanche lo zucchero me lo concedo (la seconda droga, lo ammetto).
Lungo la strada vedo del silene, carletti o sciopeti dalle mie parti, molto più buoni del tarassaco o della piantaggine che abbondava in bosco, ma vicino alla strada non è il posto più pulito per raccogliere erbe. Spero successivamente di trovarne in bosco, ma niente, peccato.
Rientro al campo base dopo mezzogiorno, piuttosto stanco, 2 manciatine di uvetta passa&co sono sufficenti per rimettermi in sesto.
Il pomeriggio lo passo a leggere e scrivere appunti miei, che a casa non ho mai tempo per farlo.
Nel pomeriggio mi ero ripromesso di provare almeno ad accendere il fuoco con l’archetto. Generalmente uso l’edera che trovo un po dappertutto, ma qui in bosco…. Nada. Sconfortato provo con del nocciolo secco, costruisco tavoletta, piolo, copripiolo, archetto ma sto solo perdendo tempo. Mi rendo conto che non ho mai fatto prove con altri legni oltre all’edera e ora che non ne trovo non riesco ad accendere na mazza. Altra cosa da riprovare a casa.
Poco dopo guardando il rifugio “naturale” accanto a quello di “plastica”, mi rendo conto che mi sta proprio chiamando, come se avessi sbagliato castello per la notte precedente.
Ormai non ho tempo (e forze) per sistemarlo come si deve. Certo se fossi “libero” come in tanti video di YT, mi metterei a recuperare frasche e foglie nelle vicinanze ma non posso devastare il bosco.
Ecco, il grosso problema che trovo, è che non mi sento libero. Teniamolo come sogno nel cassetto.
Lista di cose da comprare:
Mancherà un’oretta al tramonto, è ora del refill di acqua.
Faccio il fuoco per farla bollire come ieri
Un po’ lontano il “grosso cane con l’asma” si mette a latrare per salutarmi.
Cala la sera e metto a bollire aglio orsino con un po’ di tarassaco, ortica tanto per non ripetere il menù della sera prima.
Poco prima che sia pronta la verdura apro la scatoletta di tonno, stendo sopra l’olio un mezzo fazzolettino di carta che si impregni per bene e do fuoco. In questo modo ho una economicissima lampada ad olio (del tonno) e contemporaneamente si cucina un pochino la superficie del tonno risultando più croccante in superficie ma soprattutto piacevolmente caldo. Tonno caldo ed erbe miste, anziché tonno freddo e solo aglio orsino. Mi piace variare ad ogni pasto.
Dopocena viene a trovarmi il mio amico (il padrone del bosco non il cane asmatico) e la serata passa con una gran bella chiacchierata tra amici che non si vedono da circa un anno.
Tra le varie cose mi spiega che il verso che ho sentito altri non è che un capriolo. Non lo avevo mai sentito, ora so qualcosa di nuovo.
Arrivano le ore … non ne ho idea, e non mi interessa, ed è ora di salutarci.
Mi stendo e mi addormento molto più velocemente della notte scorsa, non accendo neanche il fuoco tanto non fa così freddo e dormo come un bambino fino a che l’ora che precede l’alba, quando la temperatura si abbassa un pochino, mi sveglio infreddolito e accendo il fuoco per riaddormentarmi fino a che il sole è piuttosto alto, circa le 7.00
Tra le cose che mi ha detto l’amico la sera prima è che quella mattina, lungo i sentieri del bosco, ci sarà una marcia per la pace (o per qualcos’altro, non ricordo) e di lì a poco il sentiero dove ho parcheggiato l’auto, circa 2-300 metri dal campo, sarà strapieno di “atleti”.
E vabbè, colazione con la mentuccia selvatica, sempre raccolta distante dalla zona pipì, e pian pianino smonto il campo.
Restituisco le foglie secche al bosco, spengo il fuoco con quello che rimane del brodo di verdura della sera prima. Arriva di nuovo il mio amico che mi chiede di non smontare il rifugio di legno e così glielo lo lascio in regalo.
Torno alla macchina, mi cambio e cerco di pulirmi con le salviette umidificate, ma la superficie da pulire in effetti è tanta, cerco di pulire comunque mani, ascelle e di farmi un bidet in piedi. Naturalmente non c’era nessuno ma proprio ora i primi atleti cominciano a passare. Fortuna che conosco anche tecniche stealth che si imparano solo nelle scuole survival dei ninjia giapponesi e non mi nota nessuno: sono rimasto fermo dietro alla macchina. Quando poi mi sono mosso indossavo una maglietta abbastanza lunga che copriva i gioielli.
Non erano 48 ore precise, ne mancavano un paio, ma le 2 notti fuori le ho fatte, obiettivo raggiunto.
Considerazioni finali:
Devo provare meglio l’attrezzatura prima di partire (carica batterie, filtro potabilizzatore,….), non è che dopo aver affilato i coltelli sono a posto.
Il bushcraft di YouTube è bellissimo ma sostanzialmente illegale, però con un bosco mio almeno mi sentirei libero di abbattere o di spennare un albero.
Proprio perché ho limitato i lavori pesanti sul legno, i coltellacci o le roncole non li ho neanche portati, inoltre non ho quasi mai usato il Mora a parte splittare qualche tronchetto, il Vic invece lo avevo sempre in mano.
Ultima cosa, ora che è passata una settimana: sta settimana lavorativa è stata incasinata come al solito, ma mi rendo conto che sono riuscito a gestirla moooolto più serenamente del solito.
Credo sia merito delle notti in bosco.
Ciao Luca
Premesso che l'estate scorsa mi sono fratturato una vertebra, sono quasi 9 mesi che non mi faccio una uscita in bosco.... un parto praticamente (una gestazione?)
A questo aggiungiamo che è da un pezzo che non leggo nel sito resoconti di uscite bushcraft in stile @GreenGabri "Ciao gentaglia etc etc" che adoravo tanto, ho deciso di uscire il weekend scorso per una 48 ore in solitaria e mettermi a scriverne il resoconto io.
Giovedì mi preparo lo zaino, deciso a prendere meno "cose" possibile.
Vestiti addosso: intimo, calzini, maglietta tecnica, pantaloni leggeri, pile leggero, kefia.
In zaino: pile antivento un pochino più pesante, poncho, altri 2 paia di calzini e 2 magliette che poi, da vero buschcrafter che deve puzzà, non ho usato.
Un ulteriore cambio completo l'ho lasciato in macchina.
"Cose" da portare: kit Primo Soccorso, accendino, Fire steel, esca (strisciolina di cotone impregnata di cera), paracord, bussola, torcia frontale e una a mano, filtro potabilizzatore, gavetta militare, posate autocostruite+coltellino inox pieghevole, borraccia in alluminio da 0,5 LT, tarp, coperta in lana, Mora Garber, Vic Rangergrip e seghetto pieghevole, Power. Bank con cavetto unico per le torce ed il cellulare, 2 sacchi dell'immondizia condominiali più altre borsette di plastica dove ho messo vestiti e gli altri oggetti.
Cibo: 2 scatolette di tonno, frutta essiccata, bottiglia in plastica da 1,5 LT piena d'acqua.
Partenza il venerdì mattina (dopo abbondante colazione) verso i colli Berici dove un caro amico mi presta il bosco quando faccio le mie attività
Arrivo verso le 11, prima attività: decidere dove fare il campo. Il bosco del mio amico è circa mezzo ettaro, ma mi secca continuare a sfruttarlo, visto che lo usa anche lui per legna e per le altre sue attività. Li attorno ci sono altri boschi privati (tutti i colli Berici sono privati) lasciati incolti, con i proprietari che non si fanno mai vedere, ma nelle vicinanze dell'unica fonte d'acqua presente, non trovo niente che mi soddisfi, troppo in pendenza, troppo in vista dai numerosi sentieri, troppa boscaglia per accendere un fuoco in sicurezza...
Decido di tornare nel "mio" bosco e comincio a recuperare rami per un rifugio, escludo quelli già tagliati e accatastati dal mio amico, escludo di tagliare piante vive e recupero un po' di rami e tronchi morti in piedi. Qualcosa poi mi servirà anche per il fuoco.
Non farà freddo e costruire un rifugio con una falda unica non è poi così lungo come lavoro. Tutt'altra difficoltà però la trovo per la copertura. Tagliare fronde verdi non se ne parla, qua niente è mio. Abbastanza distante c'è un albero caduto con ancora le foglie ormai secche ancora attaccate, il trasporto di quei rami, anche aiutandomi con la kefia e con le corde non è così semplice. Il tempo passa e mi rendo conto che arriverebbe il buio prima di finire il tutto.
Decido così di utilizzare il tarp per costruire un secondo riparo veloce e mi dedico a riempire i 2 sacchi giganti con foglie secche come giaciglio.
Ormai manca un'oretta al tramonto, l'acqua della bottiglia è quasi finita, vado a fare il refill di acqua. Riempio la sacchetta pieghevole del Sayer micro squeeze, avvito il filtro e .... non si spreme nulla, il filtro è ostruito!!!!! Quasi un anno di inattività e non l'ho provato prima di partire....
Ok, l'acqua è pulita, non serve filtrarla, gli daremo una bollitura (nella piccola vasca di decantazione pochi metri a monte nuotano un paio di piccole salamandre). Riempio gavetta e borraccia di alluminio e torno al campo distante circa 200 mt.
Per il fuoco ho preparato un muretto a secco e l’ho acceso con il fire steel sui ricciolini fatti col Vic (come i picchetti vari) che hanno preso fuoco facilmente, non mi è servito il cotone incerato. Mi sono preparato mucchi di legnetti divisi per dimensioni per poter riattivare il fuoco più agevolmente ed in poco tempo nel caso mi servisse durante la notte. I tronchetti più grossi li ho lasciati lunghi oltre un metro per fare un fuoco “ a stella” come quelli che si vedono nei film dei cow boy ma con soli 2 bracci, non ricordo se ha un nome particolare, però so che si va benissimo a tenerlo acceso di notte restando distesi.
Ho costruito un supporto per la gavetta usando un po' di paracord per appenderla... devo ricordarmi di procurarmi una catenella per questo tipo di supporto che uso spesso. (Dopo 2 giorni il paracord era piuttosto "cotto", un altro po' e rischiavo di bruciarlo e fare cadere la gavetta sopra il fuoco).
Ho aspettato che raffreddasse l'acqua e l'ho travasata nella bottiglia.
Ormai il sole sta scendendo sempre più e metto al collo la torcia frontale.
Mi siedo e mi godo il momento in cui il bosco si "sveglia" per la notte quando molti animali vanno a bere.
Ad un tratto sento un latrato stranissimo, sembrava che un grosso cane con l'asma si stesse avvicinando, ma non lo vedo. Il verso si fa un po' più forte, si sta avvicinando. Paura non ne ho, non ci sono selvatici che attaccano l’uomo qui, al massimo qualche cane (e comunque ci sono a portata di mano vari rami a forma di bastone, mazza, clava, basta scegliere ), ma sono molto incuriosito. Dopo un paio di minuti di silenzio lo sento in lontananza. Qualunque animale fosse si sta allontanando.
Poco dopo fa proprio buio.
A differenza di quando sono a casa, magari in Smart working, dove ogni 20 minuti mi alzo per un frutto o una fetta biscottata, qui non ho fame anche se è dal mattino che non mangio, solo 2 o 3 manciatine di frutta secca durante la giornata.
Riattizzo il fuoco che nel frattempo si era spento e metto a bollire un po' di aglio orsino. Pensavo non ce ne fosse più in giro vista la stagione invece ne ho trovato in abbondanza.
Cenetta con tonno in scatola e foglie di aglio orsino lessate. Per mandare giù la cenetta bevo un po' di acqua di cottura.... Cannavacciuolo spostati, và.
Accendo il telefono, tenuto spento quasi tutto il giorno e anche se carico al 75% decido di metterlo in carica lo stesso.... è il nuovo cellulare aziendale che utilizza il type-C .... il mio cavetto è micro USB .... Altra cosa che avrei dovuto verificare prima di partire.
Poco male, dopo un messaggino a casa, spengo tutto e so che anche domani starà spento la gran parte del tempo, peccato per le foto che non farò.
Notte in bosco .... riposante, meravigliosa, appagante, rigenerante etc etc come sempre.
Non so se capita anche a voi, ma dormire stesi a terra con alberi al posto dei 4 muri, le fronde degli alberi e le stelle al posto del soffitto… a me sta roba fa letteralmente rinascere, mi sento rigenerato al mattino.
E’ stata la notte passata in bosco durante un corso survival fatto anni fa che mi ha fatto letteralmente sbarellare per queste attività e da allora non ho più smesso. Una vocazione tardiva.
La mia droga lo ammetto è la notte in bosco, con gli effetti benefici che si protraggono per qualche giorno.
Vabbè, torniamo a noi.
Sveglia poco dopo l’alba, stiracchiamento, pisciatina, raccolta di un po’ di mentuccia selvatica (lontano dalla pisciatina naturalmente) e riattivazione del fuoco da qualche brace ancora accesa per farmi una tisana di colazione.
Il fuoco è stato acceso quasi tutta la notte, puzzo di fumo peggio di un salmone del Baltico, stupendo.
Il programma del mattino prevede escursione nei dintorni, alcuni sentieri li conosco ma alcune zone sono ancora sconosciute.
Passo anche per una strada asfaltata in tarda mattinata… c’è un bar… e vabbè un caffè senza neanche lo zucchero me lo concedo (la seconda droga, lo ammetto).
Lungo la strada vedo del silene, carletti o sciopeti dalle mie parti, molto più buoni del tarassaco o della piantaggine che abbondava in bosco, ma vicino alla strada non è il posto più pulito per raccogliere erbe. Spero successivamente di trovarne in bosco, ma niente, peccato.
Rientro al campo base dopo mezzogiorno, piuttosto stanco, 2 manciatine di uvetta passa&co sono sufficenti per rimettermi in sesto.
Il pomeriggio lo passo a leggere e scrivere appunti miei, che a casa non ho mai tempo per farlo.
Nel pomeriggio mi ero ripromesso di provare almeno ad accendere il fuoco con l’archetto. Generalmente uso l’edera che trovo un po dappertutto, ma qui in bosco…. Nada. Sconfortato provo con del nocciolo secco, costruisco tavoletta, piolo, copripiolo, archetto ma sto solo perdendo tempo. Mi rendo conto che non ho mai fatto prove con altri legni oltre all’edera e ora che non ne trovo non riesco ad accendere na mazza. Altra cosa da riprovare a casa.
Poco dopo guardando il rifugio “naturale” accanto a quello di “plastica”, mi rendo conto che mi sta proprio chiamando, come se avessi sbagliato castello per la notte precedente.
Ormai non ho tempo (e forze) per sistemarlo come si deve. Certo se fossi “libero” come in tanti video di YT, mi metterei a recuperare frasche e foglie nelle vicinanze ma non posso devastare il bosco.
Ecco, il grosso problema che trovo, è che non mi sento libero. Teniamolo come sogno nel cassetto.
Lista di cose da comprare:
- catenella per il fuoco
- un bosco
Mancherà un’oretta al tramonto, è ora del refill di acqua.
Faccio il fuoco per farla bollire come ieri
Un po’ lontano il “grosso cane con l’asma” si mette a latrare per salutarmi.
Cala la sera e metto a bollire aglio orsino con un po’ di tarassaco, ortica tanto per non ripetere il menù della sera prima.
Poco prima che sia pronta la verdura apro la scatoletta di tonno, stendo sopra l’olio un mezzo fazzolettino di carta che si impregni per bene e do fuoco. In questo modo ho una economicissima lampada ad olio (del tonno) e contemporaneamente si cucina un pochino la superficie del tonno risultando più croccante in superficie ma soprattutto piacevolmente caldo. Tonno caldo ed erbe miste, anziché tonno freddo e solo aglio orsino. Mi piace variare ad ogni pasto.
Dopocena viene a trovarmi il mio amico (il padrone del bosco non il cane asmatico) e la serata passa con una gran bella chiacchierata tra amici che non si vedono da circa un anno.
Tra le varie cose mi spiega che il verso che ho sentito altri non è che un capriolo. Non lo avevo mai sentito, ora so qualcosa di nuovo.
Arrivano le ore … non ne ho idea, e non mi interessa, ed è ora di salutarci.
Mi stendo e mi addormento molto più velocemente della notte scorsa, non accendo neanche il fuoco tanto non fa così freddo e dormo come un bambino fino a che l’ora che precede l’alba, quando la temperatura si abbassa un pochino, mi sveglio infreddolito e accendo il fuoco per riaddormentarmi fino a che il sole è piuttosto alto, circa le 7.00
Tra le cose che mi ha detto l’amico la sera prima è che quella mattina, lungo i sentieri del bosco, ci sarà una marcia per la pace (o per qualcos’altro, non ricordo) e di lì a poco il sentiero dove ho parcheggiato l’auto, circa 2-300 metri dal campo, sarà strapieno di “atleti”.
E vabbè, colazione con la mentuccia selvatica, sempre raccolta distante dalla zona pipì, e pian pianino smonto il campo.
Restituisco le foglie secche al bosco, spengo il fuoco con quello che rimane del brodo di verdura della sera prima. Arriva di nuovo il mio amico che mi chiede di non smontare il rifugio di legno e così glielo lo lascio in regalo.
Torno alla macchina, mi cambio e cerco di pulirmi con le salviette umidificate, ma la superficie da pulire in effetti è tanta, cerco di pulire comunque mani, ascelle e di farmi un bidet in piedi. Naturalmente non c’era nessuno ma proprio ora i primi atleti cominciano a passare. Fortuna che conosco anche tecniche stealth che si imparano solo nelle scuole survival dei ninjia giapponesi e non mi nota nessuno: sono rimasto fermo dietro alla macchina. Quando poi mi sono mosso indossavo una maglietta abbastanza lunga che copriva i gioielli.
Non erano 48 ore precise, ne mancavano un paio, ma le 2 notti fuori le ho fatte, obiettivo raggiunto.
Considerazioni finali:
Devo provare meglio l’attrezzatura prima di partire (carica batterie, filtro potabilizzatore,….), non è che dopo aver affilato i coltelli sono a posto.
Il bushcraft di YouTube è bellissimo ma sostanzialmente illegale, però con un bosco mio almeno mi sentirei libero di abbattere o di spennare un albero.
Proprio perché ho limitato i lavori pesanti sul legno, i coltellacci o le roncole non li ho neanche portati, inoltre non ho quasi mai usato il Mora a parte splittare qualche tronchetto, il Vic invece lo avevo sempre in mano.
Ultima cosa, ora che è passata una settimana: sta settimana lavorativa è stata incasinata come al solito, ma mi rendo conto che sono riuscito a gestirla moooolto più serenamente del solito.
Credo sia merito delle notti in bosco.
Ciao Luca
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