Restauro coltello

Buona sera a tutti,
complice un poco di tempo libero e l'essermi capitato tra le mani questo vecchio coltello militare (della marina credo), ho deciso di lanciarmi in un piccolo restauro.
La lama è un bisello unico a 10° mentre il filo è a 30°, in alcuni punti la ruggine ha scavato più del previsto e io non ho insistito per portare via troppo materiale sopratutto nei due utensili.
Posto le foto del prima e del dopo lavoro, aspetto vostri commenti e giudizi.

saluti
Paolo
 

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Questo coltello diffusissimo fino a qualche decennio fa è ora un oggetto da collezione.
Deriva da un modello della marina inglese e per uno di quei motivi inscrutabili della burocrazia militare fu distribuito all'esercito italiano come coltello tattico, o almeno lo chiamavano così.
Ricordo che chiesi a qualche soldato cosa se ne facessero del punteruolo ma nessuno sapeva cosa fosse e a che servisse, le risposte a volte erano solo le più svariate tipo bucare lattine o estrarre cartucce incastrate.
In realtà è una semplice caviglia da marinaio, il coltello ha anche l'apriscatole e una punta di giravite.
Portato a lucido forse è più bello, però se vogliamo rispettare l'oggetto per come era non ne ho mai visto uno lucidato quindi non so se si può usare il termine restauro.
 
Buon giorno a te Al c'è
Concordo con te quando dici che tirati a lucido in questo modo non ricordo di averne visti mai neanche io. Anche se lo strumento che chiami apriscatole (ma secondo me era usato come taglia reti) era piuttosto lucido anche se non a specchio, come puoi vedere anche dalle foto prima di metterci le mani.
Confermo anche che il punteruolo è uno sciogli nodi.
Questi coltelli con la dicitura Visconti Canzo si trovano anche su Ebay per 16 euro anche se non in così buone condizioni quindi come pezzo da collezione direi che non sarebbe proprio da museo. Il valore per me è affettivo oltre al tempo e cura dedicateli per portarlo in questa nuova condizione.
Quello che posso dire io è che adesso è una gioia per gli occhi, a parte la platica del manico che rimane praticamente come prima, sembra proprio un oggetto in oro bianco luccicante e il punteruolo anche da chiuso riflette tutto quello che ha intorno. L'acciaio in cui è fatto non lo conosco, ma sicuramente non è INOX in quanto si ossida facilissimamente (cosa che è un controsenso per un coltello da marina) per questo nessuno ne ha mai visti lucidi. Adesso è nella mia bacheca ma ben unto di olio di camelia.
Riposa bene li, anche perchè pericoloso per l'uso ora che è affilato in quanto privo di fermo della lama, e si potrebbe chiudere sulle dita.

Grazie per il tuo commento.
Paolo
 
Foto del secondo tool

Aggiungo le foto di quello che per me era usato come taglia reti.
 

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Il coltello in questione è un coltello in dotazione all'esercito italiano sino agli anni '70. Il punteruolo, sarebbe meglio chiamarlo caviglia, serve per sciogliere i nodi e per le impiombature, la lama è una lama :), e quello che tu chiami "taglia reti" è un apri scatole.

Se ci fai caso, da chiuso alla base della lama c'è una linguetta che si usa come cacciavite a taglio.

Ne posseggo uno senza caviglia, ricordo del militare.

EDIT: Buon lavoro!
 
Ultima modifica:
Grazie Samuraiciccione,
I piani li ho fatti con pietre a mano proprio come si farebbe per una spada da samurai, per le parti concave e covesse come il punteruolo ho usato carte abrasive.
Anche il filo è stato ottenuto su pietre piane e solo a mano con una progressione da 400 grit fino a 10000. Per finire lucidato con pasta a 3 micron e 0,3 semre tutto a mano, nessun trapano, lucidatrice o utensile elettrico e questa è la parte che più mi piace.
Paolo.
 
Deve essere stato un gran lavoro di pazienza; molto bello!

Anch'io sono in possesso di un "coltello tattico", il mio è fabbricato a Maniago, presumibilmente in acciaio c70.

Anche se non ho fatto la naja nell'esercito, questo attrezzo, semplice ma efficace esercita su di me il fascino dei vecchi attrezzi da taglio, sarà sintomo di coltellite acuta?


"Coltello tattico" dell'Esercito Italiano - Page 1
 
Questo coltello diffusissimo fino a qualche decennio fa è ora un oggetto da collezione.
Deriva da un modello della marina inglese e per uno di quei motivi inscrutabili della burocrazia militare fu distribuito all'esercito italiano come coltello tattico, o almeno lo chiamavano così.
Ricordo che chiesi a qualche soldato cosa se ne facessero del punteruolo ma nessuno sapeva cosa fosse e a che servisse, le risposte a volte erano solo le più svariate tipo bucare lattine o estrarre cartucce incastrate.
In realtà è una semplice caviglia da marinaio, il coltello ha anche l'apriscatole e una punta di giravite.
Portato a lucido forse è più bello, però se vogliamo rispettare l'oggetto per come era non ne ho mai visto uno lucidato quindi non so se si può usare il termine restauro.
Ho parlato con alcuni amici collezionisti di militaria e mi hanno raccontato una storia un po' differente.
Questo coltello deriva da uno dei modelli in dotazione all' esercito inglese durante la guerra. Il coltello originale era un comunissimo coltello commerciale da barca ( ecco il perché della cavigliera)di cui il ministero della difesa inglese aveva comprato tutta la produzione per equipaggiare le truppe .Dopo la guerra fino agli anni 60-70 siamo andati avanti con i materiali lasciateci dagli alleati a fine guerra , poi quando le scorte sono finite invece di progettare un nuovo coltello è stato deciso di copiare quello inglese che avevamo già , e così è nato questo coltello ( così almeno mi hanno raccontato). In quanto alla rarità dalle mie parti è ancora molto comune lo puoi trovare nei mercatini delle pulci a 5-10 euro.
 
Buona sera Ciccio,
grazie per il tuo intervento e per aver aggiunto altri dettagli alla storia di questo coltello. E cominque ribadisco, il valore per me è esclusivamente affettivo oltre al tempo e cura dedicateli per portarlo in questa nuova condizione.
Sarei curioso di conoscere il materiale in cui è fatta la lama, perchè a questo non sono riuscito a risalire.

Grazie ancora
Paolo
 
Ciao Henri,
la coltellite arriva e non te ne liberi più. :)
Confermo che si tratta di lavoro di pazienza, ma d'altronde anche il lavoro che mi procura la pagnotta ne richiede molta.

Ciao e buona serata.
Paolo
 
Ciao Paolo. Gran bel lavoro!
A me il "fai da te" piace ma sono abbastanza lento, facendo anche un lavoro molto poco manuale. Potresti postare nel dettaglio come hai fatto a riportare un coltello molto ossidato ( se non arrugginito) a un coltello lucido? Ti chiedo gentilmente di entrare nel dettaglio delle diverse fasi di lavorazione. Potrebbe servire anche per altri attrezzi diversi dai coltelli. :)
 
Ciao Clodoveo,
il processo che ho seguito non è stato rapido, e mi ha impegnato i ritagli di tempo libero per un paio di settimane.
La prima cosa che ho fatto è stata quella di eliminare la ruggine da tutte le superfici anche quelle in cui entrano gli utensili e la lama una volta richiusi con carta abrasiva a 600 grit e 1200 grit.
Poi mi sono preso cura della lama per riportare la geometria come angolo di bisello (che in questo caso era unico per tutta la lama) e come planarità della lama. Quindi sono ripartito da una pietra sintetica a 400 grit per proseguire con 600, 800, 1000, 2000, 3000, 5000 e 10000.
La stessa cosa per lo strumento apri lattine che ha due facce perfettamente piane. Le pietre che uso io le rettifico regolarmente a mano per mantenerle piane.
Le pietre inoltre lasciano una superfice meno lucida di quello che potrebbe fare la carta abrasiva, ma sono molto efficaci e precise nel loro lavoro.
A questo punto prima di passare alla rifinitura mi sono preso cura del filo, sempre su pietre piane e con guida fissa che mi sono creato io, per creare un angolo da 30°. Stessa progressione di pietre fino a 10000 poi pasta lucidante a 3 micron su cuoio incollato su legno e sempre allo stesso angolo di lavoro, poi ossido di cromo a 0,3 micron su cuoio, poi cuoio ammorbidito da olio incollato su legno e per finire balsa.
Questa è la mia procedura per ottenere il miglior filo da me realizzabile indipendentemente dall'angolo scelto.
Come dicevo le pietre non lasciano la superfice lucida, ma geometricamente molto precisa, quindi per togliere i "graffi" delle pietre sono ripartito a passare tutte le parti del coltello con delle piccole porzioni di carta abrasiva incollate su supporti di pexiglass sagomati da me per lappare al meglio le superfici. Progressione di carte 1200, 1500, 2000, 3000, 5000.
Quindi ho preso della lana di acciaio extra extra fine (0000) e con la pasta abrasiva a 3 micron ho ripassato tutte le superfici ad accezione del filo, e di nuovo con ossido di cromo e olio di vasellina con pezza in microfibra. sgrassaggio finale con alcool isopropilico, foto, e protezione con olio di camelia.
Spero di essere stato esauriente, non credo che sia facile da fare e neanche economico, le pietre che uso io costano un botto di soldi ed avere un assortimento di carte abrasive ed usare solo quelle incollandole forse sarebbe la cosa più economica, ma ognuno sceglie la sua via... Magari un giorno riuscirò a diventare un Togishi accettabile.
Buona sera.
Paolo
 
Grazie Paolo per aver condiviso le fasi del tuo lavoro.
Ne trarrò utili spunti per qualche mio lavoro da principiante. :)
Questo serve anche a capire e ad apprezzare il lavoro artigianale a volte non adeguatamente valutato.
 
Grazie Paolo..... Ottimi suggerimenti!
Seguirò con interesse i tuoi lavori.
Costruisci coltelli?
Anche io vorrei risistemare un vecchio coltello di scarperia del 1956!
Tenuto benissimo.... Però!
 
Ciao Francesco,
io non sono ancora attrezzato per costruire i coltelli da zero come ST ad esempio.
Ero partito con l'idea di prendermi cura delle spade giapponesi (Katane, wakizashi, tanto, etc) Ma non ho ancora tutta l'attrezzatura per questo e neanche la competenza. Per il momento mi occupo di fare delle ottime affilature o di riportare alle migliori condizioni lame che meritano tanto lavoro...
Per il tuo coltello dipende sempre da quello che vuoi ottenere.
Come puoi vedere da questo threat il primo commento è stato il tuo nel quale ti complimentavi del bel lavoro, il secondo invece di poneva dubbi sul fatto che il lavoro fatto fosse adatto al tipo di coltello...
Dal momento che il coltello è mio posso dire che lo volevo esattamente come è adesso senza tanti rimpianti!
Peccato che non sei proprio dietro l'angolo altrimenti ci si poteva trovare, bere una birra e vedere cosa si potrebbe fare per il tuo vecchio coltello.

Ciao
Paolo
 
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