Riflessione sulle differenze tra canadese e kayak

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Dimenticavo l’altra canadese, Old Town, abbastanza famosa da questa parte del mondo, ne ho trovata una a $150 in autunno, non l’ho ancora messa in acqua ma conto di farlo a breve; non ricordo il nome del materiale ma è un multistrato molto robusto.
In italia avevo comprato una canadese che mi dava molta soddisfazione, ASA Milano, gialla e bianca, in vetroresina, il precedente proprietario ci aveva anche montato un attacco per un motore due tempi che la faceva volare
Poco sportivo ma divertente, in ogni caso non l’ho usato più che cinque sei volte e sempre al mare da solo.
Per tornare al tema kayak o canoa , non riesco a fare un paragone, a volte prendo il kayak, vado in mare e mi diverto con le onde, ma non lo userei mai per fare campeggio, e la pace che dà una canoa canadese immersa nel suo paesaggio è qualcosa che non si può spiegare :)
 
Eccomi con alcune foto "very vintage" (parliamo degli anni 90).
In action i membri del Trapper Canoa Club Reggio Emilia (tuttt'ora esistente, ho tenuto il nome per la mia scuola survival-bushcraft).
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La resina non da lo stesso fascino del legno o dell'alluminio, e le canoe pesano un accidenti, ma ci siamo divertiti lo stesso!
 

Allegati

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Ripesco questa discussione perchè sto leggendo “In Kayak, la mia storia” di Francesco Salvato (il più grande Maestro di canoa italiano, colui che ha posto le basi per la formazione nel mondo della canoa non agonistica nel nostro paese).

Noto con piacere che anche lui riporta (relativamente al kayak) le mie stesse considerazioni riguardo "l'essere soli" anche quando si è in gruppo.

la canoa è uno sport di gruppo ma, anche insieme agli altri si è soli. […] Si vivono tutte le dinamiche relazionali ed emozionali che il gruppo richiede e stimola, ma nello stesso tempo, nessuno può salire in canoa con te. In una rapida sei solo e la capacità di accettare e gestire questa condizione richiede profondo autocontrollo e capacità di ascoltarsi.

Salvato fa riferimento al termine “canoa” ovviamente, nel suo specifico caso, riferendosi al kayak fluviale non avendo lui esperienza di canadese.

Salvato è in assoluto il riferimento nazionale per questo sport, una specie di leggenda vivente. Ed è uno che -oltre alla tecnica- da molta importanza alla "filosofia" che sta dietro l'andare in canoa.
Sono veramente felice di essere arrivato alla sua stessa conclusione riguardo questo argomento. Forse ci animano gli stessi profondi desideri di legame con la natura.
 
Beh, in pratica in Italia il termine "canoa" da sempre indica l'attrezzo individuale. Sono in pochi a comprendere la differenza, per ovvi motivi storici, ambientali e culturali.
Infatti noi specifichiamo sempre "canadese", anche se overseas sarebbe (anzi, è) superrfluo, perchè è esattamente il contrario :biggrin:.
 
noi specifichiamo sempre "canadese", anche se overseas sarebbe (anzi, è) superrfluo,
eh si.
Però in fondo non è comunque giusto, almeno secondo me.
Avrò un approccio romantico e o filologico, ma un conto è la vera canadese, quella con prua e poppa rialzate, panciuta, a bordo alto, con le panche, quella che tutti sin da bambini associamo agli indiani! Per me la canadese è solo questa.
Le canoe delle varie discipline olimpiche, sono un' altra cosa, perché della canadese vera non hanno nulla: ad es. la c1 slalom è praticamente un kayak.
Onestamente quando sento che per la canoa olimpica - c1 o c2 che sia e soprattutto se slalom - dicono "canadese", ho una sorta di istinto di ribellione: la chiamerei semplicemente canoa olimpica.
Poi comunque ci sono anche le canoe polinesiane o amazzoniche.
Quindi dire "canoa canadese" avrebbe un senso, a patto di dare un senso corretto al termine
 
bhè...Salvato comunque non è in errore.
Canoa è un termine che si riferisce a tutte le imbarcazioni mosse da pagaia. Non è errato usare il termine "canoa" neanche riferendosi a SUP, coracle o raft (a meno che non siano raft a remi ovviamente).

Il kayak è uno specifico tipo di canoa che si usa con la pagaia a doppia pala. Kayak è un termine inuit (significa "barca da uomo") ma nel linguaggio moderno si usa per tutti i tipi di canoa usati con pagaia a doppia pala. Anche qui vi è molta differenza tra un kayak da mare, che a livello di concetto e design è ancora molto simile alla millenaria barca inuit, e gli altri tipi.
Se facessimo vedere ad un inuit di qualche generazione fa un kayak da fiume, uno da slalom, un sit-on-top o un surfsky probabilmente non lo riconoscerebbe come kayak.

Vi è da dire che in origine esistevano delle tribu' americane che sulle "canoe canadesi" usavano pagaie a doppia pala... ma di certo non le si poteva considerare kayak.


Quindi riassumendo, direi che con la terminologia moderna non sia sbagliato chiamare kayak ciò che si usa con la doppia pala e canadese quel che si usa con la singola.

Sono poi ben d'accordo con @Herr sul fatto che a livello "tecnico" le discipline tradizionali della canoa canadese e del kayak da mare (che sono le due specialità rimaste maggiormente fedeli alla loro origine) differiscano molto dai derivati che l'uomo moderno ha negli ultimi 200 anni inventato per fare competizioni.

Lo stesso che tu noti sulla canadese esiste anche sul kayak. La specialità principe del K sprint (quello che viene definito "olimpico") nulla ha più a che vedere con la tecnica del kayak. Basti pensare che le ginocchia sono svincolate dallo scafo perdendo la maggior parte della possibilità di gestire l'assetto dello scafo e manovrare... cose del tutto inutili e superflue in una disciplina dove si deve solo andare dritto per brevi distanze.


Tutto questo per dire cosa? Che indipendentemente dalla terminologia derivata dalla storia siamo NOI TURISTI a conservare e tramandare la millenaria cultura dell'andare in canoa a contatto con la natura, anche se tutta l'attenzione mediatica è puntata solamente al mondo dell'agonismo. Siamo i custodi di un bagaglio culturale inestimabile.
 
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