Ritorno alle origini, dalla città alla campagna: pazzia?

Ciao a tutti/e,

sono nuovo in questo forum, che ho trovato cercando risposte al mio pensiero fisso: il cambio vita. Vorrei darvi un po' di contesto per poi chiedervi opinioni, consigli e quant'altro possa aiutarmi a prendere una decisione ben ponderata.

Sono un marchigiano di 34 anni e nel 2018 ho deciso di accettare un'offerta lavorativa a Bologna, dove vivo da allora. Nel 2021 ho acquistato un appartamento su cui pago un mutuo (ho avuto la gran fortuna di beccare il periodo dei tassi al minimo storico!). Da 4 anni ho un compagno di 40, anche lui delle mie parti, che dopo aver perso lavoro durante la crisi del Covid, ha scelto di raggiungermi a Bologna, dove ha trovato lavoro.
Ma veniamo al sodo. Siamo entrambi amanti della natura, la vita di città non ci soddisfa appieno e soprattutto vediamo il nostro futuro non qui a Bologna, ma nei nostri luoghi d'origine, infatti torniamo "a casa", dalle nostre famiglie, 1 o 2 volte al mese (con gli ovvi costi di spostamento che ne conseguono). Inoltre, io mi sono completamente innamorato del borgo di origine del mio compagno, della sua piccola comunità, delle amicizie che si sono create in questi anni, della natura rigogliosa da cui è circondato, senza per forza rinunciare a tutto il resto (in mezz'ora si arriva a Gubbio, al mare di Fano e, non da ultimo, a casa dei miei).
Abbiamo anche adocchiato una casa da sogno, che al momento non è in vendita ma potrebbe diventarlo relativamente presto. E se non sarà quella, ci sono comunque altre soluzioni che possiamo valutare all'interno del borgo.

Insomma, le intenzioni di cambiare ci sono tutte e nel frattempo ho messo in atto il mio "piano d'azione". Infatti, alla fine del 2023 ho lasciato il mio lavoro d'ufficio, che ormai stavo odiando, e ho deciso di aprire partita IVA per fare un lavoro che mi piace molto di più, ma soprattutto un lavoro che posso fare ovunque ci sia una connessione Internet, pur con tutte le incertezze della libera professione.
Discorso diverso per il mio compagno, che invece lavora in un magazzino e quindi si troverebbe a dover cercare un altro impiego in una zona non particolarmente florida dal punto di vista delle opportunità lavorative.

Facendo un bilancio dei pro e dei contro rispetto a questo cambio vita, sento che i pro siano predominanti (o forse me ne voglio convincere):

PROCONTRO
Contatto con la natura, aria pulita, poco trafficoOpportunità lavorative
Possibilità di avere più spazio (casa, giardino)Servizi più carenti
Famiglia più vicina (i nostri genitori stanno diventando grandicelli)E se va male? Più difficile tornare indietro
Senso di comunità, amicizie
Costo della vita più basso

Oltre a tutto questo, dovrò anche valutare che cosa fare dell'appartamento di mia proprietà. Sono disposto a venderlo, visto che ha acquisito valore e potrebbe fruttarmi una liquidità immediata di circa 70-80 mila euro che potrei investire nel nuovo progetto immobiliare. Ma i miei mi dicono che è una pazzia, perché se va male (magari il lavoro non va, la mia relazione può finire, ecc. ecc.) non potrò più tornare indietro, quindi piuttosto dovrei mettere l'appartamento in affitto per avere un reddito passivo (anche se limitato, considerando il mutuo da coprire, IMU, tasse e le varie spese di manutenzione necessarie nel tempo).

In conclusione, sto cercando di valutare tutti i fattori. Tutti i "se" e tutti i "ma". Se dovessi seguire le regole e le aspettative imposte dalla società, dovrei starmene qui in città, sfruttarne tutte le opportunità e magari comprami la casa di campagna per la vecchiaia. Ma io non ho nessuna voglia di aspettare, anche perché chissà se ci arriverò alla vecchiaia :help: e non voglio di certo guardarmi alle spalle e avere il rimpianto di non aver seguito il mio istinto.

Scusate per questo papiro, ma volevo mettere in campo tutte le variabili possibili. Ora chiedo a voi… che cosa fareste al posto mio? O che cosa NON fareste? Ci sono altri fattori che mi sto dimenticando? Avete esperienze simili?

Grazie!
Stefano
 
Sull’appartamento senti un commercialista, se con l’affitto che prenderai copri mutuo, imu e costi vari, io lo terrei come dicono i tuoi. Ce la fate con i vostri lavori, se non fate vita mondana o decidete di adottare 4 figli.
 
Ultima modifica:
Consigli, valutazioni o pareri strettamente finanziari/economici non sono assolutamente in grado di darne. Premesso questo:
  • fra le incertezze della libera professione e quelle del contratto "a tempo indeterminato" nel medio/lungo termine c'e' sempre meno differenza. Ormai "indeterminato" ha di nuovo il suo significato originario, cioe' "puo' durare trent'anni come tre"
  • alla casa anzi no: alla vita nel piccolo borgo "per la vecchiaia" potrebbe essere molto piu' difficile adattarsi se, appunto, ci si va solo dopo la pensione. Esempio cretino, magari assolutamente inutile nel vostro caso: se hai campato fino a 65 anni al quinto piano con l'ascensore, ritirarti a 65 anni nel paesello in cui abiti al secondo piano ma senza ascensore e' molto piu' duro che se lo avessi fatto a 35
  • il vostro sogno con tutti i rischi che hai scritto e sicuramente anche altri pare comunque 100 volte piu' concreto e su basi solide di quelli che ogni tanto appaiono di volersi ritirare completamente dalla societa', fare l'eremita felice e solitario in mezzo ai boschi eccetera
 
io ho mollato la città nel 2005 ,ho trovato una casa singola dove c'è da salire solo un piano di scale,bene o male c'è lavoro in zona se non fai troppo lo schizzinoso .

Personalmente per la città solo teratoni.
 
Mah c’è il tipo fighetto da città e il cinghialone come me legato alla terra e alla natura. È la mia indole, non sono né meglio né peggio di altri.
 
Ciao, premetto che il vostro progetto lo trovo entusiasmante, non tanto per il tipo di scelta che state meditando (che come ti hanno già detto il forum è un po’ di parte :dent4:) ma per l’entusiasmo che hai trasmesso nello scrivere.
Il pensiero che avete fatto l’ho fatto anch’io seppur non realizzandolo. Sta di fatto che un obiettivo per me fondamentale era il poter fare un lavoro che puoi svolgere ovunque: non è solo una questione di libertà in senso largo ma anche un’ottimizzazione delle possibilità (vuoi mettere vivere in un paese estero tipo Marocco , Thailandia, ecc con uno stipendio italiano?). Be, tu dici che ci sei già riuscito, molto bene!
Hai fatto un elenco dei pro e contro, lo rispetto, è il tuo progetto.
Trovo evidente che un argomento molto pesante per la scelta è rappresentato dall’economia: vendo o affitto? E se compro e va male? Meno opportunità di lavoro….
Ti suggerisco: anziché fare due elenchi pesa i contro e chiediti se sei disposto a rinunciare a ciò che rappresentano a vantaggio dei pro.
Io per me ho la risposta ma la vita è la vostra e solo voi potete sapere cosa e come fare. Se poi andrà male? Pazienza, prendiamo decine di decisioni quotidianamente senza avere la certezza dell’attimo dopo.
Fate una scelta CONSAPEVOLE e potrete sempre vivere a testa alta comunque vadano le cose :si:
 
Fra i contro io vi aggiungerei:
  • Supporto medico, magari oggi non vedi un medico da anni, hai una salute da toro e salti i fossi per il lungo, ma un domani potresti averne bisogno e, senza voler portar sfiga, se è una necessita programmata, amen, uno, al limite, parte due ore prima, per assurdo, ma se si hanno necessità "urgenti" o se si comincia ad avere necessità periodiche o specialistiche, vivere in un borgo non è come vivere a Bologna.
  • Prole, se un giorno ci sarà una prole vivere a Bologna non è come vivere in un borgo, sotto molti aspetti, non tutti necessariamente negativi.
Detto questo, per un qualcosa che non sia più di un "pour parler" seriverebbero altre informazioni ma non credo che sia questo il luogo e soprattutto siamo in un mondo virtuale ed è difficile valutare chi c'è dietro la tastiera (compreso il sottoscritto).

Ora, se io fossi in te, inizialmente, mi metterei nella condizione di poter ritornare sui propri passi, per tanto, affitterei l'appartamento di Bologna, ammobiliato, per un anno, è il minimo possibile, con un canone che copra il mutuo, se ciò non è possibile, vuoi perché non è il momento giusto o perché semplicemente non è realisticamente possibile, rimetterei in dubbio se proseguire ora o aspettare tempi migliori, questo per avere la possibilità di ritornare sui propri passi nel caso in cui uno scoprisse che vivere in un borgo è bello in vacanza ma non 365 giorni all'anno.

Una volta affittato l'appartamento di Bologna cercherei in affitto un locale nella zona di tuo interesse il cui affitto sia compatibile con il calo del costo della vita e considerando i risparmi derivanti dai costi inferiori per andare a trovare i propri cari.

La tassa IMU, sulla prima casa, non la paghi e su quella in affitto è a carico del proprietario (che ovviamente la preleva dall'affitto ma quelli sono cavoli suoi).

Tassa immondizia la paga chi ci vive, per cui non a Bologna ma nella nuova abitazione e dubito che quella "nuova" sia più alta, per tanto se uno riesce a pagarla in città la può pagare anche in un borgo.

Eventuali spese di "condominio" saranno a carico del locatario e credo che, nel borgo, siano estremamente più basse se non zero, il che è un ulteriore aiuto a pagare l'affitto.

Il tuo lavoro lo puoi fare, come hai detto tu, ovunque il che vuol dire che, nel borgo, esista una copertura internet adeguata, e questo lo puoi sapere solo tu.

Rimane la posizione del tuo compagno, a livello lavorativo, e questo solo voi potete fare le considerazioni del caso. Ritengo che, a prescindere dall'ovvio apporto economico, sia fondamentale, trovare un nuovo lavoro, anche in virtù dell'aspetto emotivo. In assenza di questa possibilità, io, rimanderei a tempi migliori, come valuterei le possibilità di trovare un nuovo lavoro a Bologna, se è stato molto difficile la prima volta, bhè, ci penserei sù se fare questo passo.

Se tutti i "se" di cui sopra fossero possibili questo mi permetterebbe di valutare meglio, dopo un periodo di almeno un anno, se proseguire, vendendo l'immobile di Bologna, e trasferirmi definitivamente.

Ribadisco il mio è solo un "pour parler", nulla di più, e ciò che per me è necessario per altri potrebbe essere tranquillamente rinunciabile.

Sino ad una trentina di anni fa vivevo in un paesino vicino a Torino, il paesino aveva 50.000 abitanti, per poi passare in piena campagna con la prima casa a poco meno di un km., a volte rimpiango la città, internet fa pena, hai bisogno di qualcosa devi prendere la macchina, il primo paese è a 4/5 km ma è un paesino, la città ci vuole un quarto d'ora di macchina, scuole in città, se nevica sei l'ultimo a cui tolgono la neve dalla strada, ect ect, e, fortunatamente, molte volte non rimpiango la città.

Ciao :si:, Gianluca
 
Ultima modifica:
Consigli, valutazioni o pareri strettamente finanziari/economici non sono assolutamente in grado di darne. Premesso questo:
  • fra le incertezze della libera professione e quelle del contratto "a tempo indeterminato" nel medio/lungo termine c'e' sempre meno differenza. Ormai "indeterminato" ha di nuovo il suo significato originario, cioe' "puo' durare trent'anni come tre"
  • alla casa anzi no: alla vita nel piccolo borgo "per la vecchiaia" potrebbe essere molto piu' difficile adattarsi se, appunto, ci si va solo dopo la pensione. Esempio cretino, magari assolutamente inutile nel vostro caso: se hai campato fino a 65 anni al quinto piano con l'ascensore, ritirarti a 65 anni nel paesello in cui abiti al secondo piano ma senza ascensore e' molto piu' duro che se lo avessi fatto a 35
  • il vostro sogno con tutti i rischi che hai scritto e sicuramente anche altri pare comunque 100 volte piu' concreto e su basi solide di quelli che ogni tanto appaiono di volersi ritirare completamente dalla societa', fare l'eremita felice e solitario in mezzo ai boschi eccetera
Grazie per il tuo contributo, Marco. In effetti a livello lavorativo non si può avere mai alcuna certezza di questi tempi.
Sul secondo punto, ti dico solo che viviamo al terzo piano senza ascensore e a volte ci preoccupa il fatto che "da vecchi" non riusciremo più a farli :biggrin:
Sull'ultimo punto, sicuramente non ci buttiamo nel vuoto. Andremmo verso una situazione ben nota, circondati da persone che ci supportano... Insomma nessuna scelta da eremiti.
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Ciao, premetto che il vostro progetto lo trovo entusiasmante, non tanto per il tipo di scelta che state meditando (che come ti hanno già detto il forum è un po’ di parte :dent4:) ma per l’entusiasmo che hai trasmesso nello scrivere.
Il pensiero che avete fatto l’ho fatto anch’io seppur non realizzandolo. Sta di fatto che un obiettivo per me fondamentale era il poter fare un lavoro che puoi svolgere ovunque: non è solo una questione di libertà in senso largo ma anche un’ottimizzazione delle possibilità (vuoi mettere vivere in un paese estero tipo Marocco , Thailandia, ecc con uno stipendio italiano?). Be, tu dici che ci sei già riuscito, molto bene!
Hai fatto un elenco dei pro e contro, lo rispetto, è il tuo progetto.
Trovo evidente che un argomento molto pesante per la scelta è rappresentato dall’economia: vendo o affitto? E se compro e va male? Meno opportunità di lavoro….
Ti suggerisco: anziché fare due elenchi pesa i contro e chiediti se sei disposto a rinunciare a ciò che rappresentano a vantaggio dei pro.
Io per me ho la risposta ma la vita è la vostra e solo voi potete sapere cosa e come fare. Se poi andrà male? Pazienza, prendiamo decine di decisioni quotidianamente senza avere la certezza dell’attimo dopo.
Fate una scelta CONSAPEVOLE e potrete sempre vivere a testa alta comunque vadano le cose :si:
Mi fa piacere che le mie parole trasudino entusiasmo... direi quasi smania, per come mi sento a volte!
Posso chiederti come mai non sei riuscito a realizzare il tuo sogno? Vincoli lavorativi?
Grazie comunque per i consigli!
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Fra i contro io vi aggiungerei:
  • Supporto medico, magari oggi non vedi un medico da anni, hai una salute da toro e salti i fossi per il lungo, ma un domani potresti averne bisogno e, senza voler portar sfiga, se è una necessita programmata, amen, uno, al limite, parte due ore prima, per assurdo, ma se si hanno necessità "urgenti" o se si comincia ad avere necessità periodiche o specialistiche, vivere in un borgo non è come vivere a Bologna.
  • Prole, se un giorno ci sarà una prole vivere a Bologna non è come vivere in un borgo, sotto molti aspetti, non tutti necessariamente negativi.
Detto questo, per un qualcosa che non sia più di un "pour parler" seriverebbero altre informazioni ma non credo che sia questo il luogo e soprattutto siamo in un mondo virtuale ed è difficile valutare chi c'è dietro la tastiera (compreso il sottoscritto).

Ora, se io fossi in te, inizialmente, mi metterei nella condizione di poter ritornare sui propri passi, per tanto, affitterei l'appartamento di Bologna, ammobiliato, per un anno, è il minimo possibile, con un canone che copra il mutuo, se ciò non è possibile, vuoi perché non è il momento giusto o perché semplicemente non è realisticamente possibile, rimetterei in dubbio se proseguire ora o aspettare tempi migliori, questo per avere la possibilità di ritornare sui propri passi nel caso in cui uno scoprisse che vivere in un borgo è bello in vacanza ma non 365 giorni all'anno.

Una volta affittato l'appartamento di Bologna cercherei in affitto un locale nella zona di tuo interesse il cui affitto sia compatibile con il calo del costo della vita e considerando i risparmi derivanti dai costi inferiori per andare a trovare i propri cari.

La tassa IMU, sulla prima casa, non la paghi e su quella in affitto è a carico del proprietario (che ovviamente la preleva dall'affitto ma quelli sono cavoli suoi).

Tassa immondizia la paga chi ci vive, per cui non a Bologna ma nella nuova abitazione e dubito che quella "nuova" sia più alta, per tanto se uno riesce a pagarla in città la può pagare anche in un borgo.

Eventuali spese di "condominio" saranno a carico del locatario e credo che, nel borgo, siano estremamente più basse se non zero, il che è un ulteriore aiuto a pagare l'affitto.

Il tuo lavoro lo puoi fare, come hai detto tu, ovunque il che vuol dire che, nel borgo, esista una copertura internet adeguata, e questo lo puoi sapere solo tu.

Rimane la posizione del tuo compagno, a livello lavorativo, e questo solo voi potete fare le considerazioni del caso. Ritengo che, a prescindere dall'ovvio apporto economico, sia fondamentale, trovare un nuovo lavoro, anche in virtù dell'aspetto emotivo. In assenza di questa possibilità, io, rimanderei a tempi migliori, come valuterei le possibilità di trovare un nuovo lavoro a Bologna, se è stato molto difficile la prima volta, bhè, ci penserei sù se fare questo passo.

Se tutti i "se" di cui sopra fossero possibili questo mi permetterebbe di valutare meglio, dopo un periodo di almeno un anno, se proseguire, vendendo l'immobile di Bologna, e trasferirmi definitivamente.

Ribadisco il mio è solo un "pour parler", nulla di più, e ciò che per me è necessario per altri potrebbe essere tranquillamente rinunciabile.

Sino ad una trentina di anni fa vivevo in un paesino vicino a Torino, il paesino aveva 50.000 abitanti, per poi passare in piena campagna con la prima casa a poco meno di un km., a volte rimpiango la città, internet fa pena, hai bisogno di qualcosa devi prendere la macchina, il primo paese è a 4/5 km ma è un paesino, la città ci vuole un quarto d'ora di macchina, scuole in città, se nevica sei l'ultimo a cui tolgono la neve dalla strada, ect ect, e, fortunatamente, molte volte non rimpiango la città.

Ciao :si:, Gianluca
Tutte considerazioni molto valide, ti ringrazio.
Andando per punti, il supporto medico è vero che a Bologna è sicuramente migliore (viviamo a qualche centinaio di metri da uno dei principali ospedali), ma è anche vero che per fare una visita specialistica fai in tempo a morire anche qua se non vai da un privato.

Per il discorso prole, c'è poco da dire, non abbiamo figli e neanche ne avremo, e mi rendo conto che questo è già una bella responsabilità in meno da considerare in questo progetto.

La tua considerazione di mettere prima in affitto l'appartamento e poi vedere come va, ha molto senso. Potenzialmente, vorrei lasciarlo in affitto, perché una volta finito di pagare il mutuo, mi frutterebbe comunque una sorta di pensione integrativa, che non fa di certo male per gente della mia età che la pensione se la sognerà.
Tutto sta nel capire se avremo i fondi sufficienti per (magari non subito, ma un giorno...) acquistare la nostra casa dei sogni. Se così non fosse, sicuramente la vendita mi darebbe molto più spazio di manovra, ma come ben dici, non mi lascerebbe più l'opzione di tornare sui miei passi.

Credo comunque che il punto più dolente sia il lavoro del mio compagno. Va da sé che senza prima trovare una qualche possibilità, al momento non possiamo permetterci di prendere decisioni affrettate.

Grazie!
 
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Mi fa piacere che le mie parole trasudino entusiasmo... direi quasi smania, per come mi sento a volte!
Posso chiederti come mai non sei riuscito a realizzare il tuo sogno? Vincoli lavorativi?
Grazie comunque per i consigli!
Non ho un sogno specifico, è un'idea lontana dall'essere un progetto. Quello che non sono riuscito a realizzare è crearmi un lavoro che posso fare a distanza...e si, vincoli lavorativi: la mia occupazione mi impegna anche parte del tempo libero e mi piace farlo.
 
@Stefano1990 Ma se mi permetti poi tutto sto coraggio non mi sembra che vi serva. Sei marchigiano come il tuo compagno, tornate a casa da Bologna vicino alle vostre famiglie, hai già un lavoro che ti da reddito a sufficienza che puoi fare da casa. Sarà che io adoro le Marche, ma non vedo sto gran salto nel vuoto che temi. Poi certo la vita che hai in una città universitaria come Bologna, magari in una frazione di un piccolo paesino sull’Appennino non ci sarà ma è casa tua dopo tutto. Soprattutto nella mentalità, Bologna con tutti quei giovani è al Top della libertà sessuale.
 
Io ho la fortuna (più che il merito) di avere due case, una in mezzo a più di un milione di persone e una in un borgo da 5 anime. E posso capire i tuoi dubbi. La città paradossalmente mi dà più isolamento e più libertà, ma la natura è un richiamo troppo forte. Solo di una cosa sono certo: odio la mentalità dei paesi (ci sono cresciuto e la conosco bene) e pertanto ti consiglierei di non fare una scelta drastica, tieni in affitto la casa in città per un po', giusto ler capire se la nuova vita fa per te. Poi secondo me se va bene vendi e ricompra.
 
Ultima modifica:
@Stefano1990 Ma se mi permetti poi tutto sto coraggio non mi sembra che vi serva. Sei marchigiano come il tuo compagno, tornate a casa da Bologna vicino alle vostre famiglie, hai già un lavoro che ti da reddito a sufficienza che puoi fare da casa. Sarà che io adoro le Marche, ma non vedo sto gran salto nel vuoto che temi. Poi certo la vita che hai in una città universitaria come Bologna, magari in una frazione di un piccolo paesino sull’Appennino non ci sarà ma è casa tua dopo tutto. Soprattutto nella mentalità, Bologna con tutti quei giovani è al Top della libertà sessuale.
Come ben dici, non ci serve un gran coraggio, perché andremmo in un luogo che conosciamo bene. Le mie remore sono più di natura economica che altro. Come dicevo, ho avviato la mia attività da autonomo a gennaio di quest'anno, quindi benché stia andando bene, voglio prima essere sicuro che rimanga abbastanza stabile. Poi c'è l'impiego del mio compagno, che invece dovrebbe trovarne un altro. Niente di impossibile, ma neanche immediato!
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Io ho la fortuna (più che il merito) di avere due case, una in mezzo a più di un milione di persone e una in un borgo da 5 anime. E posso capire i tuoi dubbi. La città paradossalmente mi dà più isolamento e più libertà, ma la natura è un richiamo troppo forte. Solo di una cosa sono certo: odio la mentalità dei paesi (ci sono cresciuto e la conosco bene) e pertanto ti consiglierei di non fare una scelta drastica, tieni in affitto la casa in città per un po', giusto ler capire se la nuova vita fa per te. Poi secondo me se va bene vendi e ricompra.
Ah che bella fortuna! Sicuramente sarebbe la soluzione ideale avere due case (e magari entrambe libere, ma nel mio caso non sarebbe possibile).
Per quanto riguarda il discorso della mentalità, ti posso assicurare che nel borgo del mio compagno sono stato accolto a braccia aperte, ho partecipato attivamente alla vita della comunità (per dire, sono stato in cucina per le sagre del polentone :poke:) e non ho mai avvertito quella mentalità ristretta che ci si aspetterebbe da un paesino di 400 anime. E sicuramente questo, insieme alla natura, è il fattore principale che ha scatenato questo mio desiderio: la voglia di appartenere a una comunità, cosa praticamente impossibile in città.
 
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... Discorso diverso per il mio compagno, ...
Sembrerebbe più logico che questa discussione l' avesse aperta lui, che dovrebbe rinunciare ad un lavoro (si presume a tempo indeterminato, per quello che vale di questi tempi) e che sicuramente è coinvolto in maniera diversa rispetto a te nel ritorno al paese di origine.

Va anche considerato che non da oggi le unioni "per sempre" sono sempre più rare, ed un caso (scongiuri!) un domani si presentasse questa evenienza le cose nel nuovo contesto mi sembrano un po' più complicate.

C'é poi la questione dello stile di vita, andare a vivere al paesello è decisamente una scelta da gente che ama stare in casa, o, al massimo, la sera, vedersi con i soliti quattro amici. Niente concerti, niente opportunità culturali - nemmeno un cinema - niente locali di ritrovo a parte il bar, uscire e vedere sempre le stesse facce.

Forse sono di parte, vivo in una grande città e ci sto benissimo, anche se sta andando in malora - sicuramente più di Bologna - perché mi piace stare in mezzo alla gente, non certo quando è troppa, ma posso ben regolarmi di conseguenza.

Mi piace spostarmi in auto, le mie mete escursionistiche sono in un raggio di 90 minuti dalla città, cosa che mi consente di spaziare tra le cime dell' Appennino, i monti preappenninici, le varie colline... per non parlare delle spiagge... stesso vale (anche per te) per gli spostamenti in treno o per andare in aeroporto...

...per trovare un po' di pace e silenzio a volte basta scegliere una zona diversa della città, io l'ho fatto tanti anni fa forse per questo di avere ancora più pace ed ancora più silenzio non mi interessa poi granché.
 
Sembrerebbe più logico che questa discussione l' avesse aperta lui, che dovrebbe rinunciare ad un lavoro (si presume a tempo indeterminato, per quello che vale di questi tempi) e che sicuramente è coinvolto in maniera diversa rispetto a te nel ritorno al paese di origine.

Va anche considerato che non da oggi le unioni "per sempre" sono sempre più rare, ed un caso (scongiuri!) un domani si presentasse questa evenienza le cose nel nuovo contesto mi sembrano un po' più complicate.

C'é poi la questione dello stile di vita, andare a vivere al paesello è decisamente una scelta da gente che ama stare in casa, o, al massimo, la sera, vedersi con i soliti quattro amici. Niente concerti, niente opportunità culturali - nemmeno un cinema - niente locali di ritrovo a parte il bar, uscire e vedere sempre le stesse facce.

Forse sono di parte, vivo in una grande città e ci sto benissimo, anche se sta andando in malora - sicuramente più di Bologna - perché mi piace stare in mezzo alla gente, non certo quando è troppa, ma posso ben regolarmi di conseguenza.

Mi piace spostarmi in auto, le mie mete escursionistiche sono in un raggio di 90 minuti dalla città, cosa che mi consente di spaziare tra le cime dell' Appennino, i monti preappenninici, le varie colline... per non parlare delle spiagge... stesso vale (anche per te) per gli spostamenti in treno o per andare in aeroporto...

...per trovare un po' di pace e silenzio a volte basta scegliere una zona diversa della città, io l'ho fatto tanti anni fa forse per questo di avere ancora più pace ed ancora più silenzio non mi interessa poi granché.
Quoto in toto :si:

La mia situazione è simile, fortunatamente, a quella di @appenninocentrale
(...)

per trovare un po' di pace e silenzio a volte basta scegliere una zona diversa della città, io l'ho fatto tanti anni fa forse per questo di avere ancora più pace ed ancora più silenzio non mi interessa poi granché.

Abito in campagna ma a pochissimi km dal centro e quindi posso scegliere sia il silenzio e la tranquillità sia la movìda ;)

Fermo restando che nessuna delle due situazioni le vorrei per sempre.
 
U

Utente 31342

Guest
Se non avete figli e non ne volete , mi domando cosa vi trattenga in una città (poi Bologna :rofl:)

Al mondo c'è una quantità "infinita" di soldi, ma avete solo una quantità limitata di tempo.
 
... Al mondo c'è una quantità "infinita" di soldi, ma avete solo una quantità limitata di tempo.
... ancora più limitato per chi avesse un malanno che "va preso in tempo" e la ASL gli avesse dato appuntamento a sei mesi per fare una TAC...
... la stessa TAC che con poche centinaia di euro si fa privatamente in 24 ore...
 
U

Utente 31342

Guest
... ancora più limitato per chi avesse un malanno che "va preso in tempo" e la ASL gli avesse dato appuntamento a sei mesi per fare una TAC...
... la stessa TAC che con poche centinaia di euro si fa privatamente in 24 ore...

Mi hai fatto ricordare lui


Quando arriverà quel momento , aspetterò con calma i tempi delle ASL , nel mentre me ne vado ad escort a spendere quelle poche centinaia di euro , perchè almeno avrò bei ricordi durante la malattia .

Poi oh, ognuno è libero di avere la sua filosofia, ma sai , quando hai visto facce da culo tipo bassetti che prima ti dicevano di stare a casa ....poi alzano il calice per sostenere l'industria dell'alcool , due domande te le fai , e ti dai due risposte, per me sempre meglio andare a puttane che pagarle agli altri e magari stare pure a guardarli mentre si divertono , ma poi chi dice che bisogna vivere per forza a lungo ? non ho conosciuto ancora persone over 60 anni del quale invidio la loro vita, quindi ...
 
... Quando arriverà quel momento , aspetterò con calma i tempi delle ASL , ... nel mentre me ne vado a escort ...
Mi sembra che - beato te! - ragioni come uno di quei ventenni (a prescindere dagli anni che hai) convinti o di campare in eterno o di morire il giorno dopo aver compiuto i 30.

E, comunque, per "andare a escort" avresti bisogno di quei soldi che sembravi schifare e, di più, li spenderesti per riempire quel tempo che sembrava così prezioso.
 

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