bhè...Salvato comunque non è in errore.
Canoa è un termine che si riferisce a tutte le imbarcazioni mosse da pagaia. Non è errato usare il termine "canoa" neanche riferendosi a SUP, coracle o raft (a meno che non siano raft a remi ovviamente).
Il kayak è uno specifico tipo di canoa che si usa con la pagaia a doppia pala. Kayak è un termine inuit (significa "barca da uomo") ma nel linguaggio moderno si usa per tutti i tipi di canoa usati con pagaia a doppia pala. Anche qui vi è molta differenza tra un kayak da mare, che a livello di concetto e design è ancora molto simile alla millenaria barca inuit, e gli altri tipi.
Se facessimo vedere ad un inuit di qualche generazione fa un kayak da fiume, uno da slalom, un sit-on-top o un surfsky probabilmente non lo riconoscerebbe come kayak.
Vi è da dire che in origine esistevano delle tribu' americane che sulle "canoe canadesi" usavano pagaie a doppia pala... ma di certo non le si poteva considerare kayak.
Quindi riassumendo, direi che con la terminologia moderna non sia sbagliato chiamare kayak ciò che si usa con la doppia pala e canadese quel che si usa con la singola.
Sono poi ben d'accordo con
@Herr sul fatto che a livello "tecnico" le discipline tradizionali della canoa canadese e del kayak da mare (che sono le due specialità rimaste maggiormente fedeli alla loro origine) differiscano molto dai derivati che l'uomo moderno ha negli ultimi 200 anni inventato per fare competizioni.
Lo stesso che tu noti sulla canadese esiste anche sul kayak. La specialità principe del K sprint (quello che viene definito "olimpico") nulla ha più a che vedere con la tecnica del kayak. Basti pensare che le ginocchia sono svincolate dallo scafo perdendo la maggior parte della possibilità di gestire l'assetto dello scafo e manovrare... cose del tutto inutili e superflue in una disciplina dove si deve solo andare dritto per brevi distanze.
Tutto questo per dire cosa? Che indipendentemente dalla terminologia derivata dalla storia siamo NOI TURISTI a conservare e tramandare la millenaria cultura dell'andare in canoa a contatto con la natura, anche se tutta l'attenzione mediatica è puntata solamente al mondo dell'agonismo. Siamo i custodi di un bagaglio culturale inestimabile.