- Parchi della Basilicata
-
- Parco Nazionale del Pollino
Data: 7 ottobre 2023
Regione e provincia: Basilicata,Potenza
Località di partenza: loc. Salicone (Cave)
Località di arrivo: idem
Tempo di percorrenza: 8h 17 min.
Chilometri: 8.75
Grado di difficoltà: AD-
Descrizione delle difficoltà: Passi di III e uno di IV- sulla via,non particolarmente difficile,A parte un tiro il resto in conserva assicurata.
Periodo consigliato: In ambiente non innevato.....in invernale sperare che vada in condizione minima.
Segnaletica: solo sui sentieri
Dislivello in salita: 931 m
Quota massima:1893 m.
Accesso stradale: Raggiungere Latronico (superstrada sinnica),attraversare il paese e dirigersi verso loc.Salicone o Cave
Traccia GPS: https://it.wikiloc.com/percorsi-alpinismo/santa-croce-monte-alpi-via-brigata-folgore-149638520
Descrizione
Brigata Folgore
Dopo la brillante trasferta in terra svizzera si ritorna sul Pollino per una prima assoluta nel comprensorio di monte Alpi,”Brigata Folgore”. Si tratta dell'ultimo canale della parete sud ovest del Santa Croce a fianco del più noto Canale dei Tarantini. È una via selvaggia e impervia con difficoltà alpinistiche non particolarmente elevate ma molto appagante paesaggisticamente, inserita in un contesto ambientale che lo pone al di fuori dai soliti circuiti escursionistici.
Sabato 7 ottobre si parte alla volta di Latronico, sul versante lucano del parco. Attraversato il paese insieme al compagno ci dirigiamo verso la Cava in località Salicone. Dopo aver parcheggiato in una piazzola e oltrepassato un cancello intraprendiamo il comodo Sentiero Italia T04 Latronico Castelsaraceno. Già da questo punto di osservazione abbiamo uno splendido colpo d’occhio sulla rocciosa parete sudovest. Con lo sguardo cerchiamo di individuare il nostro canale che però risulta invisibile in quanto nascosto da un costone.
Percorso qualche centinaio di metri la sterrata diventa sentiero che serpeggia tra la ginestra alta e la rosa canina. Oltrepassata la prima sorgente seguiamo la pista in faggeta con tratti a volte ripidi. A quota 1250 abbandoniamo il sentiero Italia e mettiamo i piedi su un ghiaione che sale verso le pareti. Non avendo contatto visivo con la nostra via di salita ci complichiamo la vita andando per tentativi ritrovandoci ad affrontare canalini e pareti con difficoltà di IV° solo per constatare di essere fuori strada. Alla testata del ghiaione avremmo dovuto più semplicemente traversare in diagonale fino ad intercettare l'evidentissimo attacco al canale. Così infine dopo vari traversi anche su passaggi molto esposti e una calata di 20 metri all'interno di un ripido canalino erboso ci ritroviamo finalmente nella sede del canale a quota 1430 m che rappresenta la nostra definitiva via di salita.
Cominciamo la progressione in conserva assicurata affrontando qualche passo di III. A circa metà percorso incontriamo un salto ripido non banale. Allestendo una sosta in un piccolo arbusto superiamo con un tiro la paretina di IV- passando per una scomoda strettoia. Nel tratto finale si procede tranquillamente in conserva fino all'uscita. Insomma, più il tempo di trovare l'attacco che l'ascensione vera e propria della via stessa.
Riposta l'attrezzatura alpinistica facciamo una meritata sosta integrando un po' di energie con fichi ripieni e subito cominciamo a seguire fedelmente la cresta sudest. Prima di Punta Corvo a quota 1740 m. incontriamo un vecchio ripetitore dismesso e una coppia di volpi che scorrazza nelle vicinanze. Dopo punta Corvo perdiamo leggermente quota per scendere alla sella e dopo averla superata, l'ampio crinale diviene sempre più stretto ed affilato, tra passaggi di roccia invasi da piccoli faggi contorti. Più avanti si riallarga e ad' una radura ritroviamo la stazione meteo a quota 1700 con annessa webcam che guarda Santa Croce e Pizzo Falcone.
Dal punto di provenienza del sentiero di Bosco Favino il percorso si impenna repentinamente e diventa piuttosto duro. Di tanto in tanto ci imbattiamo in formazioni rocciose a strati sottili di lavagna, tipiche della zona, la famosa "lavagna di Latronico" che viene estratta nelle cave a valle. Infine la lunga cavalcata in libera fino alla vetta del Santa Croce a 1893 m. dalla quale si gode della splendida vista della perfetta piramide di Pizzo Falcone. A valle occhieggia il lago di Cogliandrino mentre all'orizzonte tra nubi medio basse sfilano le cime del Pollino, dell'Orsomarso e del Sirino.
Giusto il tempo di consumare il nostro panino e si scende verso la sella posta tra le due cime gemelle. Intercettiamo una scorciatoia del sentiero Italia che conduce facilmente ad una radura pianeggiante dove compare la sorgente Gavitone. Da questo punto abbiamo una splendida vista sulle pareti del Santa Croce e più in basso appare evidente finalmente il canale che abbiamo risalito. Dalla sorgente ci immettiamo infine sul sentiero Italia che in un percorso ad anello ci ricondurrà all'auto.
Auspichiamo che questo elegante canalone possa essere risalito in invernale, anche se causa quota relativamente bassa e l'infelice esposizione difficilmente potrà andare in condizione. Vedremo, magari dopo un'abbondante nevicata anche a quote più basse forse ci concederà questa possibilità.
Regione e provincia: Basilicata,Potenza
Località di partenza: loc. Salicone (Cave)
Località di arrivo: idem
Tempo di percorrenza: 8h 17 min.
Chilometri: 8.75
Grado di difficoltà: AD-
Descrizione delle difficoltà: Passi di III e uno di IV- sulla via,non particolarmente difficile,A parte un tiro il resto in conserva assicurata.
Periodo consigliato: In ambiente non innevato.....in invernale sperare che vada in condizione minima.
Segnaletica: solo sui sentieri
Dislivello in salita: 931 m
Quota massima:1893 m.
Accesso stradale: Raggiungere Latronico (superstrada sinnica),attraversare il paese e dirigersi verso loc.Salicone o Cave
Traccia GPS: https://it.wikiloc.com/percorsi-alpinismo/santa-croce-monte-alpi-via-brigata-folgore-149638520
Descrizione
Brigata Folgore
Dopo la brillante trasferta in terra svizzera si ritorna sul Pollino per una prima assoluta nel comprensorio di monte Alpi,”Brigata Folgore”. Si tratta dell'ultimo canale della parete sud ovest del Santa Croce a fianco del più noto Canale dei Tarantini. È una via selvaggia e impervia con difficoltà alpinistiche non particolarmente elevate ma molto appagante paesaggisticamente, inserita in un contesto ambientale che lo pone al di fuori dai soliti circuiti escursionistici.
Sabato 7 ottobre si parte alla volta di Latronico, sul versante lucano del parco. Attraversato il paese insieme al compagno ci dirigiamo verso la Cava in località Salicone. Dopo aver parcheggiato in una piazzola e oltrepassato un cancello intraprendiamo il comodo Sentiero Italia T04 Latronico Castelsaraceno. Già da questo punto di osservazione abbiamo uno splendido colpo d’occhio sulla rocciosa parete sudovest. Con lo sguardo cerchiamo di individuare il nostro canale che però risulta invisibile in quanto nascosto da un costone.
Percorso qualche centinaio di metri la sterrata diventa sentiero che serpeggia tra la ginestra alta e la rosa canina. Oltrepassata la prima sorgente seguiamo la pista in faggeta con tratti a volte ripidi. A quota 1250 abbandoniamo il sentiero Italia e mettiamo i piedi su un ghiaione che sale verso le pareti. Non avendo contatto visivo con la nostra via di salita ci complichiamo la vita andando per tentativi ritrovandoci ad affrontare canalini e pareti con difficoltà di IV° solo per constatare di essere fuori strada. Alla testata del ghiaione avremmo dovuto più semplicemente traversare in diagonale fino ad intercettare l'evidentissimo attacco al canale. Così infine dopo vari traversi anche su passaggi molto esposti e una calata di 20 metri all'interno di un ripido canalino erboso ci ritroviamo finalmente nella sede del canale a quota 1430 m che rappresenta la nostra definitiva via di salita.
Cominciamo la progressione in conserva assicurata affrontando qualche passo di III. A circa metà percorso incontriamo un salto ripido non banale. Allestendo una sosta in un piccolo arbusto superiamo con un tiro la paretina di IV- passando per una scomoda strettoia. Nel tratto finale si procede tranquillamente in conserva fino all'uscita. Insomma, più il tempo di trovare l'attacco che l'ascensione vera e propria della via stessa.
Riposta l'attrezzatura alpinistica facciamo una meritata sosta integrando un po' di energie con fichi ripieni e subito cominciamo a seguire fedelmente la cresta sudest. Prima di Punta Corvo a quota 1740 m. incontriamo un vecchio ripetitore dismesso e una coppia di volpi che scorrazza nelle vicinanze. Dopo punta Corvo perdiamo leggermente quota per scendere alla sella e dopo averla superata, l'ampio crinale diviene sempre più stretto ed affilato, tra passaggi di roccia invasi da piccoli faggi contorti. Più avanti si riallarga e ad' una radura ritroviamo la stazione meteo a quota 1700 con annessa webcam che guarda Santa Croce e Pizzo Falcone.
Dal punto di provenienza del sentiero di Bosco Favino il percorso si impenna repentinamente e diventa piuttosto duro. Di tanto in tanto ci imbattiamo in formazioni rocciose a strati sottili di lavagna, tipiche della zona, la famosa "lavagna di Latronico" che viene estratta nelle cave a valle. Infine la lunga cavalcata in libera fino alla vetta del Santa Croce a 1893 m. dalla quale si gode della splendida vista della perfetta piramide di Pizzo Falcone. A valle occhieggia il lago di Cogliandrino mentre all'orizzonte tra nubi medio basse sfilano le cime del Pollino, dell'Orsomarso e del Sirino.
Giusto il tempo di consumare il nostro panino e si scende verso la sella posta tra le due cime gemelle. Intercettiamo una scorciatoia del sentiero Italia che conduce facilmente ad una radura pianeggiante dove compare la sorgente Gavitone. Da questo punto abbiamo una splendida vista sulle pareti del Santa Croce e più in basso appare evidente finalmente il canale che abbiamo risalito. Dalla sorgente ci immettiamo infine sul sentiero Italia che in un percorso ad anello ci ricondurrà all'auto.
Auspichiamo che questo elegante canalone possa essere risalito in invernale, anche se causa quota relativamente bassa e l'infelice esposizione difficilmente potrà andare in condizione. Vedremo, magari dopo un'abbondante nevicata anche a quote più basse forse ci concederà questa possibilità.