[Racconto] Il gatto e la pioggia

Grazie Giovanni per aver condiviso con Noi questo tuo racconto :).
E' stata una lettura gradevole e di grande compagnia in questa giornata uggiosa e fredda.
Il gatto è il tuo?

Un Saluto.
Dk.
 
@Danko: Grazie!!
Il gatto è il tuo?
Diciamo che nel senso comune del termine nessun gatto è mio. Più che altro ce n'è uno che si trova stabilmente e benone nel cortile e nel vicinato... pare apprezzare il po' di cibo che gli procuriamo ecc... Però non è lui quello del racconto xD

molto carino, e nonostante le molte descrizioni piuttosto fresco, grazie per averlo offerto ^_^
Prego :D

bellissimo Giovanni, mi è piaciuto veramente tanto
Grazie a te Paolo! :)
 
Rimasto in un cassetto virtuale della scrivania virtuale per qualcosa come un anno e qualche mese... chissà che non stava bene dov'era; lo scoprirò presto :biggrin:

IL GATTO E LA PIOGGIA


:)

Confesso di averlo cominciato un po' svogliato, quasi sentendomi "in dovere" - da gattaro - di leggere un racconto su un gatto; anzi addirittura con un'inconsapevole spocchia professorale un po' annoiata del tipo: "io son gattaro e ne conosco a memoria un'infinità di comportamenti, vediamo se Giovanni mi cade su una buccia di banana nel descrivene uno; e anche se non scivola su qualcosa, vediamo in ogni caso se riesce ad appassionarmi" (come vedi sono stato sincerissimo :D ).

Invece a ogni riga che leggevo ne son rimasto sempre più rapito, e questo perfino a prescindere dal gatto, che è entrato in scena relativamente sul tardi.
Mi son ritrovato davvero in certe sensazioni vissute tante volte ma mai "cristallizzate"...ecco è un racconto che estratto vita e colori da certi momenti in apparenza banali perchè capitati a tutti.
Mi sono piaciuti moltissimo certi passaggi, concentrati in poche righe: il tempo che sembra rallentare e poi riprendere velocità, il meccanismo che sembra innescarsi per andare a regime, il nostro attivismo un po' meteoropatico, la Natura che solo in apparenza sembra a volte lasciarti solo...
Quanto al gatto...solo chi non ce l'ha può sapere le caratteristiche incredibilmente "umane" di certi suoi comportamenti, lontani mille miglia da quelli dei cani...: in certi frangenti sembrano davvero leggere le situazioni come una persona, e quindi leggerti nel pensiero. Li si definisce "sornioni", ma questo è un aggettivo davvero sminuente e approssimativo, che fa una sintesi grossolana di una "personalità animale" sorprendente e mai scontata.
Tu nonostante non sia un gattaro, ma solo con l'osservazione, sei riuscito comunque a carpire un bel po' del significato dell' "essere gatto".
Comunque nel cassetto non si è certo ammuffito, anzi si è stagionato bene...:D E io a momenti ho scritto un commento più lungo del racconto stesso :lol:

Ciao Giovanni.
A.
 
Grazie Henry,
anch'io comunque, pur non possedendo gatti nel senso vero del termine (in quanto sono ben liberi di fare ed andare dove vogliono e quando vogliono) ne sono sempre stato a contatto... da moltissimi anni e a volte con diverse generazioni, ricevendo anche diverse volte in regalo un topolino (stecchito e con tanto di gatto con la faccia alla "sono stato bravo eh? Ma... non ne assaggi neanche un po? Va che è buono... non è salato come l'osso di ieri che mi hai portato ma è freddo uguale.") :)

E io a momenti ho scritto un commento più lungo del racconto stesso
LOL! Non ne avevo dubbi XD
 
Diciamo che nel senso comune del termine nessun gatto è mio.

:)

ma in realtà nel senso comune del termine con i gatti non si dovrebbe mai usare il termine "proprietari" o "padroni". Termini che personalmente mi sono antipatici in ogni caso (faccio fatica a concepire la "proprietà" di un altro essere vivente, per quanto animale), nel caso dei gatti di sicuro si può star tranquilli che ci pensano loro a non lasciarsi comandare da nessuno: mai come con loro è vero il fatto di "essere scelti" anzichè "sceglierli". Ogni giorno ci si deve veramente meritare le riconferma della LORO scelta nei nostri confronti...
Amano la solitudine quando va a loro, ma quando invece gli viene "imposta" (anche solo con l'indifferenza) la percepiscono subito, hanno vere e proprie reazioni psicosomatiche.
E questo anche tra loro stessi: i miei due, se uno scompare per un po' per i fatti suoi, a un certo punto l'altro comincia a cercarlo...quasi come a reclamare di non essere lasciato da solo. Tant'è vero che sarà un bel problema quando (essendo vecchi entrambi) il primo ahimè se ne andrà; inutile dire quante volte scaccio il pensiero.
Parlo - ovvio - dei gatti domestici, quelli nati e cresciuti in casa.
 
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