Devo fare una premessa.
Ricordo che la questione era già emersa anche su questo stesso forum, ma io credo che ci sia veramente bisogno di parlarne.
In particolare, mi ricordo che era successo con alcuni utenti abruzzesi che ribadivano convintamente che i percorsi con passaggio di primo e secondo grado erano EE e non F, mentre altri tra cui io ribadivano che la scala di valutazione ufficiale del CAI dice altro.
Ma oggi ho avuto una discussione decisamente più assurda....
Dato che la direttissima al Corno Grande è valutata in Abruzzo EE e a quanto pare il percorso richiede di superare addirittura un passaggio di terzo grado, io ho fatto notare all'utente abruzzese che il Monviso con lo stesso livello di difficoltà apparente è valutato PD- sulle Alpi (con la scala ufficiale eh), e che nessuna salita F (figuriamoci EE) richiede di superare passaggi di terzo grado (e nemmeno di II+ perchè a quel punto la difficoltà sarebbe almeno F+ a spanne).
Ma mai l'avessi fatto: comincio a sentirmi dire che quelle che ho salito io con passaggi di I e II non sono F perchè non richiedono di superare tratti di 4° (quarto!) grado).
Vi prego, mi rivolgo agli abruzzesi: ditemi che non siete tutti così e che non adottate tutti la stessa identica e assurda scala di valutazione.
Oppure, se qualcuno la pensa allo stesso modo (dato che il suddetto utente non mi ha dato una risposta chiara) fatemi un esempio di un itinerario che può essere considerato di difficoltà alpinistica F, F+ o PD.
E ditemi se davvero questo è il metodo di valutazione che ritenete corretto in che modo valutereste il Cervino, con tratti di III e IV (credo al massimo IV+) al posto della D da tradizionale scala CAI.
Non sia mai che magari la sua difficoltà reale è F o PD--....
Spero di sbagliarmi, ma il solo fatto di aver avuto questa surreale discussione secondo me è il sintomo di un chiaro nel come vengono usate in generale le scale di valutazione in certi contesti, luoghi o da certe persone che scrivono delle relazioni valutando le difficoltà in modo totalnmente soggettivo e NON OGGETTIVO.
Cioè, una EE con 3/4 grado senza catena? Ma che veramente? A quel punto facciamo diventare EE pure la salita al Cervino....
Una EE non può avere tratti alpinistici per definizione (e a dire il vero nemmeno tratti attrezzati che richiedono un impegno oltre una certa soglia o che potrebbe richiedere l'uso del kit).
Altrimenti perché i passaggi di arrampicata di I e II grado sono definiti già come "passaggi alpinistici"? Me lo sto inventando io forse?
Figuriamoci III e IV come dice qualcuno...
Ripeto eh, non me lo sto inventando io e questa è la definizione dei gradi ALPINISTICI (non escursionistici giusto per chiarirlo ancora una volta):
F = Facile
E' la forma più semplice dell'arrampicata, bisogna già scegliere l'appoggio per i piedi; le mani utilizzano frequentemente gli appigli per mantenere l'equilibrio. Non è adatto a chi soffre di vertigini.
PD = Poco Difficile
Qui inizia l'arrampicata vera e propria, che richiede lo spostamento di un arto per volta e una corretta impostazione dei movimenti. Appigli e appoggi sono ancora numerosi.
AD = Abbastanza Difficile
La struttura rocciosa, già più ripida o addirittura verticale, offre appigli e appoggi più rari e può già richiedere l'uso della forza. Di solito i passaggi non si risolvono ancora in maniera obbligata.
D = Difficile
Appigli e appoggi divengono ancora più rari e/o esigui. Richiede una buona tecnica di arrampicata applicata alle varie strutture rocciose (camini, fessure, spigoli ecc.), come pure un certo grado di allenamento specifico.
C'è bisogno di ripassaare anche la valutazione della difficoltà dei tratti di arrampicata secondo la scala UIAA? E facciamolo pure, giusto per valutare le differenze (spoiler: l'associazione tra I/F, II/PD, III/AD e IV/D è addirittura quasi perfetta, anche se poi nella valutazione dei singoli percorsi si può tenere conto anche della lunghezza dei tratti del massimo grado presente negli stessi e di altri fattori per assegnare un + o un - alla valutazione base (ad esempio il Monviso non è valutato AD ma PD (-) perchè il tratto di III è solo uno e abbastanza breve, ma se il percorso fosse costituito da tanti tratti di III in sequenza probabilmente sarebbe PD+)
Anche se non è facile da trovare, la suddetta descrizione si trova sul sito di una sezione CAI locale.
A voi pare che un percorso di difficoltà F possa avere le difficoltà di cui si parlava????
In sostanza, si torna sempre lì: si fa un uso improprio delle scale di valutazione e anche altri finiscono per adottare male, a furia di vederle utilizzate così.
Come si può considerare EE un escursione con passaggi alpinistici magari nemmeno protetti? Boh....
Escursionismo significa camminare, non arrampicare, e se anche c'è un breve tratto che richiede di arrampicare la difficoltà non può più essere considerata escursionistica....e ripeto, non me lo sto inventando io.
In certe regioni queste sono le scale di valutazione che si sono sempre utilizzate? Beh, allora non sarà mica il caso di adattarle a quella nazionale? O almeno di non trattare come un idiota chi si basa sulla classica scala CAI e dire quelle che in base alle definizioni ufficiali risultano delle vere e proprie amenità?
A parte tutto questo discorso, voi non trovate nulla di strano nel fatto per cui proprio sulla direttissima del Gran Sasso, come ho letto e sentito, ci vadano cani e porci magari quasi in pantofole perchè vedendo le relazioni pensano che "tanto è escursionistica, non ci sarà mica chissà quale differenza con la via normale che è sempre EE"?
E riprendendo il paragone con il Monviso: anche lì ci va qualcuno non preparato, ma sapendo che è una salita alpinistica ci va sicuramente meno gente e meno impreparati rispetto alla suddetta via sul Gran Sasso, sarà solo una casualità o forse il frutto di questa grande incomprensione e incompatibilità tra i differenti metri di valutazione utilizzati?
Non sarà mica il caso di specificare per bene le difficoltà e smetterla di recensire in modo superficiale e adottando scale di valutazioni del tutto personali? Perchè secondo me il problema è tutto qui.
A costo di prendermi degli insulti e di essere etichettato nuovamente come idiota che non capisce un accidente voglio davvero che se ne parli, perchè non ritengo ammissibile tutto ciò.
Voi come la vedete?
Ricordo che la questione era già emersa anche su questo stesso forum, ma io credo che ci sia veramente bisogno di parlarne.
In particolare, mi ricordo che era successo con alcuni utenti abruzzesi che ribadivano convintamente che i percorsi con passaggio di primo e secondo grado erano EE e non F, mentre altri tra cui io ribadivano che la scala di valutazione ufficiale del CAI dice altro.
Ma oggi ho avuto una discussione decisamente più assurda....
Dato che la direttissima al Corno Grande è valutata in Abruzzo EE e a quanto pare il percorso richiede di superare addirittura un passaggio di terzo grado, io ho fatto notare all'utente abruzzese che il Monviso con lo stesso livello di difficoltà apparente è valutato PD- sulle Alpi (con la scala ufficiale eh), e che nessuna salita F (figuriamoci EE) richiede di superare passaggi di terzo grado (e nemmeno di II+ perchè a quel punto la difficoltà sarebbe almeno F+ a spanne).
Ma mai l'avessi fatto: comincio a sentirmi dire che quelle che ho salito io con passaggi di I e II non sono F perchè non richiedono di superare tratti di 4° (quarto!) grado).
Vi prego, mi rivolgo agli abruzzesi: ditemi che non siete tutti così e che non adottate tutti la stessa identica e assurda scala di valutazione.
Oppure, se qualcuno la pensa allo stesso modo (dato che il suddetto utente non mi ha dato una risposta chiara) fatemi un esempio di un itinerario che può essere considerato di difficoltà alpinistica F, F+ o PD.
E ditemi se davvero questo è il metodo di valutazione che ritenete corretto in che modo valutereste il Cervino, con tratti di III e IV (credo al massimo IV+) al posto della D da tradizionale scala CAI.
Non sia mai che magari la sua difficoltà reale è F o PD--....
Spero di sbagliarmi, ma il solo fatto di aver avuto questa surreale discussione secondo me è il sintomo di un chiaro nel come vengono usate in generale le scale di valutazione in certi contesti, luoghi o da certe persone che scrivono delle relazioni valutando le difficoltà in modo totalnmente soggettivo e NON OGGETTIVO.
Cioè, una EE con 3/4 grado senza catena? Ma che veramente? A quel punto facciamo diventare EE pure la salita al Cervino....
Una EE non può avere tratti alpinistici per definizione (e a dire il vero nemmeno tratti attrezzati che richiedono un impegno oltre una certa soglia o che potrebbe richiedere l'uso del kit).
Altrimenti perché i passaggi di arrampicata di I e II grado sono definiti già come "passaggi alpinistici"? Me lo sto inventando io forse?
Figuriamoci III e IV come dice qualcuno...
Ripeto eh, non me lo sto inventando io e questa è la definizione dei gradi ALPINISTICI (non escursionistici giusto per chiarirlo ancora una volta):
F = Facile
E' la forma più semplice dell'arrampicata, bisogna già scegliere l'appoggio per i piedi; le mani utilizzano frequentemente gli appigli per mantenere l'equilibrio. Non è adatto a chi soffre di vertigini.
PD = Poco Difficile
Qui inizia l'arrampicata vera e propria, che richiede lo spostamento di un arto per volta e una corretta impostazione dei movimenti. Appigli e appoggi sono ancora numerosi.
AD = Abbastanza Difficile
La struttura rocciosa, già più ripida o addirittura verticale, offre appigli e appoggi più rari e può già richiedere l'uso della forza. Di solito i passaggi non si risolvono ancora in maniera obbligata.
D = Difficile
Appigli e appoggi divengono ancora più rari e/o esigui. Richiede una buona tecnica di arrampicata applicata alle varie strutture rocciose (camini, fessure, spigoli ecc.), come pure un certo grado di allenamento specifico.
C'è bisogno di ripassaare anche la valutazione della difficoltà dei tratti di arrampicata secondo la scala UIAA? E facciamolo pure, giusto per valutare le differenze (spoiler: l'associazione tra I/F, II/PD, III/AD e IV/D è addirittura quasi perfetta, anche se poi nella valutazione dei singoli percorsi si può tenere conto anche della lunghezza dei tratti del massimo grado presente negli stessi e di altri fattori per assegnare un + o un - alla valutazione base (ad esempio il Monviso non è valutato AD ma PD (-) perchè il tratto di III è solo uno e abbastanza breve, ma se il percorso fosse costituito da tanti tratti di III in sequenza probabilmente sarebbe PD+)
I Facile | È la forma più semplice di arrampicata, bisogna scegliere l'appoggio per i piedi e con le mani si utilizzano frequentemente appigli, ma solo per equilibrio. |
II Poco difficile | Si richiede lo spostamento di un arto per volta ed una corretta impostazione dei movimenti. Appigli ed appoggi sono abbondanti. |
III Abbastanza difficile | La struttura rocciosa è ripida o addirittura verticale, appigli ed appoggi sono meno abbondanti e può richiedere talvolta l'uso della forza. I passaggi non sono ancora obbligati. |
IV Difficile | Appigli ed appoggi son più rari e/o esigui, si richiede una buona tecnica ed un certo grado di allenamento. |
Anche se non è facile da trovare, la suddetta descrizione si trova sul sito di una sezione CAI locale.
A voi pare che un percorso di difficoltà F possa avere le difficoltà di cui si parlava????
In sostanza, si torna sempre lì: si fa un uso improprio delle scale di valutazione e anche altri finiscono per adottare male, a furia di vederle utilizzate così.
Come si può considerare EE un escursione con passaggi alpinistici magari nemmeno protetti? Boh....
Escursionismo significa camminare, non arrampicare, e se anche c'è un breve tratto che richiede di arrampicare la difficoltà non può più essere considerata escursionistica....e ripeto, non me lo sto inventando io.
In certe regioni queste sono le scale di valutazione che si sono sempre utilizzate? Beh, allora non sarà mica il caso di adattarle a quella nazionale? O almeno di non trattare come un idiota chi si basa sulla classica scala CAI e dire quelle che in base alle definizioni ufficiali risultano delle vere e proprie amenità?
A parte tutto questo discorso, voi non trovate nulla di strano nel fatto per cui proprio sulla direttissima del Gran Sasso, come ho letto e sentito, ci vadano cani e porci magari quasi in pantofole perchè vedendo le relazioni pensano che "tanto è escursionistica, non ci sarà mica chissà quale differenza con la via normale che è sempre EE"?
E riprendendo il paragone con il Monviso: anche lì ci va qualcuno non preparato, ma sapendo che è una salita alpinistica ci va sicuramente meno gente e meno impreparati rispetto alla suddetta via sul Gran Sasso, sarà solo una casualità o forse il frutto di questa grande incomprensione e incompatibilità tra i differenti metri di valutazione utilizzati?
Non sarà mica il caso di specificare per bene le difficoltà e smetterla di recensire in modo superficiale e adottando scale di valutazioni del tutto personali? Perchè secondo me il problema è tutto qui.
A costo di prendermi degli insulti e di essere etichettato nuovamente come idiota che non capisce un accidente voglio davvero che se ne parli, perchè non ritengo ammissibile tutto ciò.
Voi come la vedete?
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