La Garbatella
Ci sono quartieri di Roma che pur profondamente permeati di romanità, donano una sensazione di straniamento, come se per incantamento si fosse improvvisamente trasportati in un’altra epoca e in un altro luogo.
Il rione Garbatella – parte del quartiere Ostiense – a ridosso del Tevere nella zona meridionale della Capitale, è uno di questi, dove perdersi a passeggiare con gli occhi attenti a percepirne gli infiniti particolari, le orecchie ben aperte per assaporare i suoni di una zona ancora a misura d’uomo, con il naso pronto a cogliere gli odori di una Roma genuina, a lungo considerata borgata popolare e un po’ malfamata.
Fondato nel 1920 “per la mano augusta di S.M. il Re Vittorio Emanuele III” – come si legge nella lapide murata a Piazza Benedetto Brin – doveva fungere da quartiere abitativo per i lavoratori di un costruendo porto fluviale di Roma, che non fu mai realizzato. Per questo motivo però gran parte delle sue strade sono dedicate al mondo navale. Il nome del rione, invece, potrebbe derivare da una garbata ostella, la proprietaria di un’osteria della zona dai modi assai gentili.
Con uno stile architettonico predominante che fu definito barocchetto, dove abbondano fregi e modanature di sapore medievale e figure di animali e di piante, il quartiere fu suddiviso in lotti, con basse costruzioni che circondano cortili e giardini, sul modello inglese della città giardino. Elevato il rapporto verde/spazio edificato, anche per rendere meno traumatica l’immigrazione in atto al tempo dall’Agro laziale, creando alla fine un ambiente molto rurale dove abbondavano gli orti.
L’intero quartiere, caratterizzato da archi, fontane, villini e palazzine con fregi e balconi, nonché da murales di chiaro orientamento politico, può essere considerato un grande monumento diffuso dove perdersi a passeggiare con il naso in aria. Da non mancare, comunque:
La Scoletta, in Piazza Nicola Longobardi, già nella sigla iniziale di Caro Maestro, una serie televisiva degli anni 90.
La Fontana della Carlotta, in Piazza Ricoldo da Montecroce, che dovrebbe rappresentare la garbata ostella.
Piazza Geremia Bonomelli, con la scritta elettorale “Vota Garibaldi Lista N°1”, risalente alle elezioni del 1948, e la scritta La Garbatella con il busto di una ragazza.
Il bar dei Cesaroni, la nota fiction con Claudio Amendola e Max Tortora, in Piazza Giovanni da Triora.
Le casette modello del Lotto 24, fra Via Cristoforo Borri e Via Giustino De Jacobis, edificate nel 1929 in occasione del XII Congresso Internazionale delle Abitazioni e Piani Regolatori. Agli ingressi sono visibili i marmi con i nomi degli architetti; il concorso fu vinto dall'edificio all’angolo tra Via delle Sette Chiese e Via Borri, dell’architetto Mario De Renzi.
Piazza di Sant’Eurosia, con l’arco dove passa Nanni Moretti durante il suo tour in Vespa nel film Caro Diario.
Piazza Bartolomeo Romano, con la palazzina del Lotto 8 e il Teatro Palladium.
I murales di Via Francesco Passino e dintorni.
Piazza Benedetto Brin, con gli edifici del primo nucleo della Garbatella e la lapide della posa della prima pietra il 18 febbraio 1920.
La Garbatella è ottimamente collegata tramite la stazione omonima della linea B della metropolitana e la stazione ferroviaria Ostiense.
Traccia GPS su
https://www.montinvisibili.it/#!/Garbatella
Ci sono quartieri di Roma che pur profondamente permeati di romanità, donano una sensazione di straniamento, come se per incantamento si fosse improvvisamente trasportati in un’altra epoca e in un altro luogo.
Il rione Garbatella – parte del quartiere Ostiense – a ridosso del Tevere nella zona meridionale della Capitale, è uno di questi, dove perdersi a passeggiare con gli occhi attenti a percepirne gli infiniti particolari, le orecchie ben aperte per assaporare i suoni di una zona ancora a misura d’uomo, con il naso pronto a cogliere gli odori di una Roma genuina, a lungo considerata borgata popolare e un po’ malfamata.
Fondato nel 1920 “per la mano augusta di S.M. il Re Vittorio Emanuele III” – come si legge nella lapide murata a Piazza Benedetto Brin – doveva fungere da quartiere abitativo per i lavoratori di un costruendo porto fluviale di Roma, che non fu mai realizzato. Per questo motivo però gran parte delle sue strade sono dedicate al mondo navale. Il nome del rione, invece, potrebbe derivare da una garbata ostella, la proprietaria di un’osteria della zona dai modi assai gentili.
Con uno stile architettonico predominante che fu definito barocchetto, dove abbondano fregi e modanature di sapore medievale e figure di animali e di piante, il quartiere fu suddiviso in lotti, con basse costruzioni che circondano cortili e giardini, sul modello inglese della città giardino. Elevato il rapporto verde/spazio edificato, anche per rendere meno traumatica l’immigrazione in atto al tempo dall’Agro laziale, creando alla fine un ambiente molto rurale dove abbondavano gli orti.
L’intero quartiere, caratterizzato da archi, fontane, villini e palazzine con fregi e balconi, nonché da murales di chiaro orientamento politico, può essere considerato un grande monumento diffuso dove perdersi a passeggiare con il naso in aria. Da non mancare, comunque:
La Scoletta, in Piazza Nicola Longobardi, già nella sigla iniziale di Caro Maestro, una serie televisiva degli anni 90.
La Fontana della Carlotta, in Piazza Ricoldo da Montecroce, che dovrebbe rappresentare la garbata ostella.
Piazza Geremia Bonomelli, con la scritta elettorale “Vota Garibaldi Lista N°1”, risalente alle elezioni del 1948, e la scritta La Garbatella con il busto di una ragazza.
Il bar dei Cesaroni, la nota fiction con Claudio Amendola e Max Tortora, in Piazza Giovanni da Triora.
Le casette modello del Lotto 24, fra Via Cristoforo Borri e Via Giustino De Jacobis, edificate nel 1929 in occasione del XII Congresso Internazionale delle Abitazioni e Piani Regolatori. Agli ingressi sono visibili i marmi con i nomi degli architetti; il concorso fu vinto dall'edificio all’angolo tra Via delle Sette Chiese e Via Borri, dell’architetto Mario De Renzi.
Piazza di Sant’Eurosia, con l’arco dove passa Nanni Moretti durante il suo tour in Vespa nel film Caro Diario.
Piazza Bartolomeo Romano, con la palazzina del Lotto 8 e il Teatro Palladium.
I murales di Via Francesco Passino e dintorni.
Piazza Benedetto Brin, con gli edifici del primo nucleo della Garbatella e la lapide della posa della prima pietra il 18 febbraio 1920.
La Garbatella è ottimamente collegata tramite la stazione omonima della linea B della metropolitana e la stazione ferroviaria Ostiense.
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Allegati
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005 Via Caffaro murales Sten & Lex.JPG227,2 KB · Visite: 477
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006 Via Fausto Vettor.JPG228,3 KB · Visite: 499
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007 Via Fausto Vettor murales.JPG263,3 KB · Visite: 449
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008 Piazza Bartolomeo Romano murales.JPG246 KB · Visite: 568
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009 Piazza Bartolomeo Romano murales.JPG316,9 KB · Visite: 585
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011 Via Domenico Chiodo murales Totti.JPG243,5 KB · Visite: 748
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012 Via Roberto de Nobili.JPG237 KB · Visite: 463
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015 Fontana della Carlotta.JPG324,9 KB · Visite: 481
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016 Via Basilio Brollo murales elettorale.JPG259,6 KB · Visite: 469
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017 Via Basilio Brollo murales elettorale.JPG335 KB · Visite: 486
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018 Piazza Geremia Bonomelli.JPG226,4 KB · Visite: 464
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020 Piazza Giovanni da Triora bar Cesaroni.JPG253,1 KB · Visite: 727
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025 Piazza Giuseppe Sapeto.JPG219,9 KB · Visite: 440
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033 Via degli Armatori murales.JPG372,8 KB · Visite: 447
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037 Via Francesco Passino murales.JPG384,2 KB · Visite: 434
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039 Via Francesco Passino murales.JPG309,9 KB · Visite: 416
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040 Via Francesco Passino.JPG230,2 KB · Visite: 419
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043 Manifesti.JPG321,5 KB · Visite: 413
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046 Via delle Sette Chiese.JPG432,3 KB · Visite: 387
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047 Piazza Benedetto Brin.JPG213,6 KB · Visite: 442
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048 Piazza Benedetto Brin.JPG299,4 KB · Visite: 497
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049 Piazza Benedetto Brin.JPG296,7 KB · Visite: 458