- Parchi della Valle d'Aosta
-
- Massiccio del Monte Rosa
Dati
Data: 29 e 30/08/2014
Regione e provincia: Val d'Aosta
Località di partenza e di arrivo: Frachey
Tempo di percorrenza: 3 e 12 ore
Chilometri: 4 e 22
Grado di difficoltà: EE fino al rifugio, PD fino in cima
Descrizione delle difficoltà: ghiacciaio di Verra molto crepacciato, pendio fino a 45°, cornici sommitali
Periodo consigliato: fine agosto
Dislivello in salita: 1000 e 800m
Dislivello in discesa: 0 e 2500m
Quota massima: 4075m
Accesso stradale: Val d'Ayas fino in fondo
Descrizione
Botti finali per la nostra settimana lunga in Val d'Aosta. Recuperato anche lo stacanovista Berserker, ci portiamo ai piedi della muraglia di roccia e ghiaccio che chiude la Val d'Ayas.
La Roccia Nera è uno dei tantissimi 4000 che formano il gruppo del Rosa, al confine con la Svizzera.
L'avvicinamento è di tipo himalayano, sia come scenari, sia - purtroppo - come distanza: dall'ultimo paesino dove è possibile lasciare la macchina e il rifugio, il Guide di Ayas, vi sono infatti quasi 2000m di dislivello e chi se la prende comoda parte al mattino per stare lì all'ora di cena.
Noi questo tempo non ce l'abbiamo, potendo partire solo il pomeriggio precedente il giorno della vetta e utilizziamo un comodo (a parte qualche scossone sempre in ottica himalayana ) servizio di jeep fino ai Piani di Verra superiori (circa 2300m slm)
Siamo gli ultimi sul tracciato e il meteo marca male. Il sentiero sale prima su ampi pendii erbosi e poi si porta sul filo di una morena fino al piccolo rifugio Mezzalama
Il nostro rifugio, invece, il Guide di Ayas, si trova un'ora più avanti (o meglio, sopra, visto che è tutta secca salita). Calano le nubi e cadono le prime gocce. Che si fa? Restiamo al Mezzalama aspettando che (forse) finisca presto il temporale oppure tentiamo la corsa fino al Guide?
Prevale la seconda ipotesi. Dopo una decina di minuti su pessima roccia, nella foto sotto, anche se piccola, potete vedere che la faccia di Berserker reca un grado di perplessità di 10 su una scala da 1 a 10.
Nei minuti successivi abbiamo vissuto l'elettrizzante esperienza di un temporale con grandine all'ora di cena a 3200m, con pantaloncini corti e scarpette da trail. La macchina fotografica è rimasta in posizione di sicurezza nello zaino, ma con estremo rammarico non ho potuto documentare le facce da film horror di Henry Thoreau
Accontentatevi del campo rom creato nei dintorni della stufa del rifugio
Veniamo presto riscaldati anche nel cuore dall'ottima cucina del rifugio Guide d'Ayas, che non ci fa mancare neanche il dolcetto!
Serata passata tra un genepy e un giro di stufa alla nostra povera roba, poi ricca dormita nel rifugio semivuoto e alba dalla terrazza!
Rimessi a nuovo, pronti e carichi a pallettoni per la salita!
Indovinate chi è che sta pistando la corda con il rampone?
Saliamo con buon passo il ramo sud del Grande Ghiacciaio di Verra
La Roccia Nera non è direttamente aggredibile dal rifugio, è separata da una ciclopica fascia di seracchi che separa il ramo nord dal sud del ghiacciaio. Bisogna fare una specie di percorso a "S" puntando prima il Passo di Verra, traversando poi il ghiacciaio ai piedi del Polluce fino a dopo lo sperone che sostiene il bivacco Rossi e Volante e solo dopo, facendosi strada tra i crepacci, cominciare a salire la nostra montagna
Sulla destra fa bella mostra di sé la ovest del Castore
Scendendo verso la Scwarztor, eccoci per la prima volta a confronto diretto con la Roccia Nera
Sulla bastionata rocciosa c'è l'ardito bivacco Rossi e Volante
Oltrepassata alla base anche questa parete si piega finalmente sul pendio che ci porterà in cresta
Qui cominciano le difficoltà: la parte finale del ghiacciaio è fortemente crepacciata e bisogna fare estrema attenzione nel superare veri o presunti ponti di neve
Certe cose che si vedono a queste quote fanno pensare che, quando nel medioevo le persone erano certe della presenza di draghi in montagna, esse non erano del tutto fuori di testa
Sappiamo che in cima è pieno di pericolose cornici che buttano verso la Svizzera, ragion per cui scegliamo di salire diretti puntando un chiaro sasso che si trova quasi in cresta (di certo lì se c'è quello, non si sta sospesi nel vuoto)
Siamo tra i primi salitori del fine settimana, quindi traccia nada, anzi, siamo noi ad averla tracciata per i domenicali
Ciò comporta anche una difficoltà fisica aggiuntiva dato che non troviamo neanche un metro gradinato ma dobbiamo cavarcela con le punte frontali dei ramponi su un bel ghiaccio sodo. Qui siamo nella pendenza max del tratto (45° pochi metri, 35-40° continui dal basso)
Finalmente in cresta! La cima è essa stessa una grossa cornice...
Durante la cauta traversata cresta-cima (30m esposti verso valle, cornici continue a monte)
E finalmente in cima!
Cresta finale del Polluce e Castore
Cresta dei Lyskamm
Quando la Natura ci si mette d'impegno: Weisshorn!
Tutto il Rosa minuto per minuto!
Scendiamo con una certa sollecitudine, sia perchè tutto vorremmo tranne fare il bis di pioggia, che quella del giorno prima la metà basta inoltre il ritorno (senza jeep dobbiamo arrivare a piedi oltre St. Jacques) è interminabile
La Val d'Aosta voleva proprio tenermi con sé meno male che eravamo legati perchè non si riusciva davvero a vedere il fondo e per di più gli altri sono passati ed è crollato con me che ero l'ultimo di cordata (sfiga cosmica...)
Bellissimo anche il rientro su un ghiacciaio davvero immenso
In vista del rifugio di partenza, dove ci confermano di essere cuochi provetti con una pasta gorgonzola e radicchio che neanche in pianura avevo mai assaggiato così
E si scende! Discesa davvero infinita, tra una cosa e l'altra arriveremo alla macchina alle 20
Ma con panorami sempre sbalorditivi
Castore e Punta Perazzi
Torrente di Verra come sgorga dal ghiacciaio
Morena fatta con squadra e righello
Il sottoscritto con il Lac Bleu
Data: 29 e 30/08/2014
Regione e provincia: Val d'Aosta
Località di partenza e di arrivo: Frachey
Tempo di percorrenza: 3 e 12 ore
Chilometri: 4 e 22
Grado di difficoltà: EE fino al rifugio, PD fino in cima
Descrizione delle difficoltà: ghiacciaio di Verra molto crepacciato, pendio fino a 45°, cornici sommitali
Periodo consigliato: fine agosto
Dislivello in salita: 1000 e 800m
Dislivello in discesa: 0 e 2500m
Quota massima: 4075m
Accesso stradale: Val d'Ayas fino in fondo
Descrizione
Botti finali per la nostra settimana lunga in Val d'Aosta. Recuperato anche lo stacanovista Berserker, ci portiamo ai piedi della muraglia di roccia e ghiaccio che chiude la Val d'Ayas.
La Roccia Nera è uno dei tantissimi 4000 che formano il gruppo del Rosa, al confine con la Svizzera.
L'avvicinamento è di tipo himalayano, sia come scenari, sia - purtroppo - come distanza: dall'ultimo paesino dove è possibile lasciare la macchina e il rifugio, il Guide di Ayas, vi sono infatti quasi 2000m di dislivello e chi se la prende comoda parte al mattino per stare lì all'ora di cena.
Noi questo tempo non ce l'abbiamo, potendo partire solo il pomeriggio precedente il giorno della vetta e utilizziamo un comodo (a parte qualche scossone sempre in ottica himalayana ) servizio di jeep fino ai Piani di Verra superiori (circa 2300m slm)
Siamo gli ultimi sul tracciato e il meteo marca male. Il sentiero sale prima su ampi pendii erbosi e poi si porta sul filo di una morena fino al piccolo rifugio Mezzalama
Il nostro rifugio, invece, il Guide di Ayas, si trova un'ora più avanti (o meglio, sopra, visto che è tutta secca salita). Calano le nubi e cadono le prime gocce. Che si fa? Restiamo al Mezzalama aspettando che (forse) finisca presto il temporale oppure tentiamo la corsa fino al Guide?
Prevale la seconda ipotesi. Dopo una decina di minuti su pessima roccia, nella foto sotto, anche se piccola, potete vedere che la faccia di Berserker reca un grado di perplessità di 10 su una scala da 1 a 10.
Nei minuti successivi abbiamo vissuto l'elettrizzante esperienza di un temporale con grandine all'ora di cena a 3200m, con pantaloncini corti e scarpette da trail. La macchina fotografica è rimasta in posizione di sicurezza nello zaino, ma con estremo rammarico non ho potuto documentare le facce da film horror di Henry Thoreau
Accontentatevi del campo rom creato nei dintorni della stufa del rifugio
Veniamo presto riscaldati anche nel cuore dall'ottima cucina del rifugio Guide d'Ayas, che non ci fa mancare neanche il dolcetto!
Serata passata tra un genepy e un giro di stufa alla nostra povera roba, poi ricca dormita nel rifugio semivuoto e alba dalla terrazza!
Rimessi a nuovo, pronti e carichi a pallettoni per la salita!
Indovinate chi è che sta pistando la corda con il rampone?
Saliamo con buon passo il ramo sud del Grande Ghiacciaio di Verra
La Roccia Nera non è direttamente aggredibile dal rifugio, è separata da una ciclopica fascia di seracchi che separa il ramo nord dal sud del ghiacciaio. Bisogna fare una specie di percorso a "S" puntando prima il Passo di Verra, traversando poi il ghiacciaio ai piedi del Polluce fino a dopo lo sperone che sostiene il bivacco Rossi e Volante e solo dopo, facendosi strada tra i crepacci, cominciare a salire la nostra montagna
Sulla destra fa bella mostra di sé la ovest del Castore
Scendendo verso la Scwarztor, eccoci per la prima volta a confronto diretto con la Roccia Nera
Sulla bastionata rocciosa c'è l'ardito bivacco Rossi e Volante
Oltrepassata alla base anche questa parete si piega finalmente sul pendio che ci porterà in cresta
Qui cominciano le difficoltà: la parte finale del ghiacciaio è fortemente crepacciata e bisogna fare estrema attenzione nel superare veri o presunti ponti di neve
Certe cose che si vedono a queste quote fanno pensare che, quando nel medioevo le persone erano certe della presenza di draghi in montagna, esse non erano del tutto fuori di testa
Sappiamo che in cima è pieno di pericolose cornici che buttano verso la Svizzera, ragion per cui scegliamo di salire diretti puntando un chiaro sasso che si trova quasi in cresta (di certo lì se c'è quello, non si sta sospesi nel vuoto)
Siamo tra i primi salitori del fine settimana, quindi traccia nada, anzi, siamo noi ad averla tracciata per i domenicali
Ciò comporta anche una difficoltà fisica aggiuntiva dato che non troviamo neanche un metro gradinato ma dobbiamo cavarcela con le punte frontali dei ramponi su un bel ghiaccio sodo. Qui siamo nella pendenza max del tratto (45° pochi metri, 35-40° continui dal basso)
Finalmente in cresta! La cima è essa stessa una grossa cornice...
Durante la cauta traversata cresta-cima (30m esposti verso valle, cornici continue a monte)
E finalmente in cima!
Cresta finale del Polluce e Castore
Cresta dei Lyskamm
Quando la Natura ci si mette d'impegno: Weisshorn!
Tutto il Rosa minuto per minuto!
Scendiamo con una certa sollecitudine, sia perchè tutto vorremmo tranne fare il bis di pioggia, che quella del giorno prima la metà basta inoltre il ritorno (senza jeep dobbiamo arrivare a piedi oltre St. Jacques) è interminabile
La Val d'Aosta voleva proprio tenermi con sé meno male che eravamo legati perchè non si riusciva davvero a vedere il fondo e per di più gli altri sono passati ed è crollato con me che ero l'ultimo di cordata (sfiga cosmica...)
Bellissimo anche il rientro su un ghiacciaio davvero immenso
In vista del rifugio di partenza, dove ci confermano di essere cuochi provetti con una pasta gorgonzola e radicchio che neanche in pianura avevo mai assaggiato così
E si scende! Discesa davvero infinita, tra una cosa e l'altra arriveremo alla macchina alle 20
Ma con panorami sempre sbalorditivi
Castore e Punta Perazzi
Torrente di Verra come sgorga dal ghiacciaio
Morena fatta con squadra e righello
Il sottoscritto con il Lac Bleu
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