[riflessione] : critical mass e ciclismo urbano: moda finita?

mi ricordo che un po' di anni fa, mi sembra 2007-2008, su internet spuntarono numerosi siti e blog che parlavano di ciclismo urbano, che organizzavano "critical mass" in varie citta' d'Italia, che incentivavano l'uso della bici come mezzo ecologico, economico e "rivoluzionario" rispetto all'auto, usando toni piu' o meno epici..
In particolare c'era un interessantissimo blog, Ciclistica, che parlava del ciclismo urbano, i problemi quotidiani dei ciclisti, uso della bici in tutte le stagioni, come vestirsi quando piove, ecc.. e dove tutti potevano mandare foto della propria bici, molte erano le "scassone" trovate nel rottame e portate a nuova vita.
Blog forse un po' estremista, a volte comparivano post al limite dell'apologia di reato, incitando ad azioni punitive verso le auto che si rendevano colpevoli di "sgarbi" ai ciclisti..
Ma comunque ben fatto ed interessantissimo.
Poi, mi sembra un 3 anni fa, il blog spari', e ciclistica" divenne il nome di un negozio ( e relativo sito) a Milano che vende bici a prezzi tutt'altro che popolari, il contrario insomma delle idee propugnate nel blog..
Con esso sparirono anche altri blog sul ciclismo urbano, mi ricordo che ne seguivo diversi, alcuni ben fatti, altri troppo estremisti, altri un po' naif: spariti tutti.
Ora mi chiedo: ma perche'? finita la moda? E' stata una moda passeggera? una cometa di passaggio di cui tutti hanno cavalcato la coda?
Mi ricordo che in quel periodo bastava scrivere "ciclismo urbano" su google e ti usciva il mondo. Ora deserto totale. bho..
 
C'ero anche io tra i lettori di quel blog (ciclistica.org, sbaglio?) che era l'iniziativa (così si diceva) di un giornalista (o ex?) credo de "Il Manifesto".

Presumo che quell' esperienza abbia avuto una maturazione parallela a quella del resto del movimento che [imho] si è andato necessariamente istituzionalizzando.

La ovvia contiguità della esperienza "critical mass" con i centri sociali (nella versione "ciclo officina", spazi ritagliati in un edifici pubblici occupati) e con i movimenti "no-qualcosa" (ne ho perso il conto, ora siamo ai "no-border"...) ne teneva inevitabilmente lontano quell' 80% della popolazione propenso alla vita tranquilla ed in buona parte di idee politiche assolutamente opposte al movimentismo di sinistra.

Del resto l'idea era ed è quella di diffondere l'uso della bici urbana nella popolazione generale, non quella di farne un segno distintivo di movimentisti e radical-chic.

p.s. il sito della ciemme di Roma è ancora in piedi ed è tmcrew.org mentre c'é una Critical Mass Roma su Facebook
 
per girare in bici non penso che serva essere sponsorizzati da qualche negozio o qualche idea politica più o meno condivisa. Ci giri perchè non costa,perchè non ci metti la benzina dentro e perchè non devi subire furti assicurativi o fare la revisione.

Molti e molti anni fa i litfiba venivano a suonare al gabrio con un furgone mezzo scassato ,oggi si fanno fare il filo dai discografici. Il mondo cambia e spesso le idee migliori finiscono sotto terra se non portano denaro a chi comanda.

Che poi le città siano tutte auto-orientate nel senso peggiore del termine bè è un dato di fatto.
Comunque li rimpiango i punkabbestia di quei tempi ...erano molto più veri degli ecokey di oggi quelli che girano con barbetta da pirla e bici a scatto fisso nuova di zecca. Anche perchè dopo aver ottenuto freni e cambi seri dalla tecnologia si butta tutto nel gabinetto e si mette uno scatto fisso...ma ... io la vedo male ma forse è perchè dopo tanti anni di downhill e fuoristrada sono diventato razzista e quando vedo una gomma larga quanto una sigaretta mi sale la pressione,sbuffo e comincio a raspare per terra guardando cosa ho a portata delle corna.
Perchè solo loro sono la luce ? Forse,e forse no.... E poi (almeno quelli che ho visto dal vivo) trasudano denaro da ogni poro e alla sera posano la bici a scatto fisso per prendere il cayenne e magari andare a pippare cocaina al club. Forse lo avevo già detto ma la TLD 18/830 philips non è luce divina ma ci vedi lo stesso:) E a me basta e avanza.


Per quanto riguarda le bici,bè finchè i legislatori per incentivarne l'uso sanno solo obbligare il giubbotto giallo piscio non si va da nessuna parte. Molti anni fa avevo la mia bici da città (una turro electra moooolto modificata) ho sempre avuto i fari accesi di notte e mai comprato una batteria (le ricaricavo di giorno con la dinamo) ma nessuno che abbia messo in commercio qualcosa di simile....
 
Ultima modifica:
Spiego la mania dello scatto fisso ma ovviamente non la difendo: l'idea è nata in America per dare una immagine "eroica"che potesse creare un fenomeno di emulazione.
In Italia ha aiutato a scrollare di dosso dal pendolare ciclista l'immagine dello sfigato, almeno negli ambienti in cui quel tipo di comunicazione è arrivato.
Tolto ciò nessuna persona sana di mente dovrebbe andare per Roma non dico con lo scatto fisso ma nemmeno con le gomme da corsa ma forse Roma è un discorso a parte.

Quanto al giubbotto "giallo piscio" se mai il destino deciderà che un collione senza nemmeno il giubbotto e senza luci mi si butti sotto le ruote nella buia via Appia Antica alle ore 23 e passa, prima di andare in galera un giubbotto giallo di piscio caldo glielo verso addosso io, e con gusto.

Detto per inciso: sono obbligatorie (di notte) le bretelle catarifrangenti non il giubbotto, che è obbligatorio solo per gli automobilisti che scendono dall'auto in strade extraurbane.
 
sono obbligatorie FUORI dai centri abitati,infatti io pur avendo luci e rifrangenti (anche se a normativa sovietica,ben diversa dalla nostra) preferivo rischiare qualcosina (ma comunque non ho mai rischiato perchè avevo il doppio faro anteriore e due led da mezzo watt dietro puntati ad altezza occhi)piuttosto che mettere quella porcheria.

Tutto è partito dal fatto che la gente non ha le luci e se le ha non le accende. Magari pensa di dover pagare la bolletta anche lì.
Ti faccio un altro paragone: il mio sistema (che sarebbe stato legale in russia ma non qui) prevedeva due fari anteriori con lampade da 3,5 V e riflettori a vetro liscio (fai da te) e due led di quelli maxi dietro. Poi sulla forcella due rifrangenti laterali bianchi e uno verso il davanti. I rifrangenti sui pedali (a norma russa ROSSI) e ovviamente i tre rifrangenti dietro uno posteriore e uno a ciascun lato del carro. I russi non hanno quelle schifezze sui raggi.

All'epoca quando giravo per torino così nessuna divisa mi ha mai detto nulla ,anzi una si è pure complimentata. La batteria era una cyclon da 4V 5 AH al piombo che veniva caricata dalla dinamo standard che era stata ribobinata e isolata da massa (quindi tre fili rosso giallo giallo) inutile dire che non la ho mai ricaricata,una volta comprata è poi andata vita ancora funzionante 10 anni e più dopo quando ho venduto la bici

Per chi vuole posso fornire schema e disegni ,ovvio che se poi se lo vuole "europeizzare" per le leggi lo deve fare da se. A me va bene così.

Per quanto riguarda lo "sfigato" o immagine del tale,bè io quando vedo uno in bici penso che abbia solo il portafoglio vuoto perchè se è vero che quando ho comprato la big hit usata ho scucito 900 euro (ed era appena entrato l'euro) è altrettanto vero che da allora ho solo cambiato 5 copertoni e le pastiglie dei freni dietro. Adesso dietro ho messo una "tomac silenced grip" (con microscopici tacchetti) che dovrebbe durare di più,di sicuro è più silenziosa. Peccato che lo sram 7 e qualcosa a ogni cambiata fa un rumore bestia, Ma comunque sono più di 10 anni e di manutenzione (che faccio da me) e ricambi non so se sono arrivato a 200 E .

P.S. non so a roma ma a scendere per le vie medioevali di saluzzo sono contento di avrere buone gomme e buoni freni

Anzi...c'è qualche "ciclista " specializzato di elettronica che fa un upgrade al mio sistema ? Sono pronto a messaggiare e a disegnare schemi
 

Allegati

  • fari big hit.jpg
    fari big hit.jpg
    29,6 KB · Visite: 256
Ultima modifica:
Fermo restando che ognuno e' libero di far quello che vuole e di soffrire come meglio crede, secondo me lo scatto fisso in citta' e' roba da masochisti. ( forse per uello e' finita la moda? hanno capito che facevan fatica? :rofl: )
l'idea è nata in America per dare una immagine "eroica"che potesse creare un fenomeno di emulazione
non ho mai capito perche' bisogna scopiazzare tutto quel che arriva dall' Ammerrica... comunque pare che la' lo scatto fisso sia usato dai "bike messenger" ( pare che negli states ci siano dei tipi che consegnano pacchi e buste in bici, bho)
Le luci: non ho mai capito perche' le bici vengono vendute senza luci, sebbene il codice stradale le prescriva. Secondo me e' un assurdo, senza luci non dovrebbero poter essere vendute, come non puo' essere venduta un auto senza fari. Il giubbetto in condizioni "particolari" ( strade extraurbane, in citta' alla sera tardi) lo metto, sara' pure da "sfigato" ma preferisco sfigato che finire arrotato da un suvve..
li rimpiango i punkabbestia di quei tempi ...erano molto più veri degli ecokey di oggi quelli che girano con barbetta da pirla e bici a scatto fisso nuova di zecca
anche io. Almeno loro erano coerenti, a differenza dei fighettini radical chic di oggi che fanno gli alternativi coi soldi di papa'.
 
Aspettate!
Vi racconto quel poco che so. I messenger USA preferirono le bici da pista per la leggerezza, la reattività e la facilità di maneggio (portarsela dietro), di pulizia e di manutenzione. Erano motivi ergonomici ed economici. Aveva molto senso.
La mitologia è più nostra, che loro. "Molla Buni" ad esempio. E' vero che i ragazzi con questa passione spendono tanto per la loro bici, ma intanto... pedalano. Ai miei tempi affliggevamo i genitori (più l'ambiente e i pronto soccorsi) con le moto da regolarità.
Per cui... avercene.

In città ne ho usata una con mozzo flip-flop, nel senso che la potevo convertire da fissa a ruota libera. Coerentemente con le mie capacità scelsi la ruota libera e freni, ma vi assicuro che anche così, una bici da pista ben registrata e lubrificata, con gomme gonfie, della taglia corretta, va come un violino.

Dopo il furto però non ne ripresi un'altra, scesi a più miti consigli con trattore da trekking della KTM (Milano è piena di pavè che brutalizzava la bici da pista).
Ottima per invadere la Polonia, ma con l'estetica ed il feeling di un rimorchiatore.

Ed esteticamente una bici da pista può piacere molto di più, perché è essenziale, pulita.
La passione per la ruota fissa secondo me è legata anche al culto del ciclismo stradale dei decenni passati, perché durante la stagione invernale, insieme al ciclocross, era una delle modalità per rimanere in forma. Pare (sono ignorante), che la ruota fissa imponga uno schema motorio diverso dal solito, estremamente utile come allenamento.
Trasversalmente molti appassionati di fisse si sono dati al ciclocross (magari single speed).
E poi, la trasgressione... tutti, prima o poi, attraversano questa fase nella vita. Una alley cat semi clandestina... Meglio questo, che altro (se non si fanno male, ovviamente).
Ricerca... Il traffico era visto come un fluido con diversi gradi di densità e correnti. E la bici da pista consentiva, grazie alla reattività, di "nuotarci dentro", sfruttando correnti o i vuoti, con più facilità rispetto ad un altro mezzo. Cercavano il flusso.
 
per l'uso qua a pd o dalle mie parti trovo le scatto fisso semplicemente suicide. la buona vecchia graziella o, meglio ancora, la bici della nonna a ruote grandi, hanno il loro perche', costano uno sputo e qua sono usatissime da universitari e non, quindi non c'e' la nomea della sf**a su di esse.

a me sarebbe sempre piaciuto avere un attacco della dinamo diretto sulla catena, trovo che la connessione "ad attrito" alla ruota sia uno spreco di potenza immane.
 
Be', a Lecco, che e' piena di salite ( e conseguenti discese) , penso che una fissa sia impossibile..
Domanda: ma i bike messenger esistono anche in Italia? oppure solo negli usa? perche' usano la bici? (lo dico da ciclista urbano credente e praticante): ma non sarebbe meglio uno scooterino? credo che 8 ore al giorno in sella a una bici a consegnare pacchi su e giu per la citta' sia massacrante..
 
@muntagnatt ..... a guardare i film direi per la facilità di movimento in un traffico caotico come potrebbe esserci nelle grandi città inoltre credo che consegnino più corrispondenza urgente che pacchi.

Ciao :si:, Gianluca

PS.: ..... ricordo male o Milano esistevano dei servizi analoghi ? ..... consegne rapide in città da ufficio a ufficio
 
Be', a Lecco, che e' piena di salite ( e conseguenti discese) , penso che una fissa sia impossibile..
Domanda: ma i bike messenger esistono anche in Italia? oppure solo negli usa? perche' usano la bici? (lo dico da ciclista urbano credente e praticante): ma non sarebbe meglio uno scooterino? credo che 8 ore al giorno in sella a una bici a consegnare pacchi su e giu per la citta' sia massacrante..

a padova ci sono, in realta' sono bici a pedalata assistita, e hanno avuto un boom qualche anno fa che erano "green". le mode passano, ogni tanto girano ancora.

ci sono i mozzi con la dinamo integrata,cercali sul cataloro "rose" in crucconia

grazie :) con delle calamite sui raggi si riesce a fare nulla di simile?
 
C'ero anche io tra i lettori di quel blog (ciclistica.org, sbaglio?) che era l'iniziativa (così si diceva) di un giornalista (o ex?) credo de "Il Manifesto".

Era una bella iniziativa. Peccato che si sia chiusa: di quell'esperienza mi rimane un telaio Bianchi, con cui ho costruito la più semplice delle mie biciclette, ma anche quella che amo e che uso di più.
Le ciclofficine continuano ad esserci, così come c'è la Critical mass: hanno cambiato volto, sono attraversate da mode diverse e da persone diverse, ma, anche se non mi trovo più così a mio agio in quell'ambiente, mi fa piacere che il numero di ciclisti urbani sia in aumento.

ma i bike messenger esistono anche in Italia?
Io conosco loro: http://www.urbanbm.it/
Ma ce ne sono altri. Sono di una velocità impressionante, se non volete essere sverniciati dopo 100 metri, abbandonate ogni proposito di competizione... :help:

grazie :) con delle calamite sui raggi si riesce a fare nulla di simile?
C'è questo: https://www.reelight.com/en/
Per ora non credo che abbiano ancora fatto un sistema tale che si possa collegare ad una batteria. Ma teoricamente è possibile (e ci saranno sicuramente dei prototipi)
 
S

Speleoalp

Guest
Non avevo mai sentito parlare di quei "blog", "siti", ma devo dire che io e il mondo del web non siamo "amici" da molti anni ;)

So solo che come ora, la bici l'ho sempre voluta e avuto come mezzo di trasporto principale, sia per questioni filosofiche (personali), sia per necessità, sia per piacere.
Lavoro, svago, interesse. Per fortuna non sono stato vittima delle mode, sia per i mezzi, sia per il vestiario, accessori...

Per me la "bici è la bici"... compagna inseparabile, ahahah
 
So solo che come ora, la bici l'ho sempre voluta e avuto come mezzo di trasporto principale, sia per questioni filosofiche (personali), sia per necessità, sia per piacere.

Stessa cosa: non ho la macchina, solo la bici. Quando non sono altrove, pedalo tutti i giorni per 30 km solo per andare al lavoro. Ho anche un carrello da trasporto per la bici, tostissimo e autocostruito, per il quale sono oggetto di scherno e che uso alla pari di un camion.
 
Il Periodo a cui si fa di riferimento mi pare coincise con gli incentivi statali per l'acquisto delle bici e in effetti il da quel momento in poi si è diffuso parecchio l'uso delle due ruote, ma, non credo per moda. Mi piace l'idea di una riscoperta della bicicletta.
 
S

Speleoalp

Guest
Io ho iniziato seriamente a circa 12 anni, quando abbiamo traslocato in valle, vivendo con i miei (mamma) nel periodo scolastico... per il resto (week e vacanze comprese) ero dai miei pro-zii in montagna. Ho continuato ad andare nella stessa scuola a circa 13 km di distanza e quindi ogni volta erano 26 km al giorno, come minimo ;) perché poi se volevo andare da qualche amico era un'altra pedalata, ahah
Il bus non lo potevo prendere, non avevamo i soldi... se chiedevo a mia mamma di darmi un passaggio mi prendevo uno sberlone... se chiedevo abbigliamento adatto per acqua, vento, ecc altro sberlone...
Allora ho recuperato una bici... e ho iniziato ad andare così, con i pantaloni a coste in simil velluto, ahah maglia e maglioni normali.. acqua, neve, vento, caldo,... e non mi è mai passata la voglia, anzi... queste situazioni mi hanno sempre motivato di più.

Per me la bici è al primo posto di diritto e importanza, dopo le gambe e braccia con cui sono nato ;) ...se uscivo con un motore e delle ruote, forse....
 
Alto Basso