Raganello. Riflessioni sulla bellezza della natura, la vita e la morte.

Scrivo a sangue caldo, solitamente rifletto molto di più prima di utilizzare il forum, ma ho appena letto la notizia della morte di almeno cinque escursionisti nelle gole del Raganello che è un posto bellissimo e fino a qualche anno fa quasi sconosciuto. La prima volta ho percorso le gole anni fa in una soleggiata giornata estiva con altri tre amici, una giornata di cammino senza incontrare nessuno e senza possibilità di contatti con il resto del mondo, un luogo magico e con qualche passaggio difficile al quale non eravamo preparati, un percorso mutevole modificato stagionalmente dall'impeto delle acque. Nella mia memoria le gole erano associate solo alla bellezza della natura, all'estate, alla vita, non alla morte sempre presente su una montagna alpina o Himalayana. Ho sempre pensato che le gole, raccogliendo l'acqua di un vasto territorio, erano soggette a piene derivanti da un lontano temporale per cui era importante sapere cosa succedeva a monte. In questi giorni abbiamo il solleone la mattina e brevi e intensi nubifragi il pomeriggio e sarebbe troppo facile fare i moralisti, ma ora lo trovo inopportuno. Scrivo solo perché la cosa mi ha colpito particolarmente e sono addolorato, non come per una tragedia lontana ma come qualcosa che è successo in un posto che sento vicino e mio. Mi sto interrogando sul prezzo altissimo che paghiamo alla bellezza. Probabilmente poco prima quei ragazzi erano felici e pieni di vita mentre vivevano la loro avventura, come lo fui io la prima volta nelle gole, ora la loro vita è finita e quella delle loro famiglie e amici sconvolta. Un prezzo troppo alto per l'avventura.
 
Dispiace anche a me, ma se è
Leggo anch'io la notizia e purtroppo i morti sembrano molti di più... :(

https://www.corriere.it/cronache/18...ti-a8425046-a490-11e8-909a-69b7c409c235.shtml

http://www.ansa.it/calabria/notizie...ino_c43b8f63-ceb6-4c28-b761-cea4a0bf5b3f.html

Sulle montagne del nord, in particolare Bianco e Cervino è un continuo via vai di elicotteri... certo, qualche volta c'è da porsi qualche domanda...

g
L'elisoccorso deve intervenire anche su Punta Udine e Venezia, qualche domanda bisogna farsela, con tutto il rispetto per i morti.
 
Mi sto interrogando sul prezzo altissimo che paghiamo alla bellezza.

Bell'interrogativo. Tanto bello quanto vero. Effettivamente se ci si fermasse a ragionare sui pericoli che si possono incontrare in escursione sarebbe da non farne. E sono del parere che ognuno di noi potenzialmente rischia di mettersi seriamente nei guai. Quindi si, è un prezzo alto ma che vale la pena rischiare di pagare. Mi sono accorto anche che con il passare degli anni la quota che si è disposti a versare è sempre più bassa... Io, ad esempio, inizio ad aver paura dei temporali in quota ed anche dei torrenti....
 
Un istruttore di parapendio (di Castelluccio) mi disse che gli incidenti occorrono più spesso ai turisti che vogliono "sfruttare la vacanza" nonostante condizioni meteo quanto meno variabili che non ai residenti che possono ben rinviare di una settimana senza danno.

Il caso del Raganello sembra uno di questi, molte di quelle persone semplicemente non potevano rimandare perchè avrebbe significato rinunciare per sempre, e questo ha messo in moto un meccanismo perverso.

La bellezza non c' entra molto, ma se vuoi ne possiamo parlare.

Vivere è pericoloso, vivere fa male, ma la soluzione non è il non vivere, chiudersi in una bolla asettica per paura dei germi e dormire in una camera iperbarica per non invecchiare.

In fondo morire mentre cerchi di goderti la vita non è la cosa peggiore che ti può succedere, chi mai abbia assistito un anziano costretto per anni a letto tra piaghe di decubito e pannoloni, fortunato se ancora riesce a veder la TV, sa di cosa parlo.

Il punto quindi non è crepare anzitempo per aver vissuto una vita avventurosa, ma crepare anzitempo per aver fatto la stupidaggine di esporsi a condizioni meteo avverse per una concezione consumistica di vacanza che include l'obbligo di "divertirsi" e magari partecipare a certe cosiddette imprese ridotte a merce turistica venduta un tanto al microgrammo di adrenalina.
 
Insomma, se il Vajont non ci ha insegnato nulla con riferimento al ponte di Genova, in questo caso non ci ha insegnato nulla Everest 1996.
Sembrerebbe che gran parte della persone coinvolte facciano parte di grossi gruppi organizzati e condotti da accompagnatori o guide.
Pertanto: hai un gruppo di 40 paganti, che fai visto il meteo, rimborsi e lasci perdere o il boccone è troppo ghiotto e si rischia?
E il turista, che senza il gruppo organizzato neanche saprebbe dell'esistenza di quel posto, che fa, rinuncia alla gita già pagata oppure si fida ciecamente di quello che dice il capogruppo, per il quale pare tutto a posto?
Sono convinto che se ieri avessero voluto fare quest'escursione dei piccoli gruppi di escursionisti indipendenti, gran parte avrebbe rinunciato dall'inizio e un'altrettanto gran parte sarebbe tornata indietro in tempo.
 
Un istruttore di parapendio (di Castelluccio) mi disse che gli incidenti occorrono più spesso ai turisti che vogliono "sfruttare la vacanza" nonostante condizioni meteo quanto meno variabili che non ai residenti che possono ben rinviare di una settimana senza danno.

Il caso del Raganello sembra uno di questi, molte di quelle persone semplicemente non potevano rimandare perchè avrebbe significato rinunciare per sempre, e questo ha messo in moto un meccanismo perverso.

La bellezza non c' entra molto, ma se vuoi ne possiamo parlare.

Vivere è pericoloso, vivere fa male, ma la soluzione non è il non vivere, chiudersi in una bolla asettica per paura dei germi e dormire in una camera iperbarica per non invecchiare.

In fondo morire mentre cerchi di goderti la vita non è la cosa peggiore che ti può succedere, chi mai abbia assistito un anziano costretto per anni a letto tra piaghe di decubito e pannoloni, fortunato se ancora riesce a veder la TV, sa di cosa parlo.

Il punto quindi non è crepare anzitempo per aver vissuto una vita avventurosa, ma crepare anzitempo per aver fatto la stupidaggine di esporsi a condizioni meteo avverse per una concezione consumistica di vacanza che include l'obbligo di "divertirsi" e magari partecipare a certe cosiddette imprese ridotte a merce turistica venduta un tanto al microgrammo di adrenalina.

Condivido queste osservazioni, ben detto.
 
Come sempre adesso i giornali dicono tutto e il contrario di tutto, ma da quello che ho capito l'allerta meteo c'era e le guide "ufficiali" quel percorso non lo fanno perché reputato pericoloso.

Sarà anche fatalità, o come la volete chiamare, ma ci sono anche responsabilità...
 
Sicuramente c'é responsabilità civile, per quello che vale in casi come questo.

Sul piano penale è difficile che qualcuno vada in galera, certo un po' di responsabilità in più nei comportamenti sarebbe incentivata da un minimo di severità, quanto meno si sospendessero le licenze di eventuali organizzatori incauti.

Credo che ci sia una sindrome da "al lupo, al lupo!" visto che ormai per pararsi il posteriore la protezione civile dà allerta meteo in continuazione.

Non so se la morfologia dei luoghi avrebbe consentito di mandare qualcuno a monte per dare un' allerta... non conosco il fenomeno torrentizio ma mi è sorto il dubbio che una piena così improvvisa e violenta possa essere stata aiutata da una qualche ostruzione a monte poi crollata all' improvviso...
 
mettiamola così,quello che è successo è davanti agli occhi. I tg ci hanno bombardato con le immagini del torrente imbufalito che versava a tutto andare. Che ci fosse qualcuno nella gola ,sicuramente non s'è l'è passata bene.
Ma io invece mi imbufalisco invece per TUTTE le volte che è sempre allerta è sempre pericolo e TUTTE le odiose frasi a cui ci hanno abituato i malati della sicurezza per il quale tutto va sempre storto,tutti devono morire e poi non succede un bel niente .
Ne ho pure le tasche piene io degli al lupo al lupo per il quale tutto va storto e il più storto possibile ovviamente solo sulla carta.

E quando il lupo c'è davvero si mangia i suoi morti.

Ma a quanto pare bisogna aspettare ancora il fax di allerta...
 
Le fiumare calabre mi sono note fin da bambino: papà era direttore di una cava vicino a Vibo Valentia e mi raccontava sempre della loro pericolosità, dovuta al fatto che un massiccio come quello Calabro (Sila ed Aspromonte in primis) ha il mare ad entrambi i lati, per di più con fianchi impervi, che aumentano la velocità di discesa dell'acqua, che si può cumulare da versanti contrapposti. In ogni condizione, l'accumulo d'acqua si presenta sempre come un evento improvviso ed importante.

Detto questo, mi fermo. Non intendo commentare un evento come quello che si è verificato, sulla base di report giornalistici molto imprecisi. Preferisco un commento più in generale.

Esiste un "effetto agosto" (inteso: ho solo questi giorni, che ci sia bello o brutto, salgo!)? Si.
Infatti evito sempre come la peste le zone affollate, in periodi come questo. Un po' perché sono orso :poke:, un po' perché farsi male per colpa di qualcun altro non è affatto difficile, in montagna. Magari proprio per dare una mano a chi è in difficoltà (uno degli insegnamenti più controversi della montagna: ognuno pensi a sé!).
E' inerente al caso in questione? Difficile dirlo con certezza.

In ogni caso, se potessi scegliere, preferirei andarmene (in un istante, possibilmente) circondato dalla bellezza della montagna, piuttosto che in un letto d'ospedale. Egoistico, certo, ma lo penso davvero.
 
Purtroppo non si può non parlarne perché nel martellamento mediatico che stiamo subendo c' é come sempre gente che cerca di "buttarla in caciara" sparando più in alto che può... stamane su Radio 24 (confindustria, tendenzialmente posizionata nel centrodestra europeista) una amministratrice calabrese (credo della regione ma non ho fatto attenzione alla sua posizione) chiedeva una legge nazionale per la gestione delle gole (!!!) e la giornalista in redazione le dava la guazza come se non portare decine di turisti con bambini al seguito in fondo ad una gola soggetta ad alluvioni improvvise fosse una cosa da vietare per legge...

...la verità è che il nostro sistema politico-culturale, forse a causa delle radici cattoliche, è refrattario all' etica della responsabilità, che invece nei paesi nordici (protestanti) si dà per scontata: chiunque decida qualcosa, grande o piccolo che sia il suo ruolo nella società, ha la responsabilità delle conseguenze della sua decisione.
 
Purtroppo non si può non parlarne perché nel martellamento mediatico che stiamo subendo c' é come sempre gente che cerca di "buttarla in caciara" sparando più in alto che può... stamane su Radio 24 (confindustria, tendenzialmente posizionata nel centrodestra europeista) una amministratrice calabrese (credo della regione ma non ho fatto attenzione alla sua posizione) chiedeva una legge nazionale per la gestione delle gole (!!!) e la giornalista in redazione le dava la guazza come se non portare decine di turisti con bambini al seguito in fondo ad una gola soggetta ad alluvioni improvvise fosse una cosa da vietare per legge...

...la verità è che il nostro sistema politico-culturale, forse a causa delle radici cattoliche, è refrattario all' etica della responsabilità, che invece nei paesi nordici (protestanti) si dà per scontata: chiunque decida qualcosa, grande o piccolo che sia il suo ruolo nella società, ha la responsabilità delle conseguenze della sua decisione.

Non ho sentito il servizio quindi non voglio giudicare l'amministratrice calabrese, solo una considerazione, la quantità di violazioni delle leggi che vedo in questo periodo in montagna e al mare, soprattutto in questo periodo, è enorme, soprattutto al meridione. Il periodo di ferragosto non vado più in montagna da anni per non starci male. Bisogna essere ingenui o in malafede se si pensa che basta una legge e un cartello, magari forato da proiettili per vietare qualcosa. Mi riallaccio a quanto dice appenninocentrale, perché una regola funzioni ci vuole condivisione e responsabilità, ed anche qualcuno che vigili, troppo facile vietare. Oggi se volete potete tranquillamente andare con la macchina su un pascolo, accendere un fuoco in pieno parco e merendare con lo stereo ad alto volume, eppure le leggi lo vietano. Le stesse piogge che purtroppo hanno ucciso i dieci escursionisti hanno evitato che quest'anno si ripetesse l'inferno di fuoco dell'anno scorso e non è stato perché il politico di turno ha fatto una legge e qualcuno l'ha fatta rispettare.
Un'altra considerazione sul fatto che forse non tutto può essere regolato e prevenuto, quest'anno è veramente particolare, mentre splende il solleone di colpo arriva una nuvoletta e ti scarica una enormità d'acqua, e se lo fa qualche chilometro a monte di una gola te ne accorgi troppo tardi.
 
Io che sono del posto e che faccio le gole del Raganello,alte,basse e traversate integrali da 20 anni penso posso con tutta la modestia possibile esprimere qualche pensiero.Sono entrato nel Canyon venerdì 17,quindi tre giorni prima della tragedia.Ho consultato cinque siti meteo appurando che non ci sarebbero state piogge su tutto il massiccio se non a partire dalle 13.Con un amico ci siamo messi d'accordo di entrare in acqua alle 8.30,quindi molto presto e uscire max a mezzogiorno.Per questo abbiamo scelto di discendere l'ultimo terzo delle gole basse rinunciando alla discesa integrale.Tornati a Civita ho constatato con tanto di disappunto che le guide preparavano i gruppi a scendere nel pomeriggio benché nuvoloni neri si stessero già addensando in zona.Ora con tutto il rispetto per le guide,alcune delle quali conosco e stimo devo dire che a volte si ignorano le lezioni e l'esperienza di chi lì c'è nato.Il maestro Giorgio Braschi,colui che ci ha fatto conoscere il Pollino,già 30 anni fa scriveva nella sua guida a caratteri cubitali di non addentrarsi nelle gole in caso di TEMPO INCERTO,perche il Raganello non e' tanto pericoloso se si mette a piovere a Civita ma se piove piu a monte,ovvero a San Lorenzo Bellizzi dove l'acqua si incanala e prende velocita' in una forra strettissima arrivando al Ponte del Diavolo come una fucilata.Questo le guide dovevano saperlo,ma siccome il Raganello da qualche anno e' diventato un luna park il senso della prudenza in quello che e' un ambiente pericoloso e' andato a farsi benedire.La bravura di una guida non si vede solo se sa fare i nodi o manovrare con le corde purtroppo.Sicuramente ci sono responsabilità importanti.Vedremo cosa succederà ma nel frattempo 10 vite sono state spezzate.Il mio dolore e' grande,lunedi sera ero a Civita e ho visto di persona tutto,ma con un pizzico di buon senso e una minima regolamentazione questa grande tragedia si sarebbe evitata.
 
Io che sono del posto e che faccio le gole del Raganello,alte,basse e traversate integrali da 20 anni penso posso con tutta la modestia possibile esprimere qualche pensiero.Sono entrato nel Canyon venerdì 17,quindi tre giorni prima della tragedia.Ho consultato cinque siti meteo appurando che non ci sarebbero state piogge su tutto il massiccio se non a partire dalle 13.Con un amico ci siamo messi d'accordo di entrare in acqua alle 8.30,quindi molto presto e uscire max a mezzogiorno.Per questo abbiamo scelto di discendere l'ultimo terzo delle gole basse rinunciando alla discesa integrale.Tornati a Civita ho constatato con tanto di disappunto che le guide preparavano i gruppi a scendere nel pomeriggio benché nuvoloni neri si stessero già addensando in zona.Ora con tutto il rispetto per le guide,alcune delle quali conosco e stimo devo dire che a volte si ignorano le lezioni e l'esperienza di chi lì c'è nato.Il maestro Giorgio Braschi,colui che ci ha fatto conoscere il Pollino,già 30 anni fa scriveva nella sua guida a caratteri cubitali di non addentrarsi nelle gole in caso di TEMPO INCERTO,perche il Raganello non e' tanto pericoloso se si mette a piovere a Civita ma se piove piu a monte,ovvero a San Lorenzo Bellizzi dove l'acqua si incanala e prende velocita' in una forra strettissima arrivando al Ponte del Diavolo come una fucilata.Questo le guide dovevano saperlo,ma siccome il Raganello da qualche anno e' diventato un luna park il senso della prudenza in quello che e' un ambiente pericoloso e' andato a farsi benedire.La bravura di una guida non si vede solo se sa fare i nodi o manovrare con le corde purtroppo.Sicuramente ci sono responsabilità importanti.Vedremo cosa succederà ma nel frattempo 10 vite sono state spezzate.Il mio dolore e' grande,lunedi sera ero a Civita e ho visto di persona tutto,ma con un pizzico di buon senso e una minima regolamentazione questa grande tragedia si sarebbe evitata.

Credo che verificare bene il meteo prima di andare in certi posti sia essenziale.
Si deve inoltre tener presente che in montagna il tempo nel pomeriggio/sera può peggiorare e dare temporali di calore improvvisi, anche se le previsioni del tempo generali sono buone.
Per questo, come hai ben sottolineato, sarebbe meglio fare le escursioni la mattina presto.
 
Bell'interrogativo. Tanto bello quanto vero. Effettivamente se ci si fermasse a ragionare sui pericoli che si possono incontrare in escursione sarebbe da non farne. E sono del parere che ognuno di noi potenzialmente rischia di mettersi seriamente nei guai. Quindi si, è un prezzo alto ma che vale la pena rischiare di pagare. Mi sono accorto anche che con il passare degli anni la quota che si è disposti a versare è sempre più bassa... Io, ad esempio, inizio ad aver paura dei temporali in quota ed anche dei torrenti....


Mi hai tolto le parole di bocca.
Anch'io, dell'intero post, sono stato colpito in particolare da quell'interrogativo.
E anch'io, purtroppo, dovrei trarre la tua stessa conclusione relativa alla "quota da pagare" che si fa via via sempre più tirchia. Anche se parimenti mi "sorprendo" in non poche occasioni a esclamare un sonante "macchisenefrega".
Sì, perché pensandoci bene mi rendo conto del paradosso : più si va avanti, meno si ha da perdere. Meno anni da vivere, meno cose da sistemare, meno sicurezze da blindare, meno persone a proprio carico a cui badare (per chi ha famiglia, a maggior ragione per chi non ce l'ha).
In poche parole, tutto "convergerebbe" a fare l'esatto contrario, a pensare il classico "si vive una volta sola" e a non esitare troppo di fronte a quelli che possono sembrare anche azzardi, ma corrispondono a fare qualcosa che rende felici.

Alla fine tutto si riduce a quella metafora che credo riassuma tutto nel modo migliore : la scelta tra avere una vita lunga ma stretta, o una vita (magari) più corta ma più larga. Ma mentre la relazione lunga-stretta è una certezza, quella corta-larga è solo una probabilità, per giunta minoritaria, riassunta in quel "magari" tra parentesi.
Quindi forse vale la pena di provare ad allargare la vita più che ad allungarla.
 
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