- Parchi della Valle d'Aosta
-
- Massiccio del Monte Bianco
Data: 6/4/2014
Località di partenza: Courmayeur
Località di arrivo: Courmayeur
Tempo di percorrenza: 2 ore
Chilometri: pochi
Grado di difficoltà: E
Dislivello in salita: 800 m
Quota massima: 2000 m circa
Dopo più di un mese dal mio trasferimento in Val d'Aosta, eccomi a raccontare la prima escursione fatta quassù
La salita al Rif. Giorgio Bertone, a quasi 2000 m di quota sopra Courmayeur, è quanto di più classico e forse scontato si possa scegliere tra le varie escursioni di questa parte di Val d'Aosta. Per quanto mi riguarda però, questa "passeggiata" rappresenta proprio ciò di cui ho bisogno per inaugurare la mia stagione escursionistica valdostana, nonché le mie nuove scarpe da trail: breve ed impegnativa quanto basta; esposta a sud e dunque sgombra dalla neve ancora ovunque abbondante; estremamente panoramica ed appagante.
Parto da Courmayeur a mezzogiorno e mezza di domenica 6 aprile, decisamente tardi. Così facendo però so che al rifugio troverò ben poche persone e che sarò praticamente solo a godermi lo spettacolo del M. Bianco.
Ecco il centro di Courmayeur, località adagiata sulla sinistra orografica della valle. Nella parte sinistra della foto si intuisce la Val Sapin, che culmina con la Testa Bernarda, 2533 m, e la Tête de la Tronche, 2581 m, anch'esse ben visibili, ricoperte di neve. Per andare al Rif. Bertone, inizialmente si segue il fondo della Val Sapin lungo una carrareccia ma dopo poco si incontra il bivio per il Rif. Bertone, appunto, con il sentiero che sale a sinistra.
Si attraversa il torrente che incide la Va Sapin, colmo di acqua a causa del disgelo precoce (è un periodo molto caldo, questo tra fine marzo ed inizio aprile).
Dopo una ventina di minuti di comoda passeggiata dal centro, ecco il bivio per il rif. Bertone. La carrareccia invece prosegue sul fondovalle, dando il via ad altri bei percorsi, tutti da scoprire
Rapidamente si guadagna quota. Il percorso è ripido e sale con strette serpentine sul versante sud del Mont de la Saxe. Il bosco rado lascia ampi spiragli per godere del panorama verso sud. Courmayeur dall'alto.
Scatto verso sud-ovest: a sinistra abbiamo il M. Crammont, 2730 m, che offre a noi il suo versante settentrionale, ben innevato e dirupato; al centro della foto, in lontananza, il M. Berrio Blanc, 3247 m, oltre cui si entra nel territorio di La Thuile; sulla destra la sagoma nera e scoscesa del M. Chétif, 2343 m, autentica sentinella della conca di Courmayeur.
Altro scatto, sempre nella medesima direzione.
Quando finalmente ci si avvicina alla meta, ecco comparire la cima del M. Bianco in tutta la sua imponenza. Finora era rimasta nascosta alla vista perché il Massiccio del Bianco si estende dall'altra parte del Mont de la Saxe, che si sale per arrivare al Bertone.
Il Praz de la Saxe, a circa 2000 m di quota, un insieme di baite tra cui c'è anche la struttura del Bertone. La sua posizione è felice, esposto a sud proprio nel punto in cui dove il Mont de la Saxe addolcisce le sue pendenze e prosegue verso l'ampia cresta sommitale con placidi pendii erbosi.
Ecco il rifugio vero e proprio. La struttura è ancora chiusa e c'è ancora un po' di neve.
Una grondaia funge da scolo alle acque di fusione di un tetto.
Sono circa le due e un quarto e come previsto quassù non trovo che due-tre persone. La maggioranza della gente l'ho incontrata lungo la salita, mentre essi scendevano.
Due panini per pranzo e poi decido di salire ancora un po', finché la neve al suolo ed il tempo me lo consentono. L'obbiettivo è quello di raggiungere alcuni paravalanghe a monte del rifugio, dove il panorama si apre ancor di più verso nord-ovest, ovvero verso la Catena del Bianco.
Ecco il Praz de la Saxe con il Rif. Bertone visto da sopra e in basso nella valle, l'abitato di Courmayeur. All'estrema sinistra spunta aguzza la Grand Assaly, 3174 m, nel Gruppo del Rutor, montagna simbolo di La Thuile.
Finalmente raggiungo un punto a circa 2100 m di quota che reputo idoneo ai miei scopi, puramente contemplativi. Dunque mi fermo e mi guardo intorno: l'occhio non sa dove andare a posarsi di fronte a tanta bellezza! La giornata è eccezionale dal punto di vista meteorologico.
Di nuovo il M. Chétif, stavolta affiancato dal M. Bianco con il suo roccioso versante meridionale. Ai suoi piedi corre il solco profondo della Val Veny che, unendosi alla Val Ferret in corrispondenza di Entrèves, origina di fatto la Valle d'Aosta.
Dettaglio della cima del M. Chétif. Si intravede la grossa statua dedicata alla Madonna posta pressappoco sulla sommità. Sullo sfondo svettano l'Aiguille des Glaciers, 3801 m, e sull'estrema destra le Aiguilles de Tré-la-Tête, 3920 m, entrambe alla testata della Val Veny.
La cima del M. Bianco, 4810 m, cui converge da sud l'affilata e difficile cresta di Peuterey. Una nube nasconde la cima dell'Aiguille Noire de Peuterey, 3773 m, piramide slanciata e cima tra le più eleganti delle Alpi. Compaiono invece le Aiguilles Blanches de Peuterey, 4111 m, con la caratteristica vetta innevata. Questo settore del Massiccio accoglie l'enorme e tormentata colata di ghiaccio della Brenva, ghiacciaio tra i più importanti del versante italiano del Bianco. Dal fronte, che arriva sul bordo di un precipizio, i seracchi crollano frequentemente e in modo improvviso verso il basso, con boati spaventosi che riempiono la valle.
Ancora la cima del Bianco con la Cresta di Peuterey, avvolta dalla tipica nube "a bandiera".
In mezzo alle nubi trova spazio il Dente del Gigante, 4014 m, elegante mole rocciosa visibile anche dal paese di Courmayeur.
Panoramica di buona parte del Massiccio del M. Bianco, versante italiano. Manca il settore più nord-orientale (M. Dolent e testata della Val Ferret) perché nascosto dal pendio del Mont de la Saxe. Il sottogruppo più a destra è quello de Les Grandes Jorasses, culminanti con la Cima Walker, 4208 m. Su queste pareti (e su quelle del versante francese) si è scritta la storia dell'alpinismo.
L'ineccepibile segnaletica dei sentieri valdostani.
Si fa tardi e decido di ripiegare. Il rientro a Courmayeur è un'unica planata verso il basso e in un'oretta si è al paese. Gli ultimi scatti sono per un croco neonato ed un'ara lungo il sentiero, su cui c'è una scritta credo in lingua patois, per me incomprensibile.
La prima delle escursioni in Vallée è andata, meglio non si poteva
Ho in programma una lista pressoché infinita di percorsi, spero di riuscirne a fare almeno il 30% nei prossimi mesi, sarebbe già un bel successo
Ciao
Località di partenza: Courmayeur
Località di arrivo: Courmayeur
Tempo di percorrenza: 2 ore
Chilometri: pochi
Grado di difficoltà: E
Dislivello in salita: 800 m
Quota massima: 2000 m circa
Dopo più di un mese dal mio trasferimento in Val d'Aosta, eccomi a raccontare la prima escursione fatta quassù
La salita al Rif. Giorgio Bertone, a quasi 2000 m di quota sopra Courmayeur, è quanto di più classico e forse scontato si possa scegliere tra le varie escursioni di questa parte di Val d'Aosta. Per quanto mi riguarda però, questa "passeggiata" rappresenta proprio ciò di cui ho bisogno per inaugurare la mia stagione escursionistica valdostana, nonché le mie nuove scarpe da trail: breve ed impegnativa quanto basta; esposta a sud e dunque sgombra dalla neve ancora ovunque abbondante; estremamente panoramica ed appagante.
Parto da Courmayeur a mezzogiorno e mezza di domenica 6 aprile, decisamente tardi. Così facendo però so che al rifugio troverò ben poche persone e che sarò praticamente solo a godermi lo spettacolo del M. Bianco.
Ecco il centro di Courmayeur, località adagiata sulla sinistra orografica della valle. Nella parte sinistra della foto si intuisce la Val Sapin, che culmina con la Testa Bernarda, 2533 m, e la Tête de la Tronche, 2581 m, anch'esse ben visibili, ricoperte di neve. Per andare al Rif. Bertone, inizialmente si segue il fondo della Val Sapin lungo una carrareccia ma dopo poco si incontra il bivio per il Rif. Bertone, appunto, con il sentiero che sale a sinistra.
Si attraversa il torrente che incide la Va Sapin, colmo di acqua a causa del disgelo precoce (è un periodo molto caldo, questo tra fine marzo ed inizio aprile).
Dopo una ventina di minuti di comoda passeggiata dal centro, ecco il bivio per il rif. Bertone. La carrareccia invece prosegue sul fondovalle, dando il via ad altri bei percorsi, tutti da scoprire
Rapidamente si guadagna quota. Il percorso è ripido e sale con strette serpentine sul versante sud del Mont de la Saxe. Il bosco rado lascia ampi spiragli per godere del panorama verso sud. Courmayeur dall'alto.
Scatto verso sud-ovest: a sinistra abbiamo il M. Crammont, 2730 m, che offre a noi il suo versante settentrionale, ben innevato e dirupato; al centro della foto, in lontananza, il M. Berrio Blanc, 3247 m, oltre cui si entra nel territorio di La Thuile; sulla destra la sagoma nera e scoscesa del M. Chétif, 2343 m, autentica sentinella della conca di Courmayeur.
Altro scatto, sempre nella medesima direzione.
Quando finalmente ci si avvicina alla meta, ecco comparire la cima del M. Bianco in tutta la sua imponenza. Finora era rimasta nascosta alla vista perché il Massiccio del Bianco si estende dall'altra parte del Mont de la Saxe, che si sale per arrivare al Bertone.
Il Praz de la Saxe, a circa 2000 m di quota, un insieme di baite tra cui c'è anche la struttura del Bertone. La sua posizione è felice, esposto a sud proprio nel punto in cui dove il Mont de la Saxe addolcisce le sue pendenze e prosegue verso l'ampia cresta sommitale con placidi pendii erbosi.
Ecco il rifugio vero e proprio. La struttura è ancora chiusa e c'è ancora un po' di neve.
Una grondaia funge da scolo alle acque di fusione di un tetto.
Sono circa le due e un quarto e come previsto quassù non trovo che due-tre persone. La maggioranza della gente l'ho incontrata lungo la salita, mentre essi scendevano.
Due panini per pranzo e poi decido di salire ancora un po', finché la neve al suolo ed il tempo me lo consentono. L'obbiettivo è quello di raggiungere alcuni paravalanghe a monte del rifugio, dove il panorama si apre ancor di più verso nord-ovest, ovvero verso la Catena del Bianco.
Ecco il Praz de la Saxe con il Rif. Bertone visto da sopra e in basso nella valle, l'abitato di Courmayeur. All'estrema sinistra spunta aguzza la Grand Assaly, 3174 m, nel Gruppo del Rutor, montagna simbolo di La Thuile.
Finalmente raggiungo un punto a circa 2100 m di quota che reputo idoneo ai miei scopi, puramente contemplativi. Dunque mi fermo e mi guardo intorno: l'occhio non sa dove andare a posarsi di fronte a tanta bellezza! La giornata è eccezionale dal punto di vista meteorologico.
Di nuovo il M. Chétif, stavolta affiancato dal M. Bianco con il suo roccioso versante meridionale. Ai suoi piedi corre il solco profondo della Val Veny che, unendosi alla Val Ferret in corrispondenza di Entrèves, origina di fatto la Valle d'Aosta.
Dettaglio della cima del M. Chétif. Si intravede la grossa statua dedicata alla Madonna posta pressappoco sulla sommità. Sullo sfondo svettano l'Aiguille des Glaciers, 3801 m, e sull'estrema destra le Aiguilles de Tré-la-Tête, 3920 m, entrambe alla testata della Val Veny.
La cima del M. Bianco, 4810 m, cui converge da sud l'affilata e difficile cresta di Peuterey. Una nube nasconde la cima dell'Aiguille Noire de Peuterey, 3773 m, piramide slanciata e cima tra le più eleganti delle Alpi. Compaiono invece le Aiguilles Blanches de Peuterey, 4111 m, con la caratteristica vetta innevata. Questo settore del Massiccio accoglie l'enorme e tormentata colata di ghiaccio della Brenva, ghiacciaio tra i più importanti del versante italiano del Bianco. Dal fronte, che arriva sul bordo di un precipizio, i seracchi crollano frequentemente e in modo improvviso verso il basso, con boati spaventosi che riempiono la valle.
Ancora la cima del Bianco con la Cresta di Peuterey, avvolta dalla tipica nube "a bandiera".
In mezzo alle nubi trova spazio il Dente del Gigante, 4014 m, elegante mole rocciosa visibile anche dal paese di Courmayeur.
Panoramica di buona parte del Massiccio del M. Bianco, versante italiano. Manca il settore più nord-orientale (M. Dolent e testata della Val Ferret) perché nascosto dal pendio del Mont de la Saxe. Il sottogruppo più a destra è quello de Les Grandes Jorasses, culminanti con la Cima Walker, 4208 m. Su queste pareti (e su quelle del versante francese) si è scritta la storia dell'alpinismo.
L'ineccepibile segnaletica dei sentieri valdostani.
Si fa tardi e decido di ripiegare. Il rientro a Courmayeur è un'unica planata verso il basso e in un'oretta si è al paese. Gli ultimi scatti sono per un croco neonato ed un'ara lungo il sentiero, su cui c'è una scritta credo in lingua patois, per me incomprensibile.
La prima delle escursioni in Vallée è andata, meglio non si poteva
Ho in programma una lista pressoché infinita di percorsi, spero di riuscirne a fare almeno il 30% nei prossimi mesi, sarebbe già un bel successo
Ciao
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