Riaffilare fox combat jungle acciaio n690co

... come avrai capito riguarda il filo, anche se certi tipi di affilatura sono inutili o impraticabili su certi coltelli, però conta soprattutto lo spessore generale della lama. Quando c'è allora si tratta solo di lavoro e buona progettazione (occhio alle scelte di angolazione, si torna indietro a discapito della lama).

Se ho ben capito vari, sullo stesso bisello, il filo da 30° a 60° secondo l'area di lavoro?
 
Astor, secondo la tua esperienza un BK7, con quell'acciaio, può essere affilato a settori diversificati?

Secondo me è il coltello e la sua geometria ad essere adatto e non adattabile ad un preciso lavoro e non lo si rende universale con un filo diverso da tratto a tratto... della tua teoria non ho mai trovato riscontro sui portali dedicati come Collini e MCKF... potresti spiegarmi che affilature abbineresti ad ogni segmento?

Andandoci cauti penso si possa fare una leggera diversificazione: potresti tenere un angolo più largo - e grana media - nella zona centrale, dove lo batti contro il legno. Non mi azzardo a fare altre considerazioni basandomi su fotografie.

Non so assolutamente quale sia il nome esatto della tecnica, ma me la insegnò mio zio anni fa: la imparò mentre era nei lupi di toscana.
Ad ogni modo bisogna stare attenti quando si modifica la lama per la prima volta, poi la riaffilatura non è un grosso problema.

Sconsiglio calorosamente la realizzazione del filo ad angolo asimmetrico senza essersi esercitati a sufficienza ( infatti è un discreto ca*** fare in modo che il filo non abbia discontinuità quando passa da asimmetrico a simmetrico: i principianti rischiano di rovinare i coltelli)
 
Se ho ben capito vari, sullo stesso bisello, il filo da 30° a 60° secondo l'area di lavoro?

Sì, ad ogni modo con i gradi mi riferivo all' inclinazione data al filo, quando ho parlato dell'angolo mi sono limitato a stretto/largo (un bisturi ha un angolo stretto, una accetta largo). L'inclinazione dipende solo dal movimento che si compie sulla pietra, non alla posizione del coltello rispetto ad essa.
 
Andandoci cauti penso si possa fare una leggera diversificazione: potresti tenere un angolo più largo - e grana media - nella zona centrale, dove lo batti contro il legno. Non mi azzardo a fare altre considerazioni basandomi su fotografie.

In meccanica l'unica cosa che si raccomanda sui profili terminali degli utensili è la continuità di forma... a mano libera tenere un'incidenza di lavorazione costante è impossibile, si può essere molto bravi ed esercitati ma anche nel più preciso dei lavori il giudizio del calibro ci smentisce sempre!
Da come descrivevi questa tecnica pareva volessi intenderla come universale... io ci vado sempre cauto e proprio per questo tanta determinazione nella presentazione di questo metodo mi ha fatto sorgere delle domande... a cui cercheremo di dare risposta per gli Utenti di Avventurosamente!

1 - Perchè più affilature diverse e non più utensili per ogni tipo di lavoro?
2 - Perchè non modificare il bisello per metterlo in rapporto con il filo di quella specifica area?
3 - Perchè creare aree di criticità diminuendo l'angolo di filo quando un utensile specifico lavorerebbe meglio e con più resistenza?

Non so assolutamente quale sia il nome esatto della tecnica, ma me la insegnò mio zio anni fa: la imparò mentre era nei lupi di toscana.
Ad ogni modo bisogna stare attenti quando si modifica la lama per la prima volta, poi la riaffilatura non è un grosso problema.

[OT ON ]

Sinceramente i "Lupi di Toscana" non erano proprio una scuola di affilatura, diciamo che ai Militari era proibito modificare le parti d'Arma che venivano loro consegnate (... unica portabile era la Baionetta e solo durante l'Operatività e le Esercitazioni) gli Armieri dei Reparti in cui ho servito affilavano gli strumenti in modo diverso fra la parte vicina al manico (ma erano destinate a Personale Operativo e non CAR come i Lupi), che i Militari usavano per i lavori di precisione (appuntare una matita o sbucciare un frutto), e la parte terminale che doveva lavorare spesso nel terreno, dove avrebbe perso immediatamente di efficienza se troppo affilata... per non parlare della punta che doveva essere sempre acuminata!
Sistema desueto per via dell'evoluzione che hanno avuto gli acciai... questo comunque era in voga ai tempi dei tempi, quando non era possibile portare utensili affilati che non fossero d'ordinanza, stessi tempi prima della chiusura dei Lupi di Toscana avvenuta ormai molti anni or sono!
Nel 1° Serenissima si usava togliere il filo esterno al taglia sagole per evitare di finirci dentro con un dito lasciando solo la parte più interna affilatissima per il suo lavoro di salvavita... il coltello da Laguna era personale e lo indossavamo sempre, ma se lo modificavi ti ci tagliavano le bolas al primo riscontro armamento, anche agli Ufficiali...
[OT OFF]
 
L'inclinazione dipende solo dal movimento che si compie sulla pietra, non alla posizione del coltello rispetto ad essa.

MMMM, o hai un concetto delle lavorazioni meccaniche personalizzato oppure le mie scarse conoscenze meccaniche non mi permettono di seguire i tuoi insegnamenti!

Sapevo, per sentito dire, che l'inclinazione di lavorazione è data dall'angolo di contatto fra la superficie abrasiva ed il materiale da lavorare... il movimento è definito "direzione di lavoro"... se circolare si definisce il raggio, se lineare di definisce l'asse... puoi erudirmi?

[EDIT]
Mi sorge il dubbio che tu confonda l'inclinazione con la direzione del lavoro!
"Purtroppo" in meccanica ogni lavoro ha un nome... univoco ed inequivocabile, serve proprio per comprendere le istruzioni e spiegare le operazioni da compiere!
 
Ultima modifica:
Hai assolutamente ragione per quanto riguarda il concetto di inclinazione: mi riferivo all'inclinazione dell'asse rispetto al movimento (infatti ho detto 90° per "inclinazione assente"). Ad ogni modo ho cancellato per sbaglio la pagina della risposta alla tuo post precendente, quindi riassumo velocemente:

Il metodo che propongo non è particolarmente invasivo né compromette le prestazioni o la resistenza del coltello in alcun modo, solo la lama asimmetrica comporta una -seppur minima- modificazione strutturale, ad ogni modo infinitivamente più lieve della soluzione adottata in molti coltelli da caccia, con salvadito e sperone. Si presuppone che questo tipo di affilatura abbia modo di esistere su coltelli adatti al lavoro da campo, quindi pesanti, quindi con un buon spessore di lama: non v'è problema alcuno dal punto di vista della resistenza

1- Per esigenze di carico: perchè portarsi dietro 10 chili di equipaggiamento se posso, con poche accortezze, avere un ottimo compromesso dai risultati egregi? Sarebbe come portarsi dietro, al posto di un semplice coltellino svizzero, un cavatappi, una lima, un apribottiglie, un apriscatole, una pinzetta, un seghetto e un punteruolo.
2- Non sarebbe, questa, una modifica alquanto impegnativa?
3- ti ho già risposto nella 1)

Io, come - suppongo - la maggior parte delle creature senzienti capaci di utilizzare un coltello da lavoro, utilizzo la parte avanzata per cominciare i tagli, quella centrale per battere sul legno/seghettare, quella prossima al manico per appuntire paletti, scortecciare legnetti etc. Sottolineo il fatto che non voglio convincere nessuno a fare come me: ognuno è libero di fare quello che più gli aggrada, penso che se abbattere querce con la punta del coltello o con una lama a rasoio dia soddisfazione a qualcheduno, costui ha facoltà di farlo.

In definitiva io mi trovo benissimo con il mio metodo: ho in un solo coltello lo strumento giusto a compiere un lavoro nel modo giusto, senza malus sensibili.

[OT] Non ho la più pallida idea, di come, da chi, e usando quali coltelli mio zio l'abbia appresa come tecnica, né ho sufficienti conoscenze in ambito militare o sul suo passato per poter ipotizzare (e purtroppo non posso più chiederglielo). Mi sono limitato a riferire cosa mi rispose a quella domanda. [/OT]

ora devo andare a pisa che è tardi, ci si sente domani pomeriggio!
 
Sinceramente io non ci vedo né questa gran difficoltà ad affilarli, nè questa mancanza di tenuta.. ogni affilatura deve essere fatta con l'angolo e l'inclinazione appropriata allo scopo... è inutile pretendere che una affilatura a rasoio resista ad un uso da fatica.. anzi.. è la più debole ed inadatta*!! una affilatura con angolo minore, utilizzando una pietra (o reticolo diamantato) a grana media permette di avere una superficie di taglio adatta allo scopo, duratura e costante nelle prestazioni (è forse l'arrotatura che esalta maggiormente le qualità del N690... lo sottovalutate come acciaio.. non è un inox qualunque...).
Io personalmente attuo fino a tre tipi di affilature diverse per coltello, dal momento che punta, collo e base della lama vengono utilizzate o per impieghi diversi, o con movimenti diversi, o con scorrimenti relativi lama-oggetto del taglio effettuati ad inclinazioni diverse.;)

sono disponibile per delucidazioni


*infatti, essendo estremamente sottile e rifinita le microdentature non fanno "presa" su materiali grezzi quali legno, cuoio e molti altri: il filo scivola su di essi con poca efficacia, lisciandosi dapprima, appiattendosi successivamente... 'na bellezza

Non è che possiamo tutti essere arrotini esperti, quindi per me è meglio avere più atrezzi, possiblmente fatti con il miglior acciaio possibile ...che non è quasi mai inox.
 
LOL! Sembra che parliate di razzi spaziali o di missioni suicide nella jungla!!! Un coltello deve tagliare un panino, fare la punta a un picchetto, e reggere un po' di batoning. Il resto è assolutamente inutile. Io non mi farei troppe pippe sul filo, sugli angoli, sulle sollecitazioni. Un normale coltello di buona qualità, con il filo semplice da affilare come i nordici o i bushcraft, passato ogni tanto su una pietra media e poi fine, dura una vita. E se è proprio andato, con pochi euro un professionista lo riporta come nuovo (quello che affila i coltelli delle nostre cucine vuole 2,5 euro l'uno, ci vanno i cuochi e i macellai di tutta Verona).

Siamo escursionisti sulle montagne italiane, non mercenari nel sud est asiatico!!!

Per affilare bene un coltello normale ci sono decine di video su youtube, una pietra sintetica a doppio filo costa una 20ina di euro, poi basta farci un po' di mano e otterremo uno strumento perfettamente efficiente.
 
Astor ogni lavorazione e principio meccanico ha un modo univoco per essere definito... il tuo principio di lavorazione è semplice e di facile apprendimento, così come credo sia realizzabile con gli strumenti adatti ed un po' di esercizio... il concetto sbagliato è quello dello strumento unico, molto pericoloso nell'outdoor!
Non vorrei mai stressare un utensile nel fargli fare un lavoro a cui non è adatto, anche se un accorgimento di affilatura lo rende fattibile in parte, e ritrovarmi con l'oggetto inservibile!
Tre coltelli sono meglio di uno... questo messaggio è sintomo di sicurezza ed affidabilità!
 
L' affilatura dovrebbe cambiare inclinazione (orientamento delle tacche, anche microscopiche, conferito dal movimento durante l'affilatura) a seconda delle caratteristiche di movimento fra lama-oggetto di taglio, e questo dipende strettamente dal tipo di utilizzo della lama (tipo di movimento), dalla sua forma e dalla lunghezza della lama.
L' angolo cambia in base all'utilizzo: stretto (per lavori leggeri leggeri, non certo abbattere alberi. Es: taglio di materia organica "molle"), e via via più largo in base ai bisogni. Più è largo (senza eccedere eh) più è adatto a lavori pesanti, sia come tenuta che come prestazioni. In certi casi si può effettuare un angolo asimmetrico (es: per appuntire degli stecchi, occhio però a posizionare l'angolo minore dal lato dell'oggetto)
Last but not least: la grana dell'ultima affilatura. Essa decide quanto saranno grandi le "tacche": una grana finissima conferirà tacche dell'ordine di micron, e sarà adatta al taglio di fibre e materiali composti da fibre piccole, inefficace invece nel caso di fibra grosse come il legno (vedi * sopra), al contrario tacche un poco più grosse saranno più adatte. Ad ogni modo bisogna anche tenere conto della durezza dell'acciaio (più è duro più la grana deve tendere al fine)

Su grossi coltelli tendo a fare così:
filo alla base: angolazione medio-stretta e asimmetrica, grana fine, inclinazione assente (90°): principalmente per lavorare di piatto stecchi, fare la punta a tronchetti etc.
parte centrale: angolazione medio-larga, simmetrica, grana media, inclinazione obliqua discendente (saranno 65°, ma non so, le faccio a logica): adatto al lavoro pesante, l'inclinazione è fatta per compensare la traiettoria curva del coltello.
parte avanzata: Rasoio: angolazione stretta, simmetrica, grana fine, inclinazione obliqua discendente (30°-45°: molto più inclinata, per seguire il movimento di taglio dall' alto in basso)

volendo gli 1-1,5 cm di filo in punta si possono affilare per renderla idonea alla penetrazione, ma non ne ho alcun bisogno (per fortuna! mica siamo in una favela venezuelana) quindi non lo faccio.


Come avrai capito riguarda il filo, anche se certi tipi di affilatura sono inutili o impraticabili su certi coltelli, però conta soprattutto lo spessore generale della lama. Quando c'è allora si tratta solo di lavoro e buona progettazione (occhio alle scelte di angolazione, si torna indietro a discapito della lama).

Ad ogni modo è più facile di quanto possa sembrare. Allenarsi su vecchi coltelli da cucina è una ottima scelta.

Ps: io non affilo le lame tramite movimenti circolari o ellittici, solo piani. penso sia il modo che garantisce una qualità complessiva migliore, nonchè grande precisione e possibilità di personalizzazione.
Ho capito. La trovo comunque una "variante" interessante, anche se, dal mio punto di vista, forse risulta poco pratica: ipotizzando un utilizzo dell'intera lama, il cambio di filo potrebbe dimostrarsi "fastidioso", oltre al fatto che le possibilità di utilizzo sembrano apparentemente ridursi, dato che poi si resterebbe vincolati ad utilizzare sempre la stessa parte di filo per determinati usi.
Diciamo che non mi convince del tutto, fermo restando che se ti ci trovi a tuo agio, ben venga! ;)
 
LOL! Sembra che parliate di razzi spaziali o di missioni suicide nella jungla!!! Un coltello deve tagliare un panino, fare la punta a un picchetto, e reggere un po' di batoning. Il resto è assolutamente inutile. Io non mi farei troppe pippe sul filo, sugli angoli, sulle sollecitazioni. Un normale coltello di buona qualità, con il filo semplice da affilare come i nordici o i bushcraft, passato ogni tanto su una pietra media e poi fine, dura una vita. E se è proprio andato, con pochi euro un professionista lo riporta come nuovo (quello che affila i coltelli delle nostre cucine vuole 2,5 euro l'uno, ci vanno i cuochi e i macellai di tutta Verona).

Siamo escursionisti sulle montagne italiane, non mercenari nel sud est asiatico!!!

Per affilare bene un coltello normale ci sono decine di video su youtube, una pietra sintetica a doppio filo costa una 20ina di euro, poi basta farci un po' di mano e otterremo uno strumento perfettamente efficiente.

Stefano concordo pienamente, di fatto ho due coltelli separati per essere confortato da una scorta in caso di collasso... affilature domestiche di grande funzionalità ed efficienza.... ma la mia disquisizione è tesa a capire di cosa è capace il buon Astor :D
Se asserisce che non trova difficoltà ad affilare un acciaio che rinnego e considerano uno schifo, desidero capire il perchè è così bravo ed io così cazzone... basta leggere nei vari forum specialistici ed il 99% concorda con me... ER docet!
Vorrei capire se le soluzioni dettate sono prodotte da molta fantasia o grande cognizione tecnica, certo è un passo avanti a tutti noi :eek:
io ho una deformazione professionale rivolta allo studio della Mitologia umana, un misto fra sindrome da Detective e paranoia ingegneristica... mi piace indagare su cosa c'è di buono in tanta confusione! ;)
Soprattutto sono incuriosito dalle definizioni tecniche usate, termini che non sono riuscito a trovare sui vari librettucoli di meccanica di cui ho letto qualche pagina a caso! E pensare che ho sempre creduto che fosse una scienza esatta! :)
 
Si, dimenticavo: sempre meglio averne comunque due, uno diciamo "normale" e uno di scorta, anche pieghevole che occupa meno spazio, basta controllare che sia robusto e controllare ogni tanto che le viti della chiusura siano serrate (a me è successo di perdere la vite che fissa la lama al manico anni fa, e oltre che una cosa non bella se il coltello ti serve, non sono riuscito a trovarne una uguale e ce l'ho a casa inutilizzabile :( ). Aprendolo e chiudendolo può succedere che la vite si allenti, e se si perde sono guai.

Per il resto non so assolultamente cosa dire, non sono competente e la materia acciai mi è sempre stata ostica. So solo che l'acciaio al carbonio diventa col tempo un po' scuro, ma basta tenerlo asciutto e se possibile unto e si risolve. L'esca fatta con cotone e olio di vaselina oltre che per accendere il fuoco va bene anche per quello: una passata sulla lama e via. E poi il cotone si può comunque usare ancora come esca. Due usi, un oggetto.
 
Un coltello deve tagliare un panino, fare la punta a un picchetto, e reggere un po' di batoning.

Ma proprio perchè si tende a utilizzare parti diverse della lama, proprio perchè più comode, non capisco proprio perchè non prestarci un minimo di attenzione! Perlomento la punta, troppo distante dal baricentro per essere battuta sul legno, perchè non farla più affilata? Per quanto possa sembrare farraginoso in concetto di una affilatura differenziata, è in realtà semplicissimo da realizzare: basta saper fare le due affilature.

Ad ogni modo hai ragione. Più che per stretta necessità lo faccio per il piacere di farlo: per il piacere della affilatura in sé e per il piacere di tirare fuori le prestazioni di taglio migliori da una lama, in ogni tipo di applicazione, senza compromessi.



il concetto sbagliato è quello dello strumento unico, molto pericoloso nell'outdoor!

Guarda a dire la verità io tutta questa pericolosità non cela vedo (anzi non la vedo affatto! mica mi morde :D), vedo però vantaggi sensibili. Lo strumento unico è una st****ata in altri casi, credimi, non in questo.

Ad ogni modo mi pare ovvio che uno strumento apposito per ogni singolo uso sia ancora migliore. Sarebbe assurdo il contrario, no?!

Edit:
E poi il cotone si può comunque usare ancora come esca. Due usi, un oggetto.
Ecco, a questo non ci avevo mai pensato! E' per cose simili che ho deciso di registrarmi dopo tanto bazzicare :D magari tiene anche di più la fiamma.
 
Ultima modifica:

???

non mi privare della tua preziosa loquela... sul serio: cosa ci vedi di pericoloso in un coltello affilato in due modi?
Davvero, magari sto correndo qualche ignoto pericolo...
eppure non ho mai visto nessuno allarmarsi davanti ad una affilatura stretta né davanti ad una piana, e applicando le due combinate non capisco proprio che problema mortale possa venir fuori

Certa è una cosa, che non conoscendoti, sia nella vita "reale" sia perchè sono nuovo nel forum, non posso lontanamente giudicare che tipo di persona tu sia in realtà, ma il tono con cui affronti delle semplici discussioni non depone a tuo favore... grazie del benvenuto
 
La cosa curiosa, Astor, è che tu continui a parlare della tua affilatura rivoluzionaria e ci elucubri sopra, io sto indicando un "pericolo" relativo al disporre di un unico utensile tuttofare!
Ho anche spiegato il perchè!
Ripeti le finalità delle differenti soluzioni e non leggi quello che definisco per "pericolo"... adesso riprovo:
RITENGO PERICOLOSO AFFRONTARE L'OUTDOOR CON UNO STRUMENTO UNICO, TUTTOFARE... CONSIGLIO A TUTTI DI DISPORRE DI PIU' LEME, DIFFERENTI NELLE CARATTERISTICHE... AFFILATE A PIACIMENTO...

In nessun punto disapprovo il tuo accorgimento, ho chiesto spiegazioni solo sulle definizioni meccaniche che hai usato, solo per capirle meglio... unico punto che non riesco a trasmetterti è che non si pratica outdoor con un solo utensile ma sempre con una "riserva"... il pericolo sta nel perdere la disponibilità del primo senza averne un secondo!
Sono stato esaustivo?
Dell'affilatura non me ne interesso più di tanto ma del tandem di sicurezza si!
 
Ma guarda, io parlo dell'affilatura perchè sei tu che mi chiedi le caratteristiche
Evidentemente abbiamo scale di cognizione diverse del pericolo, perchè da come tu ne parli sembra peggio della peste. Il pericolo nell'outdoor (secondo la mia modestissima opinione, ed anche di qualcun altro) è innanzitutto nei comportamenti sbagliati, in secondo luogo con l'attrezzatura passiva (scarponcini, indumenti termici, racchette, imbracature) assente o inadatta allo scopo; inoltre, come sanno tutti quelli che hanno fatto alpinismo, il peso è cruciale: specialmente durante innocui viaggi a piedi, capita, a volte, per forza di cose, di doversi portare dietro tutto lo zaino: anche durante salite e percorsi semplici semplici una zavorra eccessiva è intralciante e PERICOLOSA. Quindi, per quanto possibile, dato che portarsi dietro una piccola segheria, secondo la mia modestissima opinione, porta più svantaggi che vantaggi (ammesso che mi porto sempre un seghetto a filo nel PSK). Per cui come ho già detto, in questo caso non la reputo una cattiva scelta. Ma magari tu sei stato addestrato a portarti 70 kg di zavorra mentre eri nei lagunari, e quindi trovi spazio anche per una motosega, io - e lo dico con totale sincerità - purtroppo non ho la fortuna di avere un addestramento militare, né abbastanza tempo per tenermi sempre al massimo della forma, però qualche soddisfazione me la sono tolta. Vai sul serio fare le salite con 3 ferri?

Scusate a tutti per l' OT. se necessario continuerò per via privata.
 
Ultima modifica:
Tre coltelli, esatto!
Il Gobbo, lo Smilzo e l'MCKF "X"... tutti rigorosamente in D2... complementari e confortanti!
Facendo lavori pesanti sono soggetti a rotture e sarebbe pericolosissimo restare senza scorta!
Se no hai capito, uso la parola pericolo in modo preventivo, si ha il dovere su di un portale di informazione di non sottovalutare mai le situazioni che possono rivelarsi negative, eccedere negli aggettivi non guastamai!
Fare outdoor con una sola lama è pericoloso, non perchè il mondo ti si ribella contro, ma perchè potresti dover chiedere aiuto per uscire dai guai e potresti trovare un soccorritore che trovandoti con un coltello rotto in mano e senza la scorta ti seppellisce sul posto!
Non so che esperienze di survivor tu abbia ma vorrei vederti senza coltello nell'estremo!
 
Ciao a tutti...

Ho un problema, non riesco ad affilare il mio fox combat jungle,
il filo e praticamente sparito, anche se mi passo la lama sul palmo della mano non mi taglio neanche se spingo...

Per affilarlo ho provato ad utilizzare una pietra in corindone piccolina, a doppia grana, 150 da un lato e 400 dall'altro, ma a me sembra che piu provo ad affilarlo e meno taglia...o_O

sicuramente sbaglio tecnica, qualcuno puo aiutarmi,
o e meglio che vada a farlo affilare?o_Oo_Oo_O
per gli acciaiazzi moderni e duri sarebbe meglio una carborundum e di dimensioni generose e ovviamente tenuta costantemente bagnata (deve fare la pastina).
eppoi, il bisello non va appoggiato piatto sulla pietra, così la pietra non riesce a "mangiare" il metallo (troppa superficie d'appoggio), ma bisogna lavorare leggermente di spigolo sulla pietra. si deve sentire che la pietra "mangia". questo per riassettare il bisello, fin che il filo fa un pò di bava. la quale va tolta con una pietra fine e dura passandola per il lungo.
 
dimenticavo, il blocchetto di carburundum da sgrosso è bene fissarlo con colla resistente all'acqua su una tavoletta di legno, che a sua volta deve essere fissata saldamente al bancone o altro supporto con i morsetti. questo perchè per sgrossare - riassettare il bisello bisogna esercitare una notevole pressione.
 
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