Ciao gentaglia,
Arrivo in ritardo di 9 mesi ma arrivo...
l’8, 9 e 10 Marzo scorso, nei boschi modenesi, vicino a Riolunato e presso il campo della scuola di sopravvivenza Cimone Outdoor, si è tenuto in Italia per la prima volta un corso ufficiale della Pathfinder School LLC, la scuola fondata da Dave Canterbury, considerata una fra le 10 migliori scuole di sopravvivenza degli stati uniti.
Dave Canterbury è probabilmente il personaggio inerente al bushcraft e survival che ho sempre seguito di più, dai libri pubblicati ai video su youtube ho imparato molto in questi anni, così ho deciso di non lasciarmi sfuggire questa occasione ed ho partecipato al corso.
Dato che so che qualcuno lo chiederà, la partecipazione al corso ammonta a 395 euro per tre giorni e due notti; considerando che diverse scuole italiane chiedono sui 200 euro per due giorni, spenderne 400 per tre giorni con Dave Canterbury mi è sembrato un prezzo assolutamente adeguato, ma in fondo è impossibile dare un valore alle proprie passioni per cui è logico che per molti risulterà fin troppo esoso.
Inoltre, sempre per rendermi meglio conto di quanto possa costare partecipare ad un attività con un “VIP”, mi sono fatto un giro sul sito di Ray Mears (lungi da me voler fare un paragone fra I due), sapete quanto costa il corso “passeggiata nella foresta con Ray” della durata di 6 ore, dove prevalentemente si chiacchiera e vengono mostrate un pò di tecniche non meglio precisate? 470 euro.
Il Pathfinder basic class prevede 3 giorni full immersion, una bella lista di materiale da portare visionabile direttamente su QUESTA pagina del sito SelfRelianceOutfitters, queste sono le cose indispensabili da avere, se un partecipante non le possiede e dunque non è in grado di sostenere le prove richieste, semplicemente fallirà la prova; tutto il resto non è specificato semplicemente perchè a discapito del partecipante.
Siamo poco più di venti partecipanti, fra cui un ragazzo dalla Svizzera, uno dalla Bulgaria, ed un altro non ricordo da quale paese straniero venisse.
Già un mese prima del corso è stata creata una chat whatsapp dove con i vari partecipanti abbiamo iniziato a conoscerci, farci domande sui vari dubbi, e cercare di raccattare tutto il materiale necessario.
Due sere prima della partenza preparo lo zaino.
Alcune cose fanno parte della lista e serviranno per esercizi e prove, mentre per tutto il resto, così come per il cibo e la modalità di pernotto, ogni partecipante è lasciato libero di portare tutto ciò che vuole.
Sul sito della pathfinder, Dave consigliava di portare sempre addosso, per tutta la durata del corso, certi oggetti, così ho preparato anche una tracolla con questi oggetti; borraccia 750ml inox, taccuino waterproof e matita, paracord e bankline, acciarino, bic, bussola e contapassi, e credo nient’altro.
In una tasca di cuoio ho messo un kit affilatura e poche altre cose “ludiche” che non ho assolutamente mai utilizzato durante il corso!
Alcuni oggetti richiesti, coltello da cintura, coltello chiudibile (facoltativo), sega chiudibile, accendino bic, e cotone da carbonizzare.
Alla cintura tengo I guanti da lavoro, il coltello, ed una piccola tasca con dentro bic piccolo, acciarino e piccolo pezzo di fatwood.
Preparo e chiudo lo zaino.
ho preparato e fotografato anche gli abiti che indosserò per I tre giorni, saremo a circa 1000 metri, e poco dopo il corso ha nevicato, la zona era abbastanza ventosa. Per la cronaca, intimo merino, tshirt cotone grosso, camicia di flanella e maglione di lana; berretta di lana e sciarpa cotone. Nel caso di freddo o vento indosserò un gilet di lana fatto con una vecchia coperta dell’esercito.
Non ero sicuro se indossare scarponi leggeri e traspiranti o piu grossi in cuoio, ma c’è anche chi ha optato per non indossare nulla, forse credeva che il corso lo tenesse Cody Lundin???


(Dovevate vedere la faccia di Dave quando l’ha visto!)
Salto tutta la parte dell’incontro e arrivo al campo, e vado dritto alla preparazione dei bivacchi.
“avete mezzora per sistemarvi nel bosco, poi tornate qui quando sentirete I tre fischi”
Ho optato per il tarp 3x3 con configurazione a tenda, dentro ho ammucchiato ramaglie e fogliame, sopra ho messo il piccolo tarp alluminato richiesto nella lista, infine la coperta di lana, la seconda notte ho infilato le gambe dentro lo zaino perchè alle 4 faceva abbastanza fresco.
Ecco I “protagonisti” di questo report.
A sinistra Dave Canterbury, al centro Renzo Dinozzi, titolare della Cimone Outdoor, la scuola scelta da Dave come base operativa in Italia, a dx Luciano cicchelli, titolare della scuola Outdoor Tribe di Pesaro, referente italiano pathfinder, traduttore, ed assistente di Dave.
Qui sotto Joe Price, Irlandese, fondatore della community Living to Learn, ambasciatore Morakniv e Aclima Norway e recensore di the bushcraft journal magazine, un ragazzo davvero in gamba, cazzuto, e molto simpatico.
Si parte con un pò di teoria, lezione sul’equipaggiamento di base e relativo funzionamento.
Dave spiega e mostra il corretto funzionamento di diversi oggetti e la loro importanza in situazioni di sopravvivenza, mentre spiega maneggia diversi oggetti, immerge in acqua un accendino e mostra come è facile e veloce farlo funzionare di nuovo, consiglia le tipologie di equipaggiamento che preferisce ed il perchè, e affronta quelle che sono le priorità da considerare in una situazione di emergenza.
I corsi della Pathfinder school si basano sul sistema E.D.I., Education, Demostration, Imitation; semplicemente l’istruttore spiega come una cosa va fatta, in seguito mostra ai partecipanti una dimostrazione pratica, ed infine I partecipanti devono svolgere la prova, che può essere semplice e veloce come fare un nodo da utilizzare in seguito, oppure un pò più laboriosa come raccogliere esca e legna, accendere un fuoco per far bollire un litro d’acqua entro un certo limite di tempo.
Prova riuscita, spunta. Prova fallita o giudicata insufficiente, niente spunta.
Bisogna superare un tot di prove per completare con successo il corso, tutti riceveranno l’attestato di partecipazione, mentre la patch l’avrà solo chi è riuscito a superare con successo il corso.
Joe tiene una lezione sul corretto utilizzo del coltello.
Anche Dave da il suo contributo.
Dave mentre parla di strumenti per le accensioni del fuoco.
Visto che non tutti comprendono l’inglese, Luciano traduce tutto ciò che viene detto.
Si parla ancora di equipaggiamenti, fuoco e segnalazioni, il gruppo si stringe sempre più di fronte a Dave per cercare di non farsi sfuggire nulla, e io cerco di guadagnare la prima fila.
Una dimostrazione di trattamento di ferita da taglio.
Dave utilizza del gorilla tape e del bankline per creare “una seconda pelle” adiacente alla ferita, sfrutterà il bankline come fossero I lembi della ferita, cucirà ed avvicinerà questi ultimi così da evitare molti problemi, come il ferire ulteriormente la persona cercando di cucire la pelle, evitare il più possibile di toccare e contaminare la ferita, tentare di suturare la ferita senza averne le competenze adeguate rischiando di peggiorare la situazione, ed infine imparare a sfruttare due oggetti comuni che consiglia di portare sempre con noi anzichè utilizzare un più improbabile kit da sutura ospedaliero.
E’ importante evitare che I lembi di tape si sovrappongano per scongiurare un effetto turniquette.
Dave finisce di cucire il tutto e questo è il risultato.
Si prosegue con la teoria e alcune semplici prove pratiche.
Si affronta un pò più a fondo il tema fuoco, partendo come di consueto dalle solite basi.
Mi distraggo vicino ad un totem pubblicitario della morakniv, ed improvvisamente si parte bruscamente verso il bosco per qualche prova di accensione.
Entro un tempo che non ricordo (non molto comunque), bisogna andare alla fonte a prelevare un litro d’acqua, raccogliere esca per accendere il fuoco, legna, fatwood, e punkwood (legno marcio).
Cerco di sbrigarmi in fretta così da gestire il fuoco con più calma, ma quando arrivo ci sono già altri partecipanti in attesa, bisognerà attendere tutti così da iniziare le accensioni contemporaneamente, dato che anche quelle saranno a tempo.
Prima accensione con fatwood, erba secca e legna, al via si potrà mettere mano agli acciarini ed in un tempo, mi pare di 7 minuti, bisognerà far bollire un litro d’acqua.
La regola di Dave in merito alla bollitura è: BIG BUBBLE, NO TROUBLE. Grandi bolle, non acqua mossa.
Tutto attorno c'è un bel movimento, qualcuno lavora in modo frenetico, personalmente da un lato sono molto tranquillo, cerco di viverla serenamente e con la consapevolezza che la prova è semplice, ma da un altro lato non nascondo che, semmai dovessi commettere un errore stupido che mi porterebbe a fallire la prova, non me lo perdonerei.
Va tutto bene e senza problemi.
Dopodichè bisogna ravvivare ciò che resta del fuoco precedente e mettere a cuocere del cotone e il punkwood preso nel bosco.
Joe Price vaga fra I partecipanti per dare consigli o, senza farsi vedere da Dave, una mano a chi ne ha bisogno.
Si prosegue con altre lezioni e relativi esercizi.
Durante una pausa, se così si può chiamare, Dave ci porta nel bosco per mostrarci come si è sistemato.
Ci spiega perchè ha scelto quella tipologia di bivacco, l’equipaggiamento utilizzato, le peculiarità di di quella configurazione e così via..
Durante I tre giorni ho scattato qualche foto per comparare le varie configurazioni adottate dai partecipanti in merito agli oggetti portati alla cintura, mi piace vedere come le persone adottato soluzioni molto diverse fra loro, si va da pochi oggetti essenziali fino a tasche più o meno grandi contenenti kit molto completi, da singoli coltelli compatti fino a combo di grossi coltelli affiancati da coltelli più piccoli e così via..
Andrea, un istruttore della Cimone Outdoor (coltello: sembra un Hultafors)
Un istruttore FISSS (Frank Adventure su Instagram) (coltello: Wander Tactical Uro)
Alex Wander, titolare di wanderer tactical (primitive wanderer su instagram) (coltelli: WT Smilodon e credo WT Scrambler)
Marco con il suo gigantesco Wanderer Tactical Godfather (non ricordo cosa fosse l'altro)
Qui abbiamo di tutto un pò
Andrea Papini, titolare di prometheus bushcraft equipment (coltello, mi pare un puukko custom)
Infine il sottoscritto (Jeff White Bush Knife)
La due sere sono state scandite dalla convivialità e chiacchiere attorno ai bracieri, l'acqua andava bollita ma fortunatamente sono saltate fuori anche un pò di bottiglie di vino)
Luciano ha un background militare, e le piccole infrazioni si pagano a piegamenti sulle braccia.
La mattina del secondo giorno si affronta il tema del rifugio.
I’argomento viene affrontato in maniera approfondita per far fronte a svariate esigenze, anche se ho già messo le foto, credo sia stato in questo contesto che Dave ci ha mostrato il suo rifugio.
Dave da una dimostrazione pratica di un fissaggio di un tarp per creare un riparo di emergenza; lega il paracord ad un albero sfruttando un gassa d’amante e un picchetto precedentemente costruito, tende il cavo e lo fissa nel’altro albero legandolo con un nodo camionista facendo passare per due volte il cordino nel’asola così da poterlo tensionare meglio senza che si allenti, blocca lo spago e sfrutta due asole fatte con un doppio prusik che sono scorrevoli sul cavo principale ma bloccanti quando sono in tensione, su queste inserirà le due estremità del tarp, poi fisserà a terra le altre due estremità in modo da completare il veloce riparo di emergenza, tempo totale dal via, 1 minuto e 31 secondi.
qui i video. (diviso in due parti)
http://instagr.am/p/B3UXetuIsoA/
Nulla di eclatante, parliamo sempre di un corso basico, ma è stato molto bello e stimolante vederlo al’opera.
Anche noi siamo tenuti ad imitare la tecnica se vogliamo la spunta.
Si passa ora a nozioni di Orientering.
Dopo un pò di nozioni di base si passa all’azione.
Questo esercizio di navigazione terrestre verrà fatto a coppie, si parte scaglionati ogni dieci minuti, guardate la tabella qui sotto.
I gradi sono gli azimuth da seguire, gli altri numeri sono I passi che separano I vari check point, altro non è che un percorso prestabilito che si snoda nel bosco, bisogna calcolare la giusta rotta e trovare l’albero con legato un pezzo di paracord che riporta un codice da annotare.
Vi garantisco che, anche se il totale del percorso era di circa 700 metri, non è stata una passeggiata muoversi e trovare un pezzo di paracord al’interno di un bosco composto da sali scendi, zone di rovi e arbusti inaccessibili, e punti che andavano per forza aggirati, il tutto ovviamente entro un tempo prestabilito.
Io prendevo la rotta da ogni check point mentre Marco, il mio compagno, si muoveva rapidamente verso il prossimo obbiettivo, non appena stava per sparire alla mia vista si fermava, lo raggiungevo, e si proseguiva di nuovo muovendosi a molla.
Tutto ok.
Mentre si attendono gli ultimi partecipanti ci sono altre veloci nozioni da ascoltare; qui Luciano mostra la corretta tecnica di segnalazione terra/aria sfruttando uno specchio (in questo caso, quello presente nella bussola)
Dave, per I tre giorni del corso, non ha usato altro che un Mora companion.
C’è un pò di tempo per riprendere fiato, mi libero di un pò di cose, notare il “mezzo d’assalto” di Renzo.
Ma le prove di orientamento non sono finite.
Questo sistema di mappatura e navigazione si chiama P.A.U.L. (positive azimuth uniform layout).
Sfruttando il punto di partenza numero zero, assieme al nostro compagno saremo tenuti a mappare tutta l’area relativa ai punti sfruttati per l’esercizio precedente, se prima I vari check point si susseguivano uguali per tutti, creando un grande anello, ora vengono distribuiti in maniera sparsa, diversa per ognuno, I codici da annotare sono ovviamente cambiati.
Bisogna calcolare l’azimuth e la distanza esatta da ogni punto mappando, di fatto, tutta l’area relativa ai check point, poi si annota la nuova rotta assegnata e si calcolano I nuovi azimuth e distanze da percorrere.
Io e Marco abbiamo sfruttato un legnetto lungo e dritto su cui abbiamo segnato I cm sfruttando quelli posti nella bussola, abbiamo mappato la nostra area a terra con legnetti e paracord.
Durante questo esercizio siamo tenuti anche a riempire le nostre borracce alla fonte, che a quanto pare ospita anche altri partecipanti.
In più bisognava procurarsi esche e legna per accendere un fuoco e far bollire 2 litri d’acqua, e contemporaneamente piazzare un riparo d’emergenza come quello mostrato da Dave precedentemente.
Tutto è andato liscio, navigazione, acqua, riparo, fuoco...tutto tranne la bollitura.
Purtroppo durante l’accensione del fuoco il mio compagno, cercando di aiutarmi, ha rovesciato la sua borraccia facendo fuoriuscire quasi la metà dell’acqua. Abbiamo deciso di proseguire, anche perchè non avevamo alternative ed il fuoco era già partito.
Ma ovviamente i litri da far bollire dovevano essere due, per cui prova fallita.
Un pò di relax con Joe mentre attendo che tutti finiscano.
La giornata corre via con le ultime lezioni.
Il bivacco old style di Renzo.
La mattina precedente, a sorpresa, Dave decide di far ripetere la prova del giorno prima a chi l’ha fallita, vuoi per errori nel riparo, fuoco, o altro.
Credo di aver visto 4 o 5 coppie, compresi noi, a ripetere la prova.
Questa volta prestiamo molta attenzione a posizionare saldamente le borracce e, come ieri, mentre Marco si dedica a tendere corda e fissare il tarp per il rifugio, io mi dedico all’accensione del fuoco.
Vi garantisco che anche l’operazione più semplice acquisisce maggior difficoltà se viene eseguita proprio sotto gli occhi di quello che consideriamo il nostro “mentore virtuale”.
Dave mi fa notare che è tutto ok ed è inutile che resti a guardare il fuoco, in effetti ha ragione, mi sento un pò stupido e corro subito a dare una mano al mio compagno.

Ma, a parte la cura nel sistemare le borracce, oggi ho anche abbondato con esca e legname, e dopo 3 minuti e 40 secondi la prova è terminata, I due litri di acqua stanno bollendo ed il rifugio è ben teso, ed è pure un ottimo tempo.
Quando le fiamme nel mio fuoco iniziano a calare, Dave toglie le due borracce con un ramo, e poco dopo mi accorgo che la mia borraccia sta letteralmente sputando fumo, tanto! La temperatura era parecchio alta e nelle varie prove di questi giorni, fra bolliture e cotture di cotone e punkwood, le borracce ne hanno passato di tutti I colori, nella foto sotto la mia borraccia a 5 minuti dalla prova, si nota ancora un pò di fumo uscire.
Nella chat whatsapp, prima del corso, Luciano e Renzo si preoccupavano che certi oggetti essenziali fra l’equipaggiamento necessario fossero realmente di buona fattura ed adeguati alle prove, come coltello, bussola, e, appunto, borraccia.
Esagerati? Non credo, 2 o forse 3 borracce (non ricordo), si sono dimostrate inadeguate.
A questa borraccia si è fusa la filettatura.
E avanti con nuove lezioni e prove.
Il terzo giorno abbiamo seguito anche una lezione di tracking con Kyt Walken, istruttrice principalmente di mantracking formata negli states alla hulls tracking school.
Introduzione, concetti di base, esempi teorici e pratici, e veloci esercizi.
Mentre noi seguiamo la lezione, Joe Price è nel bosco a procurarsi un set con cui farà una dimostrazione di fuoco con archetto.
Chi ha già provato a procurarsi I materiali direttamente sul posto per una accensione per frizione saprà che non è affatto facile e molti fattori possono giocare a sfavore; ci sono voluti 4 o 5 tentativi…
Dopo aver prodotto la prima piccola brace si è levato un piccolo boato, subito smorzato quando, dopo pochi secondi, la brace si è spenta dentro al nido esca.
Ma sono bastati un paio di consigli di Dave per migliorare la situazione.
Ecco finalmente una bella brace.
Ed il fuoco.
Poche altre nozioni ed il corso giunge al termine.
Nel ritorno a casa facciamo tappa nel paese di Riolunato dove in comune ci accoglie il Sindaco.
Sabato sono venuti al campo anche due giornalisti, l’articolo è uscito su un paio di quotidiani locali.
Cosa mi porto a casa di bello e positivo da questo corso?
Onestamente non posso dire di aver imparato tante tecniche nuove o visto cose eclatanti, e mi sarei stupito del contrario dato che questo era un corso basico, ma comunque ho fatto un pò di cose in maniera differente dal solito.
Ho però visto come un professionista fa cose semplici, i suoi sistemi, consigli, metodi; ho potuto constatare i metodi e sistemi di una scuola americana considerata al top; ho visto come tanti altri appassionati come me agiscono, ho avuto modo di scambiare molte chiacchiere e confrontarmi su tecniche, equipaggiamenti ed esperienze varie, ma più di tutto ho conosciuto persone.
Ho conosciuto dei ragazzi con le mie stesse passioni ed interessi, persone con la quale mi sono trovato davvero bene, ho fatto tempo fa un escursione di 2 giorni con uno di loro, e tanti altri li ho rivisti in una sorta di uscita/reunion qualche tempo fa, anche se diversi non li ho più rivisti sono comunque rimasto in contatto con parecchi di loro.
Col senno di poi lo rifarei?
Assolutamente si.
A presto.
Gabri

Arrivo in ritardo di 9 mesi ma arrivo...
l’8, 9 e 10 Marzo scorso, nei boschi modenesi, vicino a Riolunato e presso il campo della scuola di sopravvivenza Cimone Outdoor, si è tenuto in Italia per la prima volta un corso ufficiale della Pathfinder School LLC, la scuola fondata da Dave Canterbury, considerata una fra le 10 migliori scuole di sopravvivenza degli stati uniti.
Dave Canterbury è probabilmente il personaggio inerente al bushcraft e survival che ho sempre seguito di più, dai libri pubblicati ai video su youtube ho imparato molto in questi anni, così ho deciso di non lasciarmi sfuggire questa occasione ed ho partecipato al corso.
Dato che so che qualcuno lo chiederà, la partecipazione al corso ammonta a 395 euro per tre giorni e due notti; considerando che diverse scuole italiane chiedono sui 200 euro per due giorni, spenderne 400 per tre giorni con Dave Canterbury mi è sembrato un prezzo assolutamente adeguato, ma in fondo è impossibile dare un valore alle proprie passioni per cui è logico che per molti risulterà fin troppo esoso.
Inoltre, sempre per rendermi meglio conto di quanto possa costare partecipare ad un attività con un “VIP”, mi sono fatto un giro sul sito di Ray Mears (lungi da me voler fare un paragone fra I due), sapete quanto costa il corso “passeggiata nella foresta con Ray” della durata di 6 ore, dove prevalentemente si chiacchiera e vengono mostrate un pò di tecniche non meglio precisate? 470 euro.

Il Pathfinder basic class prevede 3 giorni full immersion, una bella lista di materiale da portare visionabile direttamente su QUESTA pagina del sito SelfRelianceOutfitters, queste sono le cose indispensabili da avere, se un partecipante non le possiede e dunque non è in grado di sostenere le prove richieste, semplicemente fallirà la prova; tutto il resto non è specificato semplicemente perchè a discapito del partecipante.
Siamo poco più di venti partecipanti, fra cui un ragazzo dalla Svizzera, uno dalla Bulgaria, ed un altro non ricordo da quale paese straniero venisse.
Già un mese prima del corso è stata creata una chat whatsapp dove con i vari partecipanti abbiamo iniziato a conoscerci, farci domande sui vari dubbi, e cercare di raccattare tutto il materiale necessario.
Due sere prima della partenza preparo lo zaino.
Alcune cose fanno parte della lista e serviranno per esercizi e prove, mentre per tutto il resto, così come per il cibo e la modalità di pernotto, ogni partecipante è lasciato libero di portare tutto ciò che vuole.
Sul sito della pathfinder, Dave consigliava di portare sempre addosso, per tutta la durata del corso, certi oggetti, così ho preparato anche una tracolla con questi oggetti; borraccia 750ml inox, taccuino waterproof e matita, paracord e bankline, acciarino, bic, bussola e contapassi, e credo nient’altro.
In una tasca di cuoio ho messo un kit affilatura e poche altre cose “ludiche” che non ho assolutamente mai utilizzato durante il corso!
Alcuni oggetti richiesti, coltello da cintura, coltello chiudibile (facoltativo), sega chiudibile, accendino bic, e cotone da carbonizzare.
Alla cintura tengo I guanti da lavoro, il coltello, ed una piccola tasca con dentro bic piccolo, acciarino e piccolo pezzo di fatwood.
Preparo e chiudo lo zaino.
ho preparato e fotografato anche gli abiti che indosserò per I tre giorni, saremo a circa 1000 metri, e poco dopo il corso ha nevicato, la zona era abbastanza ventosa. Per la cronaca, intimo merino, tshirt cotone grosso, camicia di flanella e maglione di lana; berretta di lana e sciarpa cotone. Nel caso di freddo o vento indosserò un gilet di lana fatto con una vecchia coperta dell’esercito.
Non ero sicuro se indossare scarponi leggeri e traspiranti o piu grossi in cuoio, ma c’è anche chi ha optato per non indossare nulla, forse credeva che il corso lo tenesse Cody Lundin???



(Dovevate vedere la faccia di Dave quando l’ha visto!)

Salto tutta la parte dell’incontro e arrivo al campo, e vado dritto alla preparazione dei bivacchi.
“avete mezzora per sistemarvi nel bosco, poi tornate qui quando sentirete I tre fischi”
Ho optato per il tarp 3x3 con configurazione a tenda, dentro ho ammucchiato ramaglie e fogliame, sopra ho messo il piccolo tarp alluminato richiesto nella lista, infine la coperta di lana, la seconda notte ho infilato le gambe dentro lo zaino perchè alle 4 faceva abbastanza fresco.
Ecco I “protagonisti” di questo report.
A sinistra Dave Canterbury, al centro Renzo Dinozzi, titolare della Cimone Outdoor, la scuola scelta da Dave come base operativa in Italia, a dx Luciano cicchelli, titolare della scuola Outdoor Tribe di Pesaro, referente italiano pathfinder, traduttore, ed assistente di Dave.
Qui sotto Joe Price, Irlandese, fondatore della community Living to Learn, ambasciatore Morakniv e Aclima Norway e recensore di the bushcraft journal magazine, un ragazzo davvero in gamba, cazzuto, e molto simpatico.
Si parte con un pò di teoria, lezione sul’equipaggiamento di base e relativo funzionamento.
Dave spiega e mostra il corretto funzionamento di diversi oggetti e la loro importanza in situazioni di sopravvivenza, mentre spiega maneggia diversi oggetti, immerge in acqua un accendino e mostra come è facile e veloce farlo funzionare di nuovo, consiglia le tipologie di equipaggiamento che preferisce ed il perchè, e affronta quelle che sono le priorità da considerare in una situazione di emergenza.
I corsi della Pathfinder school si basano sul sistema E.D.I., Education, Demostration, Imitation; semplicemente l’istruttore spiega come una cosa va fatta, in seguito mostra ai partecipanti una dimostrazione pratica, ed infine I partecipanti devono svolgere la prova, che può essere semplice e veloce come fare un nodo da utilizzare in seguito, oppure un pò più laboriosa come raccogliere esca e legna, accendere un fuoco per far bollire un litro d’acqua entro un certo limite di tempo.
Prova riuscita, spunta. Prova fallita o giudicata insufficiente, niente spunta.
Bisogna superare un tot di prove per completare con successo il corso, tutti riceveranno l’attestato di partecipazione, mentre la patch l’avrà solo chi è riuscito a superare con successo il corso.
Joe tiene una lezione sul corretto utilizzo del coltello.
Anche Dave da il suo contributo.
Dave mentre parla di strumenti per le accensioni del fuoco.
Visto che non tutti comprendono l’inglese, Luciano traduce tutto ciò che viene detto.
Si parla ancora di equipaggiamenti, fuoco e segnalazioni, il gruppo si stringe sempre più di fronte a Dave per cercare di non farsi sfuggire nulla, e io cerco di guadagnare la prima fila.
Una dimostrazione di trattamento di ferita da taglio.
Dave utilizza del gorilla tape e del bankline per creare “una seconda pelle” adiacente alla ferita, sfrutterà il bankline come fossero I lembi della ferita, cucirà ed avvicinerà questi ultimi così da evitare molti problemi, come il ferire ulteriormente la persona cercando di cucire la pelle, evitare il più possibile di toccare e contaminare la ferita, tentare di suturare la ferita senza averne le competenze adeguate rischiando di peggiorare la situazione, ed infine imparare a sfruttare due oggetti comuni che consiglia di portare sempre con noi anzichè utilizzare un più improbabile kit da sutura ospedaliero.
E’ importante evitare che I lembi di tape si sovrappongano per scongiurare un effetto turniquette.
Dave finisce di cucire il tutto e questo è il risultato.
Si prosegue con la teoria e alcune semplici prove pratiche.
Si affronta un pò più a fondo il tema fuoco, partendo come di consueto dalle solite basi.
Mi distraggo vicino ad un totem pubblicitario della morakniv, ed improvvisamente si parte bruscamente verso il bosco per qualche prova di accensione.
Entro un tempo che non ricordo (non molto comunque), bisogna andare alla fonte a prelevare un litro d’acqua, raccogliere esca per accendere il fuoco, legna, fatwood, e punkwood (legno marcio).
Cerco di sbrigarmi in fretta così da gestire il fuoco con più calma, ma quando arrivo ci sono già altri partecipanti in attesa, bisognerà attendere tutti così da iniziare le accensioni contemporaneamente, dato che anche quelle saranno a tempo.
Prima accensione con fatwood, erba secca e legna, al via si potrà mettere mano agli acciarini ed in un tempo, mi pare di 7 minuti, bisognerà far bollire un litro d’acqua.
La regola di Dave in merito alla bollitura è: BIG BUBBLE, NO TROUBLE. Grandi bolle, non acqua mossa.
Tutto attorno c'è un bel movimento, qualcuno lavora in modo frenetico, personalmente da un lato sono molto tranquillo, cerco di viverla serenamente e con la consapevolezza che la prova è semplice, ma da un altro lato non nascondo che, semmai dovessi commettere un errore stupido che mi porterebbe a fallire la prova, non me lo perdonerei.

Va tutto bene e senza problemi.
Dopodichè bisogna ravvivare ciò che resta del fuoco precedente e mettere a cuocere del cotone e il punkwood preso nel bosco.
Joe Price vaga fra I partecipanti per dare consigli o, senza farsi vedere da Dave, una mano a chi ne ha bisogno.
Si prosegue con altre lezioni e relativi esercizi.
Durante una pausa, se così si può chiamare, Dave ci porta nel bosco per mostrarci come si è sistemato.
Ci spiega perchè ha scelto quella tipologia di bivacco, l’equipaggiamento utilizzato, le peculiarità di di quella configurazione e così via..
Durante I tre giorni ho scattato qualche foto per comparare le varie configurazioni adottate dai partecipanti in merito agli oggetti portati alla cintura, mi piace vedere come le persone adottato soluzioni molto diverse fra loro, si va da pochi oggetti essenziali fino a tasche più o meno grandi contenenti kit molto completi, da singoli coltelli compatti fino a combo di grossi coltelli affiancati da coltelli più piccoli e così via..
Andrea, un istruttore della Cimone Outdoor (coltello: sembra un Hultafors)
Un istruttore FISSS (Frank Adventure su Instagram) (coltello: Wander Tactical Uro)
Alex Wander, titolare di wanderer tactical (primitive wanderer su instagram) (coltelli: WT Smilodon e credo WT Scrambler)
Marco con il suo gigantesco Wanderer Tactical Godfather (non ricordo cosa fosse l'altro)
Qui abbiamo di tutto un pò
Andrea Papini, titolare di prometheus bushcraft equipment (coltello, mi pare un puukko custom)
Infine il sottoscritto (Jeff White Bush Knife)
La due sere sono state scandite dalla convivialità e chiacchiere attorno ai bracieri, l'acqua andava bollita ma fortunatamente sono saltate fuori anche un pò di bottiglie di vino)

Luciano ha un background militare, e le piccole infrazioni si pagano a piegamenti sulle braccia.
La mattina del secondo giorno si affronta il tema del rifugio.
I’argomento viene affrontato in maniera approfondita per far fronte a svariate esigenze, anche se ho già messo le foto, credo sia stato in questo contesto che Dave ci ha mostrato il suo rifugio.
Dave da una dimostrazione pratica di un fissaggio di un tarp per creare un riparo di emergenza; lega il paracord ad un albero sfruttando un gassa d’amante e un picchetto precedentemente costruito, tende il cavo e lo fissa nel’altro albero legandolo con un nodo camionista facendo passare per due volte il cordino nel’asola così da poterlo tensionare meglio senza che si allenti, blocca lo spago e sfrutta due asole fatte con un doppio prusik che sono scorrevoli sul cavo principale ma bloccanti quando sono in tensione, su queste inserirà le due estremità del tarp, poi fisserà a terra le altre due estremità in modo da completare il veloce riparo di emergenza, tempo totale dal via, 1 minuto e 31 secondi.
qui i video. (diviso in due parti)
http://instagr.am/p/B3UXetuIsoA/
Nulla di eclatante, parliamo sempre di un corso basico, ma è stato molto bello e stimolante vederlo al’opera.
Anche noi siamo tenuti ad imitare la tecnica se vogliamo la spunta.
Si passa ora a nozioni di Orientering.
Dopo un pò di nozioni di base si passa all’azione.
Questo esercizio di navigazione terrestre verrà fatto a coppie, si parte scaglionati ogni dieci minuti, guardate la tabella qui sotto.
I gradi sono gli azimuth da seguire, gli altri numeri sono I passi che separano I vari check point, altro non è che un percorso prestabilito che si snoda nel bosco, bisogna calcolare la giusta rotta e trovare l’albero con legato un pezzo di paracord che riporta un codice da annotare.
Vi garantisco che, anche se il totale del percorso era di circa 700 metri, non è stata una passeggiata muoversi e trovare un pezzo di paracord al’interno di un bosco composto da sali scendi, zone di rovi e arbusti inaccessibili, e punti che andavano per forza aggirati, il tutto ovviamente entro un tempo prestabilito.
Io prendevo la rotta da ogni check point mentre Marco, il mio compagno, si muoveva rapidamente verso il prossimo obbiettivo, non appena stava per sparire alla mia vista si fermava, lo raggiungevo, e si proseguiva di nuovo muovendosi a molla.
Tutto ok.
Mentre si attendono gli ultimi partecipanti ci sono altre veloci nozioni da ascoltare; qui Luciano mostra la corretta tecnica di segnalazione terra/aria sfruttando uno specchio (in questo caso, quello presente nella bussola)
Dave, per I tre giorni del corso, non ha usato altro che un Mora companion.
C’è un pò di tempo per riprendere fiato, mi libero di un pò di cose, notare il “mezzo d’assalto” di Renzo.
Ma le prove di orientamento non sono finite.
Questo sistema di mappatura e navigazione si chiama P.A.U.L. (positive azimuth uniform layout).
Sfruttando il punto di partenza numero zero, assieme al nostro compagno saremo tenuti a mappare tutta l’area relativa ai punti sfruttati per l’esercizio precedente, se prima I vari check point si susseguivano uguali per tutti, creando un grande anello, ora vengono distribuiti in maniera sparsa, diversa per ognuno, I codici da annotare sono ovviamente cambiati.
Bisogna calcolare l’azimuth e la distanza esatta da ogni punto mappando, di fatto, tutta l’area relativa ai check point, poi si annota la nuova rotta assegnata e si calcolano I nuovi azimuth e distanze da percorrere.
Io e Marco abbiamo sfruttato un legnetto lungo e dritto su cui abbiamo segnato I cm sfruttando quelli posti nella bussola, abbiamo mappato la nostra area a terra con legnetti e paracord.
Durante questo esercizio siamo tenuti anche a riempire le nostre borracce alla fonte, che a quanto pare ospita anche altri partecipanti.
In più bisognava procurarsi esche e legna per accendere un fuoco e far bollire 2 litri d’acqua, e contemporaneamente piazzare un riparo d’emergenza come quello mostrato da Dave precedentemente.
Tutto è andato liscio, navigazione, acqua, riparo, fuoco...tutto tranne la bollitura.
Purtroppo durante l’accensione del fuoco il mio compagno, cercando di aiutarmi, ha rovesciato la sua borraccia facendo fuoriuscire quasi la metà dell’acqua. Abbiamo deciso di proseguire, anche perchè non avevamo alternative ed il fuoco era già partito.
Ma ovviamente i litri da far bollire dovevano essere due, per cui prova fallita.
Un pò di relax con Joe mentre attendo che tutti finiscano.
La giornata corre via con le ultime lezioni.
Il bivacco old style di Renzo.
La mattina precedente, a sorpresa, Dave decide di far ripetere la prova del giorno prima a chi l’ha fallita, vuoi per errori nel riparo, fuoco, o altro.
Credo di aver visto 4 o 5 coppie, compresi noi, a ripetere la prova.
Questa volta prestiamo molta attenzione a posizionare saldamente le borracce e, come ieri, mentre Marco si dedica a tendere corda e fissare il tarp per il rifugio, io mi dedico all’accensione del fuoco.
Vi garantisco che anche l’operazione più semplice acquisisce maggior difficoltà se viene eseguita proprio sotto gli occhi di quello che consideriamo il nostro “mentore virtuale”.
Dave mi fa notare che è tutto ok ed è inutile che resti a guardare il fuoco, in effetti ha ragione, mi sento un pò stupido e corro subito a dare una mano al mio compagno.


Ma, a parte la cura nel sistemare le borracce, oggi ho anche abbondato con esca e legname, e dopo 3 minuti e 40 secondi la prova è terminata, I due litri di acqua stanno bollendo ed il rifugio è ben teso, ed è pure un ottimo tempo.
Quando le fiamme nel mio fuoco iniziano a calare, Dave toglie le due borracce con un ramo, e poco dopo mi accorgo che la mia borraccia sta letteralmente sputando fumo, tanto! La temperatura era parecchio alta e nelle varie prove di questi giorni, fra bolliture e cotture di cotone e punkwood, le borracce ne hanno passato di tutti I colori, nella foto sotto la mia borraccia a 5 minuti dalla prova, si nota ancora un pò di fumo uscire.
Nella chat whatsapp, prima del corso, Luciano e Renzo si preoccupavano che certi oggetti essenziali fra l’equipaggiamento necessario fossero realmente di buona fattura ed adeguati alle prove, come coltello, bussola, e, appunto, borraccia.
Esagerati? Non credo, 2 o forse 3 borracce (non ricordo), si sono dimostrate inadeguate.
A questa borraccia si è fusa la filettatura.
E avanti con nuove lezioni e prove.
Il terzo giorno abbiamo seguito anche una lezione di tracking con Kyt Walken, istruttrice principalmente di mantracking formata negli states alla hulls tracking school.
Introduzione, concetti di base, esempi teorici e pratici, e veloci esercizi.
Mentre noi seguiamo la lezione, Joe Price è nel bosco a procurarsi un set con cui farà una dimostrazione di fuoco con archetto.
Chi ha già provato a procurarsi I materiali direttamente sul posto per una accensione per frizione saprà che non è affatto facile e molti fattori possono giocare a sfavore; ci sono voluti 4 o 5 tentativi…
Dopo aver prodotto la prima piccola brace si è levato un piccolo boato, subito smorzato quando, dopo pochi secondi, la brace si è spenta dentro al nido esca.
Ma sono bastati un paio di consigli di Dave per migliorare la situazione.
Ecco finalmente una bella brace.
Ed il fuoco.
Poche altre nozioni ed il corso giunge al termine.
Nel ritorno a casa facciamo tappa nel paese di Riolunato dove in comune ci accoglie il Sindaco.
Sabato sono venuti al campo anche due giornalisti, l’articolo è uscito su un paio di quotidiani locali.
Cosa mi porto a casa di bello e positivo da questo corso?
Onestamente non posso dire di aver imparato tante tecniche nuove o visto cose eclatanti, e mi sarei stupito del contrario dato che questo era un corso basico, ma comunque ho fatto un pò di cose in maniera differente dal solito.
Ho però visto come un professionista fa cose semplici, i suoi sistemi, consigli, metodi; ho potuto constatare i metodi e sistemi di una scuola americana considerata al top; ho visto come tanti altri appassionati come me agiscono, ho avuto modo di scambiare molte chiacchiere e confrontarmi su tecniche, equipaggiamenti ed esperienze varie, ma più di tutto ho conosciuto persone.
Ho conosciuto dei ragazzi con le mie stesse passioni ed interessi, persone con la quale mi sono trovato davvero bene, ho fatto tempo fa un escursione di 2 giorni con uno di loro, e tanti altri li ho rivisti in una sorta di uscita/reunion qualche tempo fa, anche se diversi non li ho più rivisti sono comunque rimasto in contatto con parecchi di loro.
Col senno di poi lo rifarei?
Assolutamente si.
A presto.
Gabri
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