Riflessioni sulla Sopravvivenza by Les Stroud

Mi sto solo divertendo .... come faccio da anni sui forum :biggrin:


Non sto criticando nessuno
Non abito in un bosco
Non me ne intendo di sopravivenza
Non ho un Buckmaster
Non sono nato a Torino
Non sono meglio di nessuno
Non sono preparato alle emergency

Non abito neanche in Canada :rofl:

Cheers .......... quel Pirla di Vin
 
M

mrsurvival

Guest
vinman ha scritto:
Non ho un Buckmaster

Passino le altre ma questa no, è! :biggrin: Non eri tu che ci rompevi il ghiaccio di 30 centimetri con la sega dietro? Se c'è una cosa che devo dire condividendo il parere dell'utente Gianluca, è che se lo becco me lo prendo subito, il Buckmaster! altrimenti prima o poi con un asta di eBay me lo porto a casa :lol:

PS: se ti stufi di quel orribile coltello mandami un MP, te lo porto via a poco prezzo per farti un favore :biggrin:
 
tornando al cuore del tema proposto,
secondo me è giusto dare risalto all'aspetto psicologico nell'affrontare le situazioni
di emergenza o surviving.
è giusto perché è l'aspetto comune e fondamentale, mentre le tecniche di sopravvivenza specifiche possono essere molto diverse a seconda dei luoghi e della situazione.

Voglio dire che se ci si ritrova sperduti e senza mezzi nello Saskatchewan l'essere capaci di trovare cibo e di costruirsi un riparo nei boschi può essere l'aspetto che salva la vita,
A ritrovarsi sperduti in italia quello che serve è non fare stupidaggini ed evitare l'assideramento se la stagione è fredda... al più può essere utile saper trovare acqua bevibile.

Tutto cambia se l'emergenza è dovuta a terremoto o altro cataclisma che interdice
la possibilità di poter contare sul supporto della tecnologia.

In tutti i casi riuscire a mantenere la calma e la capacità di analizzare la situazione
è l'aspetto più utile.
 
Parlando di una situazione di sopravvivenza secondo me per la prima cosa bisogna definire non il posto dove si trova la persona, ma il grado di comfort di quale dispone una persona.



E qui se ammetiamo per uno che si trova in una villa con aria condizionata, piscina, maggiordomo e 100 servi il grado di comfort 100%, per uno chi e da solo nel deserto senza vestiti il grado di comfort sarà intorno a 0,001%, si arriva al 0,000001 se la stessa persona e anche sotto il bombardamento!:lol:


Lei caro abitante dei boschi o di cita dove si colloca su questa scaletta ????
:)
 
Io abito ai margini del bosco, e quasi tutti i giorni esco a passeggio, sia per stare nella natura che per recuperare alcune cose che mi servono come frutti, piante commestibili o mediche. Da quando abito qua, e non è poi una zona sperduta (alta valle di susa, non certo l'Ontario), ho cambiato radicalmente il mio approccio al bosco, che prima era prettamente "sportivo" mentre ora magari cammino meno ma in maniera più consapevole, oltre a considerare l'ambiente che mi circonda "casa" e in certa misura "dispensa". Ogni tanto capita che cercando magari funghi mi ritrovi in luoghi nuovi che non conosco nei quali mi oriento seguendo le piste degli animali e con la bussola (se ho un punto noto) o in situazioni "al limite" e al di là delle conoscenze che posso avere a livello tecnico ho notato che la differenza vera la fa l'abitudine a frequentare certi luoghi che aiuta a mantenere la giusta lucidità in frangenti magari pericolosi. L'anno scorso ho vissuto assieme a qualche altro amico per circa 3 mesi nel bosco ed è stata un'esperienza oltre che bellissima anche utile per capire un sacco di cose che altrimenti non so se avrei imparato diversamente. Francamente non amo i termini survival o sopravvivenza, li trovo poco più che accezioni mediatiche, anche perché le volte che mi sono trovato nei guai è successo non perché me li andassi a cercare ma perché in natura...capita, e spero francamente che nessuno esca per boschi o in montagna cercando a tutti i costi di trovarsi in situazioni che provino la propria preparazione...personalmente lo riterrei stupido. Quello che ho letto degli stralci di Stroud sopra pubblicati mi ha fatto venire voglia di leggere il libro (ma purtroppo ho moooolti problemi con l'inglese), condivido quello che ha scritto e credo che certe affermazioni andrebbero riproposte come mantra tutte le volte che anche qui sul forum arrivano persone che dopo aver visto determinati programmi si vogliono infilare a fare i Grills di turno in giro per le fratte.
 
Io sinceramente me ne intendo poco, ma una domanda me la faccio: perchè alla parola survival devo abbinare la parola bosco quando sto al 96% in un habitat urbano, al 3% in uno montano sopra i 1800/2000 metri (e quindi senza piante) e solo all'1% un in ambito boschivo, di passaggio per collegare gli altri due?

X il mio survival è più indicato uno scenario come un

terremoto: come e dove mettersi per ripararsi, cosa fare

come uscire da un semplice ascensore bloccato: in che modo comunicare col mondo esterno senza campo e senza corrente elettrica

metropolitana ferma in galleria: gestire il panico nella e della folla ecc....

tutti sanno fare un picchetto con un ramo, ci sta per giocare, per provare i coltelli, ma poi nella realtà col survival c'entra poco o nulla.
 
tutti sanno fare un picchetto con un ramo, ci sta per giocare, per provare i coltelli, ma poi nella realtà col survival c'entra poco o nulla.

Survival non vuol dire nulla. Conoscere delle tecniche è un conto, applicarle un altro, in qualsiasi ambiente. Chi abita nei pressi di un bosco si confronta con quello, chi sta in città idem. Probabilmente, non so, a te un picchetto può non servire, ma se ti trovi a dover passare giorni nei boschi con vento e pioggia forte la qualità di quell'oggettino è più che importante, e parlo per esperienza. Capisco cosa intendi con il tuo post, ma quest'affermazione è una bella stupidaggine. Passa giorni costretto in un ambiente "difficile", poi vedrai che certe pratiche non sono solo un giochino per provare i coltelli...
 
Come ti dicevo sopra la probabilità che mi trovi in difficoltà in un bosco è assai minore che in altri luoghi.

Se ti trovi x giorni in un bosco in Italia è probabile che tu sia più interessato a rimanerci che a uscirne e come dicevi tu il "survival" inteso come gestione di un'emergenza è un'altra cosa.
 
Nel libro, l'ultimo capitolo si intitola "Quando il disastro colpisce la tua casa". Non lo ho ancora letto, ma espone come trovare le risorse in un ambito urbano:

riparo
cibo
acqua
fuoco
orientamento e navigazione

Non l'ho ancora letto, ma sembra un capitolo un po' striminzito. Ma c'è.
 
HUMOR ALERT.

Reputo errato pensare che la sopravvivenza (o meglio, emergenza) sia un' americanata


eh no eh? Adesso protesto!!

Ma certo che E' una Americanata!!

Noi qui ci scervelliamo giorno e notte per separare i preppers da i loro soldi con le trovate piu' inverosimili e ADESSO NON CI DATE NEANCHE IL MERITO??? Non e' giusto!

Gurda questo genio, per esempio: Ti manda una scatola di materiale da sopravivenza ogni due mesi, solo che non ti dice cosa ti manda, ma parla di "Articoli artigianali fatti a mano" e ti cava $58.95 ogni volta dalla carta di credito!! :si::si::si:

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http://www.myapocabox.com/

Ma dove lo trovate uno cosi' se non in America! In Canada? Ma daiii...

:biggrin::lol::biggrin::lol::biggrin:

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Come ti dicevo sopra la probabilità che mi trovi in difficoltà in un bosco è assai minore che in altri luoghi.

Appunto dicevo che ognuno si rapporta coi i luoghi dove si trova, mi ha dato solo fastidio che certe tecniche vengano bollate come bambinate, ad esempio un buon picchetto, come un nodo fatto bene, mi hanno aiutato ad ancorare il tarp durante i temporali, ecc..., poi capisco che la maggior parte degli individui vive in città e con quella si confronterebbe in caso di emergenza. Per il resto disperdersi nei boschi in Italia è difficile, se ci passo dei giorni è per piacere o perché magari mi sono attardato nella ricerca di erbe o simili, però appunto se capita sono capace di passare una o più notti tranquillo, quindi fuoco, riparo, qualcosa da mangiare, acqua e sua sanificazione. In città non so se sarei in grado, forsr si per quanto riguarda alcune tecniche, per il resto non saprei. Riguardo al libro di cui parlavamo è ovvio che chi vive nel bosco se decide di scrivere un libro di vita in quel luogo si rapporerà con la sua esperienza e descriverà quelle che sono le tecniche più utili, secondo lui, in un determinato spazio fisico.
 
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