metro dopo metro, pausa dopo pausa raggiungiamo la vetta del Dolcedorme, è stato molto emozionante fare gli ultimi metri, posare lo zaino e avvicinarsi al cofanetto in acciaio che contiene il libro di vetta...
l'unico inconveniente di questo momento dell'escursione è stata una leggera foschia che non ci ha permesso di vedere lo Ionio e il Tirreno. Peccato, perchè tutta l'escursione è stata caratterizzata da sole e cielo terso
Appena sono arrivati tutti, abbiamo fatto girare il libro di vetta e l'abbiam firmato dopo aver apposto il mitico adesivo di Avventurosamente.it
finita questa fase "burocratica" ci siamo dedicati al pranzo
sembrava di essere in trattoria
tra focaccia alle olive e origano di Laterza, salame e formaggio calabrese, frutta secca e cioccolata ci siamo riposati e rifocillati, cullati da un tranquillo venticello.
finito il pranzo c'era da scegliere da quale lato scendere per poter pernottare... le alternative eran due... il semplice sentiero lungo la cresta, oppure la "discesa della morte"
ovviamente abbiamo deciso di scendere dalla "discesa della morte"
pensate ad un campo da calcio bombardato e con erba alta 5-20cm completamente secca e bruciata dal freddo con terriccio e sassi mobili e adesso inclinatelo tra i 30 e i 50°
immaginate di percorrere questo prato con uno zaino da trekking da 9.5-20kg (in base al partecipante
) e avrete il quadro della situazione
qui devo confessare di aver fatto un paio di voli alla Paperissima.. praticamente mentre scendevo mi è partito il piede di appoggio e mi son trovato seduto ad ammirare il paesaggio
finito il prato ci siam ritrovati al limite del fitto boschetto e ci siam divisi in più gruppi per trovare un passaggio.. io, miracolosamente dopo aver superato un intricato cespuglio, ho trovato una via d'acqua senza vegetazione e son arrivato rapidamente alla radura sassosa dove poi avremmo pernottato
Dopo qualche minuto ci siamo ricompattati e siamo andati alla ricerca della fonte (sorgente di Acquafredda) che il buon Braschi indica come sorgente "a carattere stagionale"...
cerca a destra, cerca a sinistra, avevamo trovato solo un mezzo acquitrino, ma risalendolo abbiam raggiunto un grappolo di massi dal quale sgorgava dell'acqua un po' troppo limacciosa per essere (dal mio punto di vista) utilizzata a cuor leggero...
in questa occasione siamo in 4 (James, Kall, Brapaz e io) e decidiamo di togliere questi massi per vedere se riuscivamo a risalire alla parte iniziale della fonte... con grande stupore e felicità riusciamo nell'impresa
riempite le borracce torniamo agli zaini per cercare un punto piatto e riparato dove piantare il campo tutti insieme, e ad una distanza giusta dalla fonte.
Troviamo un punto già sfruttato da altri escursionisti e nel giro di un'oretta riusciamo ad organizzarci e a sistemare l'intero campo! é stato bellissimo vedere così tante tende diverse e ben 2 amache
montato il campo ed acceso il fuoco (tiki l'ha acceso con l'acciarino e un Nido abbandonato trovato chissà dove
) formiamo 2 gruppi...il primo, più numeroso, sarebbe rimasto al campo, il secondo sarebbe andato a cercare Vincent nell'immensità dei Piani del Pollino
cala il sole, sale la luna e una luce irreale si stende su tutto il Parco... sembra giorno per quanto si vede bene
dopo ben 2 ore vediamo emergere dal bosco il buon Vincent che, armato di frontale avanza nello spettrale buio del bosco!
il rientro al campo è rapido, anche perchè stiamo tutti morendo di fame e stiamo pregustando la mega grigliata di carne, il vino, le focacce, l'anduja e tante altre cose buone che son ben conservate negli zaini
in 20 minuti siamo tutti seduti intorno al fuoco, armati di coltelli e forchette e pronti a divorare una quantità spropositata di cibo
(che goduriaaaaa!!!)
la situazione è rilassata e le fatiche della giornata si stemperano tra chiacchiere, risate e bocconi di carne
finita la cena rimaniamo a cazzeggiare un po' intorno al fuoco, poi a piccoli gruppi... tutti sotto coperta
è stata una notte fredda, ma fortunatamente senza vento e senza neve. Il termometro probabilmente è andato oltre i -6°C, dico probabilmente perchè non abbiamo avuto modo di controllarlo, ma al risveglio segnava -4°C ....
La sveglia è arrivata intorno alle 8, uscire dal tepore del sacco ed affrontare lo strato di brina è stata un'impresa ardua, ma alla fine ci siam riusciti
per una buona mezz'ora abbiamo temuto il peggio per chi ha dormito nella Pumori, in quanto il silenzio in quella tenda era assoluto!
appena alzati abbiam subito acceso il fuoco e preparato The a profusione e caffè solubile, ottima idea vista la bassa temperatura e il leggero vento gelido.
finita la colazione ci siamo apprestati a chiudere il campo, asciugare l'attrezzatura e preparare gli zaini. In tutta questa confusione Giuseppe ha perso un picchetto della sua Selewa
(A.A.A. cercasi picchetto color oro
)
finito lo smontaggio ci siam incamminati verso le macchine ognuno con i propri pensieri, ognuno con il proprio passo... ad essere sincero si notava un po' di malinconia per la fine di questa fantastica esperienza :/
alla prossima!