Io abito ai margini del bosco, e quasi tutti i giorni esco a passeggio, sia per stare nella natura che per recuperare alcune cose che mi servono come frutti, piante commestibili o mediche. Da quando abito qua, e non è poi una zona sperduta (alta valle di susa, non certo l'Ontario), ho cambiato radicalmente il mio approccio al bosco, che prima era prettamente "sportivo" mentre ora magari cammino meno ma in maniera più consapevole, oltre a considerare l'ambiente che mi circonda "casa" e in certa misura "dispensa". Ogni tanto capita che cercando magari funghi mi ritrovi in luoghi nuovi che non conosco nei quali mi oriento seguendo le piste degli animali e con la bussola (se ho un punto noto) o in situazioni "al limite" e al di là delle conoscenze che posso avere a livello tecnico ho notato che la differenza vera la fa l'abitudine a frequentare certi luoghi che aiuta a mantenere la giusta lucidità in frangenti magari pericolosi. L'anno scorso ho vissuto assieme a qualche altro amico per circa 3 mesi nel bosco ed è stata un'esperienza oltre che bellissima anche utile per capire un sacco di cose che altrimenti non so se avrei imparato diversamente. Francamente non amo i termini survival o sopravvivenza, li trovo poco più che accezioni mediatiche, anche perché le volte che mi sono trovato nei guai è successo non perché me li andassi a cercare ma perché in natura...capita, e spero francamente che nessuno esca per boschi o in montagna cercando a tutti i costi di trovarsi in situazioni che provino la propria preparazione...personalmente lo riterrei stupido. Quello che ho letto degli stralci di Stroud sopra pubblicati mi ha fatto venire voglia di leggere il libro (ma purtroppo ho moooolti problemi con l'inglese), condivido quello che ha scritto e credo che certe affermazioni andrebbero riproposte come mantra tutte le volte che anche qui sul forum arrivano persone che dopo aver visto determinati programmi si vogliono infilare a fare i Grills di turno in giro per le fratte.