Ciao a tutti, oggi vorrei raccontarvi la mia esperienza su come ho rimesso in pista una scure antica. Tutto è cominciato qualche mese fa, quando mi sono imbattuto in un annuncio su un sito, il quale mostrava una vecchia testa di scure, dal peso di circa 1 kg, forgiata a mano. Mi è subito piaciuta e, complice un buon prezzo, l’ho acquistata.
Quando è arrivata ha mostrato i suoi lati positivi di un oggetto antico ma anche gli anni di incurie. Dopo averla pulita e sistemata per bene ho fatto qualche ricerca che, alla fine, mi ha permesso di datare la forgiatura di questa testa tra il 1850 e il 1900, probabilmente in Inghilterra. Non ne ho la certezza anche perché il marchio è irriconoscibile, ma tutto torna.
Siccome un manico che avesse la forma di questo occhio non l’ho trovato, me ne sono procurato uno dritto conico, che poi sono andato a sagomare in modo da poterlo montare tramite cuneo in testa. L’ho accorciato a 70 cm e assottigliato in modo da avere una presa più comoda e meno rigida durante l’utilizzo della scure.
Mancava solo una cosa per l’assemblaggio finale: il cuneo! E mi serviva fatto di un’essenza abbastanza dura.
Vicino a me c’è una collina boscosa dove sapevo avrei trovato ciò che cercavo. Ho preso la mia roba e sono partito in compagnia di mio figlio per una breve uscita mattutina (con la dovuta bevanda calda
).
Qui ci sono vecchi alberi che giacciono a terra da anni. I tronchi esternamente sono brutti e rovinati, ovvio, ma dentro… Il durame ha il classico colore giallo-marrone della robinia ma molto più intenso del solito, con delle venature marcate. Il legno è molto bello e soprattutto duro.
Tornato a casa con qualche pezzo mi sono messo all’opera, ho ricavato il cuneo di cui avevo bisogno e ho finalmente fissato la testa sul manico.
(alcune foto di confronto con una Hultafors Qvarfot con manico da 65 cm e testa da 850 g)
Ho dato colore al manico con una tinta rosso-marrone per poi finirlo con varie mani di olio di lino cotto. Sono quindi passato alla riprofilatura della lama e rifatto il bisello, così da renderla funzionale e l’ho testata su un albero secco (poco meno di 20cm di diametro), abbattendolo e sezionandolo con una certa soddisfazione.
Mancava solo un fodero per la lama e ho optato per una cosa diversa dal solito cuoio (anche perché non l’avevo). Ho preso un panno nero molto spesso e l’ho cucito secondo la forma voluta, fatto questo l’ho impregnato di resina epossidica ottenendo un effetto kydex ma un po’ più grezzo. Poi ho realizzato un alamaro con lo stesso legno usato per il cuneo che fissa la testa sul manico; questo, montato sulla custodia lama tramite un paracord rosso, permette di bloccarla in modo che non si sfili accidentalmente.
Ultimo tocco alla lama: una lucidata sulla zona riprofilata.
Ecco quindi il risultato finito.
In conclusione è uscita una cosa forse un po’ particolare ma sicuramente non banale. Una cosa è certa, io mi sono divertito!
Alla prossima!
Quando è arrivata ha mostrato i suoi lati positivi di un oggetto antico ma anche gli anni di incurie. Dopo averla pulita e sistemata per bene ho fatto qualche ricerca che, alla fine, mi ha permesso di datare la forgiatura di questa testa tra il 1850 e il 1900, probabilmente in Inghilterra. Non ne ho la certezza anche perché il marchio è irriconoscibile, ma tutto torna.
Siccome un manico che avesse la forma di questo occhio non l’ho trovato, me ne sono procurato uno dritto conico, che poi sono andato a sagomare in modo da poterlo montare tramite cuneo in testa. L’ho accorciato a 70 cm e assottigliato in modo da avere una presa più comoda e meno rigida durante l’utilizzo della scure.
Mancava solo una cosa per l’assemblaggio finale: il cuneo! E mi serviva fatto di un’essenza abbastanza dura.
Vicino a me c’è una collina boscosa dove sapevo avrei trovato ciò che cercavo. Ho preso la mia roba e sono partito in compagnia di mio figlio per una breve uscita mattutina (con la dovuta bevanda calda

Qui ci sono vecchi alberi che giacciono a terra da anni. I tronchi esternamente sono brutti e rovinati, ovvio, ma dentro… Il durame ha il classico colore giallo-marrone della robinia ma molto più intenso del solito, con delle venature marcate. Il legno è molto bello e soprattutto duro.
Tornato a casa con qualche pezzo mi sono messo all’opera, ho ricavato il cuneo di cui avevo bisogno e ho finalmente fissato la testa sul manico.
(alcune foto di confronto con una Hultafors Qvarfot con manico da 65 cm e testa da 850 g)
Ho dato colore al manico con una tinta rosso-marrone per poi finirlo con varie mani di olio di lino cotto. Sono quindi passato alla riprofilatura della lama e rifatto il bisello, così da renderla funzionale e l’ho testata su un albero secco (poco meno di 20cm di diametro), abbattendolo e sezionandolo con una certa soddisfazione.
Mancava solo un fodero per la lama e ho optato per una cosa diversa dal solito cuoio (anche perché non l’avevo). Ho preso un panno nero molto spesso e l’ho cucito secondo la forma voluta, fatto questo l’ho impregnato di resina epossidica ottenendo un effetto kydex ma un po’ più grezzo. Poi ho realizzato un alamaro con lo stesso legno usato per il cuneo che fissa la testa sul manico; questo, montato sulla custodia lama tramite un paracord rosso, permette di bloccarla in modo che non si sfili accidentalmente.
Ultimo tocco alla lama: una lucidata sulla zona riprofilata.
Ecco quindi il risultato finito.
In conclusione è uscita una cosa forse un po’ particolare ma sicuramente non banale. Una cosa è certa, io mi sono divertito!
Alla prossima!